Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Azaliv87    07/07/2017    2 recensioni
E se Jon avesse la possibilità di riportare in vita una persona importante? E scoprisse di non essere ciò che era? E se anche Dany avesse questa possibilità? Questa è la domanda che mi sono posta, e da quest'idea mi è venuta in mente la storia che vi narrerò. Parto a raccontare le vicende dalla fine della sesta serie televisiva, grosso modo, quindi (avviso chi non ha visto questa stagione) potete trovare degli spoiler. Per il resto è tutta una mia invenzione. Dopo essermi immersa nel mondo di Martin ed essermi affezionata ai suoi personaggi con Tales of Wolf and Dragon, ho deciso di cimentarmi in questo What if e vedere fino a che punto può spingersi la mia fantasia.
Per chi avesse già letto l'altra mia ff, ritroverà conseguenze, personaggi e riferimenti alla prima storia.
Buona lettura e non vi preoccupate se ogni tanto rallento la pubblicazione, non sono mai bloccata, ma ho periodi in cui devo riordinare le idee e correggere ciò che ho già scritto prima di aggiornare!!
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Annusava. L’odore di muschio e decomposizione le entrava nelle narici. Il vento freddo e pungente portava con sé, l’avvertimento che un’altra bufera era in arrivo. La sua pelliccia candida impediva che il ghiaccio le giungesse fino alle ossa. Quando si mosse per trovare una posizione più comoda, si accorse che i suoi arti erano diversi. Non aveva due gambe e due braccia, ma… quattro zampe. Alzò la testa. Percepì la sensazione che fosse più appuntita e di una forma diversa. Era nel corpo di un lupo. Un grosso lupo ai piedi di un albero diga. Stava sognando forse?
 
Un sentore dentro di sé gli fece drizzare le orecchie. Osservò il suo padrone. Il suo mantello grigio talmente scuro che sembrava nero, la pelliccia bianca sulle spalle e i capelli scuri che gli arrivavano ben oltre le spalle, lo facevano assomigliare ad un cucciolo di orso su due zampe. Il suo istinto famelico gli fece venire quasi l’acquolina alla bocca, al pensiero della prelibata carne e del caldo sangue che gli avrebbe scaldato le membra. Si ridestò. Quello era il suo padrone e lui non gli avrebbe mai potuto far del male. Nei suoi ricordi lui era sempre stato presente. Si era preso cura di lui fin da quando ricordava, lo aveva sfamato, lo aveva coccolato, gli aveva pure dato un nome. Esso era una creatura diversa, forestiera e pericolosa. Tutti lo avevano sempre temuto, ma per il suo padrone quelle erano stupidaggini. Erano entrambi reietti della società. Si appartenevano l’uno all’altro.
Il suo fiuto lo stava avvisando di un pericolo. Non qui. Non in questa foresta, ma in un’altra. Si alzò, silenziosamente mosse le sue zampe affondando leggermente nella neve. Col muso richiamò l’attenzione del suo padrone senza emettere alcun suono. Lo vide spostare gli occhi dall’enorme albero dalla corteccia bianca e dal fogliame rosso come il sangue. Attraverso le sue fronde Spettro sentiva strani richiami, voci non identificate del passato e forse anche del presente. Non poteva comprenderle, ma riconobbe una voce tra di esse. Una donna. Poteva sentirne ancora l’odore. Fragranza di fiori, soffici petali che cadevano come la neve, e dietro ad essi celavano spine ispide dove lui amava grattarsi, quando le pulci lo tormentavano. Un profumo dolce, come la carezza che lei gli aveva sempre riservato. Di fronte ai suoi occhi i lunghi capelli della donna, spinti dal vento, ondulavano assieme al suo mantello e ai suoi abiti della tonalità di quelle rose e del cielo nelle giornate estive che ricordava, quando era solo un cucciolo.
-Anche tu sei preoccupato, vero Spettro? – il suo padrone gli diede una grattatina dietro le orecchie e portò lo sguardo verso il laghetto ghiacciato. Alcune foglie rosse dalla forma stellata lo ricoprivano. Spettro gli morse un lembo del mantello e lo trascinò fuori da quel bosco.
