Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: frown    06/07/2017    0 recensioni
Selene va al liceo, è la musa della rockband più famosa della città, ha un gruppo di amici fantastico e uno stuolo di ragazzi che le muore dietro. Apparentemente la sua vita è perfetta, ma solo apparentemente; il suo migliore amico ed ex vuole rimettersi con lei, ha una relazione segreta incredibilmente scabrosa e pericolosa, tanti segreti da mantenere e uno enorme da nascondere, per il bene di Britney, la sua migliore amica.
> Dal testo:
"Sono sempre stata quel genere di ragazza che la madre definisce “sprovveduta” e le professoresse “svampita”.
Una che vive in un altro pianeta e che torna sulla terra solo in poche e rare occasioni, nelle quali si piastra i capelli, cambia linea di shampoo e marca d'ombretto.
Era la fine degli anni ‘90, andavo al liceo e mia madre, nonostante l'era dell'accalappiarsi un marito per vivere una bella vita fosse passata da due decenni, aveva già in testa che io da me, non avrei mai combinato nulla."
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

THIS KID'S NOT ALRIGHT

(1).



 


 


 
Sono sempre stata quel genere di ragazza che la madre definisce “sprovveduta” e le professoresse “svampita”.
Una che vive in un altro pianeta e che torna sulla terra solo in poche e rare occasioni, nelle quali si piastra i capelli, cambia linea di shampoo e marca d'ombretto.
Era la fine degli anni ‘90, andavo al liceo e mia madre, nonostante l'era dell'accalappiarsi un marito per vivere una bella vita fosse passata da due decenni, aveva già in testa che io da me, non avrei mai combinato nulla. Non che potessi smentirla, in diciassette anni di vita, non avevo mai fatto nulla di giusto, persino papà una volta a cena l'aveva confessato, mi aveva fissata per bene e:“almeno è carina”.
Mio fratello Todd mi aveva fissata con una smorfia di disappunto, mentre io giocavo con i piselli avanzati nel piatto. 
Prima di andare a dormire facevo un paio di posizioni di joga, con il composto biologico che chiamavo “crema” sul volto: estratti di fango termale cartaginese, olio di camomilla e fiori di gelsomino. Quando iniziava a cedere e a macchiare il tappetino da Joga in silicone, andavo a lavarmi il viso con l'acqua tiepida, infilavo nella mia mascherina per il sonno due fette di cetrioli freschi e andavo a dormire, con le cuffie da muratore comprate in una bottega di materiale edilizio, accanto allo scaffale dei trapani. Con quelle enormi cuffie mi isolavo completamente, non sentivo più nulla e nonostante quando mi svegliassi avevo il principio di un mal di testa e sentissi i rumori a volumi più elevati, mi ero fatta il mio sonno di bellezza di otto ore.
Mi svegliava alle sei del mattino il mio orologio biologico, mi mangiavo i cetrioli che avevano passato la notte sulle mie palpebre ed andavo a spalmarmi due strati di crema che costava ventisei sterline a barattolo, per idratare e illuminare il viso, mentre questa si seccava sul volto, sceglievo cosa mi sarei messa. Dopo aver scelto i vestiti, indossavo la mia mise da trekking e scendevo giù in strada a correre, la crema ancora sul volto.
La crema veniva tolta, quando tornata, dopo la corsa, mi facevo la doccia con tutti quei prodotti per la cura per il corpo che compravo con i soldi rubati dal portafoglio di madre.
Mi vestivo e scendevo a fare colazione, a quell'ora di sveglia c'era solo mia madre che preparava la colazione per mio padre e Todd.
Io me la preparavo da sola. Frullavo tre fragole, un cucchiaio di limone, un bicchiere di latte e spaccavo nel frullatore tre uova. Il tutto veniva poi versato in un bicchiere di vetro, poi mi servivo una tazza di tè ai frutti di bosco, un biscotto e una pera.
