Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Syrendespair    07/07/2017    0 recensioni
Okuyasu si sente giù, ma c'è Josuke con lui e farà di tutto per farlo sentire meglio.
[Josuyasu | Riscrizione di una roleplay | FWP: Fluff Without Plot]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Josuke Higashikata, Okuyasu Nijimura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A moment of peace






 
Sembrava una giornata come le altre: Tomoko era uscita e Josuke e Okuyasu si erano stanziati sul divano e avevano acceso la tv e il Nintendo 64.
Si erano entrambi sdraiati, con Okuyasu sopra che aveva appoggiato la testa sulla pancia di Josuke e che lo guardava mentre giocava... Un momento, non stava giocando anche lui?
Non sapeva cosa gli fosse preso quel giorno, ma non gli andava di giocare. Preferiva guardare Josuke cercare di battere per l'ennesima volta il livello. Non lo stava facendo per cattiveria – anche se magari lo avrebbe preso un po’ in giro dopo – ma semplicemente si sentiva un po' giù di tono.
 
Quel giorno si era svegliato col pensiero di aver permesso che Josuke - suo migliore amico e, da qualche tempo, fidanzato -  si fosse fatto così male da dover rimanere all'ospedale fino a qualche giorno fa.
Era passato appena un mese dall'incidente di Kira, e i ragazzi ancora ci pensavano.
Okuyasu si ricordava che quando Josuke rinvenne, sul letto d'ospedale, dopo aver perso i sensi alla fine della battaglia, la prima cosa che fece fu mettersi a piangere, e Okuyasu non capì il perché.
Gli aveva detto che era morto, che era morto e che lui non aveva potuto fare nulla, ma Okuyasu continuava a non capire. Era lì, come faceva a essere morto?
Se c'era qualcuno che doveva scusarsi, quello era lui.
Aveva lasciato che Josuke facesse quella fine. Non era riuscito a proteggerlo da niente.
Come al solito si era solamente dimostrato - e perché ora riusciva a sentire la voce di suo fratello? - un inutile pezzo di...                       
 
Josuke premette insistentemente il pollice sul tasto blu del controller, la lingua che usciva leggermente fuori dalla bocca, quasi come a mordersela. Probabilmente sembrava ridicolo per quanto era concentrato sul gioco ma ehi, questa era una questione seria! Doveva battere quel livello e niente l'avrebbe potuto fermare.
... Tranne il vedere Okuyasu così giù di morale.
Josuke si era già accorto prima dello stato del suo fidanzato, ma non aveva voluto chiedere. Se Okuyasu non ne voleva parlare, Josuke non lo avrebbe assolutamente forzato, ma ora cominciava a sentirsi davvero più preoccupato di prima. Di solito riuscivano sempre e comunque a giocare insieme, anche se stanchi e con mille pensieri nella testa che, ultimamente, erano anche più del solito. In fondo, era solo passato un mese da tutta quella storia.
 
Non riusciva a smettere di pensarci. Si svegliava di soprassalto la notte con la paura che Okuyasu non fosse più lì, e riusciva a calmarsi soltanto con il suo aiuto – ormai Okuyasu restava sempre a dormire da lui.
Ricordava ancora tutto di quella giornata.
 
Scosse la testa, cercando di riprendere il controllo del proprio avatar virtuale, quando quest'ultimo esplose in una marea di pixel.
Esplose. Proprio come quasi era stato ridotto il corpo di Okuyasu quel giorno. Non lo potevi salvare, Josuke. “Davvero credi di meritarti di averlo vicino?”.
 
- Ehi, senti bro -, iniziò, cercando di azzittire le voci nella sua testa.
- Sembri giù. Cosa c'è? -.                       
E così se n'era accorto, eh?
Okuyasu alzò lo sguardo e incontrò quello di Josuke.
“È così bello... Perché si spreca così tanto con me?”.
- Ehm... -, iniziò a rispondere, mettendosi a sedere. Riusciva a riflettere meglio quando non era appiccicato a Josuke ma comunque non riuscì a trovare le parole adatte per rispondergli.
 
