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Autore: Bruna_mars    08/07/2017    1 recensioni
Ali ha bisogno di soldi per aiutare sua madre economicamente e fare da baby-sitter della piccola Sofi sembra la soluzione migliore, ma ogni cosa cambia vorticosamente, ora che l'affascinante ed intrigante fratello della bimba torna da Londra per un oscuro segreto che incombe dal suo passato. E così, tra un pomeriggio e l'altro, tra i due sembra nascere qualcosa, qualcosa che va al di là del tempo e dello spazio. Ma come c'è passato, così c'è futuro ed Alice non può che impegnarsi affichè il tutto vada a suo favore..
"Devi solo far finta di essere la mia ragazza. Posso pagarti quanto vuoi. Cento, duecento, trecento euro al giorno! Ne ho davvero bisogno. Ed anche tu."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 3
 
Fakely us



 
So close to reaching that famous happy ending, almost believing this was not pretending
-     Come d’incanto, So close


 
 
 
Non riesco a credere di aver accettato questa follia. Davvero non posso. Ma ho troppo bisogno di soldi per pagare le bollette di questo mese che ormai non mi pento di nulla. Sono seduta in una stanza super elegante, al matrimonio di un amico di Paolo. Non so bene il motivo per cui un affascinante ragazzo non abbia una ragazza di per sé e soprattutto, ho cercato di spiegarmi come mai abbia scelto me come sua possibile finta ragazza.
Mi guