Anime & Manga > Bleach
Segui la storia  |       
Autore: Anukis    04/07/2017    1 recensioni
Nessuno vorrebbe mai svegliarsi con un Hollow a torreggiare sopra di sé, per giunta dopo essere appena morto. Nel caso di Aomura Okumi, a complicare le cose ci sono uno strano kimono nero e una spada dal carattere volubile. Seguendo gli insegnamenti di un pigro Shinigami senza peli sulla lingua, la ragazza dovrà imparare a destreggiarsi in una situazione che diventa sempre più pericolosa e misteriosa...
------------------------------
[*Nota: la dicitura Nuovo personaggio si riferisce a tutti gli OC presenti nella storia, ovvero l'intero cast*]
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A









 
Rotten JUDGEment


















 
  Okumi era stata lasciata sola. Sola, in compagnia della sua Zanpakuto.
  Passò lo sguardo dalla lama spezzata al foglietto catalizzatore di energia spirituale.
  Non aveva più parlato con la spada, dal tentativo fallito di tre settimane prima. Né lo spirito si era mai fatto vivo in qualche modo.
  Lei si era pressoché rassegnata in merito. Un po’ per ripicca, un po’ per il disagio che provava al pensiero di dover di nuovo parlare con quella donna.
  Vedere l’incarnazione della sua Zanpakuto coi propri occhi le aveva aperto un mondo. Un mondo nel quale lei non aveva idea di come muoversi. Cosa dire? Come comportarsi? Come trattare con quell’essere sconosciuto che risiedeva nell’arma? Specie dopo aver realizzato che lo spirito aveva invece letto un po’ troppo facilmente i suoi pensieri.
  A tale proposito, la ragazza credeva che quella tizia non avesse tutto questo diritto di fare la permalosa. Non era forse lei a meritare un po’ di comprensione? Una spada poteva avere abbastanza coscienza di sé per essere indispettita, ma non aveva sufficiente tatto per capire come trattare con chi era parte di quel mondo da nemmeno un mese? Confusione, reticenza... qualsiasi cosa la Zanpakuto avesse visto in lei, non era di sicuro così mostruoso o inspiegabile.
  Quando poi aveva parlato a Jukunemu, chiedendo spiegazioni, il prezioso contributo di lui era stato: “Ma figurati, certo che fa un po’ la stronza, è come te, no?”. Al che era seguita un’ennesima spiegazione, stavolta sulla vera natura delle spade degli Shinigami. E si era scoperchiato un altro vaso di Pandora.
  Il suo potere. Quella donna era lo specchio dei poteri di Okumi. Un essere nato dalla natura più intima della sua mente, la sua controparte perfetta.
  La ragazza avrebbe voluto scoppiare a ridere appena sentito quel mucchio di idiozie. Ma neanche per idea, era stata sul punto di esclamare. Il modo di vestire, la postura, il tono di quell’unica parola che le aveva rivolto lo spirito. Era così palese da non aver nemmeno avuto bisogno di una vera e propria conversazione per capirlo.
  Perciò, alla fine, l’unica risoluzione alla quale era giunta Okumi era di lasciar cuocere la spada nel suo brodo. Insomma, solo finché lei non avesse finalmente stabilito una linea di condotta. O l’altra fosse tornata a presentarsi, ridotta a più miti consigli. Se quella donna non le somigliava minimamente - e avrebbe potuto giurare su questo - allora il suddetto momento poteva non essere nemmeno così lontano.
  Quanto successo poche ore prima, però, cambiava tutti i piani di Okumi. Lei non era un’ingrata, nemmeno per sogno. E, rischio di autocombustione a parte, un grazie allo spirito sembrava proprio dovuto.
  Una volta di fronte alla Zanpakuto, la ragazza avrebbe deciso se rimarcare di più la propria gratitudine o il pericolo al quale era stata esposta.
  In condizioni normali, Okumi non avrebbe mai fatto il primo passo di una possibile riconciliazione. Quindi, in un certo senso, la rottura della spada le era venuta in aiuto. Le forniva un’eccellente alibi per incontrare lo spirito, mantenendo una sorta di posizione di superiorità.
  E allora facciamolo.
  Si appuntò il foglio nella cintura ed assunse una postura di meditazione.
