Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=_dK2tDK9grQ.
Ormai il MadaSaku weekend è finito, ma ho intenzione ugualmente di scrivere alcuni di quei prompt bellissimi.
Prompt: leccare.
Il ciliegio della tentazione
Sakura si portò il
chupa-chupa alle labbra e lo succhiò
rumorosamente, le sue labbra erano arrossate.
“Perciò sei uno
straniero?” domandò. Le sue iridi verdi
brillavano nell’oscurità.
Madara appoggiò il
boccale, ancora per metà colmo di birra,
sopra il tavolinetto di legno.
“E mi hanno detto che con
te ci si diverte” disse.
Sakura scoppiò a ridere e
allargò le braccia.
“Ognuno si arrangia come
può. Io sono cantante, ballerina e
all’occorrenza, aiuto la gente a rilassarsi un
po’” disse.
“E come vorresti
rilassarmi, fiori di ciliegio?” domandò
Madara. Si appoggiò le mani sui fianchi muscolosi, sopra i
pantaloni neri di
stoffa aderenti, l’unico indumento che indossava.
Sakura succhiò
rumorosamente il suo chupa-chupa e gli fece l’occhiolino.
“Qui
all’Anna-Marie siamo in un porto di mare con pochi
abitanti. Posso farti divertire in molti modi che mi puoi richiedere, a
condizione che non sia troppo strano. Sai, parecchi miei amici sono
marinai
molto pericolosi. Non gli farebbe piacere vedermi soffrire”
disse con voce
roca.
Madara affondò di
più nel divano di pelle nera, i lunghi
capelli mori gli solleticavano la schiena nuda, ogni ciocca era larga
tre dita.
Le sue iridi color ebano brillarono di riflessi rosso sangue
nell’oscurità.
“Non credo tu sappia molto
di vecchi libri che parlano di
miti e leggende. Mi andrebbe proprio una discussione
filosofica” la punzecchiò.
Sakura si mise una ciocca rosa dietro
l’orecchio e avanzò
verso di lui, le assi di legno della taverna scricchiolavano sotto i
suoi piedi
nudi. Le sue piante si annerirono di polvere, mentre lasciava delle
impronte
minute.
“Conosco parecchie favole,
se t’interessa” disse.
< In fondo faccio questo
lavoro anche per pagare i libri
di favole a mio figlio a casa > pensò.
Madara inarcò un
sopracciglio mentre la giovane gli si
sedeva sulle gambe massiccia.
“Illuminami”
disse. Giocherellò con una delle lunghe trecce
di capelli rosa della giovane, sentiva i capelli di lei lisci sotto le
dita
callose.
“So che nelle vere storie,
il felice e contenti è raro
quanto nel mondo reale. Tra lupi squarciati, principesse che hanno
dovuto
sottostare a rospi malvagi per poter avere un matrimonio di convenienza
e
sorellastre accecate e mutilate” spiegò Sakura. Si
sciolse il nodo che le
teneva fermo il topo di stoffa nera, lasciando scoperti i suoi seni
minuti e
solidi.
Madara le accarezzò il
ventre piatto, la mano dalla
carnagione scura di lui risaltava su quella chiarissima della ragazza.
La stanza in penombra era illuminata
dalla luce tremolante
di una vecchia lampada, circondata da falene che volavano pigramente in
cerchio.
“E suppongo tu non voglia
vivere una favola con me. Mi sta
bene, sono qui proprio perché sono in disilluso
anch’io” disse roco Uchiha.
Sakura gli slacciò il
laccio rosso chiaro che teneva legati
i pantaloni di lui.
“Ognuno ha i suoi motivi
per venire qui, rimangono fuori
dalla porta” rispose.
Madara le accarezzò
l’orlo degli slip di lei, sfiorandole il
merletto rosso e si deterse le labbra con la lingua.
“Ho deciso cosa potresti
fare. Ti va di ‘leccare’ qualcosa
di diverso dal tuo lecca-lecca?” domandò.
Sakura ridacchiò e gli
prese la mano, poggiandosela sul
seno, si fece accarezzare e rabbrividì di piacere. Madara
deglutì, avvertendo
una fitta al basso ventre, mentre i capezzoli di lei gli diventavano
turgidi
sotto la mano. Sakura si sfilò il chupa-chupa dalla bocca e
lo lasciò cadere
nel boccale, affondò nella birra con un gorgoglio e lo
stecchino di plastica
tintinnò colpendo il vetro.
Madara sentì il proprio
battito cardiaco accelerare.
Sakura gli tolse la mano dal seno e
si prese l’indice di lui
in bocca, lo succhiò rumorosamente e lo guardò
ghignare, le proprie iridi verde
smeraldo divennero liquide. Si tolse la mano dalla bocca e
deglutì
rumorosamente, scese dalle gambe di lui e si mise in ginocchio.
“Con piacere”
bisbigliò, abbassandogli i pantaloni. Gli
accarezzò i boxer candidi firmati con una mano.