Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: ADH    08/07/2017    1 recensioni
Era passato un po' da quando Min Yoongi si sentiva felice.
Aveva passato dei brutti momenti, sin da piccolo, aveva affrontato cose che avrebbe preferito evitare il più possibile.
Nonostante avesse passato anche un periodo in cui avrebbe voluto porre fine a tutto gettandosi dall'ultimo piano del buio edificio dove abitava, aveva continuato a vivere. In un modo o nell'altro, era arrivato dove era adesso.
Cercando di tirare avanti, diventando sempre più vuoto, annaspando aria.
Provava dolore, era solo, odiava la vita. Un depresso nel vero senso della parola, abbandonato da tutti, che si rifugiava nel suo piccolo appartamento per evitare un confronto diretto con la felicità altrui.
L'unico modo di attutire tutto quel dolore, era trasformarlo in violenza.
Iniziò tutto con delle comuni lotte tra ragazzi, fece il bullo a scuola per un po' di tempo, e quando si accorse che far del male agli altri gli faceva provare sempre meno dolore iniziò a chiedersi come sarebbe stato ancora meglio, se il male che procurava fosse aumentato ancora di più.
Ed è così che Min Yoongi passò dalle manie suicide a quelle omicide.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Jungkook.

Non sono l'uomo che pensavi che fossi, anche se penso lo avrai capito.

Sai, ho dovuto convivere con l'odio sin da piccolo. Ho compresso tutta la rabbia che avevo in corpo, ignorandola il più possibile, fino a diventare un concentrato di odio fatto a persona. Pensavo di essere irrecuperabile, di star diventando piano piano un'ombra, di non avere neanche più una vera e propria vita.

Ma poi sei arrivato tu.

Ti ammiro molto, e credo anche che se volessi comunicarti ciò che provo per te non ci riuscirei nemmeno. Finirei solo per creare confusione, dato che ciò che sento ora è confuso.

Fatto sta che l'averti incontrato mi ha reso un po' migliore. Per la prima volta dopo tanto ho assaggiato di nuovo la felicità, ma sapevo che non sarebbe durata.

Provavo speranza, per me e per te, credevo che avrei potuto diventare qualcuno alla tua altezza, cambiare. Ma non posso, non posso affatto, non penso che ciò che provi basti a farmi diventare una persona migliore.

Resterò ciò che sono, mi spiace.

E adesso probabilmente l'unica persona di cui mi sia mai importato nella vita mi odia, mi odia dal più profondo del cuore.

Ma non devi preoccuparti troppo, ho preso una decisione che metterà fine a tutto.

Addio, Jungkook”

 

Quella era una chiara lettera d'addio. Ma non solo a Jungkook, un addio alla vita in se. Jungkook non ebbe nemmeno il tempo di versare delle lacrime, iniziò a correre disperato alla ricerca di Yoongi, prima che potesse fare mosse azzardate.

Jungkook se lo stava immaginando. Yoongi che si butta dall'ultimo piano di un palazzo, Yoongi che si uccide tagliandosi le vene.

Scosse la testa per scacciare il pensiero, ma era chiaro che Yoongi stesse per fare qualcosa che avrebbe definitivamente distrutto per sempre Jungkook.

Doveva trovarlo prima, dirgli che potevano sistemare le cose, per quanto incasinate fossero. Poteva dire che lo avrebbe accettato, che avrebbe potuto sopportare il fatto che le sue mani fossero sporche di sangue. Lo avrebbe potuto aiutare, avrebbe fatto di tutto, pur di tornare a tornare a vivere splendidi momenti insieme.

Non lo odiava, ogni centimetro del uso essere si rifiutava di odiare quello persona. Era semplicemente impossibile per Jungkook odiare la persona che amava dal più profondo.

Corse per tutta la città, passò dal suo appartamento ai luoghi che Yoongi di solito frequentava, finché si ricordò di un vecchio edificio abbandonato quasi al di fuori del paese.

Un posto silenzioso, isolato, tranquillo. Il posto perfetto per commettere un suicidio.

Jungkook vi si precipitò come un fulmine.

 

Nel frattempo Yoongi era davvero in quell'edificio. Stava caricando una pistola.

In quel momento era ipnotizzato dall'arma, non era nemmeno capace di pensare lucidamente. Voleva solo porre fine alla sua vita, sparire dall'esistenza, uno come lui non meritava di vivere.

Anche se in quel momento alcuni ricordi felici stavano cercando di convincerlo a fermarsi, ad andare da Jungkook, a trovare una soluzione. Altri ricordi, molti di più, molto più vividi, lo spingevano a sbrigarsi.

Forse il suo destino era questo, dato che aveva provato a suicidarsi anche in passato. L'unica differenza era adesso era più coraggioso, e in un certo senso lo era diventato grazie a Jungkook.

Lui non avrebbe voluto che lui si suicidasse, nonostante lo sapesse benissimo non si fermò lo stesso.

Andava bene così, non importava.

Puntò la canna della vecchia pistola sotto al mento, chiuse gli occhi e, il secondo subito dopo al forte sparo la porta della stanza si spalancò. Furono quasi in sincrono.

Jungkook aveva fatto in tempo, in tempo per vederlo suicidarsi davanti ai suoi occhi.

Se fosse stato anche solo per un secondo, avrebbe potuto evitarlo, ma la vita non ti da mai ciò che vuoi. Perciò era solo di un secondo in ritardo.

La sensazione che provò fu quella strana impressione di disagio di quando cerchi di indovinare l'esatto momento in cui il ritornello di una canzone inizierà solo dopo un singolo ascolto, fallendo miseramente.

Una volta aperta la porta Jungkook vide per prima il rosso cremisi sulla parete, poi i bellissimi capelli corvini di Yoongi inzupparsi di sangue fresco e subito dopo il corpo inerme del suicida accasciarsi al suolo.

Tutto si fece immobile, ed era una cosa tremenda.

Non respirava, e la sua pelle si era fatta più pallida di quello che era di solito, grigia.

-Hyung...- mormorò quasi tra sé il più giovane, tremante.

Jungkook era immobile sulla soglia della porta, non sapendo come comportarsi.

Come un fulmine si precipitò da Yoongi, macchiando le sue mani del suo sangue.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vederlo in piedi, pur di riaverlo vivo e pur di ricambiare l'abbraccio che gli aveva dato solo poche ore fa.

Il pianto fu irrefrenabile, e non importa quanto lo chiamasse, Yoongi non lo sentiva. Anche chiamare un'ambulanza non servì a nulla, quello che poteva essere l'ancora di Jungkook era andato a fondo in un mare troppo buio e lo aveva lasciato. Avrebbe dovuto convivere con la consapevolezze di averlo potuto salvare e, probabilmente, anche con il senso di colpa nel sentirsi responsabile della sua morte.

 

Il caso fu chiuso, e più nessuno fu ucciso per mano di Yoongi.

 

 

 

   
 
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