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Autore: John Hancock    07/07/2017    0 recensioni
Nel 2039 una potente setta religiosa, il Sacro Ordine, conquista il mondo sottomettendo tutte le Regioni al suo volere. Tre anni dopo scoppia la rivolta, che vede a capo il Quartiere 16 di Astoria, uno dei ghetti più discriminati della capitale di Sinnoh. Capitanati da un ex poliziotto ormai stanco della situazione in cui viveva la sua gente, i rivoltosi inizieranno a lottare per la loro libertà, braccati dai Sacerdoti.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blue, Gold, Green, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Manga, Videogioco
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Never Had A Friend Like Me


 
 
Mentre, su Picco Corvo, Kyle e gli altri si riparavano dalla tempesta incombente, centinaia di miglia più a est, nel bel mezzo delle foreste ormai selvagge e prive di ogni tipo di ordine, Cole e Gold erano impegnati a farsi strada nella folta vegetazione che cresceva indomita.
Gold rassicurò più volte Cole sul fatto che non ci fosse la necessità di stabilire un campo base, in quanto avrebbero trovato riparo all’interno del rifugio di coloro che erano venuti a salvare. Inoltre, la missione non avrebbe dovuto prolungarsi più del dovuto.
Dragonite e Togekiss riposavano beati all’interno delle Ball, lasciando ai due uomini l’arduo compito del farsi strada a colpi di machete, nel folto sottobosco ormai indomato da anni. Lì, dove il controllo dell’Ordine non giungeva direttamente, fra le selvagge foreste, tutto cresceva e viveva secondo leggi da loro sconosciute. L’essere umano diveniva un estraneo, un visitatore non accetto. Per questo, grovigli di spine, enormi radici nodose, piante ed erbe velenose o orticanti, crescevano di fianco ai fiori, i prati verdi e i grandi alberi.
Il calore del Sole cresceva di ora in ora, nella calura delle tre del pomeriggio, nonostante ci fosse uno spesso manto di foglie a fare da riparo naturale. La fatica e l’inesorabile presenza degli insetti, però, favorivano l’aumento spropositato della stanchezza che mano a mano iniziava a impossessarsi dei corpi dei due.
Stranamente silenzioso, Gold procedeva dietro di Cole che, col machete, era intento ad aprirsi un varco fra le piante. Di tanto in tanto, il ragazzo troppo cresciuto dagli occhi dorati, indicava la strada, rammentando di volta in volta le direzioni poi prese da lui, in precedenza.
Uno stormo di Staraptor volò fra gli alberi, starnazzando, diretto nel verso opposto a quello percorso dai due.
- Non mi è mai piaciuto vedere dei volatili in cielo, diretti via dal luogo in cui sto andando, urlando come se ci fosse l’apocalisse – Cole scosse la testa, evitando uno Staraptor che per poco non gli conficcò il becco nell’occhio.
- Figurati, sarà una coincidenza. Poi non credo che gli uccelli urlino, il loro verso ha un altro nome.
- Oh, da quando Gold è diventato uno istruito? Ti ricordavo quello del “Le tette sono la risposta a tutto”.
- Ed è vero, una sacrosanta verità. Ma questo, è un altro discorso, poi ne parleremo a casa. Ancora non ho avuto l’occasione di fare a Kyle la fatidica domanda.
- Ti prego, dimmi che non hai intenzione di rifare quella stupida cosa che ripeti ogni maledetta volta che qualcuno di nuovo viene alla base.
- Stupida? Credi davvero che quella scelta sia stupida?!
- Gold, non puoi traumatizzare le persone con queste cose.
- Certo che posso, e lo faccio – tagliò corto lui, concludendo con una sana grattata di natica destra.
- Ancora non capisco perché tu ci tenga così tanto.
- È la scelta fondamentale nella vita di un uomo – Gold mise una mano sulla spalla di Cole, per poi voltarlo e fissarlo negli occhi.
- Cole, come puoi dire di conoscere qualcuno, se non sai cosa preferisca fra tette e culo, in una donna? È fondamentale e necessario alla convivenza tra fratelli, questa conoscenza.