 
Un ululato la ridestò. I suoi compagni erano stesi a pochi metri da lei. Una sentinella, andato in avanscoperta, aveva dato l’allarme. Nymeria si alzò sulle quattro zampe ed il suo branco la imitò. I suoi occhi ancora vedevano il lupo dal pelo candido di fronte a sé. Apparteneva al suo passato ormai, ma sentiva di esserci ancora legata. Nel suo sogno l’aveva spinta a raggiungere un cespuglio e ad annusare la fragranze che da esso traspiravano. La lupa aveva seguito il suo suggerimento senza capirne il senso, ma poi si era svegliata. Li avevano trovati. Era giunta l’ora finalmente di attaccare le loro prede. Lei lo sapeva. Avanzò tra la neve alta, il suo branco dietro di lei. Correvano, seguivano le tracce da giorni ormai, pregustando già il momento in cui le loro zanne avrebbero affondato nelle loro membra ghiacciate. Erano affamati, da giorni non mettevano qualcosa di decente sotto ai denti. Quello non sarebbe stato un degno pasto, ma almeno avrebbero sfogato i loro istinti. Quando furono vicini alla loro meta, qualcosa colpì la sua attenzione. Qualcosa che le ricordava il sogno che aveva fatto. Quel lupo bianco e quel cespuglio profumato. Ordinò agli altri di proseguire per la meta prefissata, lei però doveva seguire altre tracce. Non sapeva dove l’avrebbero portata, ma qualcosa le diceva che doveva andare in quella direzione. Comandò ad un gruppo di seguirla. Alcuni osarono arrivarle troppo vicino, lei li allontanò con ferocia. Non dovevano permettersi di superarla. Lei era l’alfa, loro avrebbero eseguito i suoi ordini. Andava sempre ricordato loro chi comandava, e non avrebbe permesso a nessuno di attaccare le sue prede o qualsiasi altra cosa che apparteneva solo a lei.
 
Un urlo agghiacciante svegliò tutti. Le donne scattarono in allerta. Viserys raggiunse la propria spada allungando una mano e porse l’altra alla fanciulla accanto a sé.
-Elanon! – Lyanna pronunciò in maniera quasi impercettibile quel nome con sofferenza. Aveva riconosciuto la sua voce e temeva il peggio per la ragazza.
Brienne raggruppò le altre tre donne e corsero nel bosco in cerca della loro amica tenendo in mano delle torce improvvisate con alcuni tizzoni del fuoco. Viserys e Lyanna rimasero soli nella radura. In totale silenzio. La donna si mise in piedi, e con sua sorpresa constatò che riusciva a reggersi meglio. Sapeva che l’avrebbe pagata in seguito, quella era solo l’adrenalina che le stava infondendo una forza che il suo corpo ancora non aveva.
Sentì qualcosa strapparla con vigore dalla realtà. Fu come se i suoi occhi si fossero chiusi. Il bosco, il principe, non c’era più nessuno. Poi dal buio apparvero delle ombre. Dapprima non riconobbe cosa fossero, poi si accorse che erano solo rami bassi, cespugli, forse gli stessi che le erano affianco. Le frustavano il volto, eppure qualcosa evitava che lo sfregiassero, qualcosa di morbido sembrava attutire i colpi. Provò la sensazione di calpestare il terreno a piedi nudi, con strane protuberanze che soffici, rigonfie e ricoperte di pelo. Sotto di lei lo scricchiolare di ramoscelli e foglie. Era strano, ma sentiva i sensi amplificati. Le sembrava di essere alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Poi tutto finì esattamente com’era cominciato. Un uomo la stava scuotendo. Si ritrovò a riaprire gli occhi, anche se non erano mai stati chiusi davvero. Viserys era di fronte a lei. Sembrava preoccupato.
