04/07/2017
1 recensioni«Ohi Haru! Vieni devo portarti in un posto»
Fu così che dopo cena finimmo quasi a correre tra le strade di un paese non mio, con solo i pali della luce ad illuminarci e le poche auto che passavano. Superammo un piccolo cancelletto e poi camminammo su una passerella in legno fino ad arrivare ad una piattaforma in pietra.
Eravamo in spiaggia.
Le onde scroscianti che si infrangevano sulla sabbia e sugli scogli davanti a noi, i rumori della città completamente annullati alle nostre spalle e solo il cielo stellato sopra di noi. Rin mi fece segno di sdraiarci sulla piattaforma (fortunatamente sgombra dalla sabbia) e così finimmo entrambi sdraiati accanto e a pancia in su a guardare il cielo.
«Questo posto è molto speciale per me. Quando mi sentivo frustrato per il mio livello rispetto ai nuotatori australiani venivo qui, e il suono del mare mi calmava. Anche prima delle gare spesso venivo qui. Anzi. A dirla tutta ho passato davvero molto tempo qui. Specialmente di sera tardi. Dove era come se ci fossimo solo io ed il mare. Un mio mondo personale senza nulla che potesse distruggere la mia serenità.»
Voltò la testa e mi guardò, al che io feci lo stesso e ricambiai lo sguardo.
«Ci tenevo molto a mostrarti questo posto. È come un pezzo di me. È pieno di ricordi, sia tristi, sia felici, sia frustranti, sia divertenti... tutti ricordi che avrei voluto condividere con te. »
Lo guardai sbigottito dalle sue parole e lui sorrise leggermente, mostrando i denti da squalo
«Un altro motivo per cui amo questo posto è che quando ho vissuto qui, mi bastava pensare che dall'altra parte dell'oceano c'eravate tu, Makoto, Nagisa e Sousuke per tranquillizzarmi. Ovviamente tra di noi c'erano comunque un sacco di chilometri, certo, ma ci divideva solo una distesa d'acqua, come quella che infrangevamo praticando ciò che ci accomuna maggiormente. È un pensiero infantile, lo so, ma pensarlo mi faceva stare meglio.»
L'odore di salsedine ci inondava le narici, rendendo quello scenario ancora più pacifico e rilassante. Alzammo di nuovo gli occhi verso il cielo stellato e nello stesso istante, una stella cadente solitaria attraversò la volta celeste.
«Haru hai visto? Una stella cadente! Esprimi un desiderio!»
«Rin, non abbiamo più 8 anni»
«Eddai! Che c'è di male a fare qualcosa di infantile?»
«E va bene» risposi trattenendo a stento un sospiro
Fissai le stelle sopra di me
"Se proprio devo esprimere un desiderio... vorrei poter passare altri mille di questi momenti con Rin. Parlando di tutto senza dirci nulla di nuovo, perché in fondo, sapevamo già ogni cosa dell'altro. Stando fianco a fianco sotto un cielo stellato, cullati dal suono del mare e dall'odore di salsedine. Chiusi in questa bolla senza tempo dove non esiste nulla al di fuori di noi due"
«Haru hai espresso il tuo desiderio?»
«Sì»
«E qual'è?»
«Porta male dirlo. Però se lo dici prima tu allora dico anche il mio.»
«Mh. Okay andata. Allora chiudi gli occhi»
«Perché dovrei? Cosa c'entra ora?»
«Eddai Haru»
«Okay»
Chiusi gli occhi e pochi istanti dopo qualcosa premeva sulle mie labbra.
Rin mi stava baciando.
Sentii il suo profumo inondarmi le narici e il suo sapore mi inebriava i sensi.
Non saprei definire bene il suo sapore ma era come qualcosa di fresco, e salato allo stesso tempo. Come di salsedine.
Quella fu la prima volta che le nostre labbra si incontrarono.
Ma non fu l'ultima.