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Autore: Eevaa    06/07/2017    3 recensioni
Dopo alcuni mesi dalla grande battaglia contro Majin-Bu, gli abitanti della Terra sembrano vivere un armonioso periodo di pace. Ma, con il ritorno di Mirai Trunks, un nuovo pericolo incombe prepotentemente sulle vite dei nostri eroi e non solo.
Una particolare richiesta da parte del saiyan del futuro potrebbe sconvolgere per sempre il corso degli eventi, di cosa si tratta? Riusciranno i combattenti a far fronte ad una catastrofe apparentemente silenziosa?
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Mirai!Bulma, Mirai!Trunks, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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DRAGON BALL GA : GAME OF AGES



CAPITOLO 24 - IL PADRONE DEL TEMPO
 


Hic et nunc

 
Il principe Vegeta, nonostante le numerose battaglie e nemici temibili e glaciali, giurò di non aver mai visto in vita sua uno sguardo così pietrificante. Nero come l'oscurità alla fine del tunnel spazio temporale, tetro come l'inferno. Quando quell'essere mistico si decise finalmente a parlare, il suono della sua voce perforò i timpani dei saiyan come un gesso sulla lavagna, acido e terribilmente pungente. 
«Alla fine ci siete riusciti. Siete davvero arrivati fino a qui» proferì l'inquietante figura ancora immobile ed impassibile. Vegeta, il quale non aveva perso tempo a scansare il figlio appena dietro di sé tenendo il braccio teso, digrignò i denti in un ringhio silenzioso. 
«I miei complimenti, umani» proseguì con tono della voce indecifrabile. «Ma, con mio enorme disappunto, ciò mi porta a pensare che la lezione non vi sia affatto servita».
«Se per "lezione" intendi il tuo scopo di annientarci tutti, allora è evidente di come tu non sia a conoscenza dell'innato spirito di sopravvivenza umana» controbatté Vegeta tentando il più possibile di non sbattere le palpebre per non lasciare a quell'essere nemmeno un millesimo di secondo di vantaggio per attaccare. Effettivamente non sapeva se egli fosse in grado di combattere, ma qualcosa portava il guerriero a pensare che la situazione non fosse per niente sicura. 
Per la prima volta dopo parecchi minuti di immobilità, il Padrone del Tempo socchiuse lievemente i tre occhi in un gesto nervoso, probabilmente infastidito da sfrontatezza con la quale il principe dei saiyan aveva risposto. 
«Vi siete divertiti a prendervi gioco di me, cambiando in continuazione l'ordine delle cose, stravolgendo le conseguenze degli eventi. Ingrati e sconsiderati, non vi siete accontentati di ciò che il destino aveva in serbo per voi, questa è la giusta punizione per il vostro affronto. E ora sono io, Tuurmerik, il sacro Padrone del Tempo e dello Spazio, a decidere della vostra sorte».
«Il destino che era stato scelto per Mirai Trunks era crudele ed ingiusto!» gridò il bambino superando con un passo il braccio teso del padre, il quale tentò invano di fermarlo. 
«Non spetta a voi decidere ciò che è giusto o non è giusto e tu, ragazzino impertinente, come osi rivolgerti a me con cotanta maleducazione?» sibilò Tuurmerik, indignato e disgustato da quella feccia umana che aveva osato varcare la soglia della sua dimensione. 
«Trunks! Da ora in poi parlerai solo se interpellato» ordinò il principe dei saiyan al figlio, avanzando verso di lui sino a lasciarselo nuovamente alle spalle. Fece cadere le proprie braccia lungo ai fianchi ed incrociò nuovamente il temibile sguardo di quell'essere rivoltante. «Tuurmerik, noi siamo venuti qui solo per chiederti di rimettere a posto le cose, in cambio promettiamo solennemente di distruggere le macchine del tempo. Non giocheremo mai più con ciò che ti appartiene, non intendevamo affatto offenderti così facendo. Ti preghiamo di accettare la nostra richiesta».
Non avrebbe mai voluto abbassarsi a tanto, Vegeta, non avrebbe voluto farlo per nessun motivo al mondo, ma sapeva che avrebbe dovuto abbassare la cresta e sbriciolare con le mani il proprio orgoglio per poter avere una possibilità di salvare chi amava. Aveva però imparato ad utilizzare la diplomazia, in passato, nei tempi in cui era parte dell'esercito di Freezer. 
Non avrebbe mai supplicato qualcuno per salvare se stesso, ma per suo figlio sì, per sua moglie e per il nascituro lo aveva appena fatto. Non ci sarebbe stata altra scelta, aveva imparato a proprie spese che a volte con il suo carattere spavaldo e sbruffone aveva ottenuto l'esatto opposto di ciò che desiderava. Aveva oramai capito che la via migliore per avere possibilità di successo sarebbe stata quella della formalità e della gentilezza. Lo odiava, certo, non faceva affatto parte della sua natura. Si sentì ingenuo, stupido e "buono", proprio come quell'idiota del suo rivale. Sperò solo che aver preso esempio da Kaarot portasse a qualcosa di buono.


Trunks, osservando le larghe spalle del padre farsi carico di un ulteriore peso, deglutì rumorosamente al solo pensiero di una risposta negativa da parte del Padrone del Tempo. Quest'ultimo sembrò non scomporsi minimamente alla vista del principe piegato nella dignità al suo cospetto. Tuurmerik però, interruppe il silenzio con una lunga e fragorosa risata, una risata pericolosa ed assordante che fece perdere ben presto la pazienza al saiyan.
«Trovi tutto questo divertente?» domandò Vegeta, cercando di non affondare troppo le unghie all'interno dei propri palmi. 
«Molto spassoso, dico sul serio. Hai anche avuto il coraggio di tentare di convincermi, è pazzesco! La risposta è no, ma siccome sono buono vi do la possibilità di tornare da dove siete venuti e dire addio ai vostri cari» sentenziò Tuurmerik smettendo improvvisamente di ridere, tornando ad essere serio e minaccioso.
«Sei un mostro!» urlò il bambino balzando nuovamente oltre la figura paterna nel tentativo di colpire il Padrone del Tempo, sottovalutando la forza del nemico.
Neppure il padre fece in tempo a bloccare l'attacco, il valoroso principe dei saiyan non riuscì ad impedirglielo e non riuscì nemmeno a fare in modo di evitare che suo figlio fosse colpito da una potente ginocchiata alla bocca dello stomaco. Il Padrone del Tempo era stato così veloce e scattante da non dar tempo al suo piccolo rivale di schivare la mossa.
«TRUNKS!» gridò Vegeta balzando immediatamente in avanti per non lasciar cadere il bambino a terra, martoriato da quel dolore immenso che gli tolse completamente il respiro e gli fece sputare sangue; la sua corsa venne però interrotta dal nemico, il quale si posizionò immediatamente di fronte al principe, lasciandogli udire lo straziante tonfo del corpicino inanimato di suo figlio cadere rovinosamente sulla lastra di ferro poco distante. 
«Non puoi proteggerlo qui. Oramai non puoi più proteggere nessuno, umano» esordì Tuurmerik mostrando i denti appuntiti e bianchissimi in un sorriso malefico, per il quale Vegeta trasalì. Il bambino, privo di sensi, giaceva faccia a terra alle spalle del nemico; ciò ricordò al principe una scena straziante vissuta qualche anno prima, quando la copia del futuro di Trunks fu annientato da Perfect Cell con un'attacco inaspettato. La rabbia e il dolore che provò si innescarono nuovamente, come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro.
«IO TI AMMAZZOOOOO!» ululò il principe infiammandosi di luce dorata e gonfiando il petto sino quasi a strappare la canottiera nera della nuova tuta da battaglia, decisamente più informale rispetto a quella vecchia. 
Sferrò un pugno a vuoto, poi un altro, ma Tuurmerik era più che intenzionato a non farsi colpire. Indietreggiò senza il minimo sforzo ed incassò solamente gli spostamenti d'aria creati dalle poderose nocche del principe, dando così il via ad un'acchiapparella tragica ed inconcludente. 
 

 
«Hai sentito?» domandò Mirai Vegeta girandosi di scatto nella direzione opposta alla quale stavano procedendo alla ricerca del nulla più assoluto. 
«Forte e chiaro. Questa è l'aura di Vegeta, deve aver trovato qualcosa! Andiamo!» rispose il ragazzo, incitando il padre a tornare indietro. Sfrecciarono poi alla ricerca della fonte di quell'aura oramai lontana dal punto in cui si trovavano.

 
A nulla servirono i lampi di luce scagliati dai palmi aperti del combattente, a nulla valsero le strategie di duello apprese in più di trent'anni di vita: il Padrone del Tempo non lottava, schivava le mosse con estrema facilità e scarsa fatica. Trunks, nel frattempo, era ancora steso al suolo privo di sensi e con la guancia sporca del sangue che aveva tossito in seguito al colpo infertogli da Tuurmerik, il quale era andato a segno infallibilmente. Ma era stato messo al tappeto così facilmente? Vegeta aveva un terribile sospetto. Che fosse una sorta di magia?
«Combatti, codardo! Smettila di scappare!» abbaiò Vegeta scagliando un flusso di energia continua che andò ad estinguersi contro un ingranaggio arrugginito. Sentì la rabbia crescere dentro di sé, percepì il proprio sangue scorrere violento nei polsi sovraccaricati di potere, ma era solo contro un nemico che sembrava essere intenzionato solo a fuggire come il peggiore dei conigli. I suoi compagni avrebbero già dovuto averlo raggiunto da parecchio, ma all'orizzonte nessuna figura sembrò apparire ed egli era in grado di percepire le loro aure ancora parecchio lontane. 
Avrebbe dovuto giocare d'astuzia, il che sarebbe stato un gioco da ragazzi se solo avesse conosciuto la reale forza del proprio nemico, ma così non era affatto: l'aura di Tuurmerik era invisibile a sensazione umana. Non amava procedere in modo casuale, il principe dei saiyan, ma era esattamente ciò che quello strano duello non corrisposto richiedeva. Non seppe né come né perché, ma in quel momento apparì nella sua mente la persona che meno aveva preso in considerazione durante la sua permanenza sul pianeta Terra. 
Vegeta scagliò un'altro attacco di energia e come previsto l'alieno lo schivò ed andò ad appollaiarsi su una torre metallica mezza distrutta appena dietro di loro, guardandosi poi intorno per anticipare la mossa successiva. Ma ciò non avvenne: il saiyan sembrava essere scomparso dopo aver azzerato la propria aura.
«Non puoi nasconderti in questo posto, ne conosco ogni angolo» svelò Tuurmerik roteando il busto con la leggiadria di una ballerina di danza classica, i suoi movimenti erano eleganti e morbidi nonostante la sua altezza. Alzò lo sguardo ed eccolo lì, sua altezza reale si trovava in orizzontale pochi metri sopra di lui. 
Per la prima volta dopo l'intenso combattimento unilaterale, Vegeta riuscì finalmente a giocare d'anticipo, fiondandosi sul Padrone del Tempo dall'alto cogliendolo di sorpresa. Sperò con tutto il cuore di aver appreso la tecnica che aveva visto usare un milione di volte da quell'insulso terrestre pelato che conosceva con il nome di Crilin. 
«COLPO DEL SOLE!» gridò Vegeta, emanando dalle proprie mani unite in fronte un'immensa luce radiante che andò ad accecare temporaneamente i tre occhi del perfido nemico preso alla sprovvista così che, cingendolo per le spalle, riuscì ad atterrarlo al suolo dopo diversi metri in picchiata giù dalla torre. Un immenso cratere si formò nella lastra metallica sulla quale i due corpi giacevano l'uno sopra l'altro; la schiena di Tuurmerik completamente aderente al pavimento piegato, mentre il principe dei saiyan lo sormontò con la sua pesante massa muscolare, intrappolando e non lasciandogli alcuna via di fuga. Vegeta strinse la propria mano al collo di quell'essere nauseabondo ed avvicinò il proprio naso al suo. La vena pulsante sulla tempia del principe si ingrossò ulteriormente, dando sfogo a tutta la rabbia accumulata nelle ultime ore. Una piccola sfera di energia roteava nell'altro palmo tenuto a mezz'aria, illuminando così l'atmosfera circostante. La sfera, riflessa sulla guancia destra del saiyan, ne sottolineò l'espressione corrucciata ed il mento appuntito.
«Io ti annienterò e porrò fine a tutti i tuoi capricci, mi hai capito bene?» sibilò pericolosamente Vegeta, socchiudendo gli occhi color verde acqua, occhi intrisi di rancore. 
«Vuoi uccidermi, biondino? Bene, ti do una cattiva notizia: anche se tu ci riuscissi, rimarresti bloccato qui. Chiunque mi uccida è costretto automaticamente a prendere il mio posto, divenendo per successione il nuovo Padrone del Tempo. Sei pronto a lasciare tutto per ottenere questo ruolo?» soffiò Tuurmerik sentendo improvvisamente la presa al collo farsi meno salda. L'aria passò nelle sue vie respiratorie più fluentemente. 
Bastò un millesimo di secondo di debolezza, nemmeno il tempo di riuscire a rispondere alle parole di quell'essere dannato, a far sì che succedesse l'irreparabile. 



 

 
Angolo autrice:
.. sì, lo so. Adesso è un casino! Ma le cose non potevano essere mica così facili! Cosa credevano, che si sarebbe risolto tutto con una semplice chiacchierata? Ovviamente no! Tuurmerik si sta rivelando un nemico molto più difficile del previsto e, mannaggiaalc**zo, ucciderlo sarebbe alquanto sconveniente. 
Mai una gioia per i nostri eroi, insomma. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate :D
A presto,
Eevaa
 
  
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