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Autore: ADH    07/07/2017    0 recensioni
Era passato un po' da quando Min Yoongi si sentiva felice.
Aveva passato dei brutti momenti, sin da piccolo, aveva affrontato cose che avrebbe preferito evitare il più possibile.
Nonostante avesse passato anche un periodo in cui avrebbe voluto porre fine a tutto gettandosi dall'ultimo piano del buio edificio dove abitava, aveva continuato a vivere. In un modo o nell'altro, era arrivato dove era adesso.
Cercando di tirare avanti, diventando sempre più vuoto, annaspando aria.
Provava dolore, era solo, odiava la vita. Un depresso nel vero senso della parola, abbandonato da tutti, che si rifugiava nel suo piccolo appartamento per evitare un confronto diretto con la felicità altrui.
L'unico modo di attutire tutto quel dolore, era trasformarlo in violenza.
Iniziò tutto con delle comuni lotte tra ragazzi, fece il bullo a scuola per un po' di tempo, e quando si accorse che far del male agli altri gli faceva provare sempre meno dolore iniziò a chiedersi come sarebbe stato ancora meglio, se il male che procurava fosse aumentato ancora di più.
Ed è così che Min Yoongi passò dalle manie suicide a quelle omicide.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jungkook continuò a fissare quella foto per ore, mentre sentiva le gambe cedergli.

-E' stato un vero e proprio colpo di fortuna- il commissario gli disse -L'assassino ha avuto la cura di mettere fuori uso tutte le telecamere, ma, a quanto pare, ce n'era una nascosta.-

L'immagine catturata dalla fotocamera mostrava Yoongi, il suo Yoongi, che probabilmente ora stava riposando tranquillo nel loro appartamento, con in mano un'ascia intento a mutilare qualcuno.

Per quanto non volesse crederci, ciò che stava vedendo in quel momento era chiaro sotto i suoi occhi.

Jungkook considerò tutte le ipotesi possibili e immaginabili, persino quella che potesse esserci un gemello nascosto di Yoongi, identico in aspetto. Ma quanto poteva essere probabile una cosa del genere?

Nella foto c'erano schizzi di sangue, e la splendida figura di Min Yoongi come Jungkook non l'aveva mai vista prima.

L'immagine di lui che aveva nella mente era completamente diversa da quella foto.

L'aspetto era uguale, ma allo stesso tempo completamente diverso. Yoongi, con i suoi capelli corvini, la pelle pallida e le labbra perfette non sembrava più lui. E la persona gentile che aveva imparato a conoscere divenne all'improvviso sconosciuta.

-Non ci resta nient'altro che scoprire chi è quest'uomo- continuò il panciuto commissario -E poi la prigione-

Che avrebbe dovuto fare? Dire che lui conosceva l'assassino? Se lo avesse fatto, come avrebbe giustificato la risposta? Davvero il Yoongi che conosceva lui era quello raffigurato nella foto? Non era nemmeno più sicuro di conoscerlo, Yoongi. Ma comunque, in un modo o nell'altro, avrebbero scoperto la sua identità, e la caccia sarebbe iniziata.

-So chi è- confessò, gli occhi lucidi, pronto a scoppiare a piangere da un momento all'altro.

 

Nel frattempo Yoongi era in cerca di Jungkook. Era sparito in piena notte, lasciando metà del loro letto vuoto. Aveva mandato un messaggio a Yoongi dicendo che c'era un emergenza a lavoro e che a quanto pare avevano scoperto qualcosa sul caso dell'assassino. Questo piccolo particolare bastò a Yoongi per farlo andare nel panico.

Uscì in piena notte e chiamò Jungkook al cellulare per l'ennesima volta, non avendo nessuna risposta.

Stava per scoprire la sua vera identità, e la più grande paura di Yoongi stava per realizzarsi. Tutto sarebbe andato in frantumi, Jungkook lo avrebbe odiato.

Yoongi poteva sopportare l'odio che provava per se stesso, ma non poteva vivere con la consapevolezza di essere odiato da Jungkook. Avrebbe, seriamente, preferito morire.

