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Autore: ArtistaDiStrada    03/07/2017    2 recensioni
O anche dove la normalità di Stiles verrà man mano stravolta da sempre 'nuove' rivelazioni -o forse sempre la stessa...
Questa ff è ispirata a 50 volte il primo bacio, un film con una trama che per personalmente adoro, ovviamente con le dovute modifiche per i nostri amati lupetti.
Dal testo.
Scott, rimasto indietro, fu affiancato da Isaac. Il moro si stava limitando ad osservare preoccupato il suo migliore amico, ignaro. “Kira oggi l’ha chiamato per nome.” annunciò, voltandosi poi verso il riccio con aria seria. “E per quanto ne sappia Stiles, lui non l’ha mai vista.”
Non è il massimo come introduzione, lo so, ma mettere in chiaro le cose sarebbe rivelare il problema che il branco si ritrova ad affrontare e non si può, ahimè.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Il branco, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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29 Aprile



“Sceriffo, posso parlarle?” domandò Derek e lo sceriffo lo seguì di buon grado in cucina.
 


 
“Cosa?! No! Assolutamente no, Derek.”

“Mi lasci spiegare-”

“Non c’è nulla da spiegare! Tu pensi che solo perché ora sa, sia tutto come prima. Non lo è!”

“Ehi, ma cosa sta succedendo?” esclamò Scott, accorso in cucina a causa delle grida dello sceriffo. I due però continuarono come se non fosse presente.

“Tu… tu non puoi, non puoi. Scott, diglielo tu!” mormorò l’uomo, voltandosi all’ultimo verso uno Scott più che confuso. “Dirgli cosa, sceriffo?”

“Scott, non credo sia-”

“No!” lo fermò lo sceriffo con sguardo fermo mentre l’odore di rabbia invadeva l’aria. “Deve sapere, devono sapere tutti quello che hai intenzione di fare. Tu… bruto di un essere sovrannaturale… vuoi portarmi via il mio Stiles!”

Lo sguardo di Scott saettò verso il proprio Alpha, chiedendo spiegazioni. “Non ho mai detto-” iniziò il mannaro, cercando di mantenere la calma.

“Vuoi iniziare a frequentarlo di nuovo. Non è forse la stessa cosa?!”

“Derek…” mormorò il messicano ad occhi sgranati.

“Cosa succede qui? Sveglierete Stiles di questo passo.” li sgridò Erica, seguita da Malia.

“Il vostro Alpha ha intenzione di riprendere a frequentare mio figlio.” spiegò lo sceriffo, marcando sul grado del lupo come se fosse un insulto.  

Erica rimase immobile per un secondo. “Oh.” e quello fu la goccia che fece traboccare il vaso già pieno di Derek.

“Adesso basta! Non ho intenzione di stare qui a spiegare qualcosa che riguarda solo me e il mio compagno.” ringhiò, facendo indietreggiare primi tra tutti i suoi Beta, che avevano percepito nell’aria la furia del loro Alpha insieme al pericolo. Purtroppo lo sceriffo non era un lupo e non era in grado di avvertire che ormai sia era spinto troppo oltre.

“Non è il tuo compagno! È Stiles, mio figlio. Non è forte come un lupo, non guarisce come un lupo, perché non è un lupo. Devi mettertelo in testa, Hale. Lui non ti conosce, hai capito? Non sa chi sei. Non ho intenzione di vederti ogni giorno abbordare mio figlio, trattandolo come se nulla fosse successo mentre lui non ha la più pallida idea di cosa stia succedendo. Non venderò mio figlio solo perché tu sei troppo egoista per capire che non potrai mai più riavere Stiles così com’era!”

Derek indietreggiò a quelle parole, come se fosse stato colpito.

I tre Beta presenti trattennero il fiato. Se c’era una cosa che il loro Alpha non avrebbe mai potuto fare era essere egoista. Aveva sempre messo il bene degli altri davanti al suo, aveva persino rifiutato Stiles per quasi un anno perché voleva essere sicuro che l’altro lo desiderasse davvero, senza forzature di sorta. A seguito dell’incidente del ragazzo si era incolpato per così tanto tempo da convincersi di esserne stato davvero lui la colpa di tutto. Tutto questo lo sceriffo lo sapeva e mentre Scott aveva capito che l’uomo non fosse in sé, le due ragazze la videro come una minaccia verso il loro Alpha.

