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Autore: RELIXCHANNEL    03/07/2017    0 recensioni
ONE SHOT!
Astrid Hofferson è una ragazza nata e vissuta in una ricca famiglia norvegese. Data la morte dei genitori a soli 4 anni, ha sempre avuto uno shock.
da quell'età infatti non parla, non interagisce con nessuno...
finchè sua nonna (colei che si prende cura della giovane ormai 17enne) non decide di portarla in un campus dove si lavora con la "pet-Terapy", una terapia che permette ai ragazzi di aprirsi al mondo mediante gli animali.
Astrid conoscerà Tempestosa, una cavalla che le cambierà la vita, ma non solo lei...
Hiccup Haddock è un giovane lavoratore al "Love my pet", un campus dove ogni giorno decine e decine di ragazzi cercano di avere un impatto positivo sulla vita grazie agli animali che ospita. Lavora nel campus fin da piccolo, dato che esso è proprietà degli Haddock da sempre, per iniziare dal suo trisavolo Hiccup Horrendous Haddock I.
Ora che ha 18 anni, lavora ufficialmente nel settore equitazione con il suo cavallo Sdentato e tutta la crew di cavalli, non sapendo che quel lavoro gli avrebbe cambiato la vita
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Sdentato, Tempestosa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Hiccstrid One Shot'
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Un'esplosione.
Una grandissima esplosione che avvolse nelle fiamme la villa degli Hofferson, la sera del 20 Aprile di quell'anno lontano.

Doveva essere il compleanno della giovane Sophia Devons, ormai Sophia Hofferson dato il suo matrimonio con il marito George Hofferson, ma la sorte aveva deciso che ormai per loro la fine era giunta.

Una perdita di gas non calcolata, l'accensione della luce e... boom.
La scintilla scattò in pochissimo tempo e tutta la casa fu inondata dalle fiamme.

Futono i vicini a chiamare i soccorsi e i genitori di George, che avevano a casa con loro anche la piccola discendente degli Hofferson, la giovane Astrid, una bimba di 4 anni.
I soccorsi arrivarono sul luogo e spensero le fiamme, cercando tra le macerie i corpi dei due coniugi, ma purtroppo di salvarli non vi fu verso.

Alla morte dei genitori, Astrid cadde in un crollo di depressione: divenne muta, anoressica, si rifiutava di giocare, uscire di casa... insomma. Era una bambina che non faceva cose da bambine.

Rimaneva tutti i giorni in camera sua a fissare un punto della stanza come fosse un vegetale, mangiava pochissimo (se non nulla) e cosa peggiore, non parlava.

Erano passati 13 anni. 13 anni in cui Astrid non aveva mai aperto bocca. Si diceva in paese avesse dimenticato come si parlasse, e nessuno sapeva qual era il suono della sua famosa voce.

Da piccola, infatti, i genitori la portavano a cantare quando erano a casa di amici o quando avevano ospiti a casa, e la voce della piccola era sempre ben accetta da tutti data la sua dolcezza.

Le uniche cose che Astrid faceva per passare il tempo, oltre a fissare il muro, erano leggere, sceivere canzoni o poesie, suonare il pianoforte o camminare di tanto in tanto nei giardini della villa dei nonni, e qualche volta giocava con il gatto (Garfield) al quale era molto legata.

E fu quello che fece venire una brillante idea a May Hofferson, nonna della ragazza.

Da un po' di tempo aveva sentito parlare della "Pet-Terapy", una terapia dove i ragazzi, con l'aiuto degli animali, riuscivano a superare certe paure, difficoltà e momenti difficili della vita.

May non si aspettava di certo che Astrid superasse la morte dei genitori, ma un'aria nuova, il contatto con gli animali e con altri ragazzi, sperava almeno avesse ripreso a parlare.

Dato il suo silenzio, la donna accettò la sua idea di iscriverla a questo Campus e così fu.

E da quella mattina, la vita per Astrid Hofferson cambiò radicalmente.


Il sole filtrò tra le tende della camera da letto della giovane, sapendo che un nuovo giorno sarebbe arrivato e che non sarebbe stato come tutti gli altri.

Si rigirò tra le coperte e mise il cuscino sulla testa per non sentire la sveglia, tanto la cameriera sarebbe passata con la colazione e l'avrebbe svegliata comunque, sempre meglio mantenere altri due minuti di sonno.