Non era mai stato bravo a esprimere i suoi sentimenti, più che altro perché era sempre stato costretto a tenerli per sé, o altrimenti lo avrebbero aggredito. Chi avrebbe mai potuto fare una cosa del genere?
Beh, tanto per iniziare suo padre, poi Keicho, e chissà, magari un giorno anche Josuke avrebbe perso la pazienza con lui.
No, non era vero.
Josuke era buono. Non l'avrebbe mai trattato così.
 
Iniziò a gesticolare con le mani.
- Un po' tutto, a dire la verità -.
Si rigettò su Josuke - emanava calore e al momento Okuyasu ne aveva bisogno - poi disse:
- Perché continui a stare con me? -.
Non voleva accusarlo o nulla di simile. Era solo curioso.
Magari, se Josuke gli avesse svelato quel mistero per lui inspiegabile, si sarebbe sentito meglio.                       
                                                                        
Tante cose, troppi motivi iniziarono a riempire il cervello di Josuke. Quella domanda, per lui, era sia quella più facile e più difficile che qualcuno gli avesse mai chiesto. Facile perché aveva in mente già cosa dirgli, difficile perché le cose positive della loro relazione erano fin troppe che Josuke sarebbe stato lì giorni ad elencarle ad Okuyasu. Ma voleva farlo sentire bene - farlo sentire amato - e quindi il tempo ora non aveva più importanza.
- Perché continuo a stare con te?! -, esclamò, mettendo in pausa il gioco e sistemandosi in modo che Okuyasu stesse meglio. Inconsciamente, portò una mano sulla sua fronte e cominciò ad accarezzargli i capelli.
- Dove iniziare... Allora, sei il mio migliore amico, sei leale, non ti tiri mai indietro neanche con la forza... Cioè, sei fantastico! -.
Josuke abbassò la testa in modo da dare poi un veloce bacio sulle labbra di Okuyasu, sorridendo.
- E sei carino. Molto carino -.                    
 
Fantastico.
Gli aveva appena detto che era fantastico.
Doveva essere un sogno. No, neanche nei sogni Okuyasu si sarebbe mai permesso d'immaginare una cosa del genere.
Già sentiva le lacrime che premevano per uscire; quella era la cosa più bella che qualcuno gli avesse mai detto, e ne era passato di tempo dall'ultima volta che qualcuno - la sua cara mamma - gli aveva fatto un complimento.
Non ce la fece più a trattenersi e scoppiò a piangere, affondando la testa nel petto di Josuke - odorava di buono.
Era... Era così fortunato.
Non se lo meritava proprio un ragazzo come Josuke.                       
 
Quando Okuyasu scoppiò a piangere nelle sue braccia, Josuke non fece altro che stringerlo di più a sé.
Certo, era molto confuso dalla sua reazione. Perché ora stava piangendo? Aveva fatto qualcosa di sbagliato?
- Bro... Okuyasu... -, lo chiamò con voce bassa, la faccia contorta in un'espressione mortificata.
Cos’aveva fatto?
“Dannazione Josuke, sei proprio un genio! Far piangere il tuo fidanzato, poi!”.
- Ehi, perché stai piangendo? -, disse. Scambiò le loro posizioni così da essere sopra di lui, abbracciandolo e dandogli delle pacche sulle spalle. Una mano si posò sulla sua guancia, asciugando una lacrima. I loro visi erano un vicinissimi ora.
- Ho detto qualcosa di sbagliato? Cavolo, sono un cretino... Scusa -.                      
 
Oh no. Josuke aveva capito proprio male.
Però... Era una bella sensazione: di solito quando Okuyasu piangeva il massimo che poteva aspettarsi era uno schiaffone in faccia, non quello.
- No, no... -, tentò di spiegare allora, per rassicurare l’altro, - Sono solo felice -.
Era vero.
Conoscere Josuke era stata la cosa migliore che gli fosse mai successa in vita sua.
       
