Anime & Manga > Lupin III
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Autore: monsieur Bordeaux    03/07/2017    0 recensioni
La passione di Lupin per la F1, o le corse di auto in generale, è stata evidente fin dalla prima puntata della prima serie. E nella seconda stagione aveva corso proprio sul noto circuito di Montecarlo, quindi mi è sembrato giusto "organizzare" un ritorno nel Principato. Ma questa volta non sarà lì per correre, ma bensì per uno dei suoi furti. Chissà cosa si sarà inventato, stavolta...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 - La minaccia di Pedro


L'ispettore Zenigata e il tenente Lucchini se ne andarono dal circuito quasi subito, rinunciando ad inseguire Lupin. La ragione di questa scelta da parte del poliziotto giapponese era molto semplice: voleva riposarsi in vista di domani, quando Lupin avrebbe fatto sul serio. Zenigata però non sapeva che Lupin in realtà non si era allontanato più di tanto dal circuito, anzi si era nascosto sotto le tribune vicino ai box, dove lo stava aspettando il suo socio Jigen. Se lo avesse saputo, sarebbe impazzito dalla rabbia...
Lupin e il suo socio lasciarono le tribune solo nel tardo pomeriggio, mescolandosi tra i tifosi che nel frattempo stavano lasciando il circuito. Quando si incamminarono per tornare al loro covo, lentamente il cielo stava diventando nero e in pochi minuti sul piccolo Principato scese la notte.
«Dopo una giornata così, mi farei una bella bevuta al bar vicino l'albergo!» affermò Lupin.
«Buona idea. Lì servono un paio di cocktail ben fatti» commentò Jigen, accettando la proposta del suo amico.
«E poi c'è una barista veramente carina...» sospirò il ladro gentiluomo.
«Ma ho sentito dire che il proprietario del locale è il suo fidanzato...»
«Ne sei certo?»
«Devi sapere che la barista è una gran chiacchierona...»
«Che iella!» esclamò tristemente Lupin. «A proposito, hai visto chi ha conquistato la pole position?»
«No! Le urla dei tifosi mi hanno quasi sfondato i timpani!»
«A sorpresa, in prima posizione partirà Dario Alberobelli, un italiano.»
«E come ha fatto?»
«Non ha un auto competitiva, ma è uno specialista sul giro singolo. E di fianco a lui partirà Rogerio Andrade.»
«Quindi c'è la possibilità che a vincere il Gran Premio sia un auto di Da Rocha...»
«E' possibile, però non darei per così scontata la sua vittoria...»

I due ladri continuarono a parlare delle vetture in corsa finché ad un certo punto Jigen non sentì un rumore sospetto alle sue spalle, che proveniva dal fondo del vicolo che stavano percorrendo. D'istinto Jigen si voltò di scatto, senza però vedere nessuno. In alcuni punti la stradina era buia e ciò non lo lasciava tranquillo.
Lupin provò a calmare il suo socio dicendogli che forse non era niente, ma Jigen preferì controllare di persona. Per qualche secondo rimase immobile finché i suoi occhi non intravidero una figura nascosta dietro un muro. Immediatamente Jigen prese la pistola dalla fondina e ordinò all'intruso di uscire allo scoperto. In risposta il pistolero ricevette un urlo di una persona spaventata, che Lupin attribuì ad una voce femminile. Pochi attimi dopo, con grande sorpresa dei due, da dietro il muro sbucò la ragazzina che avevano incontrato sulle tribune del circuito, Valentine.
«Di nuovo tu, mocciosa?» domandò infastidito Lupin.
«Eh... salve!» rispose la ragazza imbarazzata.
«Ti consiglio di andartene, ragazzina! Questo non è un posto adatto a te...» commentò Jigen riponendo la sua pistola.
«Prima di tutto, io mi chiamo Valentine! E poi non ho alcuna voglia di tornare indietro, è da tutto il pomeriggio che vi seguo!»
«Ma come sarebbe a dire?!?» chiese stupito Lupin.
«Ti ho visto nei box, quando eri travestito da meccanico!»
«E come avresti fatto a scoprirmi?»
Lupin si riteneva un po' offeso. Non poteva credere che una ragazzina lo avesse smascherato con quella facilità!
«E' stato Fabien ad aiutarmi, anche se inconsciamente. Essendo un ex pilota, aveva notato un meccanico comportarsi in una maniera strana durante le qualifiche...»
«In che senso "strana"?»
«Era troppo chiacchierone. E secondo Fabien, solitamente i meccanici sono piuttosto taciturni! Così ho intuito che potevi essere tu e da quel momento ti ho tenuto d'occhio!»
«Eri troppo sicuro di te, Lupin» rimproverò Jigen.
«La testardaggine di questa ragazzina mi ricorda quella di paparino Zenigata!» commentò desolatamente Lupin.