-Che vi prende? Sembravate… – Lyanna lo guardò come se non lo comprendesse, ma la sua bocca parlò ancora prima che lei formulasse quel pensiero.
-Lupi. – affermò poco convinta. Il principe rimase in silenzio per qualche istante prima di chiederle.
-Avete avuto una visione, vero? Quindi si sono risvegliati anche in voi i poteri dei metamorfi. –
-Sono solo leggende. – era spaventata e incredula al tempo stesso.
-Vostro nipote non è una leggenda. – la redarguì lui – è il nuovo Corvo a Tre Occhi… o non credete alle sue visioni? –
-So solo che a me non ha mai fatto vedere nulla. – disse con rammarico.
-Anche gli altri vostri nipoti avevano risvegliato dei poteri. C’era un legame particolare tra i ragazzi e i loro metalupi. Vostro figlio mi ha svelato di riuscire a volte a vedere con gli occhi di Spettro. –
-Ma io non posseggo un metalupo come loro. –
-Il vostro sangue è impregnato di magia, quanto il loro, forse sono gli animali stessi che sentono che voi appartenete alla stessa famiglia. – Lyanna lo osservò timorosa. Tutte quelle cose non la rendevano tranquilla. Non era lei quella che credeva così fermamente alle profezie o alle magie dei Figli della Foresta, anche se era grazie a loro che era tornata alla vita, preferiva pensare di dover ringraziare unicamente suo figlio per questo.
Improvvisamente sentirono dal folto del bosco delle spade cozzare ed il vociare delle loro compagne impegnate in un combattimento. Lyanna sfoderò Regina di Ghiaccio e rimase in attesa, tenendosi al tronco dell’albero-cuore e invocando una preghiera appena udibile ai suoi dei. Viserys le rimase accanto, scrutando nell’oscurità ogni piccolo cenno di movimento. In una mano la spada, nell’altra una torcia.
Di fronte a loro apparvero due stelle azzurre che brillavano sospese a mezz’aria. A mano a mano che questa creatura si avvicinava, la sua forma diventava sempre più visibile. Era alta e magra. La sua pelle era bianca come la luna. Indossava un’armatura cangiante semi ricoperta di ghiaccio che brillava di mille riflessi ad ogni suo passo. La spada che aveva in pugno sfavillava di una fioca luce azzurrognola. Era un Estraneo.
-Pregate i vostri Dei anche da parte mia, lady Stark! Dubito che i Sette ascoltino ancora le mie implorazioni… – affermò il principe roteando la propria spada e mettendosi in posizione di combattimento. Si affrontarono con una sequenza di colpi, finchè la spada del principe venne spezzata nettamente in due dall’arma del suo avversario. L’estraneo si spostava molto velocemente, con movimenti terribilmente precisi e accurati, ma anche Viserys non sembrava uno sprovveduto. Era carico di una determinazione che Lyanna non gli aveva mai visto prima d’ora, sembrava dotato di una forza e di una bravura innata. Eppure ricordava di averlo visto duellare con Jon a Grande Inverno, e di essersi battuta con lui a Harrenhall. Eppure quello sembrava un altro uomo, una persona che aveva uno scopo e che pareva non voler perdere assolutamente quella battaglia. Come se fosse la più importante della sua vita, come se avesse molto da perdere. Lo vide riuscire in un affondo laterale, e colpire l’Estraneo ad un fianco, ma la lama s’infranse in mille pezzi. L’avversario indietreggiò perdendo per un attimo l’equilibrio, ma rimase in piedi. Il principe approfittò di quel momento per allungare la torcia verso il braccio sinistro di quel demonio, che si sciolse all’istante. Il mostro emise un urlo agghiacciante, ma si riprese in fretta. Spinse la sua lama in avanti e perforò il cuoio della pettorina del principe, trapassando la carne, all’altezza della spalla sinistra. Fu come se quella lama fosse fatta di fuoco incandescente. L’uomo accusò il colpo emettendo un grido da far gelare il sangue nelle vene.
-Nooo! – strillò sconvolta Lyanna, la paura l’aveva bloccata lì dov’era, la spada ancora in pugno.
