Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Dalhia_Gwen    08/07/2017    4 recensioni
Tutte le ragazze hanno un'ambizione, lei compresa.
Ma la sua è qualcosa di particolare.
Inconsueta.
Singolare.
Lei voleva diventare un marinaio.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Duncan, Geoff, Gwen, Scott | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pirate Wedding Day - Cover


 





Chapter 7






 
Gwen decise così di inoltrarsi in cambusa, scoprendo che quel mostro di nave fosse meraviglioso anche dentro.
 
Inutile dire che si perse immediatamente.
 
I corridoi le sembravano tutti uguali, e non capiva invece come gli altri fossero così abili a non imbrogliarsi. Ad un tratto si fermò esausta, ma fu in quel momento che venne attratta da un buon odore di zuppa, e il suo stomaco rispose con un brontolio.
 
- Potrei provare a chiedere al cuoco, e magari rubargli qualcosa da addentare…ho una fame da non vederci più! – pensò, mentre si avviò seguendo quel buon profumo.
 
Dalla porta aperta poté vedere il fumo delle pentole librarsi fino a dissolversi, e si avvicinò senza far rumore.
Sbirciò la cucina, che poteva essere tre volte quella di una comune taverna, e si impressionò nel vedere un unico uomo all’interno. Era un ragazzo davvero alto, di pelle nera, che portava un grembiule bianco che spiccava sulla sua carnagione.
Sorrise, le era già simpatico, perché l’espressione era un misto di allegria e serenità, ed era intento a cantare qualche canzone a lei sconosciuta: probabilmente perché era così stonato da non poter capire.
Le scappò da ridere, ma lui se ne accorse volgendo il suo sguardo verso la ragazza.
- Hey! Cos’hai da ridere? – le chiese stizzito, smettendo di mescolare nel pentolone. Istintivamente lei si tappò la bocca, arrossendo, e in fretta formulò qualche parola di scusa.
- Ehm perdonami, ma non ho potuto fare a meno di essere attratto dal questo buon odore.  Cosa stai cucinando? - chiese cambiando discorso. Lui ci cascò senza problemi, sostituendo l’espressione corrucciata con una spavalda, atteggiandosi.
- Oh mio caro, questa è una zuppa degna di un re! Ho pulito il pesce che i tuoi compagni hanno pescato durante la notte, e ho aggiunto le mie spezie segrete! Nessuno conosce la ricetta, tranne me e la mia mamma! - esclamò sognante.
Lei dovette fare un grande sforzo per non ridere, quel ragazzo era così divertente e… mammone! Si avvicinò quatta, sbirciando nell’enorme calderone.
Era estasiata, e poteva solo immaginare la bontà di quel piatto!
- Come ti chiami, ragazzo? Sei uno dei nuovi arrivati, non è così? - le chiese allora il cuoco, sorridendole, per poi ricevere l’attenzione della sua interlocutrice.
- Oh sì, mi chiamo Jordan, ed è un grande piacere per me conoscerti. – rispose la fanciulla con sincerità. Come risposta lui arrossì.
- Piacere mio, piccolo Jordan. Io sono Dj, e questo è il mio regno! - disse per poi allargare le braccia con fare teatrale. Lo guardò meglio: per essere un cuoco aveva un gran fisico, si chiese a cosa gli sarebbe servito se fosse dovuto rimanere lì dentro per la maggior parte del tempo, come si immaginava.
Ad un tratto però si ricordò del suo compito, e si affrettò subito a chiedergli aiuto.
- Scusami Dj, ma ho una certa fretta. Mi sapresti indicare dove posso trovare la cabina del capitano? Sono ore che la cerco ma probabilmente mi sono perso. Questa nave è immensa! - chiese sconsolata. Il cuoco parve illuminarsi.
- È normale che tu ti sia perso! Ma non ti preoccupare, sei molto vicino di quanto tu pensi! Una volta uscito da qui, prosegui alla tua sinistra, dopodiché troverai delle scale che ti faranno scendere. Seguile, ti troverai così al piano dove si trovano le nostre cabine. Percorri tutto il corridoio, troverai altre scale, che ti porteranno ad un altro piano. Qui troverai un’unica porta con maniglia e cerniere dorate. Quella è la porta della cabina del capitano, non puoi sbagliare. - spiegò lui, mentre a lei si illuminarono gli occhi.
- Grazie immensamente Dj, io vado! - lo salutò calorosamente e si avviò verso l’uscita.
Mentre usciva, però, i suoi occhi caddero su un cesto pieno di succulenti mele verdi, e a quella vista il suo stomaco si ribellò. Velocemente ne prese una senza che Dj se ne accorgesse, per poi fiondarsi veloce fuori dalla cucina.
Sorrise soddisfatta, perlomeno per oggi avrebbe fatto colazione.
 