Quella era la fatidica e non desiderata mattina in cui Astrid avrebbe iniziato la "pet-terapy", ma l'idea non le andava molto a genio.

Non le era mai piaciuto (o meglio, da quando aveva quattro anni) interagire con gli sconosciuti o essere forzata a fare qualcosa che non voleva fare, come aprirsi al mondo, alle persone...

Solo al pensiero decise di svegliarsi e quindi aprì gli occhi, si girò e si ritrovò a fissare il soffitto azzurro cielo della camera.
Quanto avrebbe voluto poter rimanere lì ferma ore ed ore...

La cameriera bussò ed entrò con il suo solito sorriso nella stanza. 
-buingiorno milady, la colazione è pronta-

Lei fece un cenno con la testa e sorrise, per ringraziamento.
-volete che vi prepari la vasca?- chiese la donna e Astrid annuì.

-quale bagnoschiuma preferite?- chiese la donna sorridente. Astrid non sapeva come rispondere.
parlare? No di certo.
Si guardò intorno e poi vide uno dei suoi peluches. Lo afferrò e lo indicò, alludendo al colore.

-alla rosa..? Oh... va bene...-
La cameriera fece un piccolo inchino e poi uscì dalla stanza, e Astrid cacciò un sospiro.
Quella donna cercava sempre di farla parlare, e a lei non stava bene. Odiava essere forzata.
E odiava quella cameriera.

Affondò la testa nel cuscino e poi si rialzò, sapendo che se si fosse addormentata, la nonna si sarebbe arrabbiata molto con lei.

Scese dal letto e sbadigliò, stiracchiandosi un pochino. Sfregò gli occhi con le nocche e andò in bagno a darsi una sciacquata veloce al viso e alle mani.

Tolse la camicia da notte, mise una maglia e un pantaloncino a caso e scese al piano di sotto, nella sala da pranzo, per fare colazione.

-buongiorno cara- la salutarono i nonni non appena si sedette con loro. Lei fece il solito cenno con la testa.
Prese la teiera e versò del latte caldo nella sua tazza, poi vi aggiunse cacao e biscotti.

-allora- May prese parola dopo un lungo silenzio -Astrid, tu sai benissimo che oggi andremo a questo campus con la pet-terapy...- Astrid roteò gli occhi.

-non fare coaì con me, signorina- la richiamò 
-andrai a cavallo e giocherai con gli animali, una cosa che adori fare, così da passare il tempo- continuò il nonno.

Lei fissò i due coniugi, ed essi capirono cosa intendeva. 
"Neanche avessi 5 anni" fu ciò che compresero.

La donna sospirò -cara, è per il tuo bene, non puoi avere 17 anni e stare sempre chiusa in casa...- 
"Ma è ciò che voglio" rispose, mimando con i gesti.

L'uomo corrugò la fronte -finchè sei minorenne siamo noi a decidere, Astrid. E quindi, tu oggi andrai a quel campus, che ti piaccia o no- e detto questo si alzò e se ne andò, lasciando la moglie stupefatta.


La schiuma e le mille bollicine coprivano l'esile corpo della ragazza, che dalla sua posizione poteva definirsi morta.

Immobile da decine di minuti, solo la testa al di fuori, gli occhi chiusi e calmi.
Li aprì poco dopo, sapendo di dover iniziare a prepararsi per andare a quel campus.
Già lo odiava, solo al pensiero.

Uscì dalla vasca e si asciugò, pettinò i suoi lunghi capelli e si vestì, mettendo un jeans elastico, degli stivali e una polo.

Attraversò il corridoio e scese la lunga scala a chiocciola fino ad arrivare all'ingresso della villa, dove la nonna e il nonno la aspettavano nella limousine.

Astrid sospirò e poi entrò nell'automobile, mantenendo le distanze dai suoi parenti.
-oh andiamo Astrid...- il nonno cercò di avvicinarsi, ma lei voltò lo sguardo verso il finestrino e rimase ferma e fissa per tutto il tragitto.


 
L'automobile entrò nel lunghissimo viale del campus "Love my pet", che più che altro sembrava un'enorme fiera: tendoni, recinti, attrazioni...

