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Autore: Switch    01/07/2017    6 recensioni
Zootopia.
Luogo dove predatori e prede vivono in perfetta armonia.
O almeno, così era all'inizio.
Molto, molto tempo prima. Prima che i predatori venissero umiliati e degradati.
*
Nick Wilde ha imparato a sottostare alle leggi ingiuste di Zootopia, ma non vuol dire che non possa fare del suo meglio per migliorare la vita dei predatori, a modo suo.
Ma tutto attorno a lui si innalza un fitto complotto e si ritrova a dover indagare per riscattare il suo "buon" nome e forse anche quello dei predatori. Con l'aiuto di una rigida e diffidente poliziotta. O meglio sotto la sua supervisione.
Un poliziesco dai toni noir, che denuncia un mondo cupo e abietto, dove la giustizia non è uguale per tutti.
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Furry, Tematiche delicate
Capitoli:
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Il contenuto del CD consisteva in due cartelle differenti.
Una sotto la dicitura “tesi”, era l'insieme degli studi di Manchas, tutti i dati raccolti, le interviste effettuate e i test fatti, dettagliati e completi.
L'altra cartella era soprannominata “Tame” e dentro c'erano altre due cartelle: in una la raccolta delle mail che Manchas e Tarandus si erano scambiati; l'altra invece era bloccata da una password.
Judy non aveva mai visto una cosa del genere e non sapeva come poterla sbloccare. Era certa che se avesse potuto far vedere il CD a Ben, il ghepardone non ci avrebbe messo molto a trovare la password, ma al momento doveva trovarsi nelle celle della centrale e non potevano avvicinarsi.

Decise di ispezionare il resto dei file, per provare a trovare qualche indizio o pista da seguire, ma dopo il decimo file degli studi di Manchas sbadigliò piano.
Nick era addormentato al suo fianco, le sue orecchie avevano smesso di tremolare già da un po', sembrava completamente rilassato, lui, rannicchiato su sé stesso in posizione fetale.
Così indifeso, così fiducioso.
Scrollò la testa, cacciando via qualsiasi pensiero non richiesto al momento e si concentrò ancora una volta sul computer; chiuse con un click la pagina che stava leggendo e si concentrò sulle mail tra i due scienziati.

Erano tre, in tutto.
La prima risaliva all'incirca a tre mesi prima e a mandarla era stato Tarandus: si era presentato, non si conoscevano prima di quel momento, apparentemente, e chiedeva a Manchas un colloquio privato per poter parlare con lui di un progetto importante per il futuro in cui probabilmente sarebbe servita la sua consulenza.
Tutto molto formale e impersonale e dai toni cortesi. La risposta di Manchas era stata sullo stesso tono, fornendo il suo numero di telefono per potersi mettere d'accordo sull'appuntamento.
La mail successiva era da parte di Manchas, parlava di una scoperta fatta e di voler confrontarsi con Tarandus su alcune questioni, per cui chiedeva la sua risposta al più presto, dato che non riusciva a rintracciarlo al telefono. Tarandus aveva risposto in modo conciso, promettendo un contatto a breve.

La terza mail era quella che loro stessi avevano letto a casa di Ben e come allora, Judy sentì fremere il nasino, alla sola vista. Come allora, sentiva che c'era di più in quella mail:

Egr. Dott. Manchas,
Sono dispiaciuto di non averla potuta contattare prima, purtroppo ho avuto molto lavoro tra capo e collo e la mia salute non è stata delle migliori.
La richiamerò al più presto per poter finalmente prendere un caffè assieme e parlare tranquillamente della sua scoperta.

Nel frattempo, se non le dispiace, mi serve una sua consulenza su alcuni materiali per la ricerca di cui abbiamo parlato. Mi fido molto del suo giudizio e della sua esperienza e so che saprà consigliarmi bene, senza alcune pressioni. So che conosce mammiferi nei settori giusti, che sapranno indirizzarla e aiutarla.
Se poi volesse occuparsi lei stesso dei materiali, mi faccia sapere, ci organizzeremo. Le lascio qui la lista, può darmi la sua risposta quando ci vedremo.

