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Autore: La_Moltitudine    07/07/2017    2 recensioni
In un futuro distopico in cui uomini dotati di abilità paranormali hanno posto fine alla Crisi in Medioriente e i supereroi fanno ormai parte della quotidianità, Giacomo Pagusa si mette in gioco per diventare il più grande vigilante della sua città. Nel mondo criminale di Sentinella delle Acque, però, una miccia è stata accesa e presto la bomba esploderà. Gli eroi di Sentinella saranno messi alla prova e questo battesimo del fuoco potrebbe richiedere il tributo delle loro vite e quelle di molti altri.
[Per una precisa scelta stilistica i capitoli saranno brevi, verranno pubblicati con una cadenza variabile da 2 a 3 giorni di stacco l'uno dall'altro. Per tutto il corso della storia si alternerano due POV.]
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Atto XIII
Raramente il Pagusa era stato entusiasta di qualcosa nella sua vita: feste, regali, viaggi, uscite, tutt’al più lo mettevano di buonumore, ma nulla come la proposta di quell’hero manager gli aveva dato un tale impulso di correre per il paese, abbracciare e baciare ogni passante, cantando spensierato e contemplando il mondo illuminato di gioia ed euforia. Perché un manager voleva dire una guida in quel folle mondo in cui procedeva per tentativi, voleva dire diventar ricchi e famosi in uno schiocco di dita, voleva dire dimostrare ai suoi genitori che le sue non erano banali fisse adolescenziali o puerili fantasie, no, erano la sua ragione di vita.
Non aveva bisogno di aspettare ventiquattr’ore per prendere una decisione, ma che diamine, prima di accettare doveva raccontarlo a qualcuno! E a chi, se non alla persona che la sera prima gli aveva consigliato di bazzicare in Periferia, dando inizio alla serie di fortunati eventi che l’aveva portato a quel punto?
Come sempre, Sumo-cho si presentò al bar con una buona mezz’ora di ritardo. Indossava il suo solito “costume”, nome con cui definiva quello che il resto del gruppo aveva battezzato “Pannolone da battaglia”, l’indumento tipico dei lottatori di sumo, che Cho imitava pedissequamente per interpretare il suo personaggio.
Il corpulento amico del Pagusa diede un lungo sorso alla tazza di cappuccino che aveva di fronte, dopodiché si pulì via i baffetti di schiuma, passandosi un tovagliolo sulle labbra.

-Da quando ti conosco è la prima volta che mi offri qualcosa. È per ringraziarmi per la dritta di ieri sera, o ti sei scopato mia madre e vuoi rabbonirmi prima di dirmelo?
-Direi la prima. Per la seconda non credo mi sentirai mai confessare. –
Rispose Jack, dandogli corda. – Comunque devo darti una notizia.
-Hai deciso di fare coming out?
-No, deficiente, senti qua: ho trovato un hero manager!
-Woh! Queste sì che è una bomba! –
Disse lui, sorridendo. – Aspetta che lo sappia Broccolo, sarà verde d’invidia.
-Davvero pessima, Cho. Comunque, oggi dovrei dargli conferma.
-Guarda, è davvero una bella cosa, ma devo avvertirti: gli hero manager sono gente seria, dovrai smazzare un bel po’ se ne assumi uno.
-Sì, sì, me lo ha detto pure lui, ma sembra un tipo apposto.
-Come hai detto che si chiama?
-Gaetano Scopelli, Cappelli, Capelli, qualcosa del genere.

Sumo-cho si fece bianco in volto.
-Gaetano Scalpelli?! – Chiese, riuscendo a scandire le parole.
-Sì, proprio lui! Com’è che lo conosci?
A quel punto Cho riprese colore e anche il solito dente avvelenato di sempre.
-Ma tu dove vivi? – Domandò al compare, con aria incredula e perplessa. - Idiota, è il più grande e famoso hero manager dell’Associazione. Una vera e propria leggenda vivente!
-Bah, io non l’ho mai sentito. –
Brontolò il Pagusa.
-Hai presente Madame Bastille? La tizia del poster su cui ti spippetti in camera?
-E come dimenticarsela con quei due me- comunque sì, beh?
-L’ha tirata su’ lui. E la Jet-Jet Airlines si chiama così in suo onore.
-Caspita, ma come le scopri tutte ‘ste cose?
-Una cosa chiamata internet, geniaccio. Sappi che non serve solo per scaricare porno. –
Rispose Cho, ciondolando il capo in un gesto di desolazione.
-Uhm, se ciò che dici è vero … dovrei chiamarlo seduta stante!

Il Pagusa cavò il cellulare fuori dai jeans, e selezionò il numero di Magda in rubrica (tramite lei, avrebbe contattato lui), stava per premere il tasto verde quando qualcosa lo bloccò. Il suo pollice non si muoveva di un millimetro. Eccolo, a confronto con la strada che aveva sognato di intraprendere per tutta una vita: adesso si faceva sul serio, doveva mettersi sotto per essere all’altezza del suo manager, lasciando da parte il disfattismo e l’indolenza che lo accompagnavano da quando aveva fatto capolino nel mondo. Succede spesso con i sogni troppo grandi: quando sono a un passo, si esita a portare una gamba avanti e poggiare il piede per terra. Perché allora non sono più semplici fantasie, ma la realtà. La realtà con tutto il suo carico di impegni, aspettative e responsabilità che ne conseguono.
Forse non doveva farlo, forse doveva pensarci di più, forse doveva rassegnarsi alla comoda mediocrità in cui era sempre vissuto: non proprio felice, ma sereno e tranquillo. Quando si è sulla soglia di un burrone e si ha paura di saltare, è proprio allora che si ha bisogno di una spinta. Il dito grassoccio di Sumo-cho premette il pulsante al posto suo, negandogli ogni possibilità di esitare, di temporeggiare ancora. Stava saltando, stava volando, non poteva più tornare indietro.

   
 
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