  Stavolta non dovette fare alcuna fatica a concentrarsi. Sentì tutte le forze abbandonarle gli arti, per concentrarsi in un punto all’altezza dello stomaco, dov’era il catalizzatore. Da lì, si creò un legame con il debole reiatsu emanato dalla Zanpakuto. Dapprima non era che un sottile filo, ma presto si intensificò, attingendo alla sorgente di forza spirituale di Okumi. Anche la coscienza della ragazza fu pian piano trascinata via con essa.
 
 
 
  La seconda volta in cui Okumi si risvegliò nel proprio mondo interiore, fu sul tetto della scuola. Nessun malessere, nessuna vertigine. Si trovò persino in piedi.
  Subito dopo aver controllato che il corpo rispondesse bene, la ragazza si accostò alla rete metallica che faceva da parapetto, per osservare il panorama.
  Quello che vide era completamente diverso da ciò che ricordava. Il cielo era azzurro e limpido, attraversato da poche, pacifiche nuvole. La città era ancora differente dalla Tokyo che conosceva, ma non aveva più l’aspetto incombente e opprimente col quale l’aveva conosciuta prima. Gli edifici erano regolari e squadrati, quasi tutti più bassi della scuola e dipinti a colori chiari. Le strade erano larghi viali ornati da rigogliosi alberi. Sembrava un posto piacevole, adesso. Ma tuttora deserto.
  - Eh, già, è sempre così da queste parti. -
  Okumi alzò lo sguardo, solo per incontrare, sospese diversi metri sopra di lei, un paio di suole di scarpe. La voce però era inconfondibile.
  - Etsuko! -
  Da sopra le calzature sbucò un viso sorridente ben conosciuto.
  - Sono così contenta di rivederti, Oh-chan! -
  - Che cosa ci fai lì sopra? - non trovò di meglio da chiedere Okumi.
  - Non mi andava di prendere le scale. Eh eh. - ridacchiò Etsuko - Puoi venire anche tu, se vuoi. -
  Raggiungerla? Okumi considerò che, in fondo, si trovavano nella propria testa. Se non poteva fare quello che voleva là...
  Si sentì sollevare dal pavimento, ed in breve fu accanto alla sua migliore amica. Annaspò un po’ per mantenere l’equilibrio, quando la piattaforma invisibile sembrò sul punto di sparirle da sotto i piedi.
  - Non pensarci. Se non ci pensi è più facile... almeno credo. Io non me lo ricordo come ho imparato. - dichiarò Etsuko - Oh, non importa. Mi segua, signorina, sarò lieta di farle da guida nel suo mondo interiore! -
  Detto ciò, iniziò a camminare per aria con la postura di un militare, agitando le braccia avanti e indietro.
  È davvero Etsuko. Ma come è possibile?
  - Ehi, aspetta! -
  Okumi la seguì con difficoltà, però fortunatamente ad ogni passo le pareva che la piattaforma sulla quale camminava diventasse più solida.
  - Tsu-chan... perché sei qui? -
  - Uh? Nel senso che non vorresti che ci fossi? -
  - Cosa? No, ovvio, mi chiedevo solo come facessi ad essere nel mio mondo interiore. -
  - Guarda che stavo scherzando, e tu ci sei cascata! - rise l’altra.
  Okumi le lanciò un’occhiata perplessa.
  Sì, però... non hai risposto alla mia domanda.
  Non ebbe modo di sollevare di nuovo l’argomento, perché Etsuko cominciò a salire, come se la passerella invisibile sulla quale camminava fosse d’un tratto diventata una scala. Da lassù, la incitò a raggiungerla, continuando a salire.
  Con mille pensieri che le si agitavano nella mente, Okumi non badò quasi alla rampa invisibile che percorse, sulla scia della sua migliore amica.
  - Ecco qua, Oh-chan. -
  Etsuko indicò il suolo sotto di loro. L’altra abbassò lo sguardo, solo per rimanere senza fiato. Ora avevano una visuale che poteva essere goduta da un aereo a bassa quota. Era impossibile che fossero già arrivate così in alto...