- Ti si è bruciato il cervello, purtroppo.
- No, non ti preoccupare che sto benissimo. Ah, siamo arrivati.
Gold indicò un’enorme struttura dalla forma di una torre, seppur più larga che alta. Nera, si ergeva in netto distacco lì in fondo, nella vallata ai piedi dell’ennesima vetta bianca.
Cole si stese fra gli alberi, coperto in parte da un grosso cespuglio di rampicanti, circa venti metri più avanti di dove si era fermato Gold, per poi estrarre il suo binocolo e osservare la zona. Tutta la strada fino alla struttura era quasi completamente spoglia di alberi e piante, eccezion fatta per l’erba molto alta. Non c’era anima viva fino alle porte d’ingresso, dove si trovava un accampamento.
- Gold, vieni qui a vedere – Cole lo chiamò, passandogli il binocolo.
- Quelli sono senza dubbio dei Sacerdoti, riconosco la forma delle tende.
- Esatto, sembra che alla fine abbiano trovato il rifugio dei tuoi amici.
- Non ti preoccupare, Cole, le ragazze sono furbe: si saranno barricate all’interno in attesa del mio ritorno.
- Ragazze? Niente uomini?
- Ehm… no, solo ragazze. Forza, andiamo a salvarle.
Cole rimase per qualche istante in stasi, convinto che qualcosa gli stesse sfuggendo di mente.
D’improvviso, ottenne l’illuminazione e collegò tutti i pezzi del puzzle. Bloccò Gold per una caviglia, strattonando e facendolo cadere di fianco a sé.
- Adesso ho capito che sta succedendo: due settimane fuori senza alcun contatto, un carico di provviste con annessi dei preservativi, solo ragazze dentro quella specie di torre. Dimmi la verità, mi hai portato a salvare delle prostitute?
- Forse…
- Gold, io giuro che ti ammazzo! – urlò Cole.
- Andiamo, sei stato tu a dire che dovevamo salvare quanta più gente possibile per portarla con noi.
- Non osare usare le mie parole contro di me, pervertito. Ho detto che dovevamo salvare tutti, questo è vero, però ci serve forza di fuoco al momento. Cosa pensi che possano fare al campo, delle prostitute?
Gold aprì bocca per rispondere, quando Cole gli diede un pugno sul fianco, zittendolo.
- Non provare nemmeno a dire quello che stai pensando. Dannazione, delle volte mi sembra di vedere la versione giovane e perversa di Sur.
- Ma adesso siamo qui. Visto che ci siamo, salviamole, no?
- Io giuro sul mio culo negro che appena finirà questa storia ti scuoierò vivo e offrirò in sacrificio a Giratina.
- Tu mi adori, non negare. Non avrai mai un amico come me – Gold si alzò di scatto, avanzando verso la torre.
Iniziò a canticchiare California Love di 2Pac, oscillando le spalle e la testa a ritmo.
Cole non poté fare a meno di ridere e si avviò a sua volta, aggiungendosi al canto.
 
Un paio di ore dopo, giunsero finalmente in prossimità dell’accampamento dei Sacerdoti. Avevano finito tutto il loro repertorio di canzoni e adesso si limitavano a camminare in silenzio.
- Cole, qual è il piano? Sai vero che ci hanno visti da molto tempo?
- Certo che lo so, canti così da schifo che gli avrai rotto tutti gli oggetti in vetro.
- Allora che si fa? La solita tattica del finto cacciatore di taglie?
- Non ho voglia di fare Django, ancora. Stavolta andiamo con la tattica che ti piace tanto.
- Rompiamo il culo a tutti e ci facciamo strada a suon di pugni?
- Esattamente – Cole accarezzò la Poké Ball contenente Rhyperior, posizionata di fianco a quella di Mewtwo.
- Perfetto, mi piace come stai ragionando adesso.
Arrivati a pochi metri dalle tende, due Sacerdoti si accorsero della loro presenza.