-Astrid- suo nonno la richiamò. Lei si voltò a guardarlo per dire di continuare il discorso.
-metti questo- porse un bracciale azzurro alla ragazza, quelli di gomma che sembrano elastici per capelli.
-è per far capire che fai parte del corso di equitazione-

E detto questo scese dall'auto con May e Astrid, salutarono il loro choffer e poi si avviarono al grande portone dell'edificio principale, molto simile ad un bungalow, solo molto più grande.

-buongiorno- un uomo con unalunga e folta barba rossa andò verso i tre ospiti.
-buongiorno, mr. Haddock-
-oh, la prego miss Hofferson, mi chiami pure Stoick. Ehm ehm...- l'uomo si schiarì la voce -benvenuti al 'love my pet", il più grande istituto di Pet-Terapy della Norvegia.-

Astrid non ascoltò una singola parola del lunghissimo fiscorso di Stoick sulla storia degli Haddock e della costruzione del campus.
Scivolò via dalla presa del nonno come le parole scivolarono dalle labbra carnose dell'uomo.

Iniziò a camminare per il campus, guardandosi intorno curiosa.
"Perchè mi hanno portata qui?" Continuava a chiedersi.
"Perchè pensano di pitermi aiutare? Io non voglio essere aiutata..."

E pensiero dopo pensiero, Astrid arrivò proprio alla sua destinazione, il luogo dove doveva arrivare e per cui era lì.

Il recinto ippico.

La ragazza, curiosa, si appese alla recinzione e iniziò a vagare con lo sguardo in quell'immensa distesa d'erba verde e soffice, di quella che ti fa venire voglia di rotolare tra i fiori.

Dei nitriti la distrassero.
Aguzzò lo sguardo e vide cinque bellissimi cavalli liberi nell'infinita prateria recintata, dei quali due femmine e tre maschi, uno di essi lo stallone.

Nero, imponente, due occhi verdi e brillanti, "alto circa 1.75 m. al garrese" pensava Astrid, che adorava ogni animale e sapeva tutto su tutti loro.

-quello è Sdentato- Astrid sussultò nel sentire la voce di qualcuno. Guardò alla sua destra e vide un ragazzo, forse la reincarnazione di quel cavallo.

Anche lui molto alto, capelli scuri (ma non neri, anzi castano cioccolato), una piccola spilla sulla polo verde chiaro a far capire che era il leader, e due occhi color smeraldo identici a quelli del cavallo.

Lei sorrise, accogliendo l'informazione, e tornò poi a guardare i cavalli.
Il ragazzo notò il suo braccialetto -sei del mio corso? Strano non ti ho mai vista qui...- disse un po' imbarazzato.

Astrid rimase immobile un attimo, cercando di capire come rispondergli, poi vide nella cintura di lui un block notes e una penna. Li sfilò e iniziò a scrivere qualcosa.

-ehi ma che...- Astrid gli porse il libricino.
Il giovane lo aprì: -"mi chiamo Astrid Hofferson e sono nuova qui" aspetta... allora tu sei Astrid! Sì, sei del mio corso. Beh, benvenuta al "love my..."-

Astrid roteò gli occhi annoiata e tornò a posare lo sguardo sui cavalli, frustata.
-ehi, tutto ok?-
Lei scrollò le spalle.

Il giovane fece un sospiro: era bene a conoscenza del problema della ragazza e sapeva di dover stare attento a quel che chiedeva, non poteva forzarla a parlare.

Si avvicinò a lei: -forse abbiamo iniziato col piede sbagliato..- tolse la spilla (il che incuriosì la ragazza) e la ripose in una tasca. Si scompigliò i capelli e poi si appoggiò con un braccio al recinto.

-io mi chiamo Hiccup, lavoro qui con mio padre e mi occupo del settore equitazione. Ho 18 anni e adoro il mio cavallo Sdentato. Quando metto la spilla invece divento il tuo noioso istruttore per la Pet-Terapy, e sono sicuro che non ti va a genio- disse sorridente.

Astrid arrossì, non sapeva esattamente perchè ma quelle parole l'avevano fattta sentire... diversa. Nessuno si era mai posto così nei suoi confronti prima d'ora.