Viserys emise un rantolo e scivolò a terra, quando l’Estraneo estrasse la lama ghiacciata dalla carne. Se la portò alla lingua e ne leccò il sangue di cui era intrisa. Sorrise, mentre un fumo grigio gli usciva dalla bocca. La sua risata assomigliava al rumore del ghiaccio che si spezza e un brivido percorse lungo la schiena della donna.
L’Estraneo alzò di nuovo il braccio armato per dare il colpo di grazia al suo avversario, ma Lyanna intervenne, trovando il coraggio di colpirlo con un fendente laterale. La sua armatura emise uno scricchiolio sinistro, come la crosta rotta di un lago ghiacciato. Alcuni frammenti gelidi caddero a terra. Il mostro si voltò allora verso di lei, come se l’avesse vista solo in quel momento.
-Scappate… mia lady! – le urlò Viserys con voce sofferente.
Lyanna guardò il demone dagli occhi azzurri con terrore, ma raccolse tutto il suo eroismo e si preparò per lo scontro. Non avrebbe mai abbandonato il suo compagno di viaggio.
Il suo avversario l’attaccò violentemente, lei faticò a rispondere, ma parò i suoi affondi come meglio riusciva. Era troppo forte, mentre le sue braccia erano ancora troppo deboli. Sapeva che non sarebbe riuscita a sostenere il combattimento a lungo, ma Viserys arrivò in suo soccorso. Afferrò l’Estraneo da dietro e gli puntò il moncone della propria spada al collo. Appena la lama toccò la pelle della creatura, l’acciaio di cui era composta si sbriciolò.
-Colpitegli il cuore con la vostra spada. Ora!– urlò il principe. Lyanna non se lo fece ripetere due volte, in una pioggia di frammenti argentati, piantò Regina di Ghiaccio tra le costole del mostro. Quando la lama arrivò al cuore, inaspettatamente il demone si sciolse come se fosse composto solo d’acqua. Viserys cadde a terra tenendosi la spalla. Lyanna si ritrovò il corpo del suo compagno addosso. Controllò la sua caduta, ma non poté far latro abbassarsi anche lei. Era troppo debilitata per poter anche solo pensare di riuscire a sorreggerlo.
-Come facevate a saperlo? – gli chiese, la sua voce tremava ancora di paura.
-Non ne ero del tutto certo... ma se ricordate, abbiamo letto assieme le caratteristiche del vetro di drago.  – faticava a parlare – Re Jon mi ha detto di avervi fatto fare questa spada con una tecnica innovativa. – il suo fiato era corto e condensava nuvolette nell’aria. Lyanna vide del liquido scuro scorrere tra le dita del principe.
-Siete ferito gravemente. Fatemi dare un’occhiata. – tentò di avvicinare le proprie mani per aprirgli la cotta di maglia, ma lui le fermò un polso a metà strada.
-No. – affermò con decisione. Lei lo scrutò senza capire.
-Non vi farete degli scrupoli adesso. Abbiamo trascorso gli ultimi giorni condividendo un letto... – cercò di convincerlo.
-Non lo fate. – dal suo tono sembrava la stesse supplicando, i suoi occhi erano socchiusi dal dolore. Lyanna era seriamente preoccupata e voleva constatare la ferita da vicino, ma il principe era ostinato a non farle aprire la casacca.
