Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: KuroHeart    07/07/2017    3 recensioni
"Non c’è altro modo… Se vuoi continuare a vivere allora dovrai diventare come me. Ma ti avverto: una volta che avrai fatto questa scelta, non potrai tornare indietro."
Una voce maschile mi parla, ma io non capisco il significato di quelle parole. Provo a guardare in volto la fonte di questa voce, ma è sfocata e confusa. Cerco di chiedere chi lui sia, ma non riesco a dire nemmeno una parola… Ad un certo punto, l’oscurità si attornia a me e tutto scompare, facendo vedere sangue sparso qua e là. Mi guardo intorno per cercare una via d’uscita, ma rimango paralizzata sul freddo pavimento.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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<< Non c'è altro modo... Se vuoi continuare a vivere allora dovrai diventare come me. Ma ti avverto: una volta che avrai fatto questa scelta, non potrai tornare indietro. >>
Una voce maschile mi parla, ma io non capisco il significato di quelle parole. Provo a guardare in volto la fonte di questa voce, ma è sfocato e confuso. Cerco di chiedere chi lui sia, ma non riesco a dire nemmeno una parola.
Ad un certo punto, l'oscurità si attornia a me e tutto scompare, mostrando solo del sangue sparso in ogni direzione. Mi guardo intorno per cercare una via d'uscita, ma rimango paralizzata sul freddo pavimento.
Questa volta apro la bocca per cercare di urlare, e finalmente le mie corde vocali riescono ad emettere un grido disperato, svegliandomi così in preda al panico e grondante di sudore.
"Era solo un sogno."
Mi siedo sul letto per appoggiarmi alla testiera. Chiudo gli occhi e mi porto una mano alla fronte, massaggiandomela.
Respiro lentamente tentando di rilassarmi; quando riapro gli occhi, noto di aver ricevuto delle fasciature al braccio destro e di avere un cerotto sulla guancia sinistra. Mi stiracchio leggermente, ma sento una fitta al fianco sinistro: porto la mano sulla ferita e sento che questa è stata cucita.
"Cosa mi è successo? Chi mi ha medicato? Ma soprattutto, dove mi trovo?"
Le numerose domande cominciano ad affollarmi la mente, che cerca disperatamente delle risposte, ma invano. Mi guardo intorno, focalizzando la stanza in cui mi trovo. Le pareti di questa sono rivestite di un leggero verde acqua, rendendo così la camera più illuminata e fresca. Alla mia sinistra noto un comodino su cui è poggiata una lampada. Alla parete frontale del letto vi è un armadio in legno con due pomelli in metallo, mentre alla mia destra vi è una finestra da cui entra qualche raggio di sole.
"Questa non è la stanza dell'albergo in cui sto alloggiando..."
I miei pensieri si dissolvono non appena sento qualcuno bussare alla porta e una voce maschile: << Signorina, state bene? Vi ho sentito urlare. Posso entrare? >> 
Mi irrigidisco sul posto nel sentire una voce a me totalmente sconosciuta. Poi decido di farmi coraggio: << Sto bene... >> rispondo titubante e in seguito gli do il permesso di entrare.
"Forse lui mi saprà dire cos'è successo."
La porta viene aperta ed una figura alta e slanciata con indosso una divisa nera, entra nella stanza. Chiude la porta e accenna un inchino: << Buon pomeriggio, signorina. Immagino siate confusa su quanto accaduto. >>
Senza la barriera che prima ci divideva, riesco a sentire chiaramente la sua voce, trovandola profonda e calma. Inoltre ho finalmente modo di vedere la persona che ha appena parlato: si tratta di un giovane uomo dal volto pallido, incorniciato dai capelli corvini che gli arrivano quasi fino alle spalle. La sua capigliatura è caratterizzata da un ciuffo posto in mezzo al viso e tre in alto alla sua destra, i quali gli conferiscono un'aura distintiva.
<< Dove mi trovo? >> domando senza distogliere lo sguardo dal giovane.
<< Si trova nella villa della famiglia Phantomhive. Il mio padrone è il conte Ciel Phantomhive ed io sono il suo maggiordomo, Sebastian Michaelis. Se doveste aver bisogno di qualsiasi cosa, non esitate a farmelo sapere. >>
Mentre si avvicina, ho modo di scrutare i suoi occhi leggermente a mandorla ed il colore dei suoi occhi, i quali sono di uno strano marrone, tendenti al rosso.
"Occhi insoliti per un essere umano."
<< La domestica ha del lavoro da fare, quindi dovrò essere io a cambiarvi le fasciature. Spero che per voi non sia un problema. >>
<< Nessun problema. >> rispondo sicura, anche se mi sento piuttosto nervosa ed imbarazzata.
<< Molto bene. >>
Comincia a togliermi le bende dal braccio destro e vedo che questo ha subito dei tagli e dei lividi.
"Come me li sarò procurati?"
