Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Geani    07/07/2017    0 recensioni
Non tutti gli angeli sono buoni e saggi. Sono creature estremamente vicine agli umani. Un angelo può cambiare per sempre, può essere esiliato e vivere sulla terra.
Danyas non è un semplice essere alato, è il fratello della Regina; una regina che però non è più lucida da molti anni, forse troppi. Il mondo non è fatto di buoni e cattivi, non e' fatto di angeli e demoni ma di creature di ogni tipo il cui animo brilla di mille sfumature diverse. Il cuore, che quasi mai segue la mente, detta troppo spesso le regole. Dopo una guerra tra angeli e demoni, quello che resta è una guerra tra fratelli.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4



Passo’ una settimana prima che si decidesse a togliersi dalla testa quel pensiero. Avrebbe messo piede dentro il locale, avrebbe salutato Alex e poi avrebbe fatto retromarcia. Non c’era alcun motivo per il quale dovesse fermarsi per piu’ di cinque minuti dentro a quel posto. Non pensava certo di ballare o di incontrare la vampira con la quale aveva passato una notte infuocata. Era stato bello, certo, ma era finita li’ e non aveva intenzione di farla continuare.
Lungo tutto il tragitto si continuo’ a ripetere le stesse cose; quanto facile sarebbe stato e quanto veloce sarebbe stato. Una parte del suo cervello gli continuava a dire che stava ingannando solo se stesso ma decise di non darle ascolto, non ne voleva sapere. Si passo’ una mano fra i capelli scompigliandogli piu’ di quanto non fossero gia’ poi, raccogliendo aria nei polmoni, svolto’ l’angolo e ando’ a fermarsi esattamente davanti all'entrata del locale. Come l’ultima volta che c’era stato lungo la strada e sul marciapiede regnava un silenzio surreale. L’uomo all'ingresso era diverso, a quanto pare tenevano sul serio alla sicurezza dei clienti. Annui’ appena per darsi coraggio e fece qualche passo avanti, guardando il buttafuori e sperando di poter passare senza dover dimostrare le sue doti di essere non umano. L’uomo alto e dai capelli rossi si sposto’ per farlo passare dopo averlo osservato attentamente. Dan fece il suo ingresso un po’ perplesso per quell'occhiata che aveva ricevuto, ma non ci diede peso, non aveva intenzione di farlo. Voleva godersi quei dieci minuti che doveva passare li’ dentro per quietare i propri pensieri e la propria mente.
Si diresse velocemente verso il bancone, ignorando il sorriso sornione e soddisfatto di Alex che gia’ gli porgeva un bicchiere di un colore strano, sul rosso. Lo prese facendo roteare il contenuto poi lo annuso’. Non voleva rischiare di bere qualche cosa piu’ adatta ai vampiri, il sangue non rientrava nelle sue bevande preferite.
-Non ti voglio avvelenare!- Urlo’ indispettito il demone.
-No, ma magari vuoi farmi qualche incantesimo come hai fatto per portarmi qui.-
Alex sorrise ancora, scrollando le spalle. Non poteva farci nulla; era cosi’ da sempre. Poteva disturbare i pensieri di chi lo circondava e amava farlo, era divertente vedere gli umani che andavano in palla per cose futili. Quello pero’ non era il caso, era sicuro che come coppia quei due sarebbero stati bene. Solitamente lasciava quel genere di lavori ad altri, ma Belle era sua amica da tanto tempo e se non poteva averla desiderava almeno vederla felice. Quel pensiero spesso gli strappava una smorfia pero’ ormai era tardi, quella briciola di altruismo che aveva assorbito controvoglia dal mondo umano lo costringeva a fare tutto il possibile per farla sorridere.
-Sai, Belle ti ha cercato.- Menti’, pulendo alcuni bicchieri.
-E tu le hai detto che io non torno mai indietro, vero?-
-No, io ho detto che magari anche tu l’avresti cercata prima o poi.- Continuo’ a mentire risultando estremamente credibile.
-Alex, mi stai mentendo?- Dan si sporse in avanti, guardandolo attentamente. –Non funzionano questi giochetti, non con me.-
-Sono serio!- Sbuffo’ infastidito da quella insinuazione che pero’ era vera.
-Beh, io non ho comunque intenzione di crederti, sai?- Sorrise divertito da quella reazione che gli dimostrava di aver ragione, finendo di bere quello che gli aveva servito al suo arrivo. -Mi ero concesso dieci minuti. Sono entrato, ho bevuto qualcosa... direi che me ne posso andare adesso.-
Il demone sorrise divertito, scuotendo la testa. No, non se ne sarebbe andato perche’ non funzionava cosi’ la mente. Lui voleva ballare, bere e divertirsi; non dare un’occhiata per correre via subito dopo. Lo guardo’ allontanarsi conscio del fatto che, entro poco, l’avrebbe visto tornare indietro. 
 
