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Autore: Federica20000824    02/07/2017    2 recensioni
Giovanna d'Inghilterra naque nel gennaio del 1335, era la terzogenita del re Edoardo III d'Inghilterra e la sua preferita. Tra il 1346 ed il 1348, suo padre si accordò col re di Castiglia e León, Alfonso XI il Giustiziere, affinché Giovanna si unisse in matrimonio con l'erede al trono di Castiglia e León, Pietro, figlio del già citato Alfonso XI e di Maria di Portogallo. Ma nel 1348 la peste infuriava per tutta l'Europa, e nel tragitto tra Bordeaux e Bayonne viene colta all'età di tredici anni. La sua amica Claire, in Inghilterra aspetta sue notizie.
Genere: Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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Portsmouth, Settembre, Anno Domini 1348 

Giovanna era partita con la nave dal porto di Portsmouth in 

agosto.
Ora inizia a fare freddo.
Claire si stringe nel suo mantello, quando una folata di vento gelido le sferza il volto pallido. La nave attracca, e lei avanza felice, lasciando la carrozza che l’ha accompagnata al porto. Aspetta da tanto la lettera della sua migliore amica, e finalmente è arrivata. Vede David, il suo amico che le racconta dei mostri marini, che la saluta e scende sorridendo, con la lettera in mano. Lui le bacia la mano, poi si abbracciano, e la ragazza sussulta quando stretta del ragazzo incontra i suoi lividi della sera precedente.
Suo marito John, il conte di Oxford, è un uomo piuttosto iracondo, e non ama che lo si contraddica. L’ha sposata perché è bellissima. Claire ama dire ciò che pensa. Non ama John. Non ama che la picchi. Non ama essere la contessa. Non ama la sua vita di quindicenne senza figli, ma non vuole nemmeno che lui gliene dia.
Perché lei ama James, anche se è un cavaliere e anche se suo padre non le avrebbe mai fatto sposare un ragazzo di diciassette anni.
Apre la lettera sospirando. 

 

Bordeaux, 14 Agosto, Anno Domini 1348 

Carissima Claire,
ti ho promesso una lettera, ed eccola. La Francia è meravigliosa, ed il mio promesso sposo, Pietro, mi ha mandato un simpaticissimo trovatore, che mi allieta le giornate con le sue canzoni. Sono ben protetta, ma sembra che qui sia arrivata una malattia, per cui sto all’erta.
Non si sa mai.
Pietro ha promesso che mi incontrerà in Spagna, e non posso più attendere. Penso che sia un bellissimo principe, più di tutti i duchi e i conti che partecipavano ai balli al Palazzo di Woodstock. 

Mi manchi tanto, cara amica, per me sei sempre una sorella maggiore, più di Isabella, che se n’è andata in Scozia a fare chissà cosa, e non si vuole sposare.
Mi raccomando di scrivermi subito, cosicché David possa 

portarmi la tua desiderata lettera prima che arriviamo in Spagna. Non posso che sentirmi profondamente onorata del fatto che mio padre mi abbia data in sposa all'erede al trono di Spagna, spero che riuscirà così a sanare in parte i nostri debiti o comunque migliorare la situazione economica della nostra amata Inghilterra. Qui in Francia non ci sono tanti servi quanti ne abbiamo a casa. Le persone, però, sembrano preoccupate costantemente dall'incombere di questo morbo misterioso, i signori fuggono in campagna, ma non si può biasimarli dal momento che la campagna così verde e gialla è splendida. C'è anche piuttosto caldo. Anche se non sono ancora in Spagna ti invito già a visitarmi presto. Scrivimi e raccontami come stanno andando le cose a casa, se il mio caro padre è felice e tutto il resto. 

Giovanna 

 

Claire sorride e stringe la lettera al petto. 

I servizi postali non partono più perché il tempo comincia a peggiorare, così, a meno che non ce ne sia strettamente bisogno, è meglio andare al porto. 

Ma Claire sa che non è solo colpa della pioggia o del freddo, poiché la carestia imperversa, in tutto il paese ci sono focolai di rivolta e i messi sono sempre più esigenti per quanto concerne il compenso. 

Sembra che il freddo abbia congelato anche le persone. 

David la aiutata a salire sulla carrozza poi si salutano con la mano finché lei non sparisce dietro la bottega del fabbro. 

 

Oxford, Ottobre, Anno Domini 1348 

Claire side trepidante sul suo piccolo trono, tra le mani stringi ho fazzoletto. 