Distinti saluti
Dott. Rangi Tarandus


Microscopio Barren
Rifrattometro Nest 
Densimetro Herd
Durometro Hive
Disgregatore Army
Granulometro Bask
Polarimetro Prickle
Respirometro Roubiner
Mulino Troop 
Frantumatore Lounge
Bilancia Sounder 
Centrifuga Blessing 
Cappa chimica Flock 
Estrattore Goggle 
Dispensatore Mute 
Normalizzatore Colony 
Incubatrice Smack 
Respirometro Business
Polarimetro Troubling
Estrattore Mustering
Bilancia Fold
Normalizzatore Rout
Disgregatore Coalition
Centrifuga Gulp
Rifrattometro Drove
Frantumatore Congregation
Granulometro Train
Microscopio Gam
Mulino Murder
Densimetro Turn
Cappa chimica Descent
Durometro School
Dispensatore Huddle
Incubatrice Gaze

Judy voleva alzarsi e cercare carta e penna, per seguire un'idea che le era balenata alla mente, ma se lo avesse fatto avrebbe di certo svegliato Nick, e voleva che riposasse il più possibile. Certo, logicamente sapeva anche che dovevano sbrigarsi a risolvere quell'enigma e cercare risposte concrete, proprio nel bene di Nick, oltre che al suo.

Stette per qualche istante tesa, incerta sul da farsi, quando un trillo improvviso decise per lei, risuonando nella stanza e svegliando la volpe al suo fianco.
Nick saltò su con occhi spaventati, incurvandosi appena per il dolore all'addome. Judy aveva appoggiato il computer al letto e si era alzata, girando le orecchie per capire la fonte del suono.
Il trillo continuava e continuava, insistente.

La coniglietta scavalcò un paio di riviste a terra e dei vestiti informi e si diresse nell'angolo del cucinino, spostando di fretta alcune scatole di pizza gettate alla rinfusa: sotto, un vecchio telefono fisso trillava, incessantemente.
Judy lo fissò per qualche istante, poi si voltò a guardare Nick e lui le rimandò lo stesso sguardo spaventato e sorpreso che doveva avere lei al momento.
Il suono si interruppe e ci fu un improvviso silenzio.
Erano tutte e due vigili e nervosi, le orecchie tese in alto a percepire qualsiasi rumore esterno, gli occhi fissi sul telefono.
Judy lasciò andare il respiro inconsciamente trattenuto, iniziando a ragionare di nuovo.
Con una scrollata di spalle cercò di scacciare la paura, dandosi della sciocca.
D'altronde, la chiamata non poteva essere per loro, di certo era stato solo un caso che fossero lì quando aveva squillato, nessuno poteva sapere che fossero lì...

Il telefono trillò di nuovo. Il coniglio e la volpe si scambiarono un'altra occhiata fugace, quasi a voler comunicare senza parlare.
Dopo un istante, contro ogni logica e buon senso, Judy sollevò la cornetta e la portò lentamente all'orecchio.

Accendete su ZNN, adesso” disse una voce metallica, di sicuro di un sintetizzatore vocale.
Chi parla? Cosa vuole?” strillò Judy nel ricevitore.
Accendete la tv su ZNN e non fate tardi, non avete molto tempo” ribatté la voce pacatamente, prima di buttare giù.

Judy si voltò a guardare Nick con ancora la cornetta premuta contro la testa e lesse nel suo viso la curiosità e le domande che voleva farle: lei chiuse il telefono e si diresse immediatamente verso il piccolo televisore poggiato contro la parete al lato, praticamente di fronte al divano/letto: era un vecchio modello a tubo catodico, ma sembrava ancora funzionante. Premette il pulsante di accensione e attese, fremendo.
Il telecomando era sparito da tempo tra le pieghe del lerciume del monolocale e non si diede nemmeno la pena di cercarlo, cambiò i canali con i grossi pulsanti nel riquadro in basso del televisore, finché non trovò il notiziario di Zootopia News Network.

... notizia è sconvolgente, ed è arrivata in redazione non più di un'ora fa...” stava dicendo il giornalista, un alce americano con il viso compassato.

Judy premette il pulsante del volume, alzando di qualche tacca.

Grazie ad un blitz della polizia è stato scoperto e smantellato un parco di divertimenti per predatori, gestito qui a Zootopia da una volpe corrispondente al nome di Nicholas P. Wilde. Nel parco, i collari erano disattivati e sembra che in una di queste serate sia stato ucciso il massimo esponente cittadino nel campo delle invenzioni, il dottor Rangi Tarandus, padre dei collari. Wilde è sospettato dell'omicidio ed è attualmente in fuga. È considerato molto pericoloso, non cercate di avvicinarlo, se doveste avvistarlo chiamate le autorità a questo numero, è stata posta una forte taglia per chi lo denuncia.”