⚓⚓⚓
 
Seguì le indicazioni di Dj, e finalmente arrivò al piano su cui vi era la cabina del capitano. Lì sotto regnava un silenzio tombale, tanto che riusciva ad udire persino il suo respiro che, con sorpresa, lo trovò pieno di tensione.
Una volta arrivata alla porta, alzò un pugno e fece per bussare ma ad un tratto si fermò a mezz’aria, con espressione assorta.
 
Una serie di dubbi le balenarono in mente: se il capitano stesse riposando? E se non volesse essere disturbato?
 
Non riusciva a spiegarsi quella serie di domande che emersero nella sua mente, né tantomeno il macigno in gola che non le faceva respirare regolarmente.
 
Ma che diavolo le stava succedendo?
 
Tuttavia dovette tornare con i piedi per terra con una certa fretta, in quanto improvvisamente la porta della cabina si spalancò e davanti a lei apparve il capitano con indosso solo i calzoni, tra l’altro sbottonati.
 
Si spaventarono entrambi, e lei si paralizzò davanti a tutta quella perfezione.
 
Inevitabilmente lo sguardo della fanciulla cadde sui pettorali del capitano che, nonostante le numerose cicatrici, sembravano scolpiti nella roccia. Intravide una fasciatura al lato destro dell’addome, mentre intorno al braccio sinistro vi era inciso un tatuaggio raffigurante una grossa catena che, ad un certo punto, si spezzava. Rimase per un momento incantata a guardare quel disegno, chiedendosi quale significato celasse, ma subito la sua attenzione tornò al viso del ragazzo, che non osava fiatare.
Non osò immaginare l’espressione che nacque sul suo volto, ma data quella del capitano, compiaciuta e sorpresa allo stesso tempo, se ne sarebbe vergognata per sempre.
-  Jordan…? - esordì allora lui, palesemente divertito della situazione appena creatasi.
A quel punto dovette tornare con i piedi per terra e, quando incontrò i suoi occhi chiari come l’oceano dovette usare tutto l’autocontrollo possibile per non arrossire.
- C-Capitano…i-io… - era completamente stordita, tanto da non ricordare più neanche il motivo per cui fosse lì davanti a lui. Poi guardò in basso e si accorse di avere la lettera in mano, e subito rinvenne.
- Questa è per voi, me l’ha consegnata Lightning. – disse velocemente porgendogliela e, dopo essersi assicurata della sua presa, portò le mani tremanti dietro la schiena distogliendo lo sguardo, imbarazzatissima.
Lui però continuò a guardarla scettico, assorto ed impressionato dallo strano atteggiamento del suo nuovo marinaio. Poi si riprese, e fece cenno con la mano di entrare nella sua cabina.
Ella sgranò gli occhi stupita, mentre la paura l’investì appieno.
 
Perché voleva che rimanesse con lui nella sua camera?
E se avesse capito qualcosa?
 
O peggio… se avesse scoperto tutto?
 
La testa le stava scoppiando, tuttavia un barlume di lucidità l’attraversò facendole riprendere il controllo, seppur in parte.
Decise di non opporsi per non destare altri sospetti, e lentamente lo seguì dentro.
 
La sua stanza era grande ed accogliente, con un bel letto a baldacchino in legno al centro, di fronte un grande oblò e ai lati del letto un’amaca ed uno scrittoio, su cui vi era un gran caos tra numerose carte nautiche e del rum. Ai lati della stanza vi erano delle sedie su cui giacevano degli indumenti oltremodo sgualciti, mentre in fondo vi era un’altra porta, probabilmente il suo bagno personale.
Nonostante la stanza le risultò estranea, la trovò calda e passionale, e stranamente non avvertì alcun desiderio di lasciarla.
Decise dunque di sedersi di fronte lo scrittoio, mentre il capitano al bordo del suo letto, intento a leggere la lettera. Passarono diversi minuti, e Gwen decise di sbirciare le carte sparse disordinatamente sul tavolo, e ne fu talmente presa che non si accorse che il capitano avesse perso ogni interesse della lettera e in quel momento la stesse fissando con una strana luce negli occhi.
 