- Felice...? -, chiese Josuke, titubante, - Okuyasu, stai… mph! -.
Le sue parole vennero bloccate dalle labbra di Okuyasu che si poggiarono sulle sue.
Ancora non poteva crederci che fosse tutto vero, ma lo era.
Era stato davvero fortunato.
Josuke dimenticò immediatamente ogni altra frase che la sua testa gli aveva suggerito, ricambiando lentamente il bacio.
Forse non era stato lui a fare qualcosa, capì. Sapeva come Okuyasu era stato cresciuto, del fatto che non aveva mai avuto una famiglia vera. Josuke lo aveva capito fin dall'inizio, ma poi si era accorto che la sua situazione era ben diversa. Un conto era non avere per niente uno dei tuoi genitori nella tua vita, un altro era averceli e non sentirti amato da loro.
Josuke avrebbe dato a Okuyasu tutto l'amore di cui aveva bisogno.
 
Si staccò dal bacio lentamente, e poggiò la sua fronte contro quella dell'altro, e Okuyasu gli sorrise di rimando.
 
Ecco la cosa bella di loro due: si capivano sempre al volo.
E come se in tutta la loro vita avessero entrambi attesto quel momento.
Sì, era un pensiero piuttosto sdolcinato, ma a Okuyasu non importava.
 
E pensare che poco prima si sentiva così giù... Ma c'era Josuke con lui; non sarebbe mai riuscito a essere triste per troppo tempo quand'erano insieme.
Ne avevano passate così tante – enfasi su tante – ma ora il peggio era passato.
Ora potevano godersi la vita come due ragazzini normali e, soprattutto, godersela insieme. 
                     
A vedere Okuyasu sorridergli, il cuore di Josuke sussultò.
Il sorriso di quel ragazzo era semplicemente la cosa migliore che avesse mai visto. Certo, forse stava esagerando... No, non lo stava facendo. Davvero pensava che fosse una delle cose più radiose del mondo, e lo avrebbe protetto da tutto e tutti, come non aveva potuto fare prima.
Strinse Okuyasu ancora più forte, poggiando la testa sulla sua spalla. Se a qualcuno fosse solo saltato in mente di fargli del male ancora, Josuke non avrebbe esitato contro niente e nessuno.
 
- Sono così felice che tu sia qui, Okuyasu... -.
Quella frase uscì dalla sua bocca come un sussurro, e sperò lo stesso che Oku la sentisse.                       
“Se questo è un sogno, non voglio svegliarmi”.            
 
- Anch'io... Sono felice, Josuke -, gli rispose per poi posargli un bacino sul naso, e Josuke strizzò per un momento gli occhi, il che gli strappò un sorriso scherzoso ma anche pieno d'affetto.
- Sei la cosa migliore che mi sia mai accaduta, e la prossima volta ti proteggerò meglio, vedrai -.
Scacciò via l'immagine di Josuke a letto privo di sensi e si concentrò su quello che aveva davanti.
Era così felice, così, così... Pieno d'energia.
Questo era il Josuke cha amava, e ora era proprio lui quello ad essere sull'orlo delle lacrime. Sperò che Oku non notasse i suoi occhi lucidi - solo leggermente però, eh.
- Ci proteggeremo a vicenda, credimi -, disse.
Accarezzò la testa di Okuyasu, gli occhi pieni di tutto l'amore nel mondo.
Non avrebbe rischiato di perderlo, non più.
- Ti amo tantissimo... Voglio soltanto che tu lo sappia... Nel caso che... Hai capito -.                      
Okuyasu neanche ci pensò un attimo prima di rispondergli con:
- Anch'io. Anch'io ti amo -.
 