<***>
 
Danyas duro’ circa venti minuti fuori dal bar, poi quasi corse dentro insultando e maledicendo mentalmente quel demone che gli aveva insinuato tutti quei dubbi nella mente. Scosse la testa, rassegnato al passare in quel posto tutta la sera, era l’unico modo per non aver mal di testa e togliersi il pensiero che lo tormentava.
Si avvicino’ alla folla che si muoveva a ritmo sulla pista da ballo, cercando di evitare il piu’ e il meglio possibile Alex. L’ultima cosa che voleva era essere preso di mira da lui e dalle sue battute. Lo avrebbe preso in giro ricordandogli che aveva sempre ragione e che, anche in quel caso, aveva vinto lui. Il punto stava tutto nel non farsi vedere e avrebbe evitato le solite discussioni.
Si fece spazio fra i corpi seminudi e sudati delle persone che lo accerchiavano, finendo in mezzo alla pista da ballo. Li’, teoricamente, non avrebbe potuto vederlo. Piu’ ci pensava e piu’ lo odiava, ma si rese conto presto che gli dava ancora piu’ potere continuando a rifletterci sopra.
Decise quindi di non farlo piu’.
Cerco’ qualcuno con cui ballare, o meglio qualcuna con cui farlo. Si avvicino’ piano ad un gruppo di ragazze che lo accolsero’ di buon grado e si lascio’ andare a quella musica assordante che gli faceva vibrare non solo i timpani ma anche le viscere. Ballo’ con ognuna di loro, ridendo e lasciando che facessero a gara per sedurlo. Non aveva pero’ intenzione di cedere quella sera quindi non ricambio’ le attenzioni di nessuna lasciandole profondamente deluse. Non si dispiacque per loro, era conscio che in meno di dieci minuti avrebbero trovato un altro da assaltare con i loro corpi per nulla coperti dai quei vestiti striminziti che erano piu’ simili a dei stracci.
Fece qualche passo verso la parte piu’ tranquilla del locale per fare una pausa ma un luccichio attrasse la sua attenzione, facendolo fermare. Torno’ sui propri passi e osservo’ attentamente la scena che si stava svolgendo in mezzo a centinaia di persone; persone che facevano finta di nulla. Sospiro’ rassegnato, sapeva quello che sarebbe successo da li’ a cinque minuti. L’angelo che era in lui avrebbe avuto la meglio sul menefreghismo a cui si era costretto portandolo a intervenire e a creare molti ma molti problemi alle persone che lo circondavano. O forse, per una volta, avrebbe risolto la cosa in maniera veloce e pulita.
Alla fine aveva avuto ragione: quando di mezzo c’era Alex finiva sempre nei casini.
Mugolo’ infastidito al pensiero di cio’ che stava per fare ma in pochi passi raggiunse la coppia che invece di ballare stava lottando. Strinse la mano attorno al polso del ragazzo che premeva la lama di un coltello contro la schiena nuda di una ragazza. Con straordinaria fermezza e forza allontano’ l’arma, con la mano libera prese il coltello e se lo mise in tasca sperando di non pugnalarsi da solo con qualche movimento brusco. L’uomo alzo’ gli occhi su di lui con odio, ringhiando infastidito per quella intromissione.
-Questa puttana merita di morire!- Sbraito’ cercando di liberare la mano ancora bloccata.
-E perche’ mai?- Chiese Dan tranquillo, guardandolo attentamente. -Cosa ha fatto?
-Non sono cazzi tuoi!- Sbotto’ l’uomo spingendolo nella speranza che mollasse la presa.
L’angelo roteo’ gli occhi, guardandolo quasi annoiato da quella sceneggiata. Strinse di piu’ la mano strappandogli un gemito di dolore. La folla si era un po’ allontanata da loro, lasciando circa due metri quadrati vuoti. Nessuno pero’ accennava a voler intervenire, non l’avrebbero mai fatto. Pensavano alla propria vita e alla propria incolumita’ ed era quello uno dei motivi per cui lui, in quanto angelo, non doveva trovarsi in posti come quello. Finiva sempre col fare l’eroe di turno. Non voleva, la sua vita non era piu’ quella.
-Non sai che le donne non si toccano nemmeno con un fiore?- Chiese spingendo la ragazza dietro di se’. –Ora, a meno che tu non voglia finire la tua esistenza in questo stesso momento, te ne andrai velocemente nei prossimi tre minuti e non ti farai piu’ vedere attorno a lei.-
-Non mi fai paura, angelo.- Rispose l’altro, facendo un passo avanti con aria di sfida.