- Capitano… – chiese la fanciulla dopo diversi minuti in cui lui, finito di leggere il contenuto del foglio, stava ricontrollando la risposta che aveva accuratamente scritto, prendendo anche lui posizione dietro lo scrittoio. Udendo il suo nome, il capitano alzò lo sguardo, scontrandosi con quello di lei che, alla luce fioca della lanterna, risultava ancor più nero e penetrante.
Ottenuta la sua attenzione, Gwen decise di continuare.
- Posso chiedervi per quale motivo mi avete scelto? Voglio dire, vi erano tanti altri uomini più forzuti e capaci di me. Invece avete scelto me, che non riesco nemmeno a sollevare da solo un barile. - avrebbe tanto voluto avere una voce più mascolina, ma in quel momento essere con lui da sola, nella sua cabina, le incuteva terrore, e la voce si incrinò fino a diventare un sussurro.
Lui la guardò intensamente, probabilmente preso alla sprovvista da una domanda del genere, ma alla fine posò il foglio che reggeva e si poggiò allo schienale della sedia.
- Perché mi fai questa domanda? - la fissò intensamente senza battere ciglio.
Lei ricambiò con sguardo accigliato.
- Non si risponde ad una domanda con un’altra. - lo accusò Gwen quasi d’impulso, tanto da far inarcare le sopracciglia del capitano in un’espressione di sfida.
- Io sono il capitano, posso fare quello che voglio. E da te esigo rispetto, così come dagli altri. – rispose infastidito lui, rivolgendole uno sguardo talmente penetrante che lei poté avvertire il suo cuore venir colpito e lacerato: se l’era cercata, ma la ragazza avrebbe tanto voluto una risposta sincera da parte sua.
Deglutì, mentre abbassava lo sguardo e prendeva ancor più coraggio di prima.
- Vi chiedo perdono, capitano. Ma… vorrei sapere cosa vi ha colpito di me rispetto agli altri. – ammise poi, e ringraziò il Cielo della penombra che godeva l’angolo di quella stanza, in quanto un forte rossore aveva acceso le sue guance.
Passarono diversi secondi, in cui il ragazzo parve pensarci su, mentre attento squadrava la figura buia di Jordan, con espressione imperscrutabile.
 
Un’espressione in realtà inconsapevole, indurita da un passato che lo segnò profondamente ed incapace di lasciarlo in pace, lo stesso che lo aveva portato a divenire un pirata.
Un’espressione che celava la sua vera natura, divenendone con gli anni uno scudo indistruttibile.
O quasi.
 
- Non lo so nemmeno io in realtà. Sei diverso dai soliti uomini che vogliono venire in mare solo per arricchirsi. Ho letto passione nel tuo sguardo quando sei venuto al colloquio, una passione che pochi posseggono. E questa è l’unica caratteristica che mi basta per capire se una persona possa fare carriera o no. Hai tanta strada da fare, ma sento che porterai soddisfazioni, Jo. - spiegò finalmente lui, non smettendo di guardarla, e in quel momento ella poté giurare di non avere più di fronte il solito uomo enigmatico, ma un ragazzo sincero e con cuore, e questo la sorprese non poco.
Nell’udire quelle parole, non poté fare a meno di sollevare lo sguardo e di sorridergli in un tacito ringraziamento, mentre le sue mani si contorcevano sul grembo.
Alla fine anche il capitano sorrise, mostrandosi più bello di quanto già non fosse.
Le mancò il respiro quando lo vide avvicinarsi, ma la paura scomparve quando le diede la risposta a quella lettera, riferendole che da quel momento sarebbe stata libera di tornare da Light e riposare per aver adempiuto al proprio compito.
 
L’accompagnò poi alla porta ma, nel momento in cui la ragazza stava per andarsene, lui la fermò prendendola per mano. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma lo vide intento ad esaminarla.
-  Hai dita sottili, queste non reggono nemmeno ad una fune. Cerca di farci il callo, non sarà una passeggiata rinforzarle. - e così dicendo la fece uscire chiudendo poi la porta, facendola rimanere senza parole e con la testa piena di dubbi.






Angolo autrice:
Buon pomeriggio a tutti!
Con questo caldo, piacerebbe anche a me essere a bordo di una nave e rifocillarmi con l'acqua salmastra! 
A parte questo...
Ecco a voi il cuoco di questa particolare ciurma: DJ! Era inevitabile assegnargli un ruolo del genere, spero siate d'accordo anche voi!
E poi c'è il capitano a cui non sfugge proprio nulla... e Gwen sempre più folgorata da lui. Riuscirà la nostra piccola marinaia a resistere ancora ai suoi occhi criptici e al suo fascino, per non rischiare la pelle?
Seguitemi, ci sarà da divertirsi! :)

Image and video hosting by TinyPic



Dalhia_Gwen
 
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Dalhia_Gwen