  Da là si poteva notare che l’area edificata era in realtà molto più piccola di quanto Okumi avesse pensato. Perfettamente tonda, copriva appena la superficie di un quartiere. Tutt’intorno si estendeva una vastissima foresta color verde scuro, delimitata in lontananza da un anello di montagne più alte di qualsiasi cosa la ragazza avesse visto. Eppure, ancora oltre pareva esserci qualcosa che, avvolta da uno schermo di nebbia rossastra, era impossibile da mettere a fuoco.
  - Questo posto è... straordinario. -
  Okumi non trovava altre parole per descriverlo. Alzò una mano e sfiorò il lembo di una nuvola, che le lasciò una piacevole sensazione di fresco sul palmo.
  Etsuko ridacchiò. - Sei molto modesta, eh? -
  - Perciò questo è il mio mondo interiore? -
  - Eeeesatto! Guarda, quella parte lì dove ci sono le case e la scuola è la tua parte cosciente. Al contrario, la foresta rappresenta il tuo subconscio. -
  Okumi annuì un paio di volte, pensierosa. Era incredibile come quella divisione avesse senso.
  - E invece, oltre le montagne? -
  - Beh, io in realtà non ci sono mia stata, quindi non lo so bene. Ma la signora col cappello viene proprio da lì che e ha detto che è un posto strano, come essere sospesi... -
  - La signora col cappello? - la interruppe Okumi - Chi è? Pensavo che non ci fosse nessun altro, qui. -
  Etsuko assunse un’espressione sorpresa e si indicò sopra la testa. - La signora col cappello. Non la conosci? -
  - Perché pensi che io la conosca? -
  - Perché lei mi aveva detto di conoscere te. Vuoi dire che non è vero? -
  - Beh, a parte te, non ho incontrato ness... -
  Okumi si interruppe, rendendosi conto di un piccolo dettaglio.
  No. Di fatto, non era vero che non aveva mai incontrato nessun altro nel mondo interiore. La volta precedente, appena prima di risvegliarsi accanto al proprio corpo senza vita e con un Hollow ringhiante ad incombere su di lei...
  - Questa signora col cappello - esclamò all’improvviso - ha i capelli biondi e un vestito azzurro? -
  - Ah, sì! Meno male. Cominciavo a pensare che non la conoscessi sul serio. - fece Etsuko, sollevata.
  - Ed è anche lei qui? - incalzò Okumi.
  - Di solito sì, ma adesso... non so dove sia. Da un po’ ha preso l’abitudine di sparire. -
  - Che cosa sai su di lei, esattamente? -
  Etsuko si grattò la guancia. Sembrava in difficoltà nel rispondere a quella domanda. - Insomma... non molto, ecco. So che è venuta da dietro le montagne, ma non mi ha voluto dire il suo nome e... qualche giorno fa mi ha detto una cosa strana, che lei era uno spirito di qualcosa. Una cosa che iniziava per z, mi pare... -
  - Zanpakuto. Lo spirito di una Zanpakuto. - concluse Okumi, in tono cupo.
  - Ah, già è vero, Zanpakuto. Maaaa... che cos’è una Zanpakuto, Oh-chan? -
  - A questo punto, non lo so nemmeno io che cosa sia. -
  - Oh. Va bene. - l’altra era più confusa che mai - Però... la signora col cappello ti aiuta davvero, no? Perché quando se ne va lei dice che va ad aiutarti a fare qualcosa. È vero questo, Oh-chan? -
  - Io... direi di sì. -
  Okumi squadrò la sua migliore amica. D’un tratto era stranamente nervosa. Faceva scontrare gli indici fra loro, evitando lo sguardo dell’altra.
  - Ehi... -
  - Sì? -
  - Tu cosa ci fai nel mio mondo interiore? -
  Quella impallidì.
  - N-Non... saprei. Io sono qui e basta. -
  - Ma non sei veramente Etsuko, o mi sbaglio? -
  Okumi non ricordava di avere mai parlato in modo talmente freddo ad Etsuko. Ma se qualcuno, qualcosa la stava ingannando, farlo usando quell’aspetto era stata una pessima mossa.
  Certo, se era sicura di un fatto, era di avere il coltello dalla parte del manico. Nel proprio mondo interiore, era logico che fosse lei a dettare legge. Dunque, non solo riteneva di avere il diritto di sapere, ma l’intero fatto di essere stata raggirata era ancora più sgradevole.