In sovrimpressione apparvero un numero di telefono e una foto di Nick, la foto di quando era stato arrestato, presumibilmente, col pelo arruffato e gli occhi fuori dalle orbite.
Judy non ebbe il tempo di voltarsi a guardarlo per vedere la sua reazione, che il giornalista continuò:

Si teme che possa essere armato e si invitano i cittadini alla massima prudenza. Il sindaco ha fatto sapere che le migliori squadre di poliziotti sono all'inseguimento del pericoloso ricercato e che a breve rilascerà un'intervista per rassicurare personalmente la popolazione; lo svolgimento delle celebrazioni per il ventennale si terranno, con un maggiore dispiegamento delle forze di polizia, ma il sindaco assicura che non ci sarà alcun pericolo.
E adesso passiamo alle notizie da Tundratown sulle condizioni del traffico, a te la linea...”

Con un click del pulsante, Judy spense la tv, ma rimase qualche attimo a guardare lo schermo nero, assorta.

Ormai tutta Zootopia sapeva delle accuse a Nick, del suo arresto e della sua fuga. Come potevano sperare di potersi muovere liberamente dopo che il suo muso era stato sbattuto sulla tv cittadina, nel notiziario più seguito?
Come potevano sperare di chiarire il suo nome ormai, se tutti, vedendolo, avrebbero pensato fosse colpevole?
E ultimo, ma non meno importante, chi li aveva avvisati e perché?

Nick si schiarì la gola, attirando la sua attenzione. Era seduto sul letto, la faccia ancora un po' assonnata, ma gli occhi verdi erano vigili, su di lei.
Qualcuno deve aver fatto una soffiata ai giornalisti” constatò scioccamente Judy, più per spezzare il silenzio.
Qualcuno alla centrale. Solo loro potevano sapere del Wild Times o che la vittima fosse Tarandus” esclamò Nick, passando una mano distratta sul collo.
Era cupo, era così serio e irato. E Judy si sentì male, ma sapeva che aveva ragione: qualcuno nel suo distretto aveva venduto la notizia ai giornalisti, per lucro probabilmente. Un suo collega, qualcuno di cui si fidava; forse lo aveva fatto in buona fede, ma la loro situazione era peggiorata in maniera esponenziale in pochi secondi e non sapevano che fare.
Anche trovando le informazioni che servivano nel CD di Manchas, non sarebbero potuti uscire fuori senza rischiare il linciaggio o l'arresto immediato, senza possibilità di difendersi.

Ma non sanno che non hai più il collare!” affermò Judy entusiasta, come se fosse una conquista. Bogo doveva averlo visto quando era andato al suo appartamento, lo avevano lasciato per terra, senza il pensiero di nasconderlo perché non pensavano qualcuno potesse andare a cercarli lì. Ma il capitano probabilmente lo aveva tenuto per sé, forse lo aveva nascosto anche alla T.U.S.K..
Si diede della sciocca per tutta quella speranza, ma non poteva evitare di pensare bene del suo capitano, anche in una situazione come quella.

Probabilmente non hanno voluto diffondere il panico. Se avessero rivelato che un predatore gira senza collare per la città, sarebbe scoppiato il caos” rifletté più pratica la volpe, con un'alzata mesta di spalle.
Judy non se la sentì di replicare con una risposta poco sincera e a voler pensare razionalmente, probabilmente Nick aveva ragione.

Cosa facciamo?” gli chiese, invece.
Non si stava arrendendo. No. Non lo avrebbe mai fatto, non era da Judy. Voleva discutere con lui per trovare la soluzione a quell'ulteriore ostacolo, perché insieme potevano farcela.

Nick si stava guardando attorno, lentamente, forse cercando un'illuminazione, qualcosa nel lerciume della tana di Finn che potesse aiutarli. Il suo sguardo si fermò infine sulle sue zampe posteriori incrociate sul letto.
Potremmo” iniziò a dire senza alzare lo sguardo, “cucire un travestimento.”
E alzando la testa per guardarla, infine, infilzò un'unghia nel piumino sotto di sé e tirò forte, squarciandolo: le sue dita afferrarono la bianca imbottitura e la tirarono fuori, lasciandola cadere poi come neve sintetica.

Un travestimento... cotonoso” aggiunse con un sorrisino trionfante per la sua pensata.

E Judy sorrise di rimando, contagiata dal suo rinnovato ottimismo. Si avvicinò al letto, a passettini leggeri.
Ah, però se speri che sia io a cucire, stai sbagliando di grosso. Non so nemmeno come si tenga un ago” mormorò, spostando il pc perché lui potesse togliere il piumino.
Ci penserò io. Mio padre mi ha insegnato a cucire, era un gran sarto” rivelò Nick assorto, gli angoli della bocca incurvati in su da un lontano ricordo.
Judy lo osservò per un istante, resistendo all'impulso di abbracciarlo stretto.