Due ringhi si propagarono per l’intero abitacolo, richiamando l’attenzione anche degli altri mannari presenti in casa.
Quando entrarono, non servirono spiegazioni, ma solo la sensazione di minaccia. Una minaccia proveniente dal padre di Stiles.
L’unico che sembrava se non essere immune, almeno capace di scindere la sua parte animale da quella umana, pareva Scott che si mise davanti allo sceriffo, pronto a difenderlo.

Al ringhio che si propagò nell’aria nell’esatto momento in cui lo sceriffo mise mano all’arma di ordinanza, Derek si riscosse. Il suo sguardo si assottigliò e divenne gelido, mentre con un cenno della mano rassicurava i suoi Beta prima di rivolgersi per l’ultima volta in quel giorno allo sceriffo.

“Stiles si è svegliato, quindi ora andiamo tutti di là. Quello che è successo non dovrà trasparire.” ordinò, facendo vagare lo sguardo su tutti i presenti, fermandosi alla fine sullo sceriffo. “Per quanto riguarda l’altra faccenda, se mi avesse lasciato spiegare, avrebbe saputo che è stato Stiles a chidermelo. Forse non lo Stiles che scenderà le scale tra poco, ma sicuramente lo Stiles che sente di essere il mio compagno, nonostante non sia un lupo, quello sì.”

Senza curarsi dello sguardo sgomentato dell’uomo né dell’aria ancora tesa tra il branco, si avviò verso la porta. Quando vide che tutti erano rimasti immobile, però, fece illuminare gli occhi di rosso, ringhiando. “Tutti. Di. Là. Ora.

 
***
 

Quella mattina era stata molto simile alle altre, sebbene la tensione fosse palpabile, ma che per fortuna era stata scambiata per agitazione. Stiles ne era rimasto sconvolto, ma non si erano più verificati attacchi di panico. Come da prassi si erano recati d Deaton, da cui erano rimasti quasi tutta la mattina, il tempo necessario per mettere Stiles al corrente dell’altra parte della sua vita. Tutti quanti, in generale, erano diventati più bravi a rispondere alle domande del ragazzo. Deaton aveva preso a rispondere alle possibili domande prima ancora che venissero poste.

Una volta fuori dallo studio si ripeté una conversazione analoga a quella del giorno prima, ma fu prontamente sventata da Derek che si impose indirettamente sullo sceriffo, invitando Stiles ad uscire, invito che venne sorprendentemente accettato con disinvoltura da parte del ragazzo. Erano quindi saliti in silenzio sulla Camaro e si erano recati alla stessa gelateria del giorno precedente con grande gioia di Stiles.

“Wow, però che giornata, eh?” se ne uscì Stiles, tra uno sbrodolamento e l’altro. Derek sbuffò una mezza risata, seguito dal giovane.

“Però aspetta, per me questa sarebbe la prima… quale sarebbe per te?”

“La terza.”

“Oh. Wow, ragazzone, e non ti annoi ogni giorno a rifare la stessa cosa? Anche il capo di Scott… mi ha detto ‘a domani’. È normale?”

“Chi, Deaton? No, è solo che da quando Peter ha iniziato ad andarlo a trovare, ha acquisito un po’ del suo senso dell’umorismo.” spiegò con disinvoltura Derek, sorseggiando il suo milk-shake.

“Ah. Peter, lo zio psicopatico…” e il mannaro annuì “E cosa dovrebbe fare tuo zio alla clinica?”

Derek ci pensò un attimo, prima di rivelare con un sorriso divertito e un’alzata di spalle: “L’ultima volta si è procurato dell’erba gatta. Non chiedere, nessuno di noi ha idea di come l’abbia usata.”

Il ragazzo annuì, ma non gli era sfuggita la mancata risposta del mannaro, ma neanche a Derek. “Stiles, non mi pesa. Non pesa a nessuno di noi.”

L’umano alzò lo sguardo, esitante. “Ma-”

“Perché dovrebbe annoiarmi prendermi cura della persona che amo?”

Derek trattenne il fiato, insieme a Stiles. Ma se lui riuscì a mantenere la calma, ostentando sicurezza, l’altro andò in pezzi e si ricompose in una frazione di secondo.