  L’essere con le sembianze della sua migliore amica chinò la testa. - No. -
  - Chi o cosa sei, allora? -
  - Chi o cosa? Scusa, però io... non so proprio che dirti. -
  - Ti ho solo fatto qualche domanda. Mi sembra legittimo, no? Ti trovi qui, nel mio mondo interiore, senza apparente motivo, e per giunta hai cercato di ingannarmi. -
  - No, no, ti giuro che non volevo prenderti in giro! - esclamò l’altra agitando le mani aperte davanti a sé - Però tu non mi hai mai chiesto niente... Io pensavo che non fosse così importante, ecco. -
  - Ah, non così importante?  Questa sì che sembrava la patetica scusa di qualcuno che ha appena cercato di fregarmi! -
  - A-A me è venuto spontaneo f-fare così! - esclamò la falsa Etsuko - È che io mi devo comportare come Etsuko, però se tu avessi saputo che... che non ero lei, mi avresti trattato in questo m-modo e poi io non avrei più saputo cosa fare perché... -
  - Adesso piantala! -
  L’altra aveva preso a farfugliare confusamente frasi che avevano iniziato a sovrapporsi, come se stesse dando sfogo a tutto ciò che le passava per la testa senza porre alcun filtro. Okumi già non sopportava quella maniera di fare con la sua vera amica, figurarsi con chi cercava di imitarla.
  Difatti, l’imbrogliona si zittì. Immobile, con le braccia rigide lungo i fianchi, appariva davvero l’ultima persona con la quale Okumi avrebbe voluto avere una discussione talmente poco amichevole.
  Era proprio una delle situazioni che tanto temeva, una in cui non sapeva come comportarsi.
  Sospirò, chiudendo un momento gli occhi.
  - Tu... - cominciò lentamente - Hai avuto tante di quelle occasioni per dirmi che non eri veramente Etsuko, eppure... -
  - Credo che ora possa bastare. -
  Una voce, dal tono basso ma perentorio, aveva troncato la frase che Okumi si stava sforzando di formulare. Quest’ultima voltò di scatto il capo a destra, sapendo benissimo chi si sarebbe trovata di fronte.
  Ad una decina di metri di distanza, lo spirito della Zanpakuto si fermò, fissando lo sguardo sulla sua compagna Shinigami. L’espressione di quegli occhi scuri non era calda e rassicurante come la ragazza ricordava. Era seria e, forse, un po’ delusa.
  - Oh, signora! - esclamò la falsa Etsuko, di gran lunga più stupita di Okumi.
  Lo spirito spostò la sua attenzione su di lei, addolcendosi immediatamente. - Sono venuta appena ho potuto, appena ho percepito una nuova presenza. -
  - Io credevo...  È tutto ok, adesso? -
  - Sì, grazie, mi sono ristabilita del tutto. Ti ho fatta preoccupare? -
  - Beh, ecco... mi sono un po’ spaventata prima, perché l’ho vista tutta coperta di sangue... -
  - Avevo solo bisogno di ripristinare le forze... ed in merito ho avuto un piccolo aiuto. - ammise la donna.
  Gli sguardi di Okumi e della Zanpakuto si incrociarono ancora una volta.
  Si conoscono piuttosto bene, eh?
  Quello, visto l’attuale stato d’animo della ragazza, non giocava molto a favore di un tranquillo confronto tra lei e lo spirito.
  - Oh! - proruppe la falsa Etsuko - Voi due dovete parlare, immagino. Da sole. Beeeene, quindi io dovrei andare, eh... -
  Lo spirito si adombrò, aggiustando la tesa del cappello come a volersi coprire gli occhi. - Mi scuso. -
  - Come? - si sorprese l’altra.
  - Sarei dovuta arrivare prima. Dopotutto - la donna lanciò un’ennesima occhiata ad Okumi - è me che lei voleva incontrare. -
  Alla ragazza non piacque affatto il sottinteso di quelle parole. Lo spirito la stava rimproverando, nemmeno troppo velatamente, per il suo comportamento. E aveva la netta impressione che quelle scuse da parte della Zanpakuto volessero essere un: “Mi scuso io, perché so che lei non lo farà mai”.
  - Tu va’ pure. - riprese lo spirito, rivolto alla falsa Etsuko - Non credo che ci impiegherò molto, qui. -
  - Ah. Ah, ok... -
  Okumi guardò colei che si era finta la sua migliore amica allontanarsi, saltellando giù da una scala invisibile.
