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Autore: TotalEclipseOfTheHeart    03/07/2017    1 recensioni
Unico Erede al Trono di Shukai - Shi, Ryujin appartiene a alla specie dei Naga, Dragoni millenari votati a difendere la razza umana dalla minaccia dei demoni.
Ormai raggiunto il suo 777° Anno di Vita, per lui è arrivato il momento di entrare ufficialmente nel mondo degli adulti, abbandonando le sue fattezze umane per diventare, finalmente, un Naga a tutti gli effetti.
Per farlo, però, deve, innanzitutto, ottenere il proprio Karisuma, l'essenza stessa del potere di un Naga.
E solo sconfiggendo 100 Oni, all'interno del Naraka, la Dimensione Demoniaca, potrà riuscirvi.
Con lui, vi sarà Hitomi, sua ancella e amica d'infanzia.
Tuttavia, Ryujin non desidera affatto prendere il suo posto tra i Naga. Ed è fermamente convinto che la guerra che vede la sua specie opporsi, per proteggere gli umani, agli Oni da migliaia di anni non possa appartenergli.
Durante questo viaggio alla ricerca di sè stesso, si troverà ad affrontare quelle paure che mai è riuscito a sconfiggere prima ... e, forse, anche qualcosa di più.
Storia partecipante al contest "Stelle d’Oriente” Indetto da Dollarbaby sul forum di EFP
Storia partecipante allo "Yin e Yang Contest" Indetto da Jadis_ sul forum di EFP
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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GLOSSARIO




Nomi
 
Ryujin: Protagonista del racconto. È l’Erede al Trono di Shukai – Shi e figlio di Tialong, successivamente, si scopre che all’inizio la corona sarebbe spettata al fratello maggiore. Si innamorerà di Hitomi.
La scelta del nome è stata fatta facendo riferimento a un noto Dragone Giapponese, di nome appunto Ryujin.
Hitomi:  Ancella di Ryujin e sua amica d’infanzia. Venne abbandonata dai genitori a causa del colore dei suoi occhi, che seppur bello e raro tendeva ad attirare gli Oni. È segretamente innamorata di Ryujin sin da quando erano bambini e lo accompagnerà nel suo viaggio.
Il nome sta a significare “Pupilla dell’Occhio”. Solitamente viene dato a fanciulle dagli occhi particolarmente belli, ma nel suo caso il significato è duplice: seppur magnifici, i suoi occhi color acquamarina rappresentano, infatti, anche la sua condanna.
Tianlong: Imperatore Dragone. Più che un vero e proprio nome, si tratta di un nominativo che viene dato ai Naga di Stirpe Reale quando salgono sul trono (infatti all’inizio della storia Ryujin si presenta con tale cognome, in quanto il padre è a quel tempo ormai deceduto).
Secondo il folklore cinese, Tianlong era una Dragone col compito di sorvegliare le città celesti, ma rappresentava anche l’omonima costellazione.
Shenlong: Similmente a Tianlong, anche questo nominativo non è tanto un nome vero e proprio quanto un epiteto conferito a particolari individui. Viene associato, solitamente, al fratello minore dell’imperatore, che assume all’interno dell’esercito un ruolo di guida.
Secondo il folklore cinese, Shenlong era una Dragone del Tuono.
Isao: Amico d’infanzia di Ryujin e Generale della Settima Divisione. È più giovane dell’amico, per cui all’inizio della storia non ha ancora ottenuto il proprio Karisuma.
Il nome significa, letteralmente, “Onore” o “Merito”. Scelta dovuta al carattere incredibilmente devoto del giovane verso i propri doveri di Naga, ben differente da quello dell’amico.
Makoto: Fratello maggiore di Ryujin ed Ex Erede al Trono. Dopo essersi innamorato di un’umana, perde la propria natura di Naga e il proprio Karisuma, venendo definitivamente cancellato dall’albero genealogico di famiglia. Inizialmente, infatti, parrebbe che Ryujin sia il solo figlio dell’Imperatore Drago.
Il nome significa, letteralmente, “Amore” e “Gentilezza”. Si scrive con lo stesso kanji di Aiko, a simboleggiare la loro “unione” anche nel nome, e fa riferimento alla sua scelta di abbandonare tutto e all’indole gentile e serena.
Aiko: Compagna di Makoto. Non si sa molto del suo passato, solo che a causa sua l’altro perse la propria natura di Naga e il proprio Karisuma. Dopo aver lasciato il proprio posto a Shukai – Shi, i due andarono a vivere assieme.
Il nome significa, letteralmente, “Amore” e “Gentilezza”. Si scrive con lo stesso kanji di Makoto, a simboleggiare la loro “unione” anche nel nome, e fa riferimento al sentimento che li lega e all’indole gentile e serena.
 