A quel punto il ladro dalla giacca rossa provò a convincere Valentine a tornare indietro, ma la ragazza insisteva nel parlare con lui e non voleva proprio andarsene. Jigen rimase in disparte a seguire la discussione tra i due finché qualcosa non catturò la sua attenzione...
«Zitti!» esclamò Jigen chiedendo un po' di silenzio.
«Che sta succedendo Jigen?» domandò Lupin. Percepì subito la preoccupazione del suo socio.
«Sta arrivando qualcuno...»
«Sarà quello scocciatore di Fabien!» affermò infastidita Valentine. «Mi domando come abbia fatto a trovarmi così in fretta.»
La ragazza fece qualche passo verso la fine del vicolo e poi cominciò a parlare con l'uomo che intravedeva nel buio.
«Sei stato veloce a trovarmi! Però, per piacere, non farmi una delle tue prediche!»
Ma la figura nascosta nell'ombra non rispose alle parole della ragazza. Sospettando qualcosa Lupin prese Valentine per un braccio e se la portò a sé.
«Ma che cavolo ti è preso?» urlò spaventandosi la ragazza.
«Dal modo in cui si muove, non credo che sia il tuo amico Fabien...» rispose Lupin preoccupato.
«Già! Quel tizio si muove come se fosse abituato a nascondersi nei buio...» spiegò Jigen.

Lentamente l'uomo si avvicinò e si posizionò sotto la luce di un lampione. Indossava una giacca nera, pantaloni scuri e un berretto di tipo militare color blu, che gli coprivano i capelli rasati a zero. Dal fisico allenato, aveva una colorazione di pelle più scura rispetto a Da Rocha e i suoi occhi neri puntavano Lupin. Accennò un sorriso quando uscì completamente allo scoperto.
«Tu devi essere Pedro!» affermò Lupin.
«Piacere di conoscerla, Lupin!» rispose Pedro. Il suo sguardo maligno impaurì Valentine che rimase immobile accanto a Lupin. Appena il brasiliano provò ad avvicinarsi Jigen gli puntò l'arma addosso.
«Fermo lì! Sennò ti faccio un foro per l'aria sulla fronte...»
Ma con una mossa fulminea Pedro prese una pistola dalla giacca e la puntò contro Lupin.
«E adesso che fai?»
Jigen rimase fermo puntando la pistola contro Pedro. Non poteva fare altro, se sparava per primo il brasiliano avrebbe sparato a Lupin o a Valentine. Ma all'improvviso Pedro alzò la pistola in aria e sparò alla luce del lampione, facendo scendere il buio sopra di lui. Per qualche secondo Lupin e Jigen andarono in confusione finché non si accorsero che Pedro si trovava alle loro spalle, sotto un altro lampione. Non solo il brasiliano era stato così agile nel superarli, ma aveva preso in ostaggio Valentine e la teneva ferma con un braccio.
«Non fate mosse azzardate!» minacciò Pedro. «Altrimenti la ragazza potrebbe sentire dolore al collo...»
«Lasciala stare bastardo! E' solo una ragazzina!» urlò Lupin. Valentine era così scioccata che non provò neanche a gridare, per lei era come vivere un incubo.
«Buttate qui le pistole! Subito!» ordinò Pedro. Costretti Lupin e Jigen gettarono le loro armi a terra, in un punto lontano. Una volta disarmati Pedro lasciò andare Valentine, ma non con delicatezza: con forza la spinse contro un muro e poi la ragazza cadde a terra, perdendo i sensi.
La rabbia di Lupin era tanta per come si era comportato l'uomo di Da Rocha, ma non fece in tempo a reagire che Pedro gli corse incontro e gli tirò un tremendo pugno in pieno viso. Jigen provò a fermalo, ma il brasiliano con una potente ginocchiata allo stomaco gli impedì di muoversi. Entrambi constatarono che Pedro era veramente abile nel combattimento ravvicinato e lui, deluso per quanto facilmente aveva sistemato Lupin e Jigen, decise di allontanarsi dal vicolo, lasciandoli doloranti a terra. Ma poco dopo sentì qualcosa bloccargli il piede destro. Si voltò e vide Lupin che lo aveva afferrato con entrambi i piedi, impedendogli di camminare. Cercò di liberarsi da quella mossa, ma Lupin rotolando lo fece cadere a terra. Con un balzo però il brasiliano si rimise in piedi, ma preferì rinunciare al combattimento e si allontanò di qualche metro dai due che nel frattempo si erano rialzati.
«Non osare oltre, Lupin! Questo era solo un avvertimento...» affermò Pedro scomparendo nel buio del vicolo.
«Povero ingenuo!» commentò Lupin.
«Però intanto ci aveva quasi sconfitti!» ribatté Jigen. «Ce la siamo cavata per un pelo...»
Mentre i due domandarono a vicenda come stavano fisicamente, Lupin notò che Valentine era ancora immobile sulla strada. Preoccupato il ladro si precipitò a controllare lo stato di salute della ragazza.


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