  Per un attimo, si sentì quasi in obbligo di richiamarla, dirle qualcosa. Subito però represse questo istinto, per concentrarsi  sul nuovo confronto, che di certo non si annunciava roseo.
  - Cosa intendevi prima? Quando hai detto che avresti finito presto con me. - esordì, col tono più neutro che le riuscì. Il gelo però trasudava dalle sue parole.
  - Sembra che, nonostante le mie speranze, noi due abbiamo ancora ben poco del quale parlare. -
  Okumi accusò malamente il colpo.
  - Mi stai per caso dicendo che non mi vuoi rivelare il tuo nome? -
  - Mia cara... ho detto questo e anche altro. -
  - Solo per come mi sono comportata con... lei? - accennò sotto di loro.
  - Non entrerò nel merito delle tue azioni, né delle sue, anche se non ti nascondo che mi ha un bel po’ delusa ciò che ho visto e sentito. -
  - Non l’ho mica aggredita così dal nulla. Quella ha finto di essere Etsuko... la mia migliore amica. -
  - Oh, certo, so bene chi sia Etsuko. E, proprio sapendolo, non mi stupisce che “quella” si sia finta lei. Però ho già detto che eviterò di commentare. -
  La ragazza squadrò la Zanpakuto con aria scettica.
  - Va bene, e allora perché? Ci sono un sacco di motivi per cui mi sarebbe utile sapere il tuo nome. -
  - Ah, sì? - per un istante, l’ombra di un sorriso parve comparire sul volto dello spirito - E quali sarebbero questi motivi? Sono curiosa di sentirli. -
  Okumi si sentì abbastanza presa in giro. Non pensò neppure un secondo che la domanda rivoltale potesse essere sincera. Dove voleva andare a parare quella donna?
  - Mi renderebbe più forte. - disse comunque - Con lo shikai potrei combattere alla pari con gli Hollow, e magari mi salverebbe la vita. Senza contare che sarei molto più vicina al diventare una vera dea della morte, e quindi a non essere più una fuorilegge. -
  La Zanpakuto annuì distrattamente. Alzò la testa al cielo, come se d’un tratto volesse mettersi ad osservare le forme delle nuvole.
  - Certo, sono senza dubbio ottime ragioni. -
  - Però ho come l’impressione che non sia servito a niente ricordarle. - ribatté aspra Okumi.
  - Mh, impressione corretta. -
  - E ancora tu non mi hai dato uno straccio di perché. -
  Lo spirito tornò a guardare la ragazza. Sebbene il tono dell’altra non fosse stato dei più gentili, ella non sembrava più così contrariata, anzi, era quasi serena.
  - Beh, direi che ci sono fondamentalmente due motivi. - per rafforzare quell’affermazione, sollevò due dita di fronte al viso di Okumi - Primo: nelle tue condizioni attuali, anche sapendo il mio nome non riusciresti a combinare un nulla di fatto con lo shikai. -
  La donna abbassò il medio, facendo per sfiorare con l’indice il naso di Okumi, la quale però si ritrasse.
  Lo spirito sospirò. - Secondo: anche volendo pensare che tu abbia la forza per usare i miei poteri, farlo, per come la vedo io, non ti darebbe alcun beneficio. -
  - Oh, sicuro, se vogliamo escludere che potrebbe evitarmi di finire bruciata viva la prossima volta che sarai costretta a salvarmi la pelle! - esclamò la ragazza.
  - Mia cara... -
  - E non chiamarmi così! -
  La Zanpakuto si bloccò, interdetta da quella reazione.