 
Luoghi, Oggetti e Razze
 
Akai Sabaku: O Cimitero dei Naga. Letteralmente significa “Deserto rosso”, nome dovuto al particolare colore delle sue sabbie. Si tratta di una distesa desertica, dai vapori notoriamente letali per i Naga, che separa il Namida no Kawa da Orochi, la Capitale degli Oni. È meno esteso dello Shirosa Baku ma la sua traversata è molto più pericolosa.
Ayumu: Sta a indicare tutta la terra in cui è ambientato il racconto, anche se nello specifico si riferisce di solito alle terre dei mortali.
Città delle Ossa: Unica altra città presente nel Naraka. Si trova nello Shirosa Baku.
Consiglio dei Mille: Un modo come un altro per indicare in maniera generica tutti i Naga che hanno conseguito il proprio Karisuma. Per ovvi motivi, il “Mille” è puramente indicativo, in quanto non si sa con esattezza quanti siano i Naga di età adulta presenti ad Ayumu.
Drago Vorace: Casa di Piacere più rinomata di tutta Shukai – Shi, caratterizzata dal fatto di offrire delle meretrici unicamente umane.
Elette: Fanciulle vergini che accompagnano i Naga nel Naraka, in quanto solo esse possono orientarvisi all’interno.
Era della Notte Eterna: Periodo antecedente all’arrivo dei Naga, quando ancora gli esseri umani vivevano nel terrore e nella disperazione di essere divorati dagli Oni.
Fronte Occidentale: Area di guerra a Ovest di Ayumu, in cui si consuma il millenario conflitto tra Naga e Oni.
Gake no Sasayaki: Letteralmente, “Rupe dei Sussurri”, così chiamata per il suono che fa il vento quando sfiora le fronde dei suoi alberi. È il luogo in cui si trova il Portale che conduce al Naraka.
Guardiano: Figura a cui viene affidato il compito di aprire il portale che conduce i giovani Naga nel Naraka. Può anche essere umano.
Kage no Heigen: Letteralmente, “Pianura delle Nebbie”. È il luogo in cui è situata Orochi.
Karisuma: Letteralmente, “Carisma”. Fisicamente si presenta come una grossa gemma di dimensioni variabili incastonata sul petto di Naga in forma draconica. È il centro del loro potere, ma rappresenta anche la loro capacità di comando, le loro virtù e la dote che permette a un Naga di imporsi sugli altri e farsi seguire dalle masse.
Naga: Dragoni giapponesi. Possono vivere per migliaia di anni, e sono immuni alla maggior parte delle malattie. Fino al 777° Anno di Vita possiedono l’aspetto di esseri umani particolarmente avvenenti, poi, ottenuto il proprio Karisuma, mutano fino a prendere la classica forma di drago dei Naga adulti.
Namida no Kawa: Letteralmente, “Fiume di Lacrime”. Il nome è devoto ai lamenti dei dannati che si sentono da sotto le sue onde impetuose. È un corso d’acqua che separa l’ingresso del Naraka dall’Akai Sabaku a Sud e dallo Shirosa Baku a Nord.
Naraka: Dimensione Demoniaca. È la patria natia degli Oni e può essere raggiunta solo dal Portale. È  quasi totalmente deserta, in quanto gli Oni che la abitano si concentrano unicamente in due centri abitati, ossia la Città delle Ossa e Orochi.
Secondo la religione buddhista, il Naraka è la dimensione in cui vengono condannate le anime dei peccatori, e si divide, solitamente, in Naraka Freddo e Caldo. Questa duplicità viene mostrata nella storia dall’Akai Sabaku e dallo Shirosa Baku, uno un deserto torrido e l’altro una landa ghiacciata.
Nirvana: Dimensione originaria dei Naga. Non si sa molto sulla sua struttura o conformazione, solo che si tratta di un universo totalmente a parte, così etereo e irraggiungibile da apparire quasi un miraggio remoto.
Secondo la religione buddhista, il Nirvana rappresenta il fine ultimo della vita, che permette di accedere alla liberazione da tutte le sofferenze.
Oni: Demoni dalle sembianze solitamente umanoidi, sebbene per il resto possano avere caratteristiche fisiche anche molto differenti tra di loro.
Orochi: Capitale del Naraka. Si trova nell’Akai Sabaku, e diversamente dalla Città delle Ossa è composta, essenzialmente, da un imponente palazzo in stile giapponese, ben più piccolo e meno popolato dell’altro centro abitato. È separato dall’esterno da una cinta muraria, non possiede molti sistemi difensivi (visto che, comunque, gli Oni sono perfettamente consapevoli di come sia praticamente impossibile per i Naga superare il Deserto Rosso) ma solo qualche plotone di guardie ben armate.
Passaggio: Un modo come un altro per definire il processo che vede un Naga intraprendere il proprio viaggio a caccia dei 100 demoni per ottenere il suo Karisuma.
Palazzo di Giada: Palazzo Reale di Shukai – Shi, così chiamato per il materiale utilizzato nella sua costruzione.
Portale del Naraka: Portale Dimensionale situato nella Terra della Notte, sorvegliato notte e giorno dal Guardiano. Può essere aperto solo con la magia ed è la sola via di accesso al Naraka.
Shirosa Baku: Letteralmente, “Deserto Bianco”. Si tratta di un’immensa distesa ghiacciata, che separa la Città delle Ossa dal Namida no Kawa. È molto più esteso della controparte calda, e la traversata, sebbene meno pericolosa, può impiegare anche mesi, se non anni.
Shukai – Shi: Letteralmente, “Città del Cielo”. È la sede dei Naga e si trova sospesa a miglia e miglia da terra, sulle nuvole.
Stanza degli Specchi: Un modo come un altro per definire la Sala del Trono, così chiamata per gli specchi d’oro alle sue pareti.
Terra della Notte: Luogo in cui si trova la Gake no Sasayaki, e quindi anche il Portale del Naraka. Prende il nome dal fatto che in tale regione è quasi sempre notte, fatta eccezione per pochissime ore pomeridiane.
 