Seguì un attimo di silenzio, e poi il ragazzo scoppiò a ridere e, dopo un momento di pura felicità spesa a guardare nel vuoto - “Ha detto che mi ama... Ha detto che mi ama!” - anche Josuke si unì a lui.
Sembravano personaggi presi da uno shoujo manga qualsiasi tra quelli che piacevano alle sue compagne di classe.
Aveva sempre creduto che quelle fossero solo stronzate, però quand'era con Josuke le sentiva le farfalle nello stomaco, arrossiva quando gli faceva un complimento, o anche solo quando gli sorrideva. Sentiva il cuore battere a mille nei frangenti come quello in cui erano ora.
Strinse Josuke con ancora più forza, affondando il viso nell'incavo del suo collo.
- Stacci a sentire -, disse allora, - Facciamo ridere -.
Nonostante ciò che aveva appena detto, stava sorridendo, e Josuke ricambiò.
In effetti, ancora faceva fatica a realizzare in che stato fosse la loro relazione ora. Non perché non volesse, ma perché solo il concetto di avere Okuyasu così vicino al suo cuore ora faceva sentire Josuke come in un bellissimo sogno, uno da cui sapeva che non si sarebbe svegliato, perché era la realtà.
 
- Beh, è tutto vero! -, disse allora, fiero, - Tu sei qui, con me, e stiamo insieme. E mi va bene così -.                       
Okuyasu non ce la fece più a resistere e lo baciò di nuovo.
Amava le sue labbra, erano così... uhm... come dire... baciabili.
E Josuke lo sapeva, Okuyasu ne era certo. Doveva saperlo di quanto fosse bello, da far impazzire.
Ribaltò le loro posizioni e adesso era lui quello a stare sopra, tenendosi con i gomiti così da non schiacciare Josuke contro il suo peso.
 
Ormai iniziava ad avvertire alcuni ciuffi di capelli solleticargli la fronte; il pompadour di Josuke aveva perso compattezza.
Si staccò allora.
- Ops -, fece, riferendosi ai capelli, - Credo di aver fatto un macello -.
Come faceva Josuke a essere così bello anche così? Ma nonostante ciò sapeva quanto Josuke ci tenesse al suo pompadour, quindi non disse nulla a riguardo.                                               
Quando si accorse dello stato del suo pompadour – non lo aveva notato subito come Okuyasu – Josuke non si arrabbiò come al solito. Dopotutto, Okuyasu era una delle poche persone che aveva il permesso di toccargli i capelli oppure disfarglieli... Anche se, beh, ci rimase un po' male. Ci metteva sempre un sacco tempo a sistemarsi.
- Ehi, non preoccuparti -, disse, prendendo il viso di Okuyasu tra le mani, - Mi va bene così -.
Detto questo, Josuke avvicinò i loro visi e piantò un veloce bacio sulla sua fronte, chiudendo gli occhi.
Niente avrebbe potuto rovinare quel momento.                       
Okuyasu sorrise teneramente quando Josuke parlò. Era molto attaccato ai suoi capelli - e non solo per semplice vanità - quindi, a suo modo, il fatto gli permettesse di vederlo in quello stato voleva dire molto per lui.
 
Il sorriso si fece poi più malizioso, e a Okuyasu venne un'idea.
- Ehi, bro -, esordì, - Da quand'è che non facciamo una partita come si deve a Super Smash Bros? -.
- Chi perde offre una cena da Tonio all'altro -.
 
Improvvisamente aveva voglia di giocare.
Beh, a sua difesa poteva dire che giocare con Josuke era la cosa più spassosa al mondo. Si divertivano entrambi un mondo, anche se a volte prendevano le partite un po' troppo sul serio, ma alla fine nessuno si faceva mai male quindi non c'era alcun problema.
E poi sapeva che Josuke non avrebbe mai resistito a una sfida del genere. Non solo quello ma... A Okuyasu piaceva un casino il modo in cui gli s'illuminavano gli occhi e sorrideva in quei frangenti.                       
 
