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Autore: Em_    03/07/2017    5 recensioni
«Hai impegni per stasera?» mi domandò. Tanto avevo già capito benissimo dove voleva arrivare, ma decisi di fare la finta tonta.
«No, la mia amica ed io siamo venute qui per festeggiare la sua promozione al lavoro.» spiegai.
«Ottimo! Quindi ti andrebbe di fare un giro? Ho appena portato a lucidare l’auto.»
«È così che abbordi le ragazze solitamente?» chiesi divertita.
«No, di solito vengono loro ad abbordare me.» rispose ridacchiando. Non potevo negare che il suo sorriso dal vivo fosse ancora più bello e affascinante.
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Nuova storia. Nuova avventura.
Oliver e Felicity hanno 25 anni, sono due ragazzi completamente diversi, in tutto e per tutto. Una sera si incontrano in un locale e decidono di concludere la serata a casa di Oliver, ma questa bravata comporterà importanti conseguenze nelle vite di entrambi.
Trama ispirata dal film 'Molto incinta', ma la storia sarà completamente diversa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, Oliver Queen, Sarah Lance, Tommy Merlyn
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13. Twenty-eight weeks pregnant




Oliver
Erano trascorsi quasi due mesi e mezzo da quando Felicity ed io avevamo deciso di provare a stare insieme, e finora dovevo ammettere che era andato tutto alla grande. Nonostante i continui sbalzi d’umore di Felicity e il pancione che continuava a crescere, stavamo facendo progressi. Certo, non era ancora una relazione stabile, ci conoscevamo poco, ma ce la stavamo mettendo tutta per creare un ambiente familiare e sano per nostra figlia. 
«Oliver!» mi chiamò Felicity in preda ad una crisi isterica.
«Tutti bene?» le chiesi io pacatamente.
«Perché non mi entrano le scarpe?!» si lamentò.
«Hai solo i piedi un po’ gonfi, è normale stando in piedi tutte quelle ore al lavoro.» le feci notare.
«Te l’ho detto mille volte che non me ne starò a casa ad oziare, voglio lavorare.» sbuffò «Non siamo sposati e non devi mantenermi, il lavoro in pasticceria mi piace e non mi pesa.»
«Allora non ti lamentare se ti si gonfiano i piedi come dei palloncini.» ridacchiai io, cercando di non farla arrabbiare.
«Sei odioso.» commentò lei lanciando le povere scarpe dall’altra parte dell’appartamento.
«Felicity, calmati.» le dissi sedendomi sul divano accanto a lei. «Te l’ho detto mille volte che c’è un lavoro per te nell’azienda del padre di Tommy.»
«E come me lo sarei guadagnata, scusa? Non voglio avere tutta la strada spianata solamente perché mi hai messa incinta.»
«Non ho mai detto questo.» replicai sospirando. «Ti assumerebbero per il tuo cervello, non per il pancione.»
«In ogni caso tra due mesi dovrei prendermi un periodo ti aspettativa per badare alla bambina, quindi è inutile.» disse andando a recuperare le scarpe.
«Almeno fai una prova, poi quando la bambina sarà più grande potrai ricominciare a tempo pieno.» le proposi. Sapevo quanto le mancava il suo lavoro, dopo che il suo ex capo l’aveva licenziata ci era rimasta talmente male da cambiare completamente settore.
«Non lo so. Ci penserò su.» alzò le spalle «E comunque, dovremmo smetterla di chiamarla “la bambina”.»
«Io ti ho proposto dei nomi, ma sembravano farti schifo.» esclamai in mia difesa.
«Beh, se permetti Candy è un nome da prostituta, non da bambina.» ribatté.
«Dai, è carino!» affermai. A me piaceva personalmente, ma a Felicity faceva veramente ribrezzo.
«I nomi normali proprio non ti piacciono, eh? Tipo Grace, Lily, Jackie, Emily…»
«Ma sono banali, vorrei qualcosa di originale.» le spiegai.
«Ricordati che dovrà tenerselo per il resto della vita, Oliver.» 
«Lo so, lo so. Troveremo un bel nome, vedrai.» le dissi dandole un piccolo bacio sulla guancia.
«Farò tardi al lavoro, è meglio che vada. Ci vediamo verso le cinque.» esclamò ricambiando il bacio.
