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Autore: mariannawho    06/07/2017    1 recensioni
L'"io" narrante è un uomo, innamorato e sposato con donna, la classica figura dell'"angelo del focolare". Il protagonista ha il vizio del bere, sua moglie l'ha messo in guardia più volte, ma non c'è stato verso. Una sera, troppo ubriaco, uccide la moglie dopo una lite. Rendendosi conto poi di quel che ha commesso, si dispera. D'un tratto, però, una seconda possibilità gli bussò alla porta. Saprà stavolta abbandonare il vizio dell'alcol? O butterà via anche la seconda possibilità che gli è stata concessa, forse, dall'alto?
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vita un dono mi ha dato,
Angelica, mia amata, di te mi sono innamorato.
Occhi color del cielo,
pelle così pallida, quasi trasparente, come fosse un velo.
Vidi purezza nel tuo cuore,
una come te non poteva che donare amore.
Quasi d'obbligo il nostro matrimonio fu,
ma un peso non è stato: era proprio ciò che desideravo di più.

Io, ahimè, un brutto vizio avevo:
uscivo spesso di casa, e un bicchiere di troppo bevevo.
Mi mettevi sempre, tu, sull'attenti,
ma io vedevo noi comunque "felici e contenti".
Io, ahimè, mai ti ascoltavo,
forse di più quel vizio, che te, amavo.
Una sera, ahimè, persi tutta la mia pazienza
e ad accoltellate ti uccisi, senza pensar a nessuna conseguenza.


Tutto ciò di bello che avevo ho perduto,
ma un giorno, una seconda possibilità alla mia porta aveva bussato.
Quando la mia porta aprii
non c'era proprio nessuno, ad aspettarmi lì.
Ad un certo punto, poi
vidi qualcosa che mi ricordava noi:
una gatta bianca era, e non so perché
mi ricordava tanto te.

In casa entrò, come se sua sempre fosse stata.
Pensai "che bella gatta, sembra la mia innamorata".
Da quel giorno, mai da casa se ne andò,
sempre negli occhi mi guardava, col suo sguardo mi consolò.
Nonostante questo, mai abbandonai il mio vizio,
ogni sera a bere andavo, prima con Caio e poi con Tizio.
Una notte, tarda, a casa tornai,
la gatta era ancora lì, e per lei furono guai.

Come sempre, ahimè, ubriaco fradicio ero,
mi sembrava quasi di morire, tutto intorno era nero.
La gatta sembrava quasi che mi stesse sgridando,
e io ero talmente ubriaco che non capivo cosa stesse succedendo.
La rabbia mi pervase, l'agitazione fu fatale,
un coltello presi, e alla gatta feci del male.
La gatta avevo ucciso, ahimè,
ma successe una cosa, e io, ancora, non so spiegarmi il perché.

Al posto della gatta, il corpo tuo, Angelica, comparve,
era in putrefazione, pieno di larve.
Ciò che era bello distrussi una prima volta,
e lo feci una seconda, suppongo tu sia scolvolta.
Ciò di più bello la vita mi aveva donato,
e io ho rovinato tutto, povero disgraziato!
Ciò che è davvero successo non lo capirò mai,
ma ora sto bruciando tra le fiamme dell'Inferno, e tu ora lo sai.

 

   
 
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