Josuke sorrise a sentire la proposta del suo fidanzato. Di certo non si sarebbe tirato indietro!
- Ci sto! -, disse, per poi spostarsi da sotto Okuyasu, purtroppo. Gli sarebbe piaciuto rimanere ancora lì con lui a coccolarsi, ma una sfida era pur sempre una sfida.
Si alzò velocemente dal divano e sostituì il gioco di prima con Super Smash Bros. Afferrò il secondo controller sulla via del ritorno e lo offrì ad Okuyasu. Quando l'altro lo prese, Josuke si sedette vicino a lui, le gambe incrociate
Mentre aspettava il caricamento del gioco, si girò a guardare Okuyasu. Diamine se era carino. Notando la mano di Oku poggiata sul divano, Josuke la prese e la intrecciò alla sua, sorridendo. Okuyasu sussultò, colto alla sprovvista, ma si rilassò subito.
Si girò a guardare Josuke e prese a ghignare.
- Credi che così m'intenerirai?- , gli disse, - Lo sai che non guardo in faccia a nessuno mentre gioco -.
- Oh no! -, disse Josuke, facendo finta di essere sorpreso, - Hai scoperto il mio piano segreto, dannazione! -.
- Beh, se proprio vuoi possiamo passare alle seduzione dopo che ti ho fatto il culo -, rispose Okuyasu, muovendo le sopracciglia in modo suggestivo ma anche comico.
 
Ovviamente non stava dicendo sul serio.
 
Una volta messo in moto il gioco andarono subito alla schermata di selezione dei personaggi; Josuke selezionò Mario e Okuyasu non si risparmiò dal prenderlo in giro per la sua scelta.
- Ci sono così tanto personaggi fighi, e tu scegli l'unico normale -, disse, mentre selezionava Pikachu.                       
Josuke si voltò verso Okuyasu con il viso leggermente inclinato.
- Ehi! -, fece, mettendo su una finta faccia arrabbiata, parlando in tono sarcastico, - Mi offendi, così. E poi sappiamo tutti che Mario sa spaccare culi quando ci si mette, altrimenti come salverebbe la Principessa Peach ad ogni altro gioco, scusa? -.
Okuyasu non poteva credere che Josuke stesse difendendo Mario.
Era solo un tizio di mezza età che sapeva saltare bene, cos'altro aveva di speciale? Beh, di sicuro non uno stand.
- Quello lo fanno solo perché altrimenti non potrebbero più farci giochi a riguardo -, rispose allora, - Sono sicuro che Peach sarebbe in grado di difendersi da sola -.
 
Josuke aspettò che lo stage si caricasse, e abbassò la schiena, come un corridore sui posti d'azione pronto a sfrecciare verso la meta.
- Pronti e... -.                    
Anche Okuyasu si era preparato in una maniera molto simile alla sua, dopotutto non aveva intenzione di perdere.
Finalmente lo stage di carico e Okuyasu urlò "via!", iniziando a premere i bottoni con forza.
Avrebbe vinto lui, ne era certo.                                                
 
Josuke cominciò a premere i pulsanti sul suo controller alla velocità della luce. Doveva vincere. Era questione di vita o di morte!
Beh, non proprio, ma ne andava comunque di qualcosa di importante, anche se per Josuke non era più importante della persona che ora stava giocando con lui.
- Già sento il profumo di quella cenetta offerta da te! -, disse, non staccando gli occhi dallo schermo.
Sarebbe dovuto resistere ancora un po', e poi avrebbe vinto. Ce la poteva fare.                        
- Continua a sognare, Higashikata! -, ribatté Okuyasu che riuscì finalmente a portargli via una vita.
Lasciò andare un urlo vittorioso mentre aspettava che il personaggio di Josuke venisse riportato sullo schermo.
- Quello che dovrà offrire la cena sarai tu! -.
 
Continuarono così per un po', e si ritrovarono alla scontro finale. Avevano entrambi una vita.
Il primo a morire avrebbe perso.
Fu allora che Okuyasu ebbe un'idea. In realtà l'idea non era proprio sua ma era stata usata contro di lui proprio da Josuke un po’ di tempo prima.
Era tempo di vendetta.
 