In preda alla paura decise di ritornare indietro, pregando che Jungkook fosse a casa.

E infatti era così, Jungkook sedeva sul letto e stava giocando con un accendino, chiaramente in sovrappensiero. Ma Yoongi non ci stette a pensare troppo sopra, corse ad abbracciare il più giovane fregandosene dell'accendino acceso, che avrebbe potuto appiccare un incendio con la sua felpa.

Abbracciò Jungkook non appena lo vide, dato che sapeva che quello poteva essere l'ultima volta che avrebbe avuto la possibilità di abbraccialo.

Al suo tocco Jungkook si irrigidì, freddo, indifferente. Non lo aveva mai fatto prima, e questo lo preoccupò molto.

Si separò da lui, ma continuò a tenerlo per le spalle, in modo che lo guardasse negli occhi. E da quel momento iniziarono le domande -Dov'eri? Cosa è successo?- chiese Yoongi, cercando di fingersi il più innocente possibile.

E' probabile che non l'abbia scoperto, pensò, è probabile che andrà tutto bene.

Ma bastò guardare il ragazzo negli occhi per capire che oramai era tutto finito, che lo sapeva e che la loro vita assieme era andata per sempre.

Egli volle che fosse lui a dirgli cosa stesse succedendo, perciò si allontanò da Jungkook e chiese ancora una volta -Che succede?- serio.

Jungkook lo guardò dritto negli occhi, e si meravigliò di trovali ancora bellissimi, nonostante la terribile scoperta.

Non avrebbe mai detto che quelli erano gli occhi di un assassino.

Non voleva dire niente, se fosse stato per lui, sarebbe rimasto a quel momento per un'intera eternità. Ma Yoongi voleva una risposta, e se non avesse detto nulla era sicuro che sarebbe scoppiato in lacrime da un momento all'altro.

Jungkook spostò lo sguardo sul tavolino, dove era solito lavorare, e riguardò la foto che aveva smascherato Yoongi.

Yoongi seguì il suo sguardo, e notò l'immagine. La prese tra le dita e ne rimase inorridito.

Fu l'istante in cui Yoongi perse definitivamente la voglia di vivere. Vedersi in quelle condizioni, attraverso una fotografia, gli aveva fatto rendere conto che non importa come sarebbe andata a finire la cosa. Uno come lui non poteva restare in vita in ogni caso.

-Sei il serial killer no? Lo psicopatico.- la voce tremante di Jungkook interruppe i suoi pensieri.

Essere chiamato psicopatico proprio da lui gli fece dolere il cuore, ma cercò di mostrarsi impassibile.

Yoongi avrebbe voluto che Jungkook non fosse in quella stanza. Ma c'era, e lo stava guardando fissare le prove che lo avrebbero fatto sprofondare.

-Non credo che ci sia bisogno che io ti risponda- rispose calmo, cercando di mascherare il terrore con un tono arrogante.

Ma Jungkook capì che anche lui era sconvolto.

-Perché?- era la prima cosa che venne in mente a Jungkook, perciò gli pose la domanda tutto d'un fiato mentre si alzava di scatto dal letto

-Ti rendi conto? In poco meno di due anni ventidue...-

-Ventiquattro- lo corresse Yoongi, prima che il ragazzo potesse continuare la frase -Non avete trovato tutti i corpi-

Il sentirlo parlare di corpi gli fece venir voglia di tirargli un pugno, scuoterlo finché non gli avesse detto che non avrebbe mai più fatto del male a nessuno. Che sarebbe cambiato, ma entrambi sapevano che non sarebbe successo.

Yoongi vide la disperazione nello sguardo di JK, e, quasi come un gesto involontario, cercò di avvicinarsi per confortarlo. Come se la causa della sua disperazione in realtà non fosse lui. Ma non appena fece un passo Jungkook si allontanava di due.

Non voleva stargli vicino, la realizzazione di ciò per Yoongi fu il crollo totale.

