24. Josephine
Parigi, 11 maggio 1787
Egregio Sergente De Soisson,
Vi scrivo con profondo senso di gratitudine, per ringraziarvi di quanto accaduto due giorni fa presso la Caserma di ***.
Vi prego di estendere questo mio pensiero a tutti i Vostri commilitoni, accorsi con così tanta sollecitudine e coraggio nel portare soccorso alla mia famiglia. Spero che nessuno di loro abbia riportato ferite gravi, in questa sortita. Dite loro che apprezzo enormemente quanto hanno fatto, e sappiate che se qualcuno di essi dovesse trovarsi nella necessità di cure superiori a quelle fornite dall'esercito, non esitate a contattarmi e provvederò personalmente.
Spero che non vogliate vedere questa mia offerta come un'elemosina che un'aristocratica fa cadere dall'alto, ma come il legittimo riconoscimento da chi è stato beneficiato, cioè la mia famiglia, verso i propri benefattori.
Perché questa è la situazione, a ben guardare.
Io ho seriamente rischiato di perdere in un solo momento ben tre dei miei parenti più stretti, tra cui mio padre e la sorella cui sono più legata. E non oso nemmeno immaginare in che stato sarebbe lei ora se avesse perduto il marito.
Dunque, questa mia lettera è a dir poco doverosa.
Tanto più doverosa in quanto, nell'ultima occasione in cui ho avuto modo di vedere Voi ed il Soldato François Armand, credo di essermi comportata in maniera poco riguardosa, direi supponente, come se voi soldati foste troppo giovani ed ingenui per comprendere i discorsi di Monsieur Roucher.
Ora, dopo l'episodio dell'altro giorno, pur essendomi solamente stato narrato, mi rendo conto che invece la vostra percezione degli eventi che stanno scuotendo la Francia è in realtà molto più precisa di quella che ho io.
Scoprire che qualcuno ha attentato di proposito alla caserma di mio padre, che lo ha fatto con cognizione di causa, sapendo che avrebbero trovato le armi, colpendo per uccidere pur di impadronirsi di ciò cui puntavano, mi ha davvero fatto rendere conto di quanto la mia conoscenza di ciò che sta accadendo sia esageratamente ottimistica e del tutto superficiale.
Spero che riusciate a comprendere in breve tempo come ciò sia potuto accadere. Il mio pensiero – ma è solo il pensiero di una donna avvezza unicamente agli intrighi di corte, e non alle cospirazioni – è che all'interno della caserma stessa, tra i ranghi dei sottufficiali o degli ufficiali al servizio del generale, vi sia un delatore. O, peggio, che le informazioni vengano da un superiore di mio padre.
Mia sorella mi ha detto che coloro che li hanno attaccati non erano ribelli male in arnese, ma qualcuno che andava a colpo sicuro… questo mi preoccupa terribilmente. Perché significherebbe che potrebbe accadere di nuovo.
E non è detto che la prossima volta ci potrebbe essere un vostro intervento. Questa volta siete giunti in tempo. Ma sarebbe ancora così?
Potrebbero impedirvi di intervenire. Potrebbe avvenire tutto all'improvviso.
Vi confesso tutta la mia preoccupazione. Ma non voglio tediarvi oltre. Questo avrebbe dovuto essere un semplice biglietto, ed è divenuto una missiva a tutti gli effetti.
Vi ringrazio ancora, con tutto il cuore.
Vi porgo i miei ossequi.
Josephine Duchessa de Liancourt.
La prossima settimana, per coincidenza con il Contest Love Day III, non pubblicheremo.
Il postino ripasserà il 21 luglio.
A presto!!!