Aspettò che Josuke si trovasse vicino al bordo del livello per colpirlo.
Con uno scatto fulmineo gli afferrò poi il colletto della maglia e lo trascinò in un bacio, mentre con l'altra mano riuscì, con il suo personaggio, a spingere Mario verso la sua morte, decretando così la sua vittoria.
Allora si separò da Josuke - anche se parte di lui non avrebbe voluto - ed esultò, alzando i pugni al cielo.
- E Okuyasu è il vincitore! Ahahahahah -.                        
 
Quando Okuyasu gli si era avventato sulle sue labbra, nella testa di Josuke passarono velocemente tre pensieri.
Primo: “Ma che...?”.
Secondo: “Ha delle belle labbra, diamine...”, cosa che lo spinse a ricambiare il bacio immediatamente.
E ultimo - ma non meno importante - il terzo: “Ho perso”.
A dire la verità, l'ultimo gli venne in mente solo quando Okuyasu si staccò da lui, lasciandolo imbambolato con il controller stretto tra le mani.
Quando se ne accorse fu troppo tardi. Okuyasu esaltò la sua vittoria, e Josuke non fece altro che guardarlo a bocca aperta.
 
- Tu! -, un sorriso sorpreso gli si formò sul viso, - Tu! Okuyasu! Quello era l’altro mio piano segreto, andiamo, non puoi rubarmelo così! -.                       
- Aha! -, fece Okuyasu allora, puntando un dito contro Josuke con fare accusatorio, - Allora lo ammetti che l'avresti fatto anche tu! -.
Poi scoppiò a ridere.
- Ma sono stato più veloce io, e ora mi devi una cena da Tonio! -.
- Okuyasu colpisce ancora! -, si mise poi a canticchiare, fiero della sua vittoria.
Josuke sorrise comunque bonario a vedere il suo fidanzato così felice.
- E va bene. Cena da Tonio sia -.
 
 
Ah, che bella sensazione, anche se non durò per molto.
- Ehi, senti... -, iniziò Okuyasu infatti, dopo aver fissato Josuke per un po', - Visto che anche tu hai avuto la mia stessa idea, perché non vieni qui e la metti in atto lo stesso, eh? -, disse, facendo cenno a Josuke di avvicinarsi.                       
- Dopotutto il vincitore si merita un bacio, no? -.                       
Josuke sgranò leggermente gli occhi a sentire quella proposta, ma non ci mise molto ad annuire ed avvicinarsi a Okuyasu.
Gli prese il mento con una mano, ma tenendolo solo leggermente. Non gli avrebbe mai fatto del male. Con gli occhi chiusi, poi, si avvicinò con le labbra leggermente aperte a quelle di Okuyasu, chiudendo definitivamente la distanza tra loro.
Sentì le sue guance riscaldarsi, ma non si fermò. Mise la mano libera sul collo di Okuyasu, appena sotto lo scalpo, per avvicinarlo ancora di più.
Stettero almeno due minuti così, e quando Josuke - a malavoglia - si staccò, non fece altro che guardare Okuyasu dritto negli occhi, il viso rilassato.
- Direi proprio di sì, il bacio del vincitore ci sta -.
 
Poteva amare qualcuno più di così?                       
 
- Mmmh, io direi che un altro ancora ci sta -, fece Okuyasu, per poi prendere il viso di Josuke tra le mani e unire di nuovo le loro labbra.
Da quando l'avevano fatto la prima volta, Okuyasu aveva scoperto che baciare Josuke era una delle cose che gli piacevano di più al mondo, se non quella che gli piaceva di più.
Aveva delle labbra così morbide, e poi Okuyasu poteva sentire l'odore e il sapore del burrocacao che usava. Era alla ciliegia.
Circondò le spalle di Josuke e si lasciò cadere a terra, portandosi l’altro con sé, senza interrompere il bacio.
Non voleva andare oltre, voleva solo stare vicino a lui in una posizione più comoda.                       
Josuke non avrebbe mai potuto dire di no ad Okuyasu, e quindi lo lasciò semplicemente fare.
 