-Non capite? Le loro armi potrebbero essere fatali! Non sappiamo che cosa può provocare… -
Si udirono degli ululati provenire dall’interno del bosco. Lupi. Le tornò alla mente il sogno che aveva fatto pochi istanti fa. Poi arrivò fulmineo il rumore di passi felpati che correvano sul terreno ricoperto di neve. In un attimo si ritrovarono circondati da un branco di lupi famelici, in continuo movimento. I loro manti erano di tutti i colori. Neri, grigi, bruni, fulvi. Lyanna difese col proprio corpo il principe, restando inginocchiata accanto a lui e tenendolo tra le sue braccia, come se quel gesto potesse in qualche modo proteggerlo dalle fauci di quegli animali. Abbassò il capo rasentando il volto del principe. Sulla sua guancia sentiva la ruvida maschera di cuoio, provò ad immaginarsi quel contatto come l’unica consolazione per la sorte infausta che gli stava toccando in quel momento. Rimasero lì per un po’ di tempo, ma pareva che le bestie non li avessero nemmeno presi in considerazione. La donna allora alzò la testa e cercò di capire cosa stesse succedendo. Di fronte a lei vide un’enorme lupo dal manto argentato e gli occhi gialli che brillavano nel buio.
-Un metalupo? – affermò sorpresa. Sembrava a capo di quel branco.
-L’ho già visto tempo fa. – le rivelò Viserys sembrava aver ripreso un po’ di fiato – era assieme a vostra nipote Arya, quando l’ho trovata la prima volta nelle Terre dei Fiumi. – ma le parole gli faticavano ad uscire.
-Non sforzatevi. – Lyanna lo aiutò a sostenersi, poi tornò a guardare l’animale. Quindi questa deve essere Nymeria, il meta lupo di cui mi aveva parlato Arya. Anche lei la stava fissando e lentamente cominciò ad avvicinarsi alla donna. Forse l’aveva scambiata per la sua padrona. Lyanna rimase ferma senza timore. Quando la bestia le arrivò vicina, la donna alzò lentamente un braccio e allungò la mano verso il suo muso. La creatura l’annusò, poi si voltò di lato, così velocemente che Lyanna ebbe il timore che avesse deciso di affondare i denti nella sua carne. Invece il meta lupo scappò alla vista di Brienne e Tessa che erano tornate a soccorrerli. Incredibilmente erano sopravvissute anche loro.
-Lady Lyanna, Principe Viserys! State bene? – chiese Tessa agitata.
-Abbiamo ucciso un Estraneo, ma il principe è rimasto ferito. Cosa è successo? – chiese la donna.
-Noi abbiamo trovato Elanon. Due estranei l’avevano attaccata. Ne ho ucciso uno con Giuramento, ma l’altro mi è scappato. Poi sono piombati centinaia di lupi. E l’ho perso di vista. – Brienne raccontò continuando a guardarsi furtiva attorno. Era ancora vistosamente scossa.
-La vostra arma è in acciaio di Valyria? – chiese il principe affannato.
-Sì, me la diede Ser Jamie Lannister. – Lyanna sbuffò a quel nome – mi disse che suo padre fece forgiare due spade da quella di Ned Stark… - la lady di Tarth si fermò appena vide il grigio chiaro divenire ghiaccio degli occhi di Lyanna.
-Cos’hanno osato fare i Lannister alla spada di mio padre? – digrignò i denti furiosa – non posso credere ad una cosa del genere! Ghiaccio era appartenuta alla nostra famiglia per quattrocento anni! Questo è troppo! Hanno voltato le spalle a Rhaegar quando gli è sembrato più comodo, si sono presi la vita di mio fratello e storpiato mio nipote. Ora hanno proprio superato il limite! – menò un calcio a terra frustrata, Viserys tentò di metterle una mano sulla schiena per placare la sua ira.
-Mia signora, Dasira è gravemente ferita… - intervenne Meera, facendosi avanti con passo incerto. Lyanna si voltò e vide il suo volto davvero preoccupato. Comprese che dovesse essere una cosa seria. Afferrò tutte le forze che le erano rimaste e seguì la ragazzina col cuore in gola, lasciando l’uomo a cadere a terra. Brienne lo aiutò a sorreggersi.
-Siete ferito gravemente anche voi. – constatò con voce impensierita.
-Non ha importanza. – espose il principe, afferrando una delle sue possenti braccia per rimettersi in piedi, non riusciva a camminare dai dolori e barcollò. Sarebbe caduto se lei non gli avesse preso un braccio e messo sulle sue spalle. Si osservarono per un istante in silenzio.