-eccoti quà Astrid!- disse May, arrivata nel recinto con Harry e Stoick.
-Ah, vedo che hai già conosciuto mio figlio- disse l'uomo sorridente. 
-allora non vi rubiamo altro tempo- disse Harry e si allontanò con la moglie.

Stoick si avvicinò al figlio -quante volte devo dirti di lavorare seriamente? Solo perchè ha la tua età non vuol dire che tu possa fare eccezioni-
Hiccup sbarrò gli occhi -papà ma che stai dicendo?-

L'uomo ghignò: -aggiustati i capelli e rimettiti la spilla. Devi fare il capo qui. E io sono il capo del capo, quindi muoviti.- e si allontanò con i signori Hofferson.

Hiccup sbuffò e fece come detto, poi si avvicinò ad Astrid, seppur annoiato di dover lavorare.
Lei lo guardò dolcemente, come a dire "va tutto bene".

Non er auna cosa che gravava solo su di lei, ne andava di tutti auelli che coinvolgevano la situazione. Ma lei che poteva farci?
Stava male e in nessun modo il soggetto del suo dolore sarebbe tornato per farlo sparire.

Era un dolore incurabile.
Ma non indimenticabile.

E queato era ciò che Astrid non sapeva.

Hiccup si schiarì la voce : -allora. Qui abbiamo quattro cavalli disponibili...- aprì il recinto e vi fece entrare Astrid.

-abbiamo 2 Trakehner di nome ZannaCurva e RuttoVomito, una Shire di nome Muscolone e un Mustang di nome Tempestosa. Puoi scegliere quello che vuoi-

La ragazza si avvicinò ai due Trakehner per iniziare: Zannacurva era ben 1.82 m. al garrese, troppo per lei, mentre RuttoVomito non la guardò neanche in faccia.

Andò da Muscolone, la accarezzò per fare amicizia, ma lei scosse il muso un po' impaurita.

Rimase solo Tempestosa, e tra le due sembrava esserci un legame magico e scritto nel destino, tanti che ad Astrid vollero pochi attimi per accarezzare senza timori e preoccupazioni il muso rosato della cavalla

-ottima scelta. Tempestosa è molto atletica, una cavalla fantastica, e...- Astrid fulminò Hiccup con lo sguardo e gli impose di stare zitto.

Lui scosse la testa -ragazze...- si riprese subito.
-andiamo nella stalla e selliamola, facciamo un giro- fischiò e chiamò Sdentato, poi si diressero insieme ai box.
 

 
Hiccup, Astrid, Sdentato e Tempestosa entrarono nella stalla. I due cavalli si posizionarono, già coscienti di quello che stesse per accadere, non che gli dispiacesse farsi un giro.

-allora. Come prima cosa mettiamo la coperta- Hiccup passò un tessuto azzurro alla ragazza, che posizionò come lui fece con Sdentato con una coperta verde.

-ora tocca al sottosella- e ripeterono lo stesso procwdimento. Hiccup eseguiva, lei copiava.
Astrid si avviò al manichino, già sapendo quale fosse la prossima mossa.

-molto bene. Ora posizioniamo la sella, solo che è molto pesante e... no ferma!!- disse non appena la vide prendere la sella di Sdentato dal suo posto.

Astrid la prese, ma essendo più pesante di quel che pensasse, cadde all'indietro con la sella in mano.
Hiccup si mise dietro di lei e la prese per i fianchi, bloccandole la caduta, la fece stendere e le tolse la sella di mano.

-Astrid stai, stai bene?- chiese, mettendo la sua testa sulle sue ginocchia.
Lei guarfò in alto e incrociò lo sguardo preoccupato del giovane, il che fece arrossire entrambi.

Si alzò e annuì, poi scostò falsamente della polvere dai suoi vestiti.
Hiccup fece finta di nulla e sellò il suo cavallo, aiuto Astrid a completare tutte le operazioni necessarie per preparare Tempestosa e poi mise il casco.

-per montare devi salire sempre da sinistra, mettere il piede sinistro nella staffa e darti lo slancio- disse, per poi far vedere.
Astrid mise il casci e fece la medesima cosa.

-molto bene. Ora facciamo un giro. Dai un colpetto sul ventre di Tempestosa al lato destro, molto leggero mi raccomando-

I due partirono, trottando nell'erba alta.
Hiccup vide come Astrid fosse come portata nell'andare a cavallo, ne rimase contento.
Nessun alunno imparava tanto in fretta quanto lei.