<< A quanto pare le ferite erano superficiali. Ora vi devo mettere una nuova fasciatura. Sarò più delicato possibile... >> la sua voce s'interrompe all'improvviso ed il suo sguardo incontra il mio: << Potrei sapere il vostro nome? >> rimango persa in quegli strani ed affascinanti occhi.
La mia mente viene ridestata non appena sento il ragazzo schiarirsi la voce: << Signorina? Potrei sapere il vostro nome? >> mi domanda nuovamente.
Abbasso lo sguardo, leggermente imbarazzata per poi presentarmi: << Sono Katreena... Katreena Handwar, figlia dei baroni Emily e Alexander Handwar. >>
Intanto il corvino prende delle bende nuove e comincia a mettermele attorno al braccio: << Vivete forse a Londra? >> mi domanda curioso, con un lieve sorriso sulle labbra.
<< No, vivo a Blackpool, a nord dell'Inghilterra. >> gli spiego io, cercando di mantenere un tono pacato come quello del maggiordomo.
<< Capisco. Avete fatto un lungo viaggio. Se posso chiederlo, cosa vi porta nella capitale? >> continua lui.
Abbasso lo sguardo e prendo un lembo delle lenzuola, facendomelo passare tra le dita, per darmi il coraggio di continuare a parlare: << Sono alla ricerca di una persona. >>
Lo sguardo di Sebastian si sposta dal mio braccio al viso: << Chi di preci... Oh, chiedo scusa, vi sto facendo fin troppe domande. Perdonate la mia maleducazione. >>
Scuoto leggermente la testa per fargli capire che non deve preoccuparsene. Il corvino finisce di fasciarmi il braccio. Dopodiché passa a mettermi il cerotto nuovo sulla guancia ed io avverto un leggero brivido al suo tocco gentile, nonostante le sue mani siano avvolte dai guanti bianchi. Alzo lo sguardo verso di lui: << Chi mi ha medicato? >> domando per avere qualche informazione e rompere il silenzio che si è creato.
<< Sono stato io. >>
Le mie guance arrossiscono di colpo dopo aver sentito la sua risposta.
<< Vi ho trovata ieri notte davanti al cancello della villa, priva di conoscenza. Dovevate venir curata immediatamente ed io ero l'unico ancora sveglio a quell'ora. >> mi spiega con disinvoltura.
<< Vi chiedo perdono per il mio comportamento. >> conclude, abbassando il capo.
"Perdono? E perché mai? So che per quanto riguarda l'etica, un servitore non dovrebbe toccare una signorina senza il suo consenso, ma vista la situazione, tutto questo perde importanza. D'altronde non poteva lasciarmi lì a morire."
<< Non ti preoccupare. D'altronde le circostanze lo richiedevano. Anzi, ti ringrazio. >>
Sento le mie guance arrossire di nuovo, così abbasso lo sguardo per evitare ulteriore imbarazzo.
<< Sono lieto che siate d'accordo, ma un semplice servitore come me non merita alcun ringraziamento. >> risponde Sebastian mentre prende le vecchie bende appoggiate sul letto per poi alzarsi.
<< Il signorino ha richiesto la vostra presenza non appena vi sareste ripresa. Ma prima sarà meglio che vi dia un cambio di vestiti, quindi manderò la domestica non appena avrà finito il suo lavoro. Vi prego di aspettare qui fino ad allora. >>
<< Certamente. >> dico, annuendo. Lui fa un leggero inchino e si dirige verso la porta, chiudendola infine dietro di sé con delicatezza.
Dopo una decina di minuti sento bussare alla porta: << Signorina? Vi ho portato un cambio di vestiti puliti. >>
<< Entra pure. >>
Nel momento in cui la porta viene aperta, vedo una figura minuta con i capelli rossicci e dei grandi occhiali entrare con un vestito in una mano e un paio di scarpe nere con i tacchi bassi, nell'altra.
<< Buon pomeriggio, Miss Handwar. >> mi saluta abbozzando un inchino per poi presentarsi: << Il mio nome è Mey Rin e sono la domestica della famiglia Phantomhive. Ora vi aiuterò a cambiarvi. >>
La ragazza mi aiuta a togliermi la camicia da notte, stando attenta alle ferite e mi mette il vestito che aveva portato con sé.
<< Il signor Sebastian verrà a prendervi tra poco. >>
<< D'accordo. >> rispondo.
La domestica si congeda con un inchino. Guardo la mia immagine riflessa allo specchio, posto in una delle ante del grande armadio: il vestito che mi è stato dato, di color viola, è lungo fino alle caviglie e presenta una leggera scollatura.
"Un vestito semplice e comodo, per di più del mio colore preferito."
Nell'osservare il delizioso l'abito, un lieve sorriso si dipinge sulle mie labbra, ma questo dura quasi un istante, poiché l'agitazione ha preso il posto della poca tranquillità rimastami, dovuta ai numerosi pensieri che hanno preso ad affollarmi la mente.
Così, nel tentativo di ritrovare la calma, mi avvicino alla finestra per ammirare il grande cortile illuminato dalla fioca luce del sole. Osservo il prato verde e curato, le statue marmoree ai lati di una piccola strada ed una fontana posta al centro del cortile. Ammiro il cielo azzurro coperto da qualche nuvola e il mio sguardo si perde nella vastità di questo.
 