Da un lato non capivo perché Felicity si ostinasse a non volere il lavoro che sia io che Tommy le avevamo proposto. Non c'era nessuno tipo di favoritismo, loro in azienda cercavano una persona qualificata ed io gli avevo mandato il curriculum di Felicity. Da subito ne erano rimasti impressionati, ma lei non me voleva sapere. D'altro canto però la capivo, lei era orgogliosa e intelligente, voleva guadagnarsi il suo posto e forse non avrebbe mai accettato quel lavoro. Amavo questa particolarità che la distingueva, era la prima volta che mi capitava di stare con una donna così testarda e decisa. Con lei niente era mai banale e riusciva a tenermi testa senza problemi, quando litigavamo era difficile spuntarla con Felicity, ma alla fin fine era un altro tratto che adoravo di lei.
Oggi dovevo vedermi con Tommy per un’uscita tra amici. Erano un paio di settimane ormai che non ci sentivamo e sentivo il bisogno di passare del tempo con il mio migliore amico. Ero contento di avere almeno lui e Thea al mio fianco, visto che i miei genitori mi tenevano il muso da praticamente due mesi. Nonostante ciò, non avrei fatto io il primo passo, poco ma sicuro. Loro mi avevano escluso e dato dell’incosciente, ed io avevo scelto mia figlia e Felicity al posto loro. Non era giusto che mi trattassero come un criminale per una cosa del genere.
Misi in moto l’auto e mi diressi verso il porto di San Diego. Tommy aveva organizzato una battuta di pesca per rilassarci un po’ ed io avevo accettato, anche se a dicembre sarebbe stato difficile prendere qualcosa di decente. Quasi sicuramente avremmo passato il tempo sotto coperta a giocare con i videogiochi come quando eravamo adolescenti.
Tommy possedeva un bellissimo yacht da diciotto metri, se lo era auto regalato per i suoi ventuno anni facendo infuriare suo padre. L’aveva fatto un po’ per irritare il signor Merlyn, come al solito, un po’ perché gli erano sempre piaciute le barche. Si era persino impegnato a prendere la patente nautica e ci era riuscito al primo tentativo, nonostante lo studio non fosse il suo punto di forza (e neanche il mio).
«Sei arrivato finalmente.» commentò il mio amico vedendomi arrivare.
«Odio il traffico di questa città.» mi lamentai.
«Dai, sali e smetti di piagnucolare, salpiamo tra cinque minuti.» replicò Tommy.
Mi limitai ad ubbidire e salii a bordo raggiungendolo al piano superiore, dove si trovava la postazione di guida. Eravamo fortunati che in questa barca ci fosse il riscaldamento, o in mezzo all’oceano saremo congelati.
«Come vanno le cose, paparino?» mi chiese ridacchiando. Ancora non ci credeva che stessi per avere un bambino.
Alzai gli occhi al cielo «Vanno bene. Ormai manca davvero troppo poco.»
«Hai paura?» mi domandò, più serio.
«Me la sto facendo sotto, ma non dirlo a Felicity.» risposi ridendo.
«Cristo santo, Oliver, diventerai padre tra poco più di due mesi.» esclamò guardando dritto avanti a sé.
«Ma davvero? Non lo sapevo.» dissi ironicamente.
«Non ci credo ancora. Non riesco a capacitarmene. Fino a ieri andavamo per locali e facevamo a gara a chi scopava di più!» ribatté accelerando l’andatura dello yacht.
«Non ricordarmelo.» risi, passandomi una mano tra i capelli.
«Dovrò trovarmi un altro migliore amico con cui uscire?» mi domandò prendendomi in giro.
«No, per il semplice fatto che sono insostituibile.» mi vantai.
«Coglione.» sbuffò lui.
Gettammo le ancore a qualche miglia dal porto e Tommy iniziò a rovistare tra la sua attrezzatura da pesca per preparare le canne. Non che mi interessasse particolarmente tornare a casa puzzolente di pesce e con scaglie ovunque, ma ci divertivamo un sacco ogni volta che facevamo queste uscite. Il più delle volte i pesci abboccavano ma noi eravamo troppo distratti per tirarli su e alla fine in qualche modo si liberavano lasciandoci a mani vuote. Ricordo quando, circa tre anni fa, uscimmo a pesca promettendo alle nostre famiglie di offrir loro una cena di pesce, ma ci addormentammo sotto coperta. Una volta tornati indietro fummo costretti ad andare al mercato del pesce e comprarlo, anche se nessuno ancora lo sapeva a distanza di anni.
«Avete scelto il nome per la bambina?» mi chiese porgendomi una birra.
«Magari. Felicity mi boccia ogni nome, ma lei non ne propone neanche uno, quindi siamo sempre punto e a capo.»
«Secondo me dovreste smettere di pensarci e basta.» disse alzando le spalle.
«Grazie, Tommy.» sbuffai.
