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Autore: queenjane    04/07/2017    0 recensioni
Alessio Romanov, erede al trono di Russia, vive alla Stavka, ovvero il quartier generale delle truppe con suo padre, lo Zar. E' il 1915, ha 11 anni, soffre di emofilia, ogni urto può essere fatale ma è curioso, avido di vita. Nonostante o forse per la prima guerra mondiale. Un suo incontro, un suo inopinato amico, il principe Andres Fuentes dal misterioso passato, più grande di lui, che racconterà storie, avventure e molto altro. Collegato a The Phoenix. Buona lettura. Dal capitolo 9;" In quella notte del luglio 1918, mentre il buio lo sommergeva, Alessio si trovò d’un tratto sopra un baio, a cavalcare il vento, come un antico guerriero, in una valle piena di luci e suoni e profumi, il vento portava il rombo delle onde, diede di sprone e il suo ultimo sospiro fu lieve come il mare quando muore a riva. ."
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista, Guerre mondiali
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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“Aleksej .. senti, non occorre che ogni volta tu chieda a ME o Andres il permesso se poter rimanere qui a mangiare o dormire, sei sempre il benvenuto, SE lo Zar acconsente. A me, a lui, non domandare più.”
“Come a casa..” Prevenne la mia replica”In un certo senso” tossii per occultare la commozione. E non era la gravidanza a rendermi più sensibile.
“Cat.” “Ehi..” “Avrai il tuo bambino, ma finchè non arriva..posso ..” “Che.. “Avevo capito. “Guarda che il mio bambino sei tu, io e le tue sorelle abbiamo iniziato con te.. Quando è nato Sasha, non ero un completo disastro grazie a te..” E non disse magari, a quel giro si fidava. “Sempre .. le cose cambieranno, che avrà bisogno di me, e io ti vorrò sempre bene, come te ne voglio, chiaro, dovrai avere pazienza..” si mise a piangere, commosso, lo lasciai sfogare. “Se non verrò subito da te..e ti voglio tanto bene, tesoro mio.. “


Un tesoro perduto e senza merito, ritrovato, ti osservo, mentre dormi, finalmente rilassato, le lunghe sopracciglia rilassate sopra la trama delle palpebre, i lineamenti distesi, armoniosi, gambe e braccia rilassate, sei dolce come una primavera in anticipo, forte come le leghe di titanio. Dormi Alessio, la notte è lunga pure voglio provare a tenerti al sicuro tra le mie braccia. I don’t want to let You go.. ti stringo un pugnetto tra i miei palmi, sfioro il tuo viso, sospiro, attenta. Mi hai donato la capacità di tornare indietro, di amare.
 
 “Mi diverto di più con te” disse lo zarevic.
“Grazie, però devi giocare con i ragazzi della tua età, sono così noiosi i cadetti quando vai a casa o i figli di Botkin.. giocate alla guerra, o che..”
“Troppa deferenza, Andres, e poi ..”
“Mica posso fare la lotta con te, Zarevic, sono troppo cresciuto”
“No..”Chiuse l’album fotografico con uno schiocco, “Ma  ci sai fare con i ragazzi”
“Ci provo”Andres congiunse le dita dietro la nuca, sospirando. “Per i miei cinque nipoti sono un bravo zio..Dicono loro”  una piccola smorfia, poi fece per aprire il medaglione e contemplare una ciocca scura, racchiusa tra quelle valve-

Stava pensando a Xavier, il figlio che aveva avuto da Isabel, sua prima moglie, nato troppo presto e morto dopo una settimana. Da un lato la notizia della gravidanza di Catherine lo aveva riempito di una gioia profonda, dall’altro era ritornata una quieta malinconia, quello che poteva essere e non era stato, l’eco di quei giorni lontani, di quella sofferenza forse sarebbe finito solo con la sua morte.

E si sentiva di nuovo giovane, potente, era bastato tanto poco a fecondarla.
E sarebbe bastato tanto poco, una complicanza del parto per farla morire e sarebbe stata sua la colpa, aveva resistito alla peggio, una volta, non poteva succedere qualcosa anche a lei. La amava, con il senno degli anni maturi, la frenesia della sua gioventù ormai passata, era tutto, era nulla, era Catherine, l’amazzone, la rompiscatole, il suo tesoro, il segreto dello zar. Zar che era il suo vero padre, sorella di quell’amato e viziato ragazzino che faceva vibrare il mondo con la sua magia, cui voleva bene a prescindere, un lottatore nato.


