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Autore: missredlights    03/07/2017    4 recensioni
Ma i 12 anni e quello scontro non furono che il punto di partenza per creare le basi di quello che presto si sarebbe trasformato in amore. Se all’inizio quello strano sentimento che provava Shikamaru era ammirazione e una punta di curiosità per aver trovato una ragazza che non si comportava come un’oca, col passare del tempo si era trasformato in interesse. Era cambiato lentamente il modo di vederla – perché adesso l’occhio gli cadeva un po’ più spesso sullo spacco o sulla scollatura del kimono -, di accostarsi a lei e di parlare con lei dosando in maniera equilibrata frecciatine e discorsi seri.
"1° classificata e vincitrice del premio speciale "A Beautiful Mind" al contest ‘People fall in love in mysterious way’ indetto da fra_eater sul forum di EFP."
"3° al Contest It was always you indetto da Himeko Kuroba e valutata da molang sul forum di efp."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikaku Nara, Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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cap

Si era nascosto fra gli alberi, sentendo le varie imprecazioni che quella ragazza gli mandava contro per essere scappato come un codardo. Lui non aveva mai voluto combattere contro di lei agli esami dei Chuunin. Anzi, lui non aveva completamente voglia di combattere. Era stato Naruto a spingerlo di sotto e a far iniziare il combattimento. Lui che voleva solamente scappare ed evitarsi tutto questo, adesso si ritrovava a guardare il cielo, coperto dalle fronde degli alberi, fino a quando l’ennesima folata di vento non scosse le fronde e gli graffiò le braccia.

“Maledizione, è proprio una seccatura.”

“Esci fuori, codardo! Non potrai nasconderti per sempre!”

Aveva ragione, lo sapeva benissimo.

Potrei usare la tecnica dell’ombra come ho fatto prima, nell’altro combattimento. Ma come? È furba e si è messa a una distanza tale che il primo attacco è fallito…

Fu in quel momento che si mise nella classica posa che utilizzava per pensare, elaborando una strategia dietro l’altra, scartandole quasi tutte, fino a quando non trovò quella che fece al caso suo. Si levò il giubbotto, gli attaccò un kunai e lo lanciò in aria. Solo allora uscì allo scoperto, utilizzando di nuovo la tecnica del possesso dell’ombra.

Come prima, anche stavolta Temari si allontanò fino a quando non fu certa che l’ombra non potesse arrivare, sogghignandogli divertita.

“Non puoi utilizzare la stessa tecnica due volte. Sono troppo…”

Ma quando sgranò gli occhi, e il corpo non le rispose più, capì che non solo quel ragazzo l’aveva appena immobilizzata, ma che era caduta in pieno nella sua trappola. Il sorriso di Shikamaru glielo confermò.

“Tecnica del possesso dell’ombra riuscita con successo.”

“Come…”

Temari non riusciva nemmeno a parlare, tanta era la rabbia per essersi fatta fregare. Come aveva fatto? Come si era permesso?

“Se guardi dietro di te, vedrai il buco nel pavimento creato da Naruto durante lo scontro con Neji. È stato facile. Ti sei comportata proprio come nei piani, non accorgendoti di quello che avevi dietro, troppo occupata a contrastare l’ombra che ti veniva davanti.”

Shikamaru le sorrise compiaciuto, cominciando ad avvicinarsi a Temari, la quale cominciò a fare la stessa cosa. Un passo dopo l’altro, si ritrovarono di fronte. Lo sguardo di Temari faceva capire perfettamente quello che le stava passando per la mente, che non accettava la sconfitta, specie per mano di un pigro come Shikamaru. Di contro, Shikamaru alzò il braccio, guardandola.

“Adesso mi prenderò il premio che mi spetta.”

Lo sguardo arrabbiato di Temari si trasformò in uno sguardo interrogativo, non capendo dove volesse andare a parare quel ragazzo. Qual era il premio che gli spettava, se non la vittoria dell’incontro? E perché non abbassava il braccio?

“Che intendi dire?”

“Il bacio della vittoria. E io che pensavo che fossi una stratega come me.”

Temari sgranò leggermente gli occhi, un brivido di freddo le camminò sulla schiena fino a raggiungere l’attaccatura dei capelli.

