Il ricatto
Entrò in casa con le lacrime agli occhi, poi Usagi vide anche Rei e Ami che aspettavano con lei.
«Cosa... cosa è successo?» domandò incredula, non capendo cosa stesse accadendo.
Makoto era distrutta, e forse non sarebbe riuscita a superare quel probabile lutto - Usagi pensava fosse così.
«Eden è scomparsa.» Ami anticipò Makoto sopraffatta dal dolore.
«Era con te questo pomeriggio, vero?»
La bionda annuì.
«Non hai visto nulla di strano mentre tornava a casa?»
«Ragazze, è andata per la sua strada. Non ho visto niente di niente.»
Rei
incrociò le braccia, non credendo alle parole di Usagi. Non
mentiva. Eden era andata via per conto suo, ma qualcosa - o qualcuno,
l'aveva portata via da quelle strade. Forse era davvero qualcuno.
«Usagi è tornata qualche minuto fa, non ha idea di dove sia Eden.» intervenne Luna.
Il cuore di Usagi palpitava, le dita delle sue mani tremavano. Credeva fosse colpa sua. Perdinci, era solo una ragazzina!
Scaricare la colpa verso di lei era decisamente esagerato, sostenne
Luna, e sapeva da poco che la bambina era la piccola Lady Moon. Rei era
furibonda, Makoto era sommersa tra le lacrime e Ami era confusa.
Rintracciare
Eden era un'impresa ardua, dal momento che sapevano poco di lei. Usagi
rimase immobile a guardare Makoto e Ami lavorare, mentre sorseggiava un
bicchiere di succo di limone portato da Rei. Il micro computer di Ami
riuscì ad individuare qualcosa: un buco nero, davanti al regno
della Luna.
Forse era un fenomeno cosmico.
Forse era un caso.
Forse era una... guerra interstellare.
«Allora, hai trovato qualcosa?» domandò Makoto in preda al terrore.
«È
stata presa in ostaggio... da Galaxia e le sue scagnozze. A quanto
pare, stanno ricattando la principessa per impossessarsi del Cristallo
d'Argento.»
Usagi proiettò la scena dentro la sua testa, e una lacrima rigò il suo volto.
«Lasciala andare, Galaxia!»
«Sai
benissimo che non puoi competere con me, Serenity. Devi consegnarmi il
Cristallo d'argento, o non rivedrai più tua figlia.»
La
principessa spalancò gli occhi vedendo sua figlia rinchiusa in
una bolla, a pochi passi da un grandissimo buco nero. Era impotente.
Chiedere aiuto alle Sailor sarebbe stata la scelta più giusta da
fare, e così fece. Fu proprio in quel momento che Usagi
avvertì una fitta alla testa.
«Usagi, Usagi. Guardami.»
Rei le prese il viso con due mani e la fissò dritta negli occhi, il blu degli occhi della bionda erano meravigliosi. La mora riuscì a percepire le emozioni che stava provando in quel momento.
Un cuore spezzato - come quello della madre di Eden, due cascate, un milione di pezzi di vetro nell'animo.
«È
colpa tua, Rei. Non avresti dovuto accusarla per una cosa che non ha
fatto.» la rimproverò Luna, e la mora si morse la lingua
dalla vergogna.
«Hai ragione. Scusami, Usagi.» distolse lo sguardo.
La bionda si asciugò le lacrime col palmo della sua mano, e subito si calmò.
«So
dove... si trova.» disse lei attirando l'attenzione delle
ragazze. Come poteva sapere tutto questo? Perché Galaxia aveva
ricattato lei. Sapevano benissimo che Usagi era la dolce principessa
Serenity, ma non ci credevano.
«Dillo, allora.» la incoraggiò Ami.
La biondina deglutì terrorizzata, ma trovo la forza di parlare di quel ricatto.
«È
intrappolata in una bolla di vetro scura e indistruttibile, dietro uno
specchio. E se non vinceremo la guerra... sparirà per sempre.»
Tutte ansimarono spaventate, soprattutto Luna.
«Dietro uno specchio?» domandò Ami.
«Allora, raggiungiamo il regno della Luna. Non c'è un minuto da perdere!» esclamò la gatta, raggiungendo il piano superiore della cas adi USagi, assieme alle altre ragazze.
«In quale specchio dobbiamo passare, Usagi?» chiese Luna.
«Nella mia stanza, lo specchio lungo dal bordo di legno.»
Usagi le condusse nella sua cameretta, davanti allo specchio grande. Oltrepassano il vetro, venendo teletrasportate le ragazze dall'altra parte del cosmo, verso un universo parallelo anzi, speculare. Il caos regnava per tutto il Regno. Non c'era anima viva, solo qualche goccia di sangue sul marmo bianco. Usagi deglutì osservando l'orrore davanti a sé.
«Allora, raggiungiamo il regno della Luna. Non c'è un minuto da perdere!» esclamò la gatta, raggiungendo il piano superiore della cas adi USagi, assieme alle altre ragazze.
«In quale specchio dobbiamo passare, Usagi?» chiese Luna.
«Nella mia stanza, lo specchio lungo dal bordo di legno.»
Usagi le condusse nella sua cameretta, davanti allo specchio grande. Oltrepassano il vetro, venendo teletrasportate le ragazze dall'altra parte del cosmo, verso un universo parallelo anzi, speculare. Il caos regnava per tutto il Regno. Non c'era anima viva, solo qualche goccia di sangue sul marmo bianco. Usagi deglutì osservando l'orrore davanti a sé.
La guerra è appena iniziata.