Ok, allora cercherò di sbrigarmi anch'io con questi file” esclamò sedendosi sul bordo del letto, col computer sulle gambe.
Hai scoperto qualcosa?” chiese Nick, sbirciando al di sopra della sua spalla.
Forse. La mail che abbiamo visto da Ben era nel CD e penso ancora che contenga un messaggio. Potrei avere un'idea di come decifrarlo, ma mi servono carta e penna.”

Nick lasciò andare il piumino lacerato e tutta l'imbottitura estratta e si alzò per frugare velocemente in giro. Dopo qualche minuto si risedette, porgendo a Judy un foglio che si rivelò il retro di un volantino di pizzeria e una matita cortissima.
Perfetto. Io lavorerò alla mail e tu al travestimento. Dobbiamo farcela nel minor tempo possibile.”
Lo stomaco di Nick brontolò fortissimo appena ebbe finito di pronunciare la frase, con grande imbarazzo del suo proprietario. Tutta la colazione era finita nella fioriera di Manchas e non avevano più toccato cibo.

E nel frattempo mangeremo anche qualcosa, sempre che qui ci sia qualcosa di commestibile” propose Judy, con un gran sorriso.



Pioveva leggermente nel Rainforest Disctrict. Gli irrigatori erano in funzione già da qualche ora e le strade erano completamente bagnate.
Bogo trovava che il clima di quella parte della città fosse quello che detestava maggiormente. Una pioggerellina fastidiosa che si appiccicava alla pelle e rendeva il pelo più pesante, era una seccatura quando si voleva guidare e faceva male alle ossa, per giunta.
Stava di nuovo pensando come un vecchio.
Il pontile di legno traballava sotto il suo peso e quello dei cinghiali della T.U.S.K.; la casa all'indirizzo fornitogli da Clawhauser era in cima ad un pinnacolo, collegato al resto da pontili sospesi.
Fragili pontili in legno.

Arrivarono fortunatamente tutti incolumi e fu Bogo a bussare forte alla porta.
Renato Manchas? È la polizia, possiamo farle qualche domanda?”
Non ci fu alcuna risposta, né rumori all'interno della casa, così riprovò un'altra volta.
Quando una seconda risposta venne negata, il capitano Sirbon prese il comando: mandò un paio dei suoi uomini a recuperare 'l'ariete'.
Bogo si oppose.

Siamo qui solo per una soffiata, non potete agire in questo modo. Non abbiamo nemmeno il mandato!”
A noi non servono mandati” replicò beffardo Sirbon.

I suoi due sottoposti arrivarono solerti, portando in spalla un moderno ariete in metallo per le incursioni, che passarono prontamente nelle zampe di Sirbon: bastarono due colpi secchi vicino alla toppa della chiave e la porta si spalancò, come per magia; irruppero tutti senza molte cerimonie, senza nemmeno annunciarsi.
A differenza dell'esterno incolto e ricoperto di edera e muschio, l'interno della casa era pulito in maniera maniacale e Bogo sentì dappertutto un forte odore di candeggina.
Comunque non sembrava esserci traccia né di quel Manchas, né di nessun altro nella casa.

Si sparpagliarono, con le armi in pugno e cariche, esplorando ogni angolo dell'ambiente: tre cinghiali salirono al piano di sopra, con non pochi cigolii delle assi in legno, mentre Bogo, Sirbon e Sus controllavano il piano terra.
Libero!” “Libero!” Libero!” riecheggiò dopo qualche istante da posti diversi e in un attimo tutti misero via le armi, rilassandosi all'istante.
Non c'era nulla, in quella casa, e Bogo iniziava a pensare che Clawhauser lo avesse preso in giro. Eppure gli era parso così sincero mentre gli parlava, non sembrava uno capace di mentire.
Continuò a girare ancora un po', solo per essere certo, ma dovette arrendersi all'evidenza, era ad un punto cieco.

Stava per lasciarsi andare alla rabbia, quando vide una lieve traccia di terra vicino alla fioriera dell'ingresso. Non ci avrebbe fatto caso, in un altro momento, non erano più di quattro pulviscoli marroni sul pavimento in legno scuro, quasi mimetici, ma stonavano così tanto con l'aspetto asettico della casa, da aver catturato il suo sguardo; si avvicinò distrattamente, come se non volesse attirare l'attenzione, e buttò un'occhiata all'interno della fioriera: mancava la maggior parte del terriccio e molte foglie delle piante erano state strappate con forza.
Come se quello non fosse già strano, attaccati ad una foglia sopravvissuta c'erano un paio di peli rossi.