Dopo aver fatto colazione, salivo in camera a truccarmi e a pettinarmi, finché non fossero state le otto meno venti, a quel punto, uscivo di casa e percorrevo la strada fino alla fermata del pullman, da cui la mia migliore amica storica Britney Toussard passava a prendermi, con una berlina e alla guida suo fratello maggiore Tristan.
Tristan era più grande di me di un anno, e da quanto ne sapevo, Cambridge l'aveva accettato, a Settembre avrebbe frequentato lì la facoltà di ingegneria aerospaziale o qualcosa del genere.
Tristan era la persona più intelligente che avessi mai conosciuto, era il genio della scuola di matematica e fisica, chiunque andava a fare da lui ripetizioni. Non mi ero mai fatta aiutare da lui, avrei fatto la figura della stupida. Oltre ad essere un ragazzo molto intelligente, non aveva un cattivo aspetto, come da stereotipo. Anzi, spesso, guardandolo dal sedile posteriore, avevo fissato il suo profilo dallo specchietto, finché poi non se ne accorgeva e ricambiava il mio sguardo, per poi sorridermi e tornare alla guida. 
Britney sceglieva le amicizie dopo aver testato che l'amica in prova non provasse qualcosa per suo fratello, il tasso di persone che superava il test corrispondeva al 0,001.9% della popolazione. Io l'avevo superato miracolosamente e, nonostante ciò, era uno sforzo micidiale resistere alle sue “r” arrotolate da francese, ereditata dai nonni paterni. Chiunque lo sentisse parlare non poteva fare a meno di sfarfallare le ciglia. Ma, lui restava ferreo: non avrebbe frequentato alcuna ragazza prima del college. Doveva concentrarsi nello studio, per accalappiarsi la borsa di studio e nel lavoro, per mettere via qualche risparmio. Tre mesi fa era riuscito a mettere via ottocento sterline, che aveva utilizzato per comprarsi il catorcio che ci accompagnava a scuola.
Mercoledì 26 Gennaio, Britney si tracciava la linea di eye-liner con il gomito e mezzo busto poggiato sul finestrino della macchina, lo sguardo puntato sullo specchietto laterale della macchina.
«Brit, chiudi il finestrino, si gela» esordì suo fratello, le mani coperte dai guanti che stringevano forte il volante gelato.
«Al diavolo, mi hai fatto venire la linea storta» lo sgridò la sorella senza nemmeno guardarlo, sporgendosi ancora di più fuori dal finestrino. 
«Al diavolo, mi hai fatto venire la linea storta» la scimmiottò fermandosi al semaforo rosso, le diede un colpo sulla spalla. «Così ti prenderai anche un accidente». 
Britney sbuffò, rientrando completamente nell'abitacolo, per poi     afferrare la manopola del finestrino e iniziare a girare e a girare, chiudendolo finalmente.
«Smettila di fare il fratello maggiore, sei fastidioso, vero Selene?» Britney e suo fratello mi guardarono contemporaneamente dallo specchietto retrovisore. Risi, mentre Tristan cambiava marcia e partiva al segnale verdastro del semaforo. 
Britney si girò difficoltosamente per colpa della cintura e mi guardò torva: «Riesci sempre ad ottenere un trucco migliore del mio» brontolò.
«Basta svegliarsi un po' presto» replicai a disagio, sotto lo sguardo confuso di Tristan.
«Non mi vorrai far credere che tu sei una persona mattiniera, spero»
«Per essere un intelligentone» parlò Britney «mio fratello è pieno di pregiudizi» lo accusò punzecchiandolo con l'unghia dell'indice lunga e laccata di un rosso scuro sulla guancia.
«Non sono pregiudizi, solo- sembri il tipo di persona che si alza dieci minuti prima, ed è già pronta» spiegò semplicemente, al che Britney scoppiò a ridere sfogandosi in una delle sue risate interminabili e fragorose.