"Non preoccuparti. Ovunque tu sia, io ti troverò."
 
<< Signorina, il mio padrone è pronto a ricevervi. >> annuncia il corvino.
Mi giro di scatto per poi rispondere: << Sì, arrivo subito. >> e mi incammino verso la porta. 
Una volta aperta, trovo Sebastian all'entrata. << Vi accompagno al suo studio. Seguitemi. >> Attraversiamo un lungo corridoio per poi salire la grande scalinata che si trova all'ingresso. Penso a quello che mi ha detto Sebastian, al fatto che mi ha trovata priva di conoscenza.
"Non capisco, cos'è successo? E dov'è il mio servitore? In effetti ora che ci penso, lui non sembra essere qui, altrimenti Sebastian me l'avrebbe detto."
Svoltiamo a destra e dopo aver superato alcune stanze, il maggiordomo si ferma davanti ad una grande porta.
<< Siamo arrivati. >> annuncia il ragazzo per poi bussare: << Padroncino, la signorina si è ripresa ed è qui con me. >>
Trascorso un breve momento di silenzio, odo una voce giovanile, ovattata, dall'altra parte della stanza: << Falla entrare. >>
La porta viene aperta, ed io, dopo aver fatto un respiro profondo, varco la soglia.


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Salve a tutti! Questa è la primissima (in assoluto) fanfiction che scrivo, quindi abbiate pietà 😆 Ovviamente accetto le critiche, purché siano costruttive ^^
Visto che adoro Black Butler ho pensato di scrivere una fanfiction a riguardo (che originalità ahah), inserendo un caso totalmente nuovo, così come qualche personaggio u.u
Detto questo, spero che il primo capitolo di questa storia vi sia piaciuto 
😊
A presto!

 
   
 
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