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Autore: killerqueen95    30/06/2017    2 recensioni
Breve one shot che descrive il giorno in cui Ria ha lasciato la villa a Los Angeles, è il 31 dicembre 2015 giorno in cui la separazione tra la Sommerfeld e Kaulitz è diventata ufficialmente legale.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le valige giacciono solitarie sul pavimento color crema della grande villa a Los Angeles, Tom le guarda con aria cupa e il cuore devastato. Ria, davanti a lui, si morde le labbra, nella mano destra un borsone rosa le pesa facendola inclinare di lato rendendola, così, simile alla torre di Pisa.
Bill li guarda appoggiato allo stipite della porta della cucina, Pumba è seduto accanto a lui, Capper guarda il padrone con occhi languidi e le orecchie basse, nell’aria della casa si respira tristezza e separazione.
È il 31 dicembre del 2015, dovrebbe essere un giorno di festa in cui si guarda verso al nuovo anno con speranza e aspettative, ma i due giovani davanti alle valige scure non hanno speranze, aspettative e nemmeno voglia di festeggiare.
Ria si riavvia i capelli color caramello dietro le orecchie e sembra inchiodata al pavimento, dovrebbe andare via, uscire da quella casa, ma per qualche assurdo motivo non riesce a staccare i piedi da terra, sente quasi di non avere nemmeno la forza per poter aprire la porta e portarsi via le sue valige dentro la sua macchina.
Tom sembra devastato, i capelli scompigliati gli ricadono sul viso stanco e segnato da profonde occhiaie che rendono cupi i suoi occhi nocciola. La barba non è particolarmente curata, ma lui non sembra rendersene conto mentre guarda la donna davanti a lui.
 Improvvisamente si sentono entrambi più giovani, vulnerabili e indifesi. I loro cuori battono all’unisono come hanno sempre fatto, ma ormai niente ha più importanza, è andato tutto perduto e non si può più recuperare nulla.
-Hai preso tutto?- la voce di Tom è quasi ridotta ad un sussurro spezzato, c’è una nota amara che impregna l’intera frase e che fa accartocciare le budella della donna che annuisce piazzandosi le mani sopra i fianchi.
-Spero di si- aggiunge alla fine annuendo una seconda volta e guardandosi intorno per la milionesima volta.
Osserva le scale bianche che portano al piano superiore in cui c’è il fantastico bagno con la vasca idromassaggio, la camera da letto di Bill con quell’enorme letto a baldacchino con le tende dorate e argentate, la camera da letto sua e di … no, la camera da letto di Tom, solo di Tom, di suo non c’è più nulla in quella casa, forse qualche bicchiere e qualche dvd. Lancia uno sguardo veloce allo specchio alle sue spalle, è dorato e ha dei cherubini intagliati, ricorda ancora il giorno che Bill decise di comprarlo a quel bazar assurdo in cui l’aveva trascinata mentre Tom componeva l’ennesima melodia per il nuovo album. Probabilmente era l’ultima volta che si sarebbe specchiata contro quel vetro leggermente rovinato, ma intriso di storie, le viene un brivido lungo la schiena e il suo stomaco fa un enorme salto mortale all’interno della sua cassa toracica.
Ria si inchina per mettersi alla stessa altezza di Capper, gli accarezza la testa scura e poi gli da un bacino leggero, il cucciolone scodinzola e le lecca una guancia facendola sorridere, gli da un altro buffetto prima di alzarsi pulendosi la guancia umida. Gli angoli degli occhi prudono preannunciando l’arrivo delle lacrime.
Devo andare via, si  dice chiudendoli per un secondo, quando li riapre la vista è leggermente appannata.
-Billy- dice lei con voce tremula. Il biondo si stacca dallo stipite della porta e si avvicina a lei, apre le braccia con un sorriso dolce, Ria ci si butta e lo stringe forte trattenendo a stento le lacrime che minacciano sempre più di venir fuori. –Non fare cavolate e se hai bisogno di me chiamami- aggiunge lei staccandosi un poco e guardando il ragazzo dritto negli occhi gemelli a quelli di Tom, –Ti voglio bene- vorrebbe aggiungere qualcosa, ma la voce tremolante inizia a tradire la sua emozione e così rimane in silenzio.