  - ...Okumi. Ciò che voglio dire è: le ragioni che tu mi hai elencato prima , in realtà, conducono tutte in una sola direzione. Tu vuoi diventare più forte. E vuoi diventare più forte per dimostrare di poter essere all’altezza del compito di Shinigami. E desideri così tanto essere una Shinigami perché non accetti il fatto di essere morta. -
  - No, un mom...! -
  - Per favore, lasciami finire. Io non sto affatto dicendo che questa tua motivazione di fondo sia sbagliata. Anzi, la capisco perfettamente e ti sostengo. Ma quando avrai conseguito il tuo obiettivo, cosa farai? La tua risoluzione crollerà. Credi davvero di poter essere una dea della morte senza avere una singola ragione in se stessa per esserlo? -
  - Stai dicendo cose senza senso. La mia risoluzione non se ne andrà mai, punto. Anche una volta diventata Shinigami, non è detto che sarò del tutto al sicuro. -
  - Intendi dire che porterai il peso della tua stessa esistenza sulla tue spalle? - la donna si intristì - Credi davvero che riusciresti a sopportarlo? -
  Okumi strinse i pugni. - E tu credi che non lo abbia già messo in conto? -
  Lo spirito scosse nuovamente la testa. - Stai seguendo un percorso così complicato senza metterci il cuore. Non è questo l’approccio giusto, né ora, né a lungo termine. -
  - Beh, e quindi che cosa vorresti facessi? Mollare e basta? -
  - Io voglio solo che... -
  - Ho capito cosa stai dicendo, ma è semplicemente impossibile! Non ho mai voluto fare la dea della morte e non penso proprio che cambierò idea! Se anche fossi stata libera di scegliere, non avrei trovato alcun motivo al mondo per volerlo essere! -
  La Zanpakuto emise un lieve sospiro. - Ne sei proprio convinta, a quanto pare. -
  Forse era quello. Lo spiraglio di cui Okumi aveva bisogno.
  - Già. E tu invece hai proprio intenzione di ostacolarmi? - incalzò subito - Lo sai che senza il tuo nome e senza lo shikai ad un certo punto... beh, non andrò più da nessuna parte. Renderai tutti i miei sforzi inutili. È questo che vuoi? -
  - La stai mettendo giù molto pesante. -
  - Potrei anche continuare. -
  - Non credere che mi piaccia questa situazione. -
  - Benissimo. Allora dimmi il tuo nome e finiamola qui. -
  - Temo che siamo entrambe troppo barricate sulle nostre posizioni. -
  Okumi aveva una gran voglia di stritolare qualcosa fra le mani. Per cercare di ritrovare la calma, scelse una soluzione meno violenta e si pizzicò la punta del naso. Inspirò ed espirò un paio di volte.
  Poteva solo continuare ad infierire senza alcuna garanzia di successo o rassegnarsi e prendere per buone le “condizioni” della Zanpakuto.
  La mia controparte.
  - Come posso...? - mormorò fra sé e sé.
  - Cosa dici, mia cara? -
  Questa tizia.
  La ragazza sollevò su di lei uno sguardo truce.
  È la mia controparte perfetta.
  - Come posso prenderti sul serio? -
  Lo spirito sbatté le palpebre, sorpreso. - Non capisco cosa intendi. -
  - Jukunemu mi aveva detto che il rapporto fra Shinigami e Zanpakuto è quello di compagni di battaglia. E bisogna dialogare, capirsi, creare un’intesa, questo genere di cose. Tu però... sembri più che altro la mia coscienza. Se dovessi indovinare il tuo nome, direi che è “grillo parlante”. -
  Al contrario di quanto Okumi si era aspettata, lo spirito non parve affatto confuso da quelle affermazioni. Tutt’altro. Per la prima volta da quando erano faccia a faccia, la donna si esibì in un sorriso sincero.
  - Ah, ho capito cosa vuoi dire. Ma non vedo perché stupirsi tanto. - ridacchiò, mentre nei suoi occhi si accendeva una luce del tutto nuova - Per caso, non penserai ancora che io sia una normale Zanpakuto? O tu una normale Shinigami? -
  Un’improvvisa, violenta folata di vento troncò qualsiasi possibile continuazione di quel discorso. Okumi si riparò il viso con le braccia, strizzando le palpebre. La raffica sembrava addirittura sul punto di farla cadere dalla pedana invisibile che si era costruita. O forse era proprio quest’ultima ad essere diventata instabile.
  Le sembrò di sentire la voce dello spirito borbottare qualcosa che somigliava a: - Accidenti, così mi volerà via il cappello... -
  Okumi sentì una mano stringersi sulla sua spalla e vide accanto a sé la Zanpakuto.
  - Faresti meglio a tornare cosciente. - gridò quest’ultima per sovrastare il fragore del vento - Hai usato quasi tutto il tuo reiatsu per ripararmi, e il tuo konpaku sta diventando instabile. Vai, per stavolta il discorso può dirsi chiuso. -
  La ragazza avrebbe voluto chiedere come fare per ritornare in sé, ma non ce ne fu bisogno. Un vortice la avvolse completamente, togliendole la sensazione del contatto con la mano dello spirito.