“Tu… tu mi… io? Cioè, cosa intendi con… sul serio?

“Sì, Stiles. Sul serio. Ma respira.” gli assicurò il moro con un ghigno. Il ragazzo in risposta gli lanciò un’occhiataccia.

“La fai facile, tu. A me nessuno ha mai detto quelle parole. È… è sconvolgente! E assurdamente… bello. Perché è così bello? Io non dovrei conoscerti, cioè sì, però… oh, hai capito!”

Lo sguardo del moro si rattristò per un momento e Stiles si portò entrambe le mani alla bocca, avendo realizzato solo dopo cosa avesse detto. “Derek, mi dispiace. Non volevo dire-”

“Io. Te lo dicevo io, tutti i giorni.” gli rivelò con un sorriso amaro. Prima che l’altro potesse intervenire, però, scosse la testa tornando con i piedi per terra. “Per quanto riguarda quello che provi… si tratta di una forma di amore diversa da tutte quelle che conosci. È un amore istintivo, animale.”

“Ma io non sono un lupo.” obbiettò il ragazzo, fingendo per Derek che la precedente conversazione non fosse avvenuta.

“Ma io sì.” rimbeccò il mannaro. “E non sono solo un semplice lupo, ma un mannaro. Un mannaro Alpha. Sai che i lupi sono monogami.” e Stiles annuì “Gli umani no, ma se la parte umana prova la stessa cosa del lupo, il sentimento è amplificato. Se si aggiunge a questo, il fatto che sono un Alpha…”

“Il tutto risulta alla massima potenza.” concluse per lui Stiles, ammaliato da quel mondo di cui non ricordava niente ma a cui apparteneva completamente.

Derek sbuffò, mal celando un sorriso. “Gergalmente parlando. Ad ogni modo, nonostante tu non sia un lupo, ami con tutta la tua parte umana e a quanto pare è bastato a creare il legame.”

“Perché parli di questo legame come un essere venerabile?” domandò realmente curioso Stiles.

“Perché lo è. Il legame, specialmente di questo tipo, avviene solo fra lupi. È il primo caso, da che ne sappia, in cui si verifica con una delle due componenti umana.”

“Oh. Oh.” mormorò Stiles, dopo aver compreso la portata di quanto detto dal lupo. “È una sorta di ver-”

Derek annuì tra lo scocciato e il divertito. “Vero amore. Sì.” 

“Cavolo, sono davvero prevedibile.” rise l’umano, trascinando poco dopo con sé anche il moro.

“In realtà ti è sempre piaciuto definirlo così.”

Le sue guancie divennero di un bel rosso, ma fece finta di non accorgersene. “E quindi è così forte da farlo percepire anche a me? Nonostante l’incantesimo?”

“Tu lo percepisci nella massima forma umana, io anche con quella animale. Ed evidentemente sì. Lydia sta indagando insieme a Deaton, ma crede comunque che, se tu ti ricordi inconsciamente di me, sia grazie al legame.”

“Ah sì? Anche la parte animale, eh? Ed in cosa consisterebbe per il lupo?” gli chiese con un ghigno, poggiando innocentemente il mento sui palmi delle mani, alla giusta altezza per poter afferrare con le labbra la cannuccia del milk-shake del moro.
Quel gesto fece scattare qualcosa in Derek, qualcosa che gli fece illuminare per un secondo gli occhi di rosso. Stiles si sollevò appena a quella visione, rimanendone completamente incantato. Un angolo della bocca gli si sollevò in un sorriso e Derek ringraziò tutte le possibili Lune esistenti per non aver fatto spaventare il ragazzo.

“Wow.”

“Scusa, non so cosa mi sia preso, non accadrà più-”

“Eh, no, ragazzone. Quello” disse indicandogli gli occhi “è quanto di più bello io abbia mai visto e quindi sì, deve accadere. Di nuovo, di nuovo e di nuovo ancora. Ok?”

Derek scosse la testa divertito, ma quando riportò lo sguardo sul ragazzo lo fece illuminando per una frazione di secondo gli occhi, cogliendolo così completamente impreparato e facendogli cadere addosso tutto il gelato.

“E non guardarmi così!” lo riprese con un’occhiataccia che voleva essere intimidatoria, sebbene grondasse gelato e fazzoletti da tutte le parti. “È colpa tua se ho combinato questo pasticcio, lupo da strapazzo, quindi una mano sarebbe gradita.” 