- Chi siete? Identificatevi – intimò uno di essi, richiamando al suo fianco il suo Haunter.
- Lascia fare a me – disse Cole a Gold.
- Salve, signori. Siamo due capitani della Resistenza. Lui è Gold, probabilmente lo conoscete. Io invece sono Christopher Coltrane, credo che su di me ci sia la taglia più alta di tutte.
Gli altri Sacerdoti accorsero, compreso quello che doveva essere il loro capo. Era più grosso e più brutto degli altri, col capo coperto dal loro solito cappello bianco, ridicolo per gli altri.
- Deponete le armi e arrendetevi, vi sarà risparmiata ulteriore sofferenza – intimò lui.
- Lo farei… ma non voglio – disse Cole, estraendo la sua Poké Ball.
- State minacciando delle nostre amiche, quindi saremo costretti a farvi il culo.
Gold indicò uno dei Sacerdoti.
- La tua testa, finirà nel culo di quello lì – indicò un ulteriore Sacerdote – Mentre tu te la vedrai con il sottoscritto.
- Gold, finito con le minacce? – chiese Cole, piantandosi per bene sui piedi e chiamando in campo Rhyperior.
- Certo, io mi occupo di questi stupidi, tu pensa al loro capo.
Quattro Sacerdoti evocarono i loro Pokémon: Tropius, Golbat, Absol e l’Haunter. Gold chiamò a sua volta, in campo, i suoi, liberando anche il suo fedele Typhlosion.
- Tu affronterai me, negro – il capo dei Sacerdoti chiamò in campo un enorme Blastoise, a fronteggiare Rhyperior.
- Oh, andiamo, pensi che il vantaggio di tipo possa aiutarti?
- Blastoise, Idropompa.
- Ryp, Fuocobomba.
Le fiamme che si scaturirono in contemporanea da entrambi i polsi di Rhyperior andarono a scontrarsi coi potenti getti ad alta pressione di Blastoise. All’impatto ci fu una violenta onda d’urto e poi un’enorme nube di vapore si sprigionò quasi immediatamente, nascondendo tutto e tutti alla vista.
- Stupidi Sacerdoti, mi rovineranno la messa in piega! – l’urlo di Gold arrivò fino alle orecchie di Cole, nonostante i continui rumori generati dalle lotte.
Rhyperior rimase attento durante tutto il tempo. Nessun suono provenne dai loro avversari.
- Ryp, attento, credo stiano cercando di aggirarci. Usa un po’ Giornodisole, mettiamoci in vantaggio.
Il Pokémon annui. Generò due enormi sfere di luce all’interno dei palmi, per poi spararle alte nel cielo. Quasi istantaneamente, le due esplosero, intensificando il calore solare e la presenza del sole in quell’area. La luce li aiutò a vederci meglio nella nube di vapore che ancora persisteva, riuscendo così a vedere in anticipo Blastoise che stava attaccando dal lato destro.
Rhyperior agì istintivamente, precedendo i comandi di Cole. Staccò una placca di terreno e la lanciò verso il proprio viso. Azionò inoltre il suo corno principale, trivellando la terra e le pietre. La grandine di detriti così creata, andò a rallentare il Geloraggio di Blastoise, seppur non riuscì a fermarlo del tutto. Rhyperior venne colpito alla spalla, che si congelò all’istante.
Il capo dei Sacerdoti esultò, intimando poi a Blastoise di finire lì la lotta.
- Colpisci ora che è bloccato, ancora Geloraggio!
Cole non rimase lì a guardare e spronò Rhyperior a reagire.
- Ryp, vai con Lucidatura poi avvitamento a destra, forza!
Il Pokémon Trapano obbedì e grazie alla mossa divenne molto più veloce e riuscì a schivare con facilità la mossa in arrivo, grazie ai riflessi accelerati.
- Adesso forza, liberati di quel ghiaccio, usa Blastoise come mezzo.