-Aiutatemi ad andare da lei. – Brienne annuì con un grugno incomprensibile. Dopo qualche passo però cominciò a sciogliersi la tensione che sentiva.
-Avrei fatto meglio a non parlarle della spada. – ammise la guerriera. Il principe non si espresse, ma la donna capì dal suo silenzio che era turbato. Si chiese come mai sembrasse sempre così in pena per la lady.
 
La bruta era riversa al suolo. Il sangue era stato assorbito dalla neve, tingendola di una colorazione lugubre. Non si muoveva ed Elanon le stava tenendo una mano. Quando la donna vide arrivare, scosse la testa. Lyanna si accucciò e lei le lasciò il posto.
-Dasira. – disse in un sussurro, ma era troppo sconvolta per riuscire a parlarle. Notò che un rigagnolo scuro le usciva dalla bocca. Aveva delle croste di sangue rappreso che scendevano dal naso. Il suo occhio destro era gonfio e tumefatto. Non muoveva il braccio sinistro, che era abbandonato in una posizione innaturale. Sullo pancia c’era la lama di un estraneo che le aveva perforato la carne e le viscere stentavano ad uscire.
-Mia signora… - i suoi occhi erano pieni di lacrime. Aveva paura della morte.
-Non parlare. – le consigliò prendendole la mano, ma non seppe che altro aggiungere.
-Mi dispiace… non sono stata all’altezza… - ignorò il suo suggerimento.
-Shhh… tranquilla, va tutto bene – le accarezzò una guancia, ma dentro di sé, la Lupa del Nord sapeva quello che stava accadendo, e temeva che anche la sua amica lo avesse compreso ormai.
-…mio fratello. Ditegli come sono morta combattendo… - Lyanna non voleva di nuovo rivivere quella situazione.
-Glielo dirai tu stessa. – la voce le tremava – ti riporterò a Grande Inverno, Dasira, lo riabbraccerai… – le lacrime cominciarono a scenderle copiose per quella bugia. Muoverla sarebbe stata la sua condanna era più che ovvio.
-No… vi rallenterò. – tossì sangue, alcune gocce colpirono il volto della sua lady – lasciatemi qui... bruciate il mio corpo… - Lyanna si asciugò una lacrima con una mano, trascinando righe rosse sul suo zigomo. Il principe arrivò in quel momento e lasciò la presa di Brienne. Si lascio cadere accanto alla donna a terra, dalla parte opposta di lady Stark. Asciugò il rivolo che usciva dalla bocca della bruta e cercò di rilassarle il volto con una carezza leggera sulla nuca.
-Principe… - disse lei, voltando appena il viso verso di lui. Anche i suoi occhi si riempirono di lacrime – siete più di quanto mostrate… spero troverete la pace nell’anima ed il cuore torni a battere per la vostra… – le parole però le morirono in bocca.
La vita l’aveva abbandonata. Lyanna sentì la mano di Dasira divenire inerme tra le sue. Se la portò alla bocca, scoppiando in singhiozzi incontrollati.
-Dasira… non dovevi trovarti sola. – cercò di dire tra le lacrime – dovevo combattere al tuo fianco… - il principe tenne lo sguardo a terra per qualche istante.
-E’ sempre stata una donna coraggiosa. – si espresse con rispetto, mentre le chiudeva le palpebre, passandole le dita sul volto.
-Voi che ne potete sapere? – gli urlò contro – nemmeno la conoscevate! –
-Non mi serve conoscere una persona per capire se è onorevole e sincera. – disse con tono fermo e autoritario, si alzò poi in piedi – bruciamola – ordinò rivolto verso le altre.
-No! – disse ferma Lyanna guardandolo in cagnesco.
-Dobbiamo farlo. – la voce del principe era bassa e pronunciò le parole lentamente.
