Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: danielafaraoni    08/07/2017    1 recensioni
Eveleen é una giovane ragazza,vive con i suoi genitori e la sua vita è come quella di una comune teenager.
Passa le sue giornate con i suoi amici e con il suo ragazzo Ricky,fin quando non succede qualcosa che le cambierà la vita per sempre...
* Il nome della storia vuol dire 'botta di fortuna' tenetelo presente durante tutta la lettura
**la storia è completamente inventata da me,personaggi e fatti
Solo i luoghi e i fatti geografici saranno veritieri.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Devi superare il dolore. Se non lo superi,lui supererà te e si prenderà la tua vita,non proverai più altre emozioni se non il dolore,devi sconfiggerlo,come se fosse una brutta malattia. Sei giovane,ti aspettano tante belle cose e sicuramente il dolore tornerà nella tua vita,ma in diverse sfumature,non può essere lui a decidere per te» Forse vi starete chiedendo chi sia 'filosofo' dei nostri giorni,oppure no,ma per raccontarvi la mia storia devo partire da lui. Ecco,lui è il mio Psicoterapeuta,un uomo alto,con i baffi e una vita trascorsa a cercare di risolvere i problemi e ad aiutare gli altri,quando lui era il primo ad aver bisogno di un aiuto. Era scappato con una giovane donna,i suoi due figli avevano provavano rancore nei suoi confronti,per averli abbandonati per anni,poi la sua nuova fiamma lo aveva lasciato per un ragazzo e la sua vita era crollata come un castello di sabbia. Comunque,due giorni a settimana dovevo parlare dei miei problemi con lui,questo fu il patto con i miei genitori. Gli raccontavo come mi sentivo,cosa facevo durante le mie giornate,le mie 'emozioni'. 'Emozioni' tra virgolette perchè da come avrete letto prima,l'unica emozione che secondo lui,e non aveva tutti i torti,provavo era il dolore e in tutta quella paternale non ci fu una cosa che non sapevo fosse vera. Dopo la seduta tornai a casa,come al solito. Hanover era una cittadina molto tranquilla,se non fosse stato per la popolazione,contava poco più di 11 mila abitanti e tutti sapevano ogni affare dell'altro. 'Mi dispiace per ciò che ti è capitato,ora come stai?' oppure 'sei una ragazza fortissima,io al tuo posto non avrei reagito così bene'. Frasi del genere mi spiazzavano ogni volta,le persone non capiscono il dolore finchè non lo provano,finche esso non s'impossessa di tutto e gli toglie ogni singola forza rimasta nel loro corpo. Quel pomeriggio decisi di entrare in una caffetteria,aveva aperto da poco e non ci ero ancora entrata,ordinai un caffé e mi misi seduta su uno sgabello ad osservare l'arredamento. Era molto accogliente,sembrava quasi una baita di montagna,il legno dava un senso di calore,c'erano delle mensole con dei libri che si potevano leggere mentre si gustava la bevanda,i cuscini erano rossi e dal soffitto scendevano dei fiori. Ci rimasi poco,avevo detto ai miei genitori che sarei tornata a casa per cena e non volevo farli aspettare. Casa mia era poco lontana dal centro della cittadina,in un quartiere residenziale,aveva un piccolo giardino (grande vanto dei miei genitori) una bella veranda dove mi piaceva sedermi in estate e dal lato del retro affacciava su un piccolo bosco,ovviamente recintato,per paura che quando ero più piccola scappassi. Per il resto era una semplice e tipica casa americana,come quelle che si vedono nei film,. Al piano di sotto c'era un grande salone e la cucina,al piano superiore due camere con i rispettivi bagni e lo studio di mia madre. Mia madre era una sarta,aveva un negozio,cuciva bellissimi abiti per ogni occasione e il suo studio era pieno di tessuti,perline,strass e via dicendo. Il suo negozio era uno dei più famosi della città,tutte le ragazze si facevano cucire un abito per il ballo di fine anno,le spose compravano li i loro vestiti e tutti almeno una volta vi erano entrati per dare un occhiata ai capi. Mio padre era un medico,a dir la verità 'Il Medico',esercitava il suo lavoro sia nell'ospedale sia in uno studio privato,era stimato da tutti. Si possono avere due grandi fregature ad avere genitori così tanto elogiati,tutti si aspettano che tu segua le loro orme e se non lo fai sparlano,oppure,che tu venga messa ad un angolo e non conosciuta per qualcosa che sai realmente fare,solo perchè loro ti hanno messa al mondo. Prima di cenare andai in camera mia e accesi il computer per controllare la casella postale,lo facevo sempre,ormai era un'abitudine,ma ovviamente era vuota se non per le varie pubblicità dei siti online sui quali acquistavo in rare occasioni,ma che ti obbligavano ad iscriverti al loro sito per ricevere informazioni sulle novità. Mi lavai le mani e scesi in cucina dove mia madre aveva cucinato il mio piatto preferito: pollo al curry. Diedi un bacio a mio padre,che praticamente mi costrinse puntando il suo dito sulla guancia,e lasciai che me ne diede uno a me.  «Allora com'è andata dal dottor. Foster?» mi chiese prima di poggiarsi il tovagliolo sulle ginocchia «come al solito» risposi scocciata. Come se non lo sapessi che il giorno seguente non lo avrebbe chiamato per chiedergli se c'erano stati miglioramenti.  «Io e tua madre pensavamo di andare a trovare i nonni negli Hampton » annuii,tanto non stava chiedendo un parere,mi stava solo informando della loro scelta. La casa negli Hampton era stata per anni grande vanto della mia famiglia,i miei nonni ci si trasferirono definitivamente nel 2010 dopo aver messo a carico dell'azienda mio zio,il fratello di mio padre.  «Ascolta,Ev,io e tuo padre crediamo che dovresti tornare a scuola» ci fu qualche secondo di silenzio nel quale pensai a ciò che mia madre mi aveva appena detto «okay» risposi dopo qualche minuto,entrambi alzarono di scatto la testa e mi guardarono  «credo che potrei farlo,cioè,é okay per me.» Il resto della serata la passai aiutando mia madre a sistemare la cucina,a leggere qualche pagina di un libro e a cercare su google 10 modi per riniziare a vivere dopo una perdita. Li leggevo ogni sera,non perché effettivamente avrei fatto ciò che l'articolo diceva,ma soltanto perché non potevo credere che esistesse gente tanto stupida da scrivere cose del genere, da dare conisgli così banali come 'fai un viaggio' oppure 'pratica uno sport che ti faccia scaricare la tensione,a persone che stavano attraversando un momento difficile. Mi preparai per la notte,prima di mettermi al letto inviai un messaggio al mio fidanzato Ricky,scrivendogli che lo amavo e che non vedevo l'ora di rivederlo. Poi mi sdraiai infilandomi sotto al piumone,era caldissimo,ogni sera mia madre metteva una borsa dell'acqua calda ai piedi del letto per farlo riscaldare,in qualche minuto mi addormentai.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: danielafaraoni