Rhyperior ruggì di rabbia, caricando Blastoise ancora intento a generare il raggio ghiacciato, andato a colpire il terreno. Corse a testa bassa, tenendo il braccio congelato con l’altro. Arrivato in prossimità di Blastoise, caricò l’intero peso sui piedi, piegandosi sulle ginocchia.
- Adesso, salta.
Rhyperior ruggiva ancora, furioso, poi caricò il salto e fece schiantare la propria spalla sotto il mento di Blastoise. L’impatto fu tale da frantumare il ghiaccio e sbalzare Blastoise in aria, facendolo volare e arretrare di vari metri.
Rhyperior si scrollò i pochi frammenti di ghiaccio ancora ancorati alla sua spalla con un rapido movimento del braccio, mentre i pochi resti del vapore si estinguevano.
Blastoise si stava alzando a fatica, con il suo allenatore che lo incalzava a riprendere la lotta.
Nel frattempo, Cole e Rhyperior rimasero immobili, intenti a riprendere le energie.
Una volta che Blastoise fu in piedi, il Sacerdote ordinò l’attacco finale.
- Blastoise, finiamola qui, mi hai umiliato già abbastanza. Usa Idrocannone a piena potenza, uccidilo.
Il Pokémon Crostaceo puntò i propri cannoni in direzione del suo avversario, generando quanta più energia possibile. Si ancorò con i pedi sul terreno, stringendolo con le unghie, usate come radici di un grosso albero.
L’acqua andò ad accumularsi all’interno del proprio corpo, per poi esplodere con innata potenza e velocità.
- Ryp, proviamo la nuova mossa. Manovra evasiva numero tredici, vai con la tattica Zidane! – Cole incoraggiò il proprio compagno a uno scontro frontale.
Rhyperior ruggì come suo solito, quando l’enorme mole d’acqua andò a schiantarsi sul suo petto.
Lentamente, iniziò ad avanzare in direzione di Blastoise, portando le mani davanti al viso, per proteggerlo. Anche il suo corno cominciò a roteare, dissipando in parte la violenza dell’attacco subito.
Inesorabile, si avvicinò sempre di più a Blastoise, nonostante la furia che quest’ultimo immise nell’attacco. A nulla valsero gli incoraggiamenti e le minacce del Sacerdote, la forza di Blastoise parve diminuire di secondo in secondo. Le energie prosciugate dalla potenza del suo Idrocannone.
Finalmente, Rhyperior arrivò faccia a faccia con Blastoise. Si ancorò al carapace di lui utilizzando le enormi braccia, costringendolo ad alzare il viso e diminuire la pressione del getto.
- Adesso, Capocciata.
Rhyperior obbedì e, bloccato il collo di Blastoise con la mano destra, andò a colpirlo violentemente con la testa. Blastoise perse l’equilibrio e il getto d’acqua venne arrestato.
- Ora, finiscilo con un doppio Martelpugno sul mento! – al concludere la frase, Cole saltò verso l’alto, con entrambi i pugni in su.
Rhyperior caricò l’attacco rannicchiandosi al terreno, per poi esplodere in un violento salto verso l’alto. Colpì così forte il suo avversario che quello perse immediatamente coscienza, ricadendo di peso sul guscio.
- Inutile essere! – urlò il Sacerdote al suo Pokémon.
Estrasse la sua pistola e la puntò verso di Cole, quando qualcosa in volo lo colpì violentemente al capo e lo fece cadere a terra.
Un attimo dopo, Gold era su di lui. Tra lo stupore di Cole e Rhyperior, raccolse l’oggetto dal suolo e iniziò a brandirlo come una mazza, colpendo più volte il viso del capo dei Sacerdoti, facendogli perdere i sensi.
Cole si avvicinò ai due, furioso.
- Quello era mio! – urlò a Gold.
Quest’ultimo interruppe il suo colpire, col braccio fermo a mezz’aria.
- Mi stavo annoiando, già avevo eliminato quei due.
Solo allora Cole poté vedere ciò con cui Gold stava deturpando il viso del Sacerdote.
- Gold, dove cazzo hai preso un fottuto vibratore gigante, e per quale motivo lo stai usando come arma?!