Cinque minuti e tanti fazzoletti dopo la situazione si poteva dire più che peggiorata. Provò a venir loro in soccorso persino una cameriera, ma dove non vennero le parole per buon cuore, ci pensarono gli occhi affranti della ragazza a far comprendere ai due che forse era l’ora di andare via. Ringraziarono e si scusarono un’ultima volta, prima di allontanarsi da lì ridendo.

“Hai visto la faccia che ha fatto il cassiere?”

“Ma perché, lo sguardo di puro terrore che aveva quella dolce vecchietta con quell’adorabile gusto nel vestire?” rimbeccò Stiles, riferendosi ad una rana vestita di orribile pizzo fucsia che li aveva guardati schifata, scansandosi neanche avessero addosso del sangue. Derek fece una smorfia al ricordo, portando Stiles a ridere ancora di più. Neanche si resero conto di essere giunti al parco lì vicino, almeno finché non si sedettero all’ombra di un paio di alberi. Strascichi di risate che ancora sopravvivevano.

“Comunque, lasciati dire che non sei il massimo nel ripulire.” constatò il ragazzo, verificando i danni della sua maglia.

“Non ti sei mai lamentato…” gli sussurrò Derek vicino, dannatamente vicino.

Stiles arrossì al doppio senso. “Brutto pervertito spelacchiato! Ma ti sembrano cose da di- … e adesso cosa stai facendo?!”

Aveva iniziato con tanto cuore quella ramanzina, ma poi il moro si era alzato, dandogli le spalle, e iniziando a sfilarsi la maglia che indossava.
“Der…?” lo richiamò debolmente, la salivazione a zero mentre faceva vagare lo sguardo su quella distesa di pelle e muscoli, tanti muscoli, … e quello era un tatuaggio?!

“Chi era il pervertito qui?” gli disse, una volta scoperto a fissarlo. Stiles arrossì di botto, distogliendo immediatamente lo sguardo.

“Chi, io? Naah, stavo… stavo solo guardando quello… quello scoiattolo la giù, sì.”

“Stiles, lo sai che posso fiutare le tue emozioni…” gli mormorò all’orecchio Derek abbassatosi svelto al suo livello. Sussultò, Stiles, facendolo scoppiare a ridere.

“Sei uno stronzo. E perché ti sei levato la maglietta? Ci stanno guardando tutti.”

“Non parlo con una schiena.” rimbeccò il mannaro, costringendo con uno sbuffo il ragazzo a girarsi. Si stava divertendo un mondo a vedere come Stiles cercasse di guardare altrove.

“Primo, ci sta guardando solo quella signora laggiù, che, per tua informazione, è la signora River, una graziosa vedova di settant’anni che non ha mancato di farmi notare più volte come io sia un ragazzo davvero tenero.” lo informò sorridendo sotto ai baffi, mentre osservava l’espressione dubbiosa di Stiles. Abbassò la testa per nascondere il sorriso che gli era nato quando l’altro si era voltato, fulminando la signora River, che prontamente aveva distolto lo sguardo.

“Secondo, non puoi rimanere in queste condizioni. Quindi tieni, mettiti questa.”

Stiles osservò la maglia e, non senza un certo imbarazzo, si tolse la propria indossando quella del mannaro. Quella grande del mannaro, si rettificò osservando, ormai in piedi, come gli arrivasse sotto al sedere. Cos’era questa storia che con l’Alpha sembrava star per scoppiare e ora lui invece ci poteva entrare due volte?!
Si stava ancora osservando, quando due mani gli si poggiarono senza malizia sui fianchi. Sentì il fiato caldo di Derek sul collo prima ancora che l’altro parlasse.

“Terzo, tu ami questo stronzo.” azzardò, trattenendo il respiro.

Stiles rimase immobile e Derek stava già togliendo le mani, maledicendosi, quando Stiles afferrò quelle stesse mani e se le portò al petto, facendosi abbracciare.
Derek rilasciò un sospiro felice, sorridendo appena, mentre si stringeva a sé il ragazzo, appoggiando la fronte alla nuca dell’altro.