-seguimi!- disse ad un certo punto, e uscì dal recinto, passando per i viali del campus.
Astrid lo seguì, e mano mano si rese conto di star uscendo dal "Love My Pet".

Galopparono per qualche minuto nella foresta, fini a raggiungere un laghetto formato da una cascata, un posto quasi magico.

Astrid smontò e rimase a fissare quel bellissimo luogo. Lasciò le redini libere, così chè Tempestosa potè mangiare un po' d'erba fresca insieme a Sdentato.

Hiccup si sedette a lanciare sassi sul laghetto e Astrid lo affiancò.
-a volte adoro il mio lavoro- disse, per poi guardare Astrid.

Lei lo fissò curiosa e lui continuò.
-mi fa conoscere persone speciali, e poi le fa star bene. Non credo ci sia cosa più bella.- continuò, e fece rimbalzare un altro sasso sull'acqua.

Stava per prenderne un altro, ma nel farlo sfiorò la mano di Astrid. Ma al posto di ritrarla, intrecciò le dita nelle sue e le sorrise gentilmente.

-amici?- le porse l'altra mano.
Lei annuì con un sorriso a 32 denti e ricambiò il saluto del bruno, afferrando e scuotendo la sua mano.

Astrid tornò a fissare le acque blu del laghetto, il suo sguarfo cadde sul suo riflesso, e soprattutto sulla collana di famiglia. 

La sfilò, aprì il ciondolo a forma di cuore, mostrando la foto di due coniugi.
Hiccup si avvicinò cercando di non esser etroppo invadente: -erano i tuoi genitori?- sussurrò e lei annuì.

-ti va di raccontarmi?- si mise a gambe incrociate e la invitò a mettersi tra le sue gambe. Lei non sapeva cosa fare, scosse leggermente la testa e si mise accanto ad Hiccup, appoggiando la testa sul suo petto.

Chiuse gli occhi: quel ragazzo la faceva sentire stranamente bene. Non che star bene fosse strano, è solo che... comoscendolo da forse un'ora... beh.. era strano.

Hiccup le accarezzò le braccia, cercando un modo per tirare su il morale a quella ragazza che tanto lo aveva attratto e catturato.

Si sentiva come completo con lei, e non sapeva perchè, ma quella ragazza era come tutto ciò che gli serviva e che non aveva.

Tempestosa e Sdentato nittirono, attirando l'attenzione dei due ragazzi, che si alzarono.
-torniamo al campus?- e lei annuì.
 

Per tutto il tragitto, sia Astrid sia Hiccup avevano passato il tempo ad evitare i loro sguardi assai imbarazzati l'uno dall'altra per quello che era successo.

Rientrarono mella stalla, smontarono e tolsero la sella ai cavalli.
Hiccup prese parola -ora dobbiamo strigliarli- e le passò una spazzola.

Le prese la mano destra e le fece vedere come mettere l'attrezzo tra le dita con molta sicurezza, mentre Astrid si sentiva bollire dall'imbarazzo per quello che stava accadendo.

Alzarono insieme lo sguardo e si ritrovarono a fissarsi, guardarsi l'un l'altra con una strana attrazione.

Hiccup si staccò: -bene. Ora devi pettinare il cavallo seguendo il suo pelo- disse. Astrid provò, ma non con molto successo, tanto che Tempestosa nitrì infastifita.

Hiccup le toccò il braccio -non devi essere tesa- si mise dietro di lei e le prese la mano, iniziando a spazzolare insieme la cavalla.
Astrid si sentì ancora più imbarazzata, quella poaizione era davvero troppo!

Eppure... le piaceva. 
Il calore del corpo di Hiccup, del suo petto contro la sua schiena, era una sensazione così piacevole...

Hiccup, quasi involontariamente, poggiò il mento sulla sua spalla destra.
Astrid si girò di scatto, e Hiccup si allontanò leggermente.

La distanza tra i loro visi era minima.

Entrambi però non riuscivano a muoversi, entrambi volevano che fosse l'altro a decidere cosa far accadere, e così nessuno fece nulla.

Furono il destino e i loro corpi a dettare regole.