«Ritiro tutto. Mio fratello non è uno con i pregiudizi, è solo un allocco. Credi davvero che Selene si svegli così? Con quella faccia? Con quel corpo? Si alza alle sei del mattino quella zuccona qui dietro per prepararsi di tutto punto» Britney era la mia migliore amica, ma restava comunque la rana dalla bocca larga.
«Oddio» mi abbassai ad abbracciarmi i polpacci, con il seno contro le ginocchia. «Proprio non mi va di parlarne» dissi ridacchiando nervosamente.
Tristan girò a sinistra, prendendo il corso in cui sorgeva la nostra scuola.
«Poverina» mi prese in giro la sorella «sicuramente la corsa di stamattina ti avrà stancata, ne parliamo più tardi?»
Feci un verso esausto e stanco, l'avrei uccisa: «Brit, mi stai mettendo in imbarazzo!» 
Britney rise ancora, prima di slacciarsi anticipatamente la cintura, senza che Tristan se ne accorgesse, troppo preso dalla conversazione.
«Ti alzi alle sei del mattino per correre?» chiese stranamente frustrato.
«Per correre e per spalmarsi cacca di cammello sulla faccia!» replicò la mia amica ironica, frugando tra i fogli sparsi sul cruscotto. 
«Non è cacca di cammello» brontolai offesa. «E sì, vado a correre».
Tristan entrò nel parcheggio, salutando dal parabrezza qualcuno che conosceva, che non feci in tempo a riconoscere.
«Non ti facevo il tipo da fare queste cose, sembra quasi che tu ti impegni-»
«Più che impegnarsi si massacra proprio...» Britney riuscì finalmente a trovare l'elastico abbandonato sul cruscotto il giorno prima, e prese a cercare di intrappolare i suoi capelli chiari in una coda di poco conto. «Sarebbe bellissima anche senza sforzi, per carità. Ma lei punta all’eccellenza».
Tristan sospirò. «Addirittura? Stavo dicendo, tu.. Sembra, anzi, tutti pensano che tu non ti impegni in nulla, ma... A quanto sento stamattina, sembra che tu ti impegni molto, tanto. Perché? Perché in una cosa futile come l'aspetto fisico?» 
Stetti zitta, sotto i suoi occhi indagatori che si spostavano dalla strada allo specchietto retrovisore.
«Solo perché tu sei pigro e preferisci flirtare con Heinstein tutto il giorno sui libri, invece che curarti fisicamente, non fare quella faccia, non sarai un ciccione, ma potresti chessò avere un fisico da modello! Comunque, non significa che anche il resto della popolazione mondiale debba farlo!» s'inserì Britney difendendomi come una sorella.
«Quella di Heinstein me la dovrai spiegare. E comunque, io non mi trascuro, vado a correre tutte le mattine-»
Britney lo interruppe per l'ennesima volta, mentre parcheggiava: «Non ascoltarlo, cotoletta del mio cuore» rabbrividii al mio soprannome osceno. «Per quanto ne so esce presto tutte le mattine, ma potrebbe andare ad incontrare un pusher o il suo fidanzato...» lo stuzzicò, aprendo la portiera e scendendo. 
Mi affrettai a seguirla prendendo a mio seguito la cartella scolastica.
Tristan ridendo esordì: «Non sono gay» ed uscì anche lui dal veicolo. Chiuse la portiera sotto l'occhiata scettica di sua sorella. 
«Come me lo spieghi che sei sempre single? E che ascolti Cindy Lauper sotto la doccia?» lo accusò fissandolo di traverso. Mi afferrò per il polso e gli voltammo le spalle.
«Hey!» tentò di fermarci aggirando la macchina, «non ascolto Cindy Lauper, è successo solo una volta... Ho scambiato la mia cassetta con la tua!» Tristan ci raggiunse compiendo ampie falcate con le gambe lunghe.
«Okay, okay. Come vuoi tu. Ma ricorda che noi saremo pronte al tuo coming-out!» lo sbeffeggiò ridendo e affrettando il passo, superandolo.
Poi si girò, continuando a camminare di spalle per guardarlo in viso:«Non fare quella faccia, lo sai anche tu che Girls just want to have fun!»


 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: frown