- Dal mio zaino. L’ho portato da casa – Gold iniziò a ridere, azionando il giocattolo sessuale – Era da tantissimo tempo che sognavo di usarlo per picchiare qualcuno. Certo, avrei preferito fosse una ragazza ma anche così è davvero divertente.
Infierì un ulteriore colpo al viso al Sacerdote, per poi abbandonare la sua arma inusuale sul naso di lui, ancora accesa.
Gold si tirò su e si stiracchiò la schiena.
- Adesso andiamo dentro e finiamo questa storia, o io ti uccido – intimò Cole.
- Sembra non sia necessario, guarda chi è arrivato. Ciao Zitanna! – Gold urlò agitando la mano, in direzione delle porte della struttura.
Dall’interno stavano uscendo delle ragazze, armate fino ai denti con fucili d’assalto, mitragliatrici leggere e fucili di precisione.
Quella che doveva essere la loro leader si avvicinò ai due.
- Gold, finalmente sei ritornato, pensavamo ci avessi abbandonato.
- Tranquilla, Zitanna, ero andato a cercare rinforzi. Cole ti presento Zitanna, Zitanna Cole.
Gli occhi di lui si poggiarono sul corpo mozzafiato della donna: capelli rossi, mossi e lunghi erano lasciati ricadere davanti al seno prosperoso, incorniciandone le forme. Il viso era puntellato da lentiggini in prossimità del naso sottile e sugli zigomi, mentre la bocca delicata e piccola ne era priva. Gli occhi verdi risaltavano notevolmente, grazie anche alla carnagione chiara di lei.
Indossava un jeans strappato in vari punti, stivali in pelle e una t-shirt degli Iron Maiden, bucata in più punti in prossimità dei fianchi.
- Gold, non mi avevi detto che i tuoi amici fossero così belli.
Cole arrossì.
- Piano, dolcezza, ho già un impegno piuttosto importante.
- Per il momento – Zitanna fece l’occhiolino. Poi rise.
- Come mai vivevate qui? – chiese Cole.
- Lunga storia, ma in sintesi questo era il nostro posto riservato. Quasi tutti gli uomini di potere in cerca di piacere venivano qui da noi, poi è esploso il mondo e abbiamo deciso di nasconderci e stare per i fatti nostri. Almeno finché non è arrivato Gold e ci ha promesso di salvarci e condurci alla libertà.
- La Resistenza serve proprio a questo. Combattiamo il Sacro Ordine.
- Da adesso, ci aggiungeremo anche noi. Gold ci ha salvate più volte, glielo dobbiamo – Zitanna chiamò le sue compagne.
Mentre le altre si presentavano e preparavano i bagagli, Cole e Gold chiamarono tutti i Pokémon volanti fuori dalle Poké Ball, rendendoli pronti al lungo viaggio che li attendeva.
Qualche ora dopo, i preparativi furono ultimati e tutti erano pronti a partire.
- Gold, tu vai su Togekiss, Zitanna viene con me su Dragonite, deve aggiornarmi su ciò che sa – Cole salì in groppa al Pokémon Drago.
- Ehm, non è che si può fare a cambio? – chiese Gold.
- No, niente sesso in volo per te.
- Rachel, vai tu con Gold – Zitanna s’intromise, con un tono di voce piuttosto malizioso.
- Con piacere – rispose la bionda.
- Sai che ti voglio bene, vero? – Gold mise un braccio attorno al collo di Rachel, cominciando a vantarsi della lotta precedente la loro comparsa.
Zitanna si voltò un’ultima volta in direzione della sua casa, per poi avviarsi verso Dragonite. Passò di fianco al corpo del capo dei Sacerdoti, che stava lentamente riprendendo i sensi. Gli assestò un violento calcio con la punta in acciaio degli stivali, fracassandogli lo zigomo. Quello ricadde al suolo con un tonfo.
Solo allora la rossa salì in groppa a Dragonite, e l’intero stormo di Pokémon si alzò in volo, diretto verso New Hope.
 
 
 
 
- Hancock
   
 
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