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Autore: memyselfandbia    03/07/2017    1 recensioni
Melissa adora tre cose.
Il suo lavoro. I suoi fratelli. Il tè caldo.
Deniel detesta tre cose.
Il suo lavoro. Suo zio. Il caffè freddo.
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO DUE


 
Il vento mi scompiglia i capelli, mi stringo le braccia al corpo cercando di non mollare la presa della busta della spesa. La mia Montreal ha il talento di esser soleggiata un attimo prima per poi creare un vento fortissimo, bello cominciare la propria settima di riposo dal lavoro con il brutto tempo. Non è sarcasmo, io amo il freddo, la neve, il vento, il fruscio delle foglie, il profumo della pioggia, soprattutto l’essenza che emana la foresta dopo che ha piovuto.
Quello che detestavo era il raffreddore che avrei avuto dopo.
Ero contenta di essere a casa per qualche giorno, ma mi mancavano i miei pazienti.
Come la signora Stone, che con i suoi capelli color del latte mi accoglieva sempre con un sorriso e mi raccontava di come di notte, da ragazza, fuggiva di nascosto dai suoi genitori per incontrare colui che sarebbe diventato suo marito e padre dei suoi otto figli. Una volta mi cantò la canzone che le aveva dedicato il suo amore, piansi come una bambina mentre sentivo le parole cariche di emozione fuori uscire dalla sua bocca.
Oppure Robin, la ragazza che si era ustionata la mano perché voleva provare con l’attività di candele profumate fatte in casa, era convinta che due o tre ‘do it your self’ visti da internet bastassero per diventare una donna in carriera.
Poi c’era il piccolo Stephan, alla fine si era scoperto che il suo malessere era dovuto ad un virus e ad una leggera anemia, probabilmente ereditata dalla madre; ma con un dieta apposita, le medicine e qualche accorgimento sarebbe stato il bimbo più sano e forte di questo mondo. Era uscito dal ricovero due giorni dopo il nostro primo incontro. Mi mancava la tenerezza di quel bambino. Non posso dire lo stesso di Deniel, che razza di stronzo egocentrico. Ma davvero crede che quell’approccio incanti le ragazze?  I miei fratelli penso se l’appunterebbero da qualche parte nel loro cervello per poi uscire e provare la nuova tattica.
“Melissa! Sig…Infermiera? Melissa! Fratello, è la ragazza dell’ospedale che cazzo mi picchi” mi sentii chiamare, con cautela mi girai, dato che molte volte mi era capitato di voltarmi e con il forte vento trovarmi foglie umide in faccia.
Li riconobbi subito erano due dei fratelli di Deniel Il Deficiente, sorrisi al pensiero che se avessero saputo che nomignolo avevo affibbiato al loro fratello mi avrebbero presa per pazza.
“Ciao! Sì, sono io. Il pugno dovresti restituirglielo dato che hai azzeccato chi ero.” Sorrisi, quanto sapevo essere stronza a volte.
“L’avevo capito subito che eri una forte” detto questo restituii il pugno a suo fratello, forse con un po’ troppa potenza dato che aveva cacciato un urlino e si teneva il braccio mentre guardava in cagnesco il fratello.
“Come sta Stephan? Ehm…scusate non ricordo i vostri nomi!” sapevo di esser diventata rossa per l’imbarazzo, ma davvero non ricordavo come si chiamassero, ma a mia discolpa potevo dire che quel giorno ero stanca e la mia mente aveva messo in archivio le informazioni di seconda importanza.
“Tranquilla, io sono Drew e lo stronzo che mi ha probabilmente slogato la spalla è Jared.”
“Di nuovo piacere Drew e Jared. Vuoi che ti dia una controllata alla spalla? Ho anch’io due fratelli e ormai spalle, gambe, polsi rotti o solo leggermente feriti sono una delle mie specialità.” Appena quelle parole mi uscirono di bocca seppi che avevo appena detto una cavolata.
“Sarebbe grandioso, abitiamo proprio nella via qua a sinistra, così rivedi anche Stephan.”
E Deniel Il Deficiente pensai.
 