È l’ultimo torneo della stagione e l’ultima volta che può vedere James fino alla prossima primavera. 

Quando il ragazzo esce dalla tenda, ha l’elmo sottobraccio e la saluta con un bellissimo sorriso ... che le contraccambia, ovviamente. 

John de Vere non coglie i sorrisi dei tuoi ragazzi perché segue con interesse le svolte del torneo. Non ama il comportamento di sua moglie ma non può dire di non amarne i lunghi capelli biondi e gli occhi verdi. Né la casata. 

Un messo arriva sul piccolo palco in mezzo alla tribuna e si accosta Claire. Non le porta buone nuove.
Giovanna è morta il mese precedente a Loremo.
È stata stroncata dalla peste. 

La peste.
Claire si congeda e scoppia piangere.
“Sono desolato, Vostra Grazia, mi è stato chiesto dalla principessa che siate Voi a parlare con sua Maestà e che gli si consegnino queste poche parole.”
Le tende una busta.
Claire parte immediatamente a cavallo, senza pensare ad avvisare suo marito. 

 

Il vento gelido e le asciuga le lacrime che presto si confondono con le gocce di pioggia. Giovanna è morta. La sua migliore amica non è più.
È una punizione divina, dicono. 

Dio si è stancato del peccato, dicono. L’aria è infetta, dicono. 

Claire arriva il Palazzo Reale e si fa annunciare. Entra nella sala fredda, solo un leggero tepore esce dall’enorme camino. Si inchina quando il re si gira verso di lei, si asciuga le lacrime. Il suo vestito carico di pioggia è ancora più pesante. 

“Vostra Maestà, vi porto una terribile nuova, mio malgrado. La principessa ...” singhiozza “è stata colta da un male terribile, ed è morta a Loremo.” Porge al re la lettera e continua a piangere. 

Il re Edoardo III prende la busta, la apre, poi esce col volto tra le mani, sbattendo la porta dietro di sé. La lettera è per terra e le poche parole tremanti sono colate per colpa del troppo inchiostro.


Mi dispiace per averVi deluso, caro padre, non sono stato una buona principessa. Vi chiedo perdono, 

Giovanna 

 

Oxford, Luglio, Anno Domini 1349 

Claire tiene fra le braccia il corpo esanime del marito. La Peste aggiunto il suo nome all'elenco delle sue vittime. 

Ora Claire è la sola contessa del feudo. 

“Vostra Grazia, quest’aria infetta non fa bene al bambino.” 

Il Dottore le prende le mani e la conduce fuori dalla stanza. 

Intorno ad Oxford, nelle campagne, la mortalità è stata terribile: quasi la metà dei contadini e dei servi della gleba sono morti. 

I vicini evitano i vicini.
È iniziata una terribile caccia alle streghe che ha aggravato il bilancio. 

Claire si appoggia alla finestra, con i gomiti sul davanzale. James le mette una mano sulla spalla, e scende fino alla mano della ragazza con una lieve carezza, si inginocchia e gliela bacia.
“Vi faccio le mie condoglianze, Vostra Grazia.” 

Claire gli mette la mano nei ricci castani.
“Non ci vede nessuno, James.”
Una lacrima le abbandona gli occhi.
Una volta i campi continuavano a perdita d’occhio, adesso la foresta si vede chiaramente a poche miglia. Le campane della cattedrale suonano cupamente di continuo, tutto è fermo da due mesi. 

Tutto è morto.
Claire ha compiuto da poco sedici anni, finalmente è incinta, e al villaggio sono morti i tre quarti dei bambini. Lei, per fortuna, il suo ce l’ha al sicuro nel grembo. L’erede del conte defunto.
James le lascia un bacio sulla pancia.
“Come sta il mio bambino?”
Lei non lo sente nemmeno, è in uno stato catatonico. Non riesce a realizzare la portata di quel flagello. Non riesce a consolare le anime dei suoi cittadini, non ha parole di conforto. Non si comporta così una vera governatrice, e lei ha passato tutta la vita a prepararsi, ma questa epidemia la sta sconvolgendo. 

Cammina per le strade con la morte al suo fianco, vede le case dei malati sprangate, le urla di dolore delle persone si sentono ovunque. Ovunque carri pieni di cadaveri.
Forse è la fine del mondo, o forse ... 

Il mondo sta per cambiare. 

  
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