Dan sospiro’ annoiato, torcendogli il braccio senza il minimo sforzo ma fermandosi prima di romperlo. Accenno’ semplicemente un mezzo sorriso all'urlo che si perse nella musica che riempiva il locale. Lascio’ poi la presa, piegando la testa di lato mentre guardava quello che secondo lui doveva essere un demone scappare via, facendosi largo fra la gente.
Si volto’ poi per guardare la ragazza che aveva salvato, roteando poi gli occhi. Chi poteva essere se non lei? Era ovvio. La porto’ fuori dalla pista, controllando la sua schiena e notando il segno di una bruciatura esattamente nel punto in cui il coltello era stato tenuto. Perche’ bruciatura e non taglio? Estrasse la lama dalla tasca e se la rigiro’ fra le mani.
-L’ha fatta benedire.- Disse poi mentre Belle annuiva piano.
-O l’ha immersa in acqua santa.- Aggiunse lei, sciogliendo i capelli lunghi e neri nella speranza di coprire quella cicatrice.
-Per ora sei salva, buon proseguimento di serata.- Continuo’ semplicemente, rimettendo l’arma in tasca e andando verso l’uscita.
L’aria fresca del mattino lo investi’ in pieno. Sorrise compiaciuto e si stiracchio’ leggermente, riempiendo i polmoni di quel profumo di notte e pioggia. Dovevano essere cadute un paio di gocce mentre lui era dentro, il giusto per bagnare un po’ l’asfalto e per liberare tutte quelle fragranze che durante il giorno venivano assorbite dalla polvere e da tutti i gas inquinanti provenienti dai mezzi di trasporto.
Guardo’ l’orologio che aveva al polso  e sospiro’ infastidito, alla fine aveva davvero perso tutta la notte in quel posto. Posto in cui non voleva nemmeno andare prima che Alex ci mettesse il naso e la mente. Non riusci’ pero’ a fare piu’ di qualche passo verso il proprio appartamento perche’ una voce femminile comincio’ a richiamarlo. Si fermo’ controvoglia e con una smorfia, girandosi poi per guardarla correre verso di se’.
-Fatti ringraziare almeno.- Disse una volta ferma davanti a lui. –Mi hai salvato la vita senza alcun motivo mentre tutti gli altri mi avrebbero lasciata morire.-
-Cosa hai fatto a quel demone?- Chiese semplicemente lui, ignorando tutto il suo discorso.
-Potrei aver preso in prestito dei soldi senza piu’ tornarli.-
-Quindi hai rubato i suoi soldi e io ti ho salvata?- Alzo’ un sopracciglio. –Lui aveva le sue ragioni a quanto pare.- 
Belle abbasso’ lo sguardo mordicchiandosi le labbra. Aveva ragione, non era certo stata una santa e meritava di essere punita.
-Ma nemmeno una ladra merita la morte.- Aggiunse poi Dan, riprendendo a camminare in silenzio.
-Vuoi fare tanto il duro ma non lo sei, vero?-
-Tu non sai nulla di me, assolutamente nulla.- Sbotto’ infastidito.
-So che mi hai salvata e so che sei stato uno dei pochi ad avere rispetto per me e il mio corpo quando siamo stati insieme.- Continuo’ la vampira, seguendolo con ostinazione.
-Sei pur sempre una ragazza, mi pare una cosa normale. Cosa dovevo fare? Picchiarti nel mentre?-
-Alcuni lo hanno fatto, poi mi sono vendicata, pero’ e’ successo.- Ammise con una nota di rammarico nella voce. Spesso si chiedeva come avesse fatto a essere cosi’ stupida all'inizio della sua nuova vita.
-Io non faccio cose del genere.- Disse semplicemente lui, fermandosi di colpo poi ad un angolo. –Casa tua e’ lontana da qui.
-Si’, e quindi?- Belle lo guardo’ senza capire poi, quasi per sbaglio, alzo’ gli occhi verso il cielo notando un blu piu’ chiaro. –E’ l’alba?!- Quasi urlo’, spaventata.
-Non ce la farai ad arrivare a casa in tempo.- Sentenzio’ porgendole poi il proprio braccio. –Bevi.- La invito’ con fermezza.
-Ti pare il momento?- Lo guardo’ scioccata.
-Bevi e basta!- Sbotto’, osservandola attentamente.
L’angelo non si mosse quando senti’ le zanne di lei farsi spazio nella carne, lacerando la pelle. Lascio’ che facesse il necessario, fermandola prima di diventare troppo debole. Se i suoi ricordi erano veri e giusti, ed era certo che lo fossero, le sarebbe bastato per tornare a casa.
Quando il sole incontro’ i loro volti lui strinse piano gli occhi per il fastidio mentre la vampira tremo’ spaventata. Dan avrebbe scommesso che stesse aspettando di diventare cenere, eppure cio’ non successe.
-E’ bellissimo...- Sussurro’ lei dopo qualche minuto, incredula. –Non vedevo l’alba da oltre cento anni.- 

 
   
 
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