-Mi mancherai da morire- dice semplicemente lui, quattro parole che racchiudono molto di più di ciò che esprimono.
Ria scioglie l’abbraccio provvedendo ad asciugare immediatamente una lacrima sfuggita alla sua morsa, si inchina per salutare Pumba che sembra voglia essere preso in braccio, ma lei lo lascia sul pavimento, stringendolo forte al suo petto e sussurrando un “ciao cucciolone”.
La donna si mette nuovamente in piedi spolverandosi i jeans scuri e guardandosi nuovamente intorno, Tom è ancora immobile davanti alle valige, gli occhi arrossati e le labbra ricoperte di piccole ferite inferte dai suoi stessi denti. I due si guardano per un secondo, indecisi sul da fare, Bill prende entrambi i cani e li porta in cucina chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo leggero.
Tom e Ria si ritrovano da soli, davanti alla porta di casa, quella che era casa loro e che ora è solo casa dei gemelli. Entrambi hanno una stretta al cuore che li sta divorando e che rende quasi impossibile poter dire qualcosa di sensato.
-Ti aiuto a caricare le valige in macchina- borbotta Tom a disagio, si inchina afferrando il manico della prima, Ria poggia una mano sulla sua e lo guarda con quei suoi occhi a mandorla che la prima volta che lo avevano guardato lo avevano fatto sentire come se avesse le farfalle allo stomaco.
-Mi dispiace, Tom- se prima il tono della giovane era incerto e tremulo, nel dire quelle parole risultò improvvisamente sicuro e privo di tremolii.
-Anche a me- è la risposta dell’uomo.
Un ultimo gioco di sguardo tra i due, solo dolore e confusione, lacrime che affogano gli occhi di entrambi e bruciano le guance.
La macchina di Ria e in breve tempo piena, le valige al loro posto, manca solo lei sul sedile del guidatore. Tom chiude il cofano con un gesto secco e la guarda, sente il cuore stringersi nel petto e quasi riesce a provare dolore.
Ria si avvicina allo sportello della macchina, lo apre e fa per infilarsi all’interno dell’auto, ma prima si volta a guardare la villa bianca che ormai la guarda come se fosse un’estranea, stringe la mano sulla maniglia e si impone di non scoppiare a piangere come una stupida, ma fa male.
Fa davvero male.
Le sembra ancora di ricevere per la prima volta le carte per il divorzio, le sembra di leggere in quel momento la richiesta formale di Tom di allontanarla per sempre dalla sua vita.
Divorzio.
Dopo poco più di un anno di matrimonio, dopo anni di relazione, dopo anni di amore e di momenti e ricordi condivisi.
Non sarebbe più stata la signora Kaulitz, niente più Ria Kaulitz,ma solo e di nuovo Ria Sommerfeld.
Ria lascia la maniglia dell’auto, guarda Tom che sta piangendo e si sta mordendo le labbra quasi a sangue, lui che non piangeva mai. La donna si avvicina all’uomo che ora sembra tornato il ragazzo che l’aveva fatta innamorare anni fa con quelle treccine nere e i suoi vestiti larghi. I due si abbracciano tenendosi stretti senza dire una parola e quando sciolgono l’abbraccio non si scambiano nemmeno uno sguardo.
Ria corre verso l’auto, entra dentro, chiude lo sportello e parte senza voltarsi indietro, ma le lacrime iniziano a scendere senza mai fermarsi. Ria si allontana da quella che è stata casa sua e del suo ex marito.
Il suo ex marito, Tom Kaulitz.
Tom rimane immobile a guardare la macchina della sua ex moglie scomparire dal suo campo visivo, una mano si posa sulla sua spalla, è la mano di Bill riesce a sentirla calda e rassicurante.
-Un giorno mi dirai il perché? Perché state divorziando?- chiede Bill a mezza voce.
-Non posso, è una cosa mia e sua.-
 
 
 
Non so dirvi come sia venuta fuori questa ff, so solo che stavo ascoltando Better e mi è venuta in mente. È ovviamente triste, ma d’altronde non c’è nulla di allegro in un divorzio, giusto?
   
 
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