 
Definizioni
 
Ecco qui alcune definizioni con immagini (puramente indicative) riguardo alcuni oggetti o strutture tipicamente orientali che ho deciso di inserire all’interno del racconto.
Con allegata qualche piccole informazione tecnica per i più amanti dell’argomento ;)
Yukata: Tipo particolarmente informale di kimono, utilizzato solitamente nel periodo estivo o, alternativamente, durante le festività.
I colori tradizionali sono il viola, il rosso e l’indaco, tuttavia se ne possono trovare anche di altri. Le maniche, specialmente per le donne, tendono a essere più lunghe e larghe del kimono, mentre il materiale più usato è il cotone, che fa respirare meglio la pelle. È infatti un abito estivo.

Kimono: Indumento tradizionale giapponese, quello femminile può essere composto anche da dodici parti, quello maschile da cinque, le quali vanno indossate e ripiegate secondo procedimenti specifici (per intendere, spesso indossarlo richiedeva il supporto di almeno un’altra persona).
I colori più utilizzati sono quelli scuri, come il blu, il verde, il marrone o il nero. Solitamente sono confezionati in seta, ma si possono trovare anche in cotone o satinato. Solitamente a maniche corte o medio lunghe. È più pesante dello yukata.

Obi: Fusciacca o cintura, indossata in vita su kimono e yukata per tenerne le varie parti legate.

Geta: Tradizionali sandali giapponesi tra gli zoccolo e gli infradito, solitamente indossati in compagnia di kimono o yuakata. Possono essere portati con o senza calzini.
La base è in legno, con un infradito in stoffa a separare l’alluce dall’indice.

Waraji: Tradizionali sandali giapponesi fatti di corda di paglia. Le fibre vengono intrecciate tra di loro, fino a formare la calzatura, che può essere fatta di vari materiali, come canapa o cotone.

Katana: Spada tradizionale giapponese.
Sebbene siano in pochi a saperlo, come arma è relativamente corta, infatti solitamente non supera i 60 cm di lunghezza (se è più lunga non si tratta di una katana, ma di altri tipi di armi tradizionali che portano altri nomi). Possiede un filo unico e una forma lievemente incurvata.

Kusarigama: Combinazione tra una falce corta e un peso, tenuti legati da una catena in acciaio.
Una combinazione parecchio pericolosa, il peso serviva per bilanciarla, la falce per colpire gli avversari e la catena per immobilizzarli. Se poi la si faceva roteare … beh, erano cavoli amari.

Naginata: Simile a una lancia, poteva raggiungere anche i 200 cm e possedere, eccezionalmente, la lama da ambo le parti del bastone in legno. Solitamente tale lama era lievemente ricurva e a filo unico.

Bo: Bastone da combattimento giapponese, lungo 180 cm.
Era costruito in legno cavo o eccezionalmente anche con il bambù.

Bokken: Spada in legno da allenamento, tuttavia, vista la fattura resistente e pesante, i più esperti potevano usarlo anche in combattimento.

Tanto: Pugnale giapponese, simile, alla fin fine, a una mini katana.
Era meno resistente, ma poteva essere comunque usato in combattimento.

Porte Torii:  Tradizionale portale d'accesso giapponese che porta ad un santuario scintoista o, più semplicemente, ad un'area sacra. La sua struttura elementare è formata da due colonne di supporto verticali e un palo orizzontale sulla cima e frequentemente viene dipinto in colore vermiglio. Tradizionalmente sono fatti di pietra o legno, segnalano il passaggio a una vita migliore e solitamente si trovano in gruppi da tre o più.

Pagoda: Torre costituita da diversi piani ciascuno dei quali dotato di un proprio tetto a falde spioventi con gli spigoli inferiori curvati verso l'alto, generalmente di forma quadrangolare o ottagonale.
Sembrerà anche assurdo, ma solitamente sono costruite interamente in legno.

Sanmon: Porta d’ingresso dei tempi buddhisti.

Kodo: Luogo in cui, nei tempi buddhisti, si tengono le scritture.
Qui, l’ho reinterpretato, trasformandolo in uno degli edifici notabili di Orochi.
Kondo: Luogo in cui, nei tempi buddhisti, si tengono le statue della divinità.
Qui, l’ho reinterpretato, trasformandolo nella sede principale dell’Imperatore Oni.
Jishi: Statue in pietra o giada, raffiguranti degli ibridi tra un leone e un cane.
Solitamente si trovano in coppia, l’una, a fauci aperte, invita la buona fortuna a entrare, l’altra, a fauci chiuse, tiene fuori le minacce.
   
 
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