-Le ho promesso di riportarla a Grande Inverno! –
-Ve lo ha detto persino lei: preferiva che il suo corpo venisse dato alle fiamme come vuole la sua tradizione. – la fissò profondamente – potrebbe risorgere come una non-morta se non lo facciamo, volete davvero trovarvi ad affrontare in battaglia qualcuno che conoscevate? –
Lyanna sapeva che aveva ragione, guardò ancora per qualche istante il volto senza vita di Dasira. Il suo cuore non ce l’avrebbe fatta a sostenere quella visione, così si alzò e fece qualche passo indietro. Brienne appoggiò la torcia sul torace del cadavere della loro amica e indietreggiò anche lei. Rimasero tutti in silenzio, evocando ognuno i propri dei, affinché l’anima di Dasira raggiungesse la pace. Lyanna si appoggiò al tronco di un albero, tenendosi di spalle alla pira funeraria e pianse disperata, Elanon le si avvicinò e la strinse tra le sue braccia, cercando di darle un leggero conforto.
Quanti innocenti devono ancora morire? A quante morti devo ancora sopravvivere, prima che gli dei mi richiamino nuovamente a sé?
 
Note dell’autore:
 
Della serie mai una gioia, no?
Partiamo dall’inizio; allora abbiamo due lupi in carne ed ossa, Spettro e Nymeria, che sembrano aver entrambi percepito il pericolo degli Estranei. Nymeria a quanto pare era alla loro ricerca da molto tempo e quando però ha sentito il richiamo del fratello indirizzarla verso un’altra strada ha scelto di andare a proteggere quella donna che tanto assomigliava alla sua vecchia padrona, anche se in un primo momento sembrava che prede fossero proprio il gruppo di esseri umani. Spettro invece è molto distante, ma se avete notato porta Jon fuori dal Parco degli Dei… insomma qualcosa sta cercando di dirgli al suo padrone, non pensate pure voi?
 
Secondo momento il risveglio del gruppo. Si dividono, le Rose dell’’Inverno vanno alla ricerca di Elanon all’interno del bosco, e lasciano da soli Lyanna e Viserys. Ed entra in scena il primo Estraneo, ma grazie ai Sette Dei lo uccidono, uno in meno direi!
Peccato il principe venga ferito gravemente, ma sembra non volere che la donna lo spogli… avete qualche idea al riguardo? Perché non vuole farsi levare la pettorina e scoprire la pelle?
Ma l’attenzione presto viene spostata verso le sorti di una delle ultime spade leggendarie di Valyria e della sua orrenda sorte. Caspita io capisco che ce ne sono poche in giro e che se da una ne puoi creare due ben venga, ma almeno non andarmi a perdere una delle due. Giuramento è in possesso di Brienne e mi sta bene, ma l’altra?? Se non sbaglio si chiamava Lamento di Vedova e doveva essere in possesso di Joeffry, ma sinceramente non ricordo ora che fine abbia fatto, è perduta o mi sbaglio?
Beh insomma, quello che mi rode è che alla fine sempre agli Stark il destino più atroce.
Infine lacrime. Darisa non tornerà a casa. Se devo essere sincera odio far morire i miei personaggi, però un po’ di lacrime a Lyanna non volevamo fargliele versare? Tanto non piange mai sta povera donna fredda ed insensibile… però avete notato cosa dice la bruta al principe? Sembra come se si fosse resa conto di qualcosa…
Vabbeh, tanto povera non potrà più dire molto altro ahimè… e vedremo ora che accadrà, perché voi pensate, bon hanno combattuto gli estranei, sono sopravvissuti e hanno pure scampato un assalto dei lupi… ora hanno la strada libera no?
Ma ragazzi pensate davvero che la vita sia facile a Westeros? Certo che no, e Martin ce lo ha ben dimostrato. Ora arriva il bello e capiterà un evento molto particolare nel prossimo capitolo, che modificherà per sempre le sorti di un personaggio e di conseguenza anche di tutti quelli che lo circondano.
 
Ringrazio tutti voi per la pazienza che mi state concedendo, i miei fedeli recensori e la mia collaboratrice che negli ultimi giorni mi ha illuminata su un personaggio che ancora non sapevo come inserirlo!
   
 
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