“Non lo farai…”

Ma nel dirlo le tremò la voce, ritrovandosi a chiudere gli occhi nello stesso momento in cui Shikamaru si avvicinò ancora di più a lei. Ormai i visi erano a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro, il cuore di Shikamaru si ritrovò a battere sempre più forte a mano a mano che la distanza diminuiva, ritrovandosi a socchiudere gli occhi nell’istante esatto in cui…

“NO NO NO!”

Shikamaru aprì gli occhi di scatto, ritrovandosi tutto sudato e seduto sul letto.

Era un sogno, anzi, un incubo! Non è successo nulla, nulla! Non succederà mai!

Sentiva ancora il cuore battere all’impazzata nel petto, il respiro affannato che non accennava a regolarizzarsi e il sudore che gli colava dalla fronte.

“Incubo… È solo un incubo…”

Ma a dispetto delle sue parole e di quello che pensava, il suo corpo gli diceva ben altro. Non poté evitare di sentire un dolore lancinante nel basso ventre e sapere perfettamente che non era dovuto solo all’erezione mattutina. Era come se quel sogno l’avesse… risvegliato.

Devo star male. Io non ho mai pensato di baciare quelle labbra carnose che si ritrova Temari e… Cosa ho appena pensato?! Devo parlare con Choji, subito!

Shikamaru era famoso in tutto il Villaggio della Foglia per essere talmente pigro che se non fosse stato almeno mezzogiorno non si sarebbe alzato dal letto. Quel sogno, però, lo aveva scombussolato parecchio. Non perché aveva appena sognato il suo incontro per diventare Chuunin, ma perché il suo sogno aveva un finale differente. Lui che baciava Temari.

Aspetta, ragioniamo. Per quale motivo ho sognato l’incontro con Temari?

Ci pensò giusto una frazione di secondo, quando la risposta gli si parò davanti agli occhi.

La sera precedente era andato con Temari a mangiare ravioli e, fra una chiacchierata e l’altra, lei aveva uscito fuori il discorso del loro primo combattimento, di come lui avesse giocato sporco contro di lei. Lui aveva alzato gli occhi al cielo come sempre, e aveva sibilato fra i denti il solito “Seccatura”. Lei, di conseguenza, aveva inarcato un sopracciglio e gli aveva rinfacciato che, se non fosse stato per lei e per le innumerevoli volte che lo aveva salvato, lui non sarebbe lì in quel momento.

Il che era anche vero, visto che mi ha salvato da morte certa contro Tayuya e anche altre volte. Però perché nel mio sogno stavo per baciare Temari?

Si lasciò cadere di nuovo sul futon, mandando all’aria l’idea di alzarsi e andare da Choji.

Guardò il soffitto della stanza, con i tenui raggi del sole che cercavano di filtrare dalla tenda della finestra, perdendosi nei suoi pensieri. Da quanto tempo conosceva Temari?

Vediamo…

Io e Temari ci siamo conosciuti la prima volta all’esame dei Chuunin e avevamo 12 e 15 anni. Quindi sono quattro anni che ci conosciamo e che ne abbiamo…

Non finì il pensiero che cominciò a mancargli l’aria nei polmoni. Per quattro anni non hanno fatto altro che condividere molte cose insieme: il loro scontro, i salvataggi reciproci, i punzecchiamenti, la promozione ad ambasciatori dei rispettivi villaggi con la conseguenza di dover passare molto tempo insieme. Si era perfino sorbito le ramanzine da parte sua, come quella volta che durante la missione aveva messo in serio pericolo la vita dei suoi compagni. Lei era stata lì a riprenderlo, a scuoterlo da quello stato di apatia in cui stava cadendo, ed era lì quando seppellirono il suo maestro. Gli si era affiancata e non aveva detto una sola parola, stringendogli per un istante la mano, come a fargli capire che lei era lì a dargli una spalla su cui sfogarsi. Lei conosceva quel dolore, perché lo aveva provato anni prima con la morte di suo zio.

Non può essere che sono quattro anni che sono innamorato di lei! No, no! Io a 12 anni non pensavo per niente alle ragazze, e tutt’ora sono delle seccature per me!

Ma i 12 anni e quello scontro non furono che il punto di partenza per creare le basi di quello che presto si sarebbe trasformato in amore. Se all’inizio quello strano sentimento che provava Shikamaru era ammirazione e una punta di curiosità per aver trovato una ragazza che non si comportava come un’oca, col passare del tempo si era trasformato in interesse. Era cambiato lentamente il modo di vederla – perché adesso l’occhio gli cadeva un po’ più spesso sullo spacco o sulla scollatura del kimono -, di accostarsi a lei e di parlare con lei dosando in maniera equilibrata frecciatine e discorsi seri.