“Sì. Io amo questo stronzo.” affermò Stiles, rigirandosi nell’abbraccio. “Amo il modo in cui cerchi di nasconderti quando sorridi e sei felice.” sussurrò, alzandogli il viso, prendendolo per il mento. “Amo quei tuoi fantastici occhi. Di qualsiasi colore siano.” continuò, facendo incatenare i loro sguardi. “Amo il modo in cui ti preoccupi per me, specialmente quando arricci quel tuo naso adorabile per captare gli odori. E sì, me ne sono accorto.” rise allo sguardo sorpreso dell’altro. “Ma cosa più importante, non so perché ti amo. Non ho memoria di qualcosa che sei solito fare o di te che prepari la colazione la mattina.” disse e lo sguardo del moro si intristì, ma Stiles gli sorrise dolce “Sarebbe così facile amarti… eppure, mi è bastato indossare un gelato per poter dire con assoluta certezza che no, non so perché ti amo, Derek, ma so per certo che lo faccio. Io ti amo e non so perché. Dovrei esserne spaventato, terrorizzato… ma non lo sono e non so perché. Ci sono così tante cose che non so, Derek, perciò mi aggrappo a quegli unici punti fermi che ho: tu sei uno di quelli. Non dubitare mai che io non ti ami. Mai, hai capito? In qualsiasi forma tu sia, qualunque sia il colore dei tuoi occhi, qualunque cosa io sappia, continuerò a sentire questo. Sempre.” e fu con l’amore negli occhi che Stiles lo baciò.

Stiles baciò Derek. Derek baciò Stiles. Erano baci privi di foga, dolci, lenti. Si assaporarono come se fosse la prima volta. Stiles alternava quei baci con dei sorrisi, che Derek si premurava di baciare, uno ad uno. Appoggiò la sua fronte a quella dell’altro, Derek. Entrambi ad occhi chiusi e con un sorriso felice. Entrambi sprizzanti gioia all’ombra di quei due alberi. Stiles rise, una risata liberatoria, tenendosi con le braccia che aveva allacciato al collo dell’altro in un momento non ben precisato, ma sentiva anche le mani di Derek sulla schiena, dolci e delicate, ma era sicuro che se ne avesse avuto bisogno sarebbero state lì pronte a sorreggerlo, forti.

Non seppe, Stiles, quanto tempo passarono lì, in quel modo. Non seppe quando si sedettero a terra né quando si addormentò fra le braccia di Derek. Non seppe quando l’altro lo prese in braccio e lo portò a casa e ben che meno seppe quando il mannaro lo aveva depositato dolcemente sul suo letto, lasciandogli un bacio a fior di labbra. Non seppe mai nulla di tutto ciò, ma fu cosciente quando sorrise tra sé, dopo aver visto la figura dell’uomo stagliarsi sull’uscio e lanciargli un ultimo sguardo. 









Note dell'autrice. 
Ciao a tutti! Inizio con il dire che in realtà questo capitolo doveva essere diverso, ma più andavo avanti più mi convincevo che questo fosse come doveva realmente essere. Si è praticamente scritto da solo. Fluff che cadono così dal nulla, io bho. 
Venendo al capitolo... Derek che prova a mettere in atto quanto chiestogli dal più piccolo *-* e lo sceriffo contrario :( Premetto che siccome alla fine cosa pensano i personaggi lo decide chi scrive (dittatura ahah), io ero d'accordo sia con Derek che con lo sceriffo. E' normale, secondo voi? Però, pensandoci, da una parte c'è un padre preoccupato: Derek gli ha pur sempre detto che ha intenzione di strapazzare il suo figlio smemorato, che tra le altre cose non ricorda neanche chi Derek sia. E non è sbagliato. Poi Noah ha questa tendenza a ferire e ad attaccare quando si tratta di Stiles che, beh, è discutibile. Derek, invece, è un lupo coccoloso che si trattiene dal saltare alla gola dello sceriffo: mai inimicarsi il suocero ;) Però si rifà con il suo status di Alpha e con le frecciatine che lancia a Stiles. Povera vittima innocente. 
Quello che volevo mettere in questo capitolo, credo che lo inserirò nel prossimo, tanto non è che Stiles possa andare da qualche parte (che commento cattivo ahah) 
Voi cose avete pensato di questo capitolo? Vi è piaciuto? Fatemi sapere cosa ne pensate ;) 
Alla prossima! 
   
 
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