Le loro labbra si incontrarono ancora e Josuke baciò l'altro dolcemente, con lentezza. Lo amava e glielo avrebbe mostrato in tutti i modi possibili.
 
Si staccò un attimo per vedere il viso del suo fidanzato, e fece toccare i loro nasi.
Non si era mai sentito più felice di cosi. Beh, forse tranne quando Okuyasu era tornato in vita, ma...
No, non voleva pensarci ancora. Ora era qui, con lui. Questo era ciò che importava davvero.
- L'ho già detto, ma ti amo, Okuyasu. Un sacco -.                        
Lo sguardo di Okuyasu si fece più dolce.
- Anch'io, Josuke. Anch'io ti amo -.
 
Restarono lì, sul divano.
Ogni tanto si scambiavano ancora qualche bacio, qualche carezza, ma per lo più restavano là, l'uno sopra l'altro, a godersi quell'intimità.
 
Dopo molti minuti spesi l'uno nelle braccia dell'altro, Josuke non poté fare altro che chiudere gli occhi e riposarsi nella stretta confortante e calda di Okuyasu.
Si sentiva così bene in quel modo, tra le braccia della persona che amava di più al mondo. Niente avrebbe potuto rovinare quel momento tra loro due.
Per una volta, dopo un mese, la testa di Josuke fu svuotata di qualunque altro pensiero. C'era solo Okuyasu. C'erano solo lui e il suo sorriso e il suo carattere che tanto adorava e tutto ciò che lo faceva il ragazzo del quale Josuke si era innamorato.
La stanchezza iniziava ad avere il sopravvento.
Nient'altro era importante, al momento.
 
Presto anche Okuyasu si fece sempre più stanco. Forse era meglio se fosse tornato a casa sua a riposare.                        
Fece per alzarsi, ma con il peso morto di Josuke sopra di lui era un'impresa che non riuscì a compiere.
- Ehi, Josuke, devo... oh -.
Aveva appena realizzato che Josuke si era addormentato.
Eh, che carino ad addormentarsi così. Vederlo in quel modo gli scaldava il cuore.
Così bello, ma cos’avrebbe dovuto fare, ora? Certo, avrebbe potuto svegliarlo e dirgli di andare a letto, ma suvvia, con che cuore avrebbe potuto fare una cosa del genere?
E poi, Okuyasu aveva tanto sonno. Magari avrebbe chiuso gli occhi un attimo, giusto il tempo di riflettere bene sulla situazione.
Di certo non si sarebbe addormen... No, si era già addormentato.                       
 
Tomoko chiuse la porta dietro di sé, sospirando.
Stranamente, non c'era nessun rumore in casa. Conoscendo i ragazzi, si sarebbe aspettata di sentirli almeno urlare ed esultare davanti alla TV. Valli a capire!
Camminò fino in salotto, dove...
Oh.
Tomoko sorrise. Ecco perché! Beh, era anche ora...
Lasciando suo figlio e Okuyasu lì, sul divano, si avviò verso le scale.
Qualcosa le diceva che non sarebbe stata l’ultima volta che li avrebbe trovati avvinghiati così l'uno all'altro.









Note degli autori: salve! Questo è un account in comune gestito da Feeldespair e GaiaTheGamer. In realtà con questo account avremmo dovuto pubblicare una serie di storie per Borderlands, ma alla fine quel progetto è stato accattonato, quindi abbiamo deciso di usarlo per pubblicare le roleplay che abbiamo fatto che non fanno parte di progetti più vasti come il Pjo!AU di Gaia o il Bl!AU di Angela.
Feeldespair: mi è piaciuta tanto questa rp, innanzitutto perché così abbiamo inventato il genere "fluff without plot", una sorta di controparte del porn without plot, e poi perché le josuyasu è una delle cose più belle di questo mondo. Amo molto questa coppia.

 
   
 
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