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Autore: PandoraHearts    01/07/2017    0 recensioni
Il paese delle meraviglie.
La prima volta che ho udito questo nome, la fantasia ha iniziato a creare un mondo fantastico ed idilliaco.
Alice.
Un nome perfetto per una bambina protagonista di una storia, come anche gli altri.
Le storie hanno sempre una morale è la prassi, però per questa volta possiamo anche farne a meno.
Allora, vogliamo cominciare Signor Coniglio?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lupo Nero

Nuovamente quella sensazione di vuoto la colse all'improvviso, facendo tremare appena quel corpo freddo e senza battito, che ancora si perdeva nel mondo dei vivi.
Nessun amore, nessuna vita per l'essere, che volutamente era diventata.
Un'ennesima infelice regina di cuori, una falsa protagonista, ormai diventata l'ombra di sé stessa.
Nessun conforto, nessun futuro.
Solo un incolmabile vuoto dell anima, che la semplice invidia e l'astio non potevano scacciare.

Aveva creduto d'amare un tempo lontano, quell'uomo infelice, il coniglio bianco la sua guida verso la propria fantasia. Quel mondo dove si era rintanata a forza le si stava ritorcendo contro, come una lama a doppio taglio, mura difensive con un enorme difetto.
L'isolamento volontario ed il distacco dal mondo reale, dove non riusciva a sopportare il pensiero di restare, soffrire, per poi morire sola, ma alla fin fine stava accadendo anche in quel luogo ormai freddo.
Quel disfacimento dell'anima era ben peggiore di quello della carne, un'impotenza che la sfiniva nel profondo.

Aggrapparsi a delle fantasie le rendeva meno penosa la fine, in quella foresta oscura rischiarata a fatica da una falce di luna, il regno del lupo.
Manto scuro come la notte, zanne lucide ed affilate come delle lame.
Un ottimo aguzzino a cui abbandonare la propria vita.
Nessuna voce di conforto la raggiungeva, quel suono l'aveva dimenticato da tempo e che le mancava terribilmente.

Ogni passo fatto verso il suo patibolo l'accompagnava uno scricchiolio di foglie secche, di ossa rotte nella foga, di grida spezzate dall'amorevole madre qual era la morte. Avvertiva già il gelo del suo abbraccio sulla pelle nuda, nel freddo di quella notte con fin troppe spettatrici, stelle dispettose e vigili. Si fermò in uno spiazzo, sola, ma ancora per poco, tra i suoni della notte udiva dei passi veloci e flebili, respiro leggero.
Sorrise, sospirò in modo liberatorio e sollevata in parte da quel peso, si abbracciò le spalle riuscendo a coprire in parte la propria vulnerabilità, quella nudità volontaria. Non le servivano scudi inutili per una sorte già decisa.

Si perse in quegli occhi lucidi e profondi, carichi di una muta curiosità, indagatori ed appena freddi, come tutto il resto in quel posto. Un istante d'intimità tra preda e predatore, talmente surreale da sembrare falso, ma ad entrambi non importava.
Aspettavano con impazienza la danza famelica, che sarebbe iniziata a breve, senza più spettatori irraggiungibili e muti.

*

Le zanne dilaniano la carne, strappano budella e rompono ossa, il lupo affamato si ciba di una preda docile, senza bisogno di sforzi. Si sazia di quella carne giovane e di quel sangue dolce, quasi come se non ne avesse mai abbastanza.
Chiude gli occhi, respirando profondamente, per poi riaprirli liberato dal morbo dilaniatore della fanciulla, quello spettro che si ritrova davanti ogni notte.

Un corpo annegato nel rimpianto, malattia che l'aveva fatto impazzire d'amore e dipendenza da quegli occhi tristi e pelle di porcellana. Erano diventati una cosa sola da tempo, nessuno dei due si ricordava più il numero preciso d'incontri, ma lui ne ricordava la sensazione di calore, anche quando le si mostrava con aspetto umano.
La sua preda prediletta.
La sua dolce amata.
La sua ragazza senza nome.

Selene. 



Note: Selene: *dea luna 

   
 
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