I loro visi si avvicinarono sempre di più, attratti come da una calamite e un pezzo di metallo in velocità ridotta, i loro occhi si socchiusero.

Astrid piegò la testa verso destra, quasi da toccare la spalla di Hiccup, e in poco tempo, ma senza una vera e propria ragione..

.. le loro labbra si erano sfiorate.

Entrambi si ritrassero di colpo, imbarazzati, nonostante si fossero appena sfiorati.
Astrid posò la spazzola e mimò un "devo andare".

Hiccup le prese il polso e la bloccò: -perchè?-
Astrid portò due dita ad una tempia e poi le alzò in aria, per dire: "ma sei fuso?"

Hiccup sospirò -può darsi...- disse, e lei non potè fare a meno di ridacchiare, seppure non volesse.

Baciarla. Hiccup stava per baciarla.
E avrebbe anche voluto.
Perchè non ha accettato quel bacio?

-lo so che non è normale- interruppe i pensieri della giovane -ma io... beh credevo che...-
Astrid lo bloccò e gli mollò un ceffone.

-questo e per avermi quasi baciata- disse.
Hiccup si massaggiò la guancia colpita, poi sbarrò gli occhi.
-aspetta, ma tu...-

Malei lo interruppe di nuovo, gli prese il colletto della polo e posò le sue soffici labbra su auelle di Hiccup, ma non ebbe il tempo di ricambiare che si era staccata, pur rimanendo ad una minima distanza, tanto da poter sentire il respiro del ragazzo.

-questo è per non averlo fatto-
-ma tu... parli?-
-fino a prova contraria ho la lingua- disse sorridente.

Hiccup ghignò e mise le mani suoi suoi fianchi. -testiamolo- disse, per poi chinarsi sulla ragazza. Le lasciò un bacio sulle labbra pieno di passione, uno solo, un solo tocco.

Si staccò di un millinetro, e si rifiondò di nuovo, vedendo come la ragazza ricambiava e veniva coinvolta, e soprattutto di come lo volesse anche lei.

Hiccup le morse leggermente il labbro inferiore, e Astrid aprì la bocca per baciarlo al meglio.
Le loro lingue si scontrarono, una passione mai vista e fuori dalle regole, qualcosa di completamente innaturale.

3 ore per farli attrarre coaì l'uno dall'altra, il che era strano.
Davvero strano.

Si staccarono per riprendere fiato, ancora abbracciati l'un l'altra, ridacchiarono come gli scemi senza un motivo, un po' come quel bacio.

-domani ci sarai?- chiese lui, e lei annuì contenta.
-Astrid? Ci sei tesoro?- May entrò nella stalla seguita da Harry, e Hiccuo e Sstrid ebbero appena il tempo di staccarsi.
La ragazza si avviò dalla nonna e le baciò le guance.

-dobbiamo andare. Ciao Hiccup...-
-a domani Miss. Hofferson, Astrid...- e fece un cenno ad entrambe per salutarle, facendo l'occhiolino ad Astrid.

-a domani, Hiccup- disse la ragazza, e ricambiò il sorriso
La nonna si bloccò sulla soglia della porta, e così anche Stoick.

-Astrid, tu... tu hai..-
-parlato? Sembra di sì- la precedette.
La donna, in lacrime dalla gioia, corse ad abbracciarla.

Stoicķ invece andò dal figlio: -ma come hai fatto in solo una mattina a..-
-ho semplicemente fatto il ragazzo, cos ache invece tu mi avevi negato- ribattè serio.

Stoick gli mollò un ceffone, Hiccup si ritrovò a lamentarsi perchè era esattamente lo stesso punto dove era stato colpito da Astrid.

-non parlarmi così, sono sempre tuo capo e tuo padre- poi gli fece l'occhiolino e gli scompigliò la chioma bruna.
-complimenti, comunque- e uscì, insieme alle due Hofferson.

Astrid e May entratono felici nella loro automobile, appena arrivata.
-allora, com'è andata oggi?- chiese il nonno che le aspettava dentro.
Astrid arrossì leggermente ma senza darlo a vedere, poi sorrise, lasciando sia Harry, sia May, molto soddisfatti.

-benissimo- disse poi, lasciando il nonno senza parole

Sì. L'idea di questa Pet-Terapy era stata davvero ottima...
   
 
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