Si trattenne dall'allungare la zampa e prenderli, sapeva già senza farli esaminare che appartenevano a Wilde e che quindi ad un certo punto la volpe era entrata in quella casa.
Ma perché? Cosa c'entrava quel Manchas che non erano riusciti a trovare? Era in combutta con Wilde?
Continuava a farsi domande, ma quello che più trovava strano, era l'innaturale pulizia che pareva essere stata fatta di recente e non era proprio possibile che Wilde si fosse messo a fare le pulizie di primavera mentre fuggiva.
C'era qualcosa che non tornava e la sua mente cercava di fare i collegamenti, ma sentiva che gli mancavano informazioni essenziali.

Ehi, capitano! Non c'è niente qui!” lo distrasse la voce roca di Sirbon, con tono arrogante.
Si voltò per fronteggiare il cinghiale, che lo fissava vicino allo spesso tavolo in noce, circondato dai suoi uomini.

Non c'è niente, ci ha portato a fare un giro?” insisté il cinghiale, alzando la voce.
No, qui c'è-”

Il suo telefono trillò in quel preciso momento, interrompendolo. Un trillo breve, di un messaggio. Frugò nella tasca per controllare e trovò un sms da nessun numero.
Guardò di nuovo, certo di essersi sbagliato, ma nel mittente non c'era nessun numero. Non un numero sconosciuto o privato, semplicemente uno spazio bianco, un nulla.
Lo aprì, titubando solo un secondo, certo che il contenuto dovesse essere altrettanto strano.

Se vuoi trovare la tana del Bianconiglio, segui le mie istruzioni, Alice” diceva il messaggio, seguito da un indirizzo.

Sì, era decisamente strano.
Quello era il suo cellulare d'ordinanza e il numero era conosciuto solo ai suoi sottoposti e all'ufficio del sindaco, tanto per cominciare.
E poi, anche se il tono del messaggio era indubbiamente surreale, la menzione al coniglio non poté che fargli pensare a Hopps e l'indirizzo poteva essere il posto dove trovarla.

Allora?” incalzò il cinghiale, spazientito.
E Bogo cancellò quello che aveva scoperto dalla punta della lingua, che la T.U.S.K. si trovasse gli indizi da sola.
"Non c'è nulla, è stato un buco nell'acqua” mormorò.
Sirbon ghignò soddisfatto della sua ammissione e del suo fallimento, poi rivolse un cenno ai suoi sottoposti.

Troveremo noi una pista. Andiamo ad interrogare il ghepardo.”
Uscirono dalla casa in fila ordinata, mormorando tra di loro il malcontento.

Ci vediamo in centrale, capitano” disse Sirbon prima di sparire oltre la porta, senza nemmeno voltarsi a guardarlo.

Bogo rimase solo, nella casa vuota. Osservò un paio di volte il cellulare, si avvicinò alla fioriera e prese il ciuffo di peli fulvo, infilandolo in una bustina sterile che mise poi in tasca. Di nuovo guardò il telefonino e rilesse lo strano messaggio.
Trattenne il fiato per qualche secondo decidendo il da farsi, poi si avvicinò deciso all'uscita, a grandi falcate.

Non aveva più molte alternative: avrebbe seguito il Bianconiglio, giù fino al paese delle meraviglie, e scoperto quanto profonda fosse la sua tana.



Note:

Salve a tutti! Spero stiate tutti bene.

Spero che il nuovo capitolo sia valsa l'attesa, per lo meno.

La trama va avanti e così i misteri: in questo capitolo c'è la mail con il messaggio segreto, mi ha divertita pensare a qualcosa che poteste provare a risolvere voi stessi, mi ci sono scervellata molto. Ovviamente a crearlo ci vuole di più, sono sicura che da risolvere risulti persino banale, ma spero che vi diverta. E spero di averlo fatto giusto, ho ricontrollato 23 volte e il risultato era a posto, ma se lo avessi riportato male sarebbe tutto vano, per voi e per me. Incrociamo le dita.
Se trovate la soluzione non mettetela nei commenti, però, mi raccomando.

Un misterioso personaggio agisce nell'ombra, aiutando Nick, Judy e perfino Bogo... ma sarà davvero così?
Non manca molto alla fine e tutto sarà chiarito.

Il prossimo capitolo sarà al cardiopalma, non vedo l'ora!

Intanto vi mando un abbraccio, vi ringrazio di cuore e spero di sentirci presto.



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