Il primo ad essersene accorto fu il buon vecchio Choji, che non aveva detto niente all’amico perché sapeva che doveva arrivarci da solo. Anche Naruto se ne era accorto, punzecchiandolo davanti a lei, e lui aveva negato di stare insieme ad una seccatura come Temari.

Aveva sempre negato i suoi sentimenti, li aveva sempre relegati in qualche anfratto del cuore e della mente quando spuntavano minacciosi all’orizzonte. Si diceva sempre che non aveva tempo per queste cose, che non si sarebbe mai e poi mai interessato alle ragazze, figurarsi innamorarsi! Eppure…

“Non ci credo che sono innamorato di Temari…”

Lo sussurrò talmente piano che lo udì a stento lui stesso. Il suo Io interiore, stufo del suo comportamento e del fatto che non volesse capire qualcosa di ormai evidente, aveva deciso di farglielo capire in modo drastico: facendogli sognare di baciare Temari al loro primo incontro. Una distorsione su come i fatti erano andati in realtà, ma abbastanza chiari da fargli capire che lui aveva abbondantemente superato la fase di cotta, passando alla fase di innamoramento.

Perché? Perché io? Perché sono stato colpito dalla maledizione dei Nara? Ed io che pensavo di esserne immune.

Invece non solo non ne fu immune, ma forse fu quello messo peggio di tutti in quel clan. Sapeva quello che piaceva e non piaceva a Temari, sapeva cosa dirle, quando dirgliela e come dirgliela, e si ricordava anche le date degli avvenimenti importanti. Shikamaru si ricordava ogni cosa riguardasse Temari, anche il più piccolo particolare, e adesso sapeva anche il motivo.

Devo parlarne con qualcuno o impazzirò.

Ma lui era già impazzito, insieme ai suoi ormoni da sedicenne.

L’unica cosa che riuscì a fare fu alzarsi dal letto e scendere in cucina a fare colazione, dove stranamente trovò solo il padre.

“Dov’è mamma?”

“A fare alcune commissioni.”

Shikamaru si sedette e cominciò a fare colazione, cercando di mantenere il solito comportamento, non riuscendo però ad evitare lo sguardo indagatore del padre.

“Cosa è successo? Ti sei alzato prima di mezzogiorno.”

“Papà, come hai scoperto di essere innamorato della mamma?”

Shikaku alzò lo sguardo verso il figlio, cercando di nascondere l’ombra del sorriso che si stava per creare. Se suo figlio gli aveva fatto una domanda del genere, voleva dire solamente una cosa: aveva trovato la sua seccatura personale.

“Quando mi ha sorriso la prima volta, o forse dovrei dire quando l’ho sognata la prima volta.”

“E cosa facevi in quel sogno?”

“La baciavo.”

No, no no! Sono spacciato.

Sospirò rumorosamente, poggiando la ciotola del riso sul tavolo, mentre il padre rideva sotto i baffi.

“Perché lo volevi sapere?”

“Sono appena stato colpito dalla maledizione dei Nara, papà.”

La mano di Shikaku sulla spalla del figlio valse più di mille parole. Suo figlio non si sarebbe mai innamorato di una donna debole e senza carattere. Per sospirare così tanto o essere così disperato significava che la ragazza in questione era come Yoshino, o peggio.

“Su, non essere così triste. Anche la donna più rude sa essere gentile con l’uomo che ama.”

“Sono un uomo morto.”

La risata di Shikaku arrivò limpida e cristallina alle orecchie di Shikamaru. Lui aveva passato le stesse cose, si era comportato addirittura nello stesso modo, dicendo le esatte parole a suo padre. Suo figlio si era innamorato e lo aveva ammesso con se stesso. Quello era il punto di non ritorno.

“È Sabaku no Temari, vero?”

“E tu come fai a saperlo?!”

 “Sono un Nara e lo sei anche tu. È la nostra maledizione trovare donne col pugno di ferro.”

Suo padre aveva ragione.

Maledetta Seccatura. È solo colpa tua!

Ma in fondo era felice che fosse lei la ragazza della quale si era innamorato.

 

   
 
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