“Sei bravo”
Omise il gesto, non aveva voglia di rispondere a eventuali domande del principe ereditario, si alzò in piedi e gli appoggiò la mano sulla spalla “E sei bravo pure tu, zarevic, sempre”
“Lo puoi fare, se vuoi vedere la foto, non ti chiedo nulla” che la sua curiosità era leggendaria, ardua da smorzare, tuttavia capiva quando non era il caso.
“Ah.. Lascia stare, non ha importanza. E non chiedere a Catherine, ti risponderebbe e intanto per lei sarebbe un dolore, per favore..”Alessio incassò la lingua tra  i denti, sei nipoti Fuentes, cinque della marchesa Cepeuda, la bella Marianna dalle  verdi iridi, varie ipotesi, alcune complicate, ve ne era una ben semplice che lo rattristava. Ha avuto un figlio ed è morto. Sulla rosa che aveva tatuata sul braccio era scritto Xavier 1901, in caratteri nitidi e curati.
“Va bene. Cambiamo argomento. Ora che Sturmer è caduto, ed hanno nominato Trepov, a Pietrogrado procede meglio”
“Insomma, Zarevic, è abbastanza caotico” Trepov aveva chiesto allo Zar, interpretando un comune sentire, di far dimettere il ministro degli  interni Propotov, di scarsa efficienza e spaventosa corruzione.
I prezzi del cibo erano triplicati, il mercato nero fioriva, i ministri del governo imperiale si alternavano in un continuo carosello, dall’agosto del 1915 fino al dicembre 1916 vi furono quattro diversi primi ministri, cinque all’interno, quattro al dicastero dell’agricoltura e tre in quello della guerra.
Propotov, che era un sodomita e uno squilibrato con mistiche visioni, il cui unico merito era venerare Rasputin, era al ministero dell’interno, cui facevano riferimento la polizia ufficiale e quella segreta, la Ocharana.
A quel punto, il principe Rostov- Raulov, zio di Catherine, aveva fatto sparire gli incartamenti di Cassiopeia 130, onde non risalire alla sua vera identità, forse vi erano illazioni  o sospetti, ma non venne fuori, per maggiore sicurezza era stato detto che l’agente era disperso dall’estate del 1916, lui, Andres, era solo una generica F.
Lo zar era d’accordo, in principio, con Trepov, ma Alessandra non ne voleva sapere, così che vi era un increscioso impasse.  E non voleva saperne di allontanare Rasputin, che pareva avvertire che i suoi giorni erano ormai contati, se perdeva la protezione della zarina era finita.  E minacce, complotti, la stessa imperatrice madre suggeriva di allontanare Alessandra, spedirla in convento, in Crimea, ovunque, come di togliere il siberiano dai piedi..
“Zarevic, ti va un thè? Rimuginare serve a ben poco, teniamoci occupati”
“D’accordo, sai fare tante cose tu. Chi ti ha insegnato a cucinare?”
“Un poco in qua.. un poco in là Soprattutto è merito o colpa della leonessa di Ahumada”
“La leonessa di Ahumada??”
“E dai che la conosci, almeno di vista. Vediamo se indovini.. è mora, con gli occhi verdi, una calamità che mi è capitata, sostieni”
“Tua sorella?La marchesa?” basito.
“Bravissimo, Marianna Sofia Fuentes, maritata Cepeuda.. Che ti prende per sfinimento, dura come una selce..E di una scommessa persa”
“Racconta. SUBITO”
“Allora.. nel 1896, mio padre portò me e i miei fratelli in Africa, a caccia. “Alessio si mise in ascolto, vorace”. .Chiaramente la ragazza sapeva sparare.. Gazzelle, impala, e così via, ma la preda più ambita era il leone, ovvero il re della foresta. Con Jaime e Enrique stabilimmo che il primo che avesse abbattuto un leone, avrebbe imposto una penitenza agli altri.. eravamo dopo cena, bevendoci una birra, lei leggeva qualcosa poco distante, e tanto ascoltava, fidati. Intervenne, piccata, che non era stata presa in considerazione e per evitare spargimenti di sangue, che lei ci avrebbe trucidati ben prima ..stabilimmo che avrebbe partecipato, anche se ritenevamo che fosse una cosa da maschi. Che annuisci, Alessio, impara che le donne ne sanno sempre una in più.”Ridendo “Che fu la ragazza ad abbattere il solo leone della spedizione e di diede una lezione memorabile”
“Cioè.. ??Vi fece prendere lezioni di cucina?E vostro padre non osservò nulla??”La faccia era un solo punto di sorpresa. Mio marito non si mise a ridere per non offenderlo.
“Che avevamo dato la parola e quindi dovevamo imparare, che Marianna ci aveva ben gabbati. Che imparassimo una cosa da donna, ecco l’ironia della leonessa, e tanto con Catherine ancora non hai imparato. .. Che ne sa sempre una più di me e te messi insieme”
“E..”
“Ciao, ragazzi!!Intervenni prima che lo zarevic chiedesse della principessa madre, Sofia. Ero rimasta in ascolto sulla soglia  “Catherine!!Sai di vento e di neve,”Mi premette il viso sul maglione, nemmeno non mi vedesse da un anno, invece che dal giorno avanti, poi mi prese il braccio.
“Hola, hombres!!Hi, men” Tradussi, a suo beneficio. Poi”Comunque, non è solo tremenda, ha anche un grande coraggio.. “
“O poco senso del limite, ti riferisci alla volta che sgusciò a cercare un gruppetto che si era perso nei valichi, rischiando l’assideramento?”
“Sì.. Decidi tu. Che se non sbaglio ti buttasti in mezzo ad una arena del salvare un torero”Alessio rise di quel piccolo battibecco.
“Come un gladiatore..”
“Già, ci prendiamo questo tè?”


 
   
 
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