 
 
 
  Il contrasto con la penombra che regnava nel deposito confuse per un attimo Okumi. Bastò però poco per recuperare tutti i ricordi di quanto era successo nel suo mondo interiore.
  Il primo istinto che le sorse fu quello di controllare l’arma che si trovava sul tavolino. Si era aspettata di vedere la stessa spada di sempre, anonima e dall’elsa color verde spento.
  Al suo posto si trovava invece una katana priva di guardia, con l’impugnatura di un bel rosso acceso, dall’estremità della quale pendevano due nappe dorate. La lama era riposta in un fodero laccato di bianco puro.
  Dopo qualche esitazione, Okumi prese la sua Zanpakuto. La sfoderò di pochi centimetri, il tanto che bastava per vederne il filo scintillante.
  Doveva forse considerare quel miglioramento estetico una specie di offerta di pace da parte dello spirito? Perché se fosse stato così, allora... beh, inaspettatamente, stava funzionando. La spada sembrava ora più un’arma da esposizione, che uno strumento da usare in battaglia. Rendere Okumi orgogliosa di un oggetto in suo possesso era di certo un modo molto valido per migliorare il suo umore.
  Ma non finisce qui.
  Non importava quanto quella donna potesse giocare a fare il grillo parlante e spronarla a trovare una ragione per voler essere una Shinigami. Sia che uno scenario del genere si potesse avverare o meno, un giorno la Zanpakuto sarebbe stata davvero costretta a cedere e rivelare il proprio nome.
  Lo sai che alla fine vincerò comunque  io.
  Okumi infilò la spada nella cintura dello shihakusho, assicurandola con il cordino bianco legato intorno alla guaina.
  A quel punto, si bloccò un istante. L’alterco con lo spirito le aveva fatto persino dimenticare il motivo primario per cui si era recata nel mondo interiore. Già, così semplice, così complicato. Ringraziare.
  La ragazza fissò la Zanpakuto, per poi scuotere la testa.
  Si chiese piuttosto se dovesse cercare Jukunemu, parlargli almeno un po’ dell’esperienza appena vissuta. Ma vedendo che dalle basse finestre nella parte alta delle pareti non filtrava più alcuna luce, dimenticò tutto il resto.
  Okumi uscì di fretta dal quartier generale e si diresse più veloce che poté in direzione della scuola.







































 
  Angolo Autrice
 
  Ci sarebbero stati un milione di modi diversi nei quali avrei potuto scrivere questo capitolo. Alla fine, dopo attente riflessioni, ho preferito farlo nella maniera più semplice, senza appesantire con tutti gli spiegoni che in origine avevo in mente. Infatti, credo proprio che apra molti più interrogativi, senza di fatto risolverne nessuno. Tutto sommato, la cosa non mi dispiace. Per me che sono l’autrice, tutti questi misteri hanno una loro spiegazione, a volte più semplice di quanto possa sembrare. Ma scrivendo in maniera da tenere tutto ciò nascosto, mi sto rendendo conto che, dal punto di vista di un lettore, c’è una vera e propria “parte oscura” nella storia. A volte senza neanche che ve ne accorgiate :D
  Beh, che dire... visto che mi piace mettervi un po’ a parte del processo creativo, vi svelo che dapprima l’incontro fra Okumi e lo spirito doveva essere molto più amichevole. Poi, di battuta in battuta, col carattere che ‘ste due si ritrovano, ne è uscito qualcosa di completamente diverso. Hanno fatto tutto da sole, in pratica. E il tutto è venuto pure mooooolto più lungo di quanto mi fossi aspettata! Già, un sacco di cosette sgomitavano per avere più spazio...
  Uhm, messa così sembra quasi che io non abbia potere decisionale sulla storia! XD  Ma sì, ancora un po’, e pure i personaggi cominceranno a ribellar-mmmmmhhh! *viene imbavagliata e trascinata nell’ombra*
  ...
  ...
  ...
 
  Anukis




 
Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felici milioni di scrittori. (© elyxyz)
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: Anukis