«Intendevo dire che il nome giusto arriverà. Se continuate a scervellarvi finirete solo per discutere.»
«Probabile.» annuii osservando l’oceano piatto «A proposito, ho saputo da fonti anonime che ti stai sentendo con una ragazza.»
«Con fonti anonime intendi Felicity?» mi chiese.
«Ovviamente.» confermai.
«Non è niente di serio comunque, solo attrazione fisica penso.» replicò.
«Dicevo la stessa cosa mesi fa, e guardami adesso.» affermai.
«Tu e Felicity avrete un figlio, Laurel ed io stiamo solo giocando, e per adesso va bene così ad entrambi.»
«Ammetti che un po’ ti piace.» lo incalzai.
«È una ragazza splendida, certo, ma non sono fatto per le relazioni, lo sai, finirei per rovinare ogni cosa.» esclamò gettando più lontano il filo della canna da pesca.
«E se poi ti penti di non averci provato?» gli domandai.
«Sei per caso diventato un consulente di coppia a mia insaputa?»
«Scusa.» ridacchiai «Ho l’influenza di due donne a casa, più quella di mia sorella.»
Passammo in tranquillità altre due ore, senza prendere neanche un pesce naturalmente, ma poco importava. Verso le due e mezza del pomeriggio notai dei grossi nuvoloni neri sopra di noi e il cielo cominciò a scurirsi. Guardai Tommy, che non sembrò preoccuparsene più di tanto, così non ci diedi troppo peso neanche io.
Il problema spuntò circa venti minuti più tardi, quando iniziò a soffiare un vento forte e freddo che fece agitare le acque del mare. Cominciammo a mettere al loro posto le canne e nel momento in cui iniziò a piovere a dirotto optammo per rifugiarci in cabina.
«Le previsioni non avevano messo temporale!» imprecò il mio amico.
«Sarà di passaggio, aspettiamo che finisca.» proposi.
«Non mi piacciono questa pioggia e questo vento. Dovremmo tornare indietro.»
«Non è più saggio aspettare?» gli chiesi.
«Rischiamo di rompere le ancore stando qui con il mare così mosso, è meglio provare ad andare verso il porto ed avvisare con il telefono satellitare del nostro rientro.»
«Va bene, tu metti in moto, io cerco di contattare la capitaneria di porto.» esclamai afferrando il telefono dello yacht.
Il temporale si era trasformato in una vera e propria tempesta, sembravamo fare un metro avanti e tre indietro. Di questo passo non saremo mai arrivati. Avrei tanto voluto telefonare a Felicity, ma il cellulare aveva smesso di funzionare nel momento in cui erano cominciati i fulmini.
«Odio doverlo dire, ma non si mette bene.» mi disse Tommy.
«Me ne sono accorto.» commentai indossando l’impermeabile, così da non bagnarmi eccessivamente.
«Hai contattato il porto?» 
«Sì, ma non possono mandare nessuno, è troppo pericoloso.»
«Ottimo, perfetto.» esclamò gettando qualcosa in mezzo al mare per la rabbia.
«Tommy, rifletti, c’è un posto raggiungibile da qui?» 
«Non lo so, Oliver.» 
«Pensa!» affermai, sapendo che lui se ne intendeva di barche e mare più di chiunque altro.
«La baia.» disse poco dopo «È riparata, ed è qui vicino. Dovremmo essere in grado di arrivarci.»
Gli diedi una pacca sulla spalla in segno di riconoscimento. Forse in qualche modo saremmo potuti ritornare sulla terra ferma. 











Angolo autrice
Ciao a tutti, sono tornata col capitolo 13! :) visto che puntuale? Confronto ai mesi di sofferenza per il dodicesimo direi che vado meglio no? xD
Allora, ricapitoliamo. Come vedete c'è un salto temporale di circa due mesi e qualcosa. Oliver e Felicity stanno ufficialmente insieme e sembra andare tutto bene (a parte qualche sbalzo d'umore ahah). È un capitolo dedicato quasi completamente ad Oliver, se lo merita un capitolo per sé no? A parte gli scherzi, lui e Tommy escono per una normale gita in barca e scopriamo che quest'ultimo ha iniziato una sorta di "amicizia" con Laurel eheh. Ma ovviamente che noia se andasse tutto liscio, vero? Ormai mi conoscete lol.
Ritorneranno tutti interi Tommy ed Ollie? Lo scopriremo... u.u

(Oltre ad Oliver e Fel anche io sono in crisi con la scelta del nome ahahah).

Grazie mille per le recensioni allo scorso capitolo, è bello vedere che ancora c'è gente che mi legge :)
Ps: nella mia testa sta frullando una nuova fan fiction, ma è top secret ancor ahah

A presto con il prossimo!
Anna
 
   
 
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