La loro casa era veramente bellissima, non saprei definire lo stile che adottava, non c’ho mai capito niente di cose tipo chic, bohemian e robe del genere.
“Vieni accomodiamoci in sala, Jared prepara… caffè o thè?” mi chiese con un sorriso Drew.
“Oh ehm… thè, bollente se possibile”
“Non vorrai mica ustionarti proprio a casa nostra e infangarci la fedina?”
“No, è che solitamente ci metto tanto prima di finirlo e così quando arrivo all’ultimo goccio anch’esso è tiepido o ancora caldo e non freddo. Detesto il thè freddo.” Spiegai.
Dalla cucina sentì Jared urlare “sai vero che non gli ho fatto così male e che sta solo fingendo perché è un brutto porco bugiardo?!” mi coprì la bocca con la mano tentando di non scoppiare a ridere di fronte a Drew.
“Fratello ti conviene cominciare a scappare!” e accadde tutto troppo velocemente in un secondo Drew era già in cucina sopra di Jared e aveva cominciato a prenderlo a pizzicotti, schiaffi e solletico sotto le ascelle, io non riuscì più a trattenermi e scoppiai a ridere. Santo cielo, questi sono più matti dei miei fratelli!
“Ma porca vacca, non si può nemmeno fare un riposino in questa casa, oh ciao! Ti sono mancato tanto da venir a casa mia” dalle scale scese Deniel e le mia risa di un attimo prima si cessarono lasciando spazio a un sorriso molto forzato.
“Se ti piace pensarlo. Ma Stephan?” chiesi volgendo la mia attenzione verso gli altri due fratelli ancora a terra.
“È su con Brandon e la sua ragazza, se vuoi ti accompagno così ti mostro anche la mia camera” mi rispose Deniel il Deficiente continuando a fissarmi con una faccia da culo incredibile.
“Non vorrei prendermi qualche malattia.”
“Oh oh, fratello che fine ha fatto il tuo…come lo chiamavi… ah sì ‘tocco magico” scoppiamo tutti a ridere meno che Deniel che alzo il dito medio rivolto a Drew.
“Oh, che carino! Anche tu sei il mio numero uno” ribatté quest’ultimo.
 Mi avvicinai alle buste della spesa che avevo appoggiato vicino al divano “ora dovrei andare.”
“E la mia spalla?” Drew mi guardò e facendo finta di piangere si accarezzò il punto dove Jared l’aveva colpito. “Credo sia guarita.” Dissi sorridendo.
Deniel si avvicinò a me e prese le buste “forza, ti accompagno. Credo che comincerà a diluviare” lo fissai intensamente per tre minuti.
 
Mi devo fidare?


“Non ti mangio, Miele, sto cercando di essere un gentil uomo.” Miele?
“Mi chiamo Melissa” precisai
“Lo so, ma i tuoi capelli mi ricordano il miele. Seguimi, la macchina è parcheggiata sul vialetto” detto questo andò fuori con le mie buste.
Pensai al soprannome che mi aveva affibbiato, certo, era sempre più raffinato rispetto a quello che gli avevo dato io, ma capivo il perché l’avesse scelto. I miei capelli erano biondi dorati come quelli di mia madre e spesso mi erano stati fatti complimenti oppure la maggior parte delle donne mi chiedeva che brand di tinta usassi, onestamente non capivo perché tutti nutrissero questa particolare attenzione verso il colore dei miei capelli. Io li vedono normali senza nessuna speciale stranezza.
Il clacson mi risvegliò dai miei pensieri, Deniel il Deficiente mi stava gentilmente chiamando.
“Ciao ragazzi, è stato un piacere. Date un bacio da parte mia a Stephan.” Raccolsi la mia borsa e uscii di casa con il coro di Drew e Jared che mi salutavano.
Mi sistemai sul sedile dell’auto, mi legai la cintura e sperai di non dovermi subire le sue perle di stupidità durante il viaggio.
“Mi dispiace” disse Deniel rompendo il silenzio.
“Come scusa?” lo guardai stranita, se si stava scusando per le cafonate che mi aveva ricolto da quando ci eravamo conosciuti potrei giurare di aver visto un asino volare.
“Per il mio atteggiamento, scusami.” Sì credo proprio sia un asino che vola quello.
“Davvero? Sei serio?” facevo meglio a non continuare a chiederglielo poi se ne sarebbe pentito.
“Mi dispiace se ho esagerato, per il resto vorrei davvero uscire con te.”
“Oh” lo fissai.
“Sarebbe un sì o un no?”
“Un no. Non offenderti, ma sei proprio quel tipo di ragazzo da cui le madri consigliano la distanza di sicurezza perché finite per farci procreare”
Deniel scoppiò a ridere, svoltò nella via che gli avevo detto in precedenza, fermò poi l’auto, si allungo sul sedile posteriore e mi passò le buste.
“Son troppo giovane per diventar padre e anche troppo bello” ecco tornato il Deficiente sapevo che non ne n’era andato tanto lontano questo suo lato.
“Peccato, a me i padri giovani e belli piacciono tanto. Si vede che non è destino” lo presi in giro.
 
Scesi dall’auto, lo ringraziai e mi diressi verso la porta di casa.
“Possiamo sempre metterci a lavoro per cambiare la situazione Miele!” Alzai il dito medio, gli mandai un bacio sarcastico e mi rintanai in casa.
Mi diressi in cucina per cominciare a sistemare i prodotti che avevo comprato nel pomeriggio, ero stanca nonostante non avessi fatto granché durante il giorno, nella testa continuava a ronzarmi la voce di Deniel cosa che trovavo irritante e che mi fece venire il malumore.
 
Che scatole.
 
Controlli l’orologio e notai che era quasi ora di cena perciò mi misi hai fornelli. Stasera la chef offriva lasagne al forno con una quantità esagerata di besciamella.
“Sorella siamo a casa!” “Cosa ci hai cucinato di buonissimo?” sia John che Matt mi passarono di fianco stampandomi un bacio sulla fronte e strofinandosi la pancia segno che avevano molta fame.
“Su, andate a lavarvi nel frattempo che finisco di preparare il tutto” gli dissi.
“Sì, signor capitano!” esclamarono.
 
Quanto adoravo quei babbani.
 
 
 
 
 
             

Ciaooo!
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia!
Grazie mille per l'attenzione!
Buon inizio settimana!
Un abbraccio, Bia!


 
   
 
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