Fece per dire qualcosa, mentre sentiva la testa girare e il cuore bruciargli, ma le sirene della polizia in avvicinamento lo bloccarono all'improvviso. Era congelato sul posto, no voleva iniziare a scappare, voleva restare in quella stanza con Jungkook, anche se lui lo considerava uno psicopatico, oramai. Anche se sapeva di dovergli stare il più lontano possibile.

Jungkook tirò fuori da chissà dove una pistola e la puntò contro Yoongi, che se ne stava immobile sul posto.

Non poteva nemmeno immaginare cosa Jungkook stesse provando in quel momento, costretto a puntare la pistola al petto della persona a lui più cara, che si era rivelata il peggio del peggio. Si era rivelata il tipo di persona che Jungkook era solito odiare più di qualsiasi altra cosa.

-Sei in arresto, mani in alto Min Yoongi.- esclamò, cercando di non lasciar trasparire alcuna emozione dalla sua voce.

Yoongi fece per dire qualcosa, e in un sussurro cercò di chiamarlo -Jung...- ma il poliziotto non gli fece finire.

Minaccioso ripeté la frase “mani in alto” scandendo ogni parola, pronto a far fuoco.

Ma, non importa quanto credibile fosse la sua interpretazione del poliziotto cattivo, non avrebbe mai potuto sparargli. Nonostante tutto, continuava a credere che ci fosse speranza.

E anche Yoongi sapeva benissimo che Jungkook non sarebbe stato capace di sparare. Non perché contava sul fatto che lo amasse ancora, ma perché loro erano diversi. Non si sarebbe trasformato in un assassino, avrebbe trovato il modo di risparmiargli la vita in ogni caso.

Jungkook era fatto così, era una delle persone più gentili e premurose che Yoongi avesse mai incontrato, e forse era per questo che aveva deciso di restargli accanto. Si comportava sempre come se le persone fossero fatte di porcellana, e che una mossa azzardata potesse romperle in mille pezzi. E per questo spesso era molto insicuro, se non gli avesse detto il lavoro che faceva, probabilmente non avrebbe mai nemmeno sospettato che Jungkook fosse un poliziotto dato la sua attitudine impacciata e insicura.

Yoongi, proprio in quel momento, quando sentì il “sei circondato” dello squadrone che si era fermato sotto l'edificio scattò come una lepre e decise di scappare.

Non si sarebbe fatto catturare per nulla al mondo e, dato che Jungkook non gli avrebbe mai sparato, preferì svignarsela il più in fretta possibile.

Con un balzo di gettò dalla finestra vicino al letto, fortunatamente erano al primo piano e la caduta non gli provocò molti danni.

Corse come un matto per cercare di scappare, e l'inseguimento al ricercato ebbe inizio.

In quel momento Jungkook potette finalmente sfogarsi, si mise a singhiozzare come un matto a tal punto che lo stomaco iniziò a dolergli. Gli fu difficile respirare per le successive ore, bloccato in caserma, alla ricerca del fuggitivo Min Yoongi, il pericoloso assassino.

Si ristudiò il suo fascicolo, vittima per vittima, caso per caso e vide vite di persone normali gettate all'aria per colpa di una persona. Una persona gentile, alle volte fredda ma capace di far scaldare il cuore di Jungkook.

Cuore che si stringeva ogni volta che una foto di un cadavere spuntava dal dossier.

Però notò una cosa. Nei due anni antecedenti alla loro relazione i suoi assassinii erano più cruenti e le torture peggiori. Anzi, a quanto pare, le sue uccisioni cessarono del tutto quasi subito dopo l'inizio della loro relazione.

Che Jungkook avesse potuto aiutare Yoongi? Avrebbe potuto trovare il modo di conservare il Yoongi che amava tanto, eliminando quello che odiava?

Jungkook chiese di poter avere qualche ora per riposare e il commissario gliele concedette visto il suo terribile aspetto.

Non appena fu liberato dai suoi impegni decise di cercare Yoongi, ma dove? Sapeva dove abitava, ma c'era una pattuglia di polizia che stava esaminando il suo appartamento. Quindi era inutile.

Poi, all'improvviso, il suo telefono vibrò.

Gli era arrivato un messaggio da Yoongi.

 

-FINE PARTE SECONDA-        

   
 
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