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Autore: La_Moltitudine    04/07/2017    3 recensioni
In un futuro distopico in cui uomini dotati di abilità paranormali hanno posto fine alla Crisi in Medioriente e i supereroi fanno ormai parte della quotidianità, Giacomo Pagusa si mette in gioco per diventare il più grande vigilante della sua città. Nel mondo criminale di Sentinella delle Acque, però, una miccia è stata accesa e presto la bomba esploderà. Gli eroi di Sentinella saranno messi alla prova e questo battesimo del fuoco potrebbe richiedere il tributo delle loro vite e quelle di molti altri.
[Per una precisa scelta stilistica i capitoli saranno brevi, verranno pubblicati con una cadenza variabile da 2 a 3 giorni di stacco l'uno dall'altro. Per tutto il corso della storia si alternerano due POV.]
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Atto XI

Mai, in tutta la sua vita, aveva atteso con tanta trepidazione qualcosa, come quella mattina attendeva il telegiornale regionale “TG Puglia”. Dopo aver imposto il silenzio in tutta la casa, il Pagusa si fiondò sul divano e sparò il volume della tv al massimo.

“Le autorità parlano di un vigilante, un eroe, un giustiziere dai metodi poco ortodossi, che la scorsa sera avrebbe sventato una rapina nel paesino di Sentinella delle Acque, in provincia di BAT. Ma passiamo la linea al nostro corrispondente Balducci, già lì sul posto per noi”.

“Buongiorno a voi in studio, sono qui con la signora Nicoletta, che ieri sera, dal suo balcone, ha assistito all’intera scena”.
La signora aveva una ragnatela di rughe al posto del viso, i capelli bianchi e ispidi, pareva avesse duecento anni oltre a una gran voglia di parlare, con quelle sue labbra sottili e rattrappite.
“Questi signori giravano spesso da queste parti, non si poteva stare tranquilli con loro in giro. Ma l’altra notte è intervenuto quello che ora chiamano un eroe. Ma ve lo dico io: quello non era un eroe! Non era neanche un uomo! Era la Malombra!” disse la vecchia, baciando il vistoso rosario che si portava al collo.
“Se quei disgraziati sono finiti male, è perché non si pronuncia il nome della Malombra senza dopo baciare la croce di nostro Signore” concluse la signora Nicoletta, ripetendo il gesto di poco fa’.
Il Pagusa si portò una mano sotto il mento, e tamburellò con le dita, ripensando alla sua impresa del giorno prima. Anche uno di quei malviventi l’aveva chiamato “Malombra”, anche se solo per burlarsi del suo aspetto, e adesso quella vecchietta … ma in quegli occhi opacizzati dagli anni, aveva letto una genuina e spontanea paura. Che quella non fosse l’ispirazione che stava cercando per il suo nome da eroe? Forse “Malombra” era un pochino lugubre, ma in fondo anche il suo aspetto non era da meno: con quegli occhi scarlatti e il cappuccio calato sul viso. Lo ripeté più volte, a bassa voce, tra sé e sé “Malombra, Malombra, Malombra!” sì, non suonava male, e comunque era sempre meglio di “La Sentinella di Sentinella”.
Proprio mentre il Pagusa stava per andare su Istangram, per modificare il suo nickname, ecco che lo schermo del suo cellulare si oscurò, per mostrare il segnale di chiamata. Sopra la testa dell’omino azzurro su sfondo grigio, c’era il nome a caratteri bianchi “Magda”, la sua avvocatessa d’ufficio nell’A.E. Magari si trattava della causa riguardante il tizio sul pullman.
Per fugare ogni dubbio non gli rimaneva che rispondere. Portò il cellulare all’orecchio, sentendo la voce, stranamente melliflua ed entusiasta, della donna.

-Ehi, Jack!
-Ciao Mag. È successo qualcosa? Com’è andata la causa?
-Come vuoi che sia andata?! –
Chiese lei, stizzita. – E’ ovvio che abbiamo vinto, se c’ero io a difendere le tue ragioni. – Sbuffò. – Comunque, ho buone notizie.
-Di che si tratta?
-Un mio vecchio amico è venuto a trovarmi dopo molto tempo, e senti qua, mi ha chiesto di te!
-E chi è questo “amico”? –
Chiese il Pagusa.
-Non voglio rovinarti la sorpresa. Fatti trovare fra un’ora nel mio ufficio. Vedi di non tardare!

La donna chiuse la chiamata senza disturbarsi a salutare. Se Mag si era presa la briga di chiamarlo per fargli conoscere quel suo amico, si trattava certo di qualcuno di importante. Magari uno sponsor! Già si vedeva a recitare nello spot della Coca-cola, questa poteva essere l’occasione per mettere in tasca un po’ di dindini e magari investirli in una corazza protettiva: lividi ed escoriazioni non erano bei ricordi da portarsi addosso. Doveva fare colpo, e questo significava tirar fuori dall’armadio i vestiti eleganti, di quelli che sua madre teneva sottochiave tutto l’anno, in attesa di feste in sala e matrimoni vari. Giacomo non si metteva mai quella roba di sua sponte, dovevano sempre convincerlo con la forza, ma “ehi” si disse “c’è sempre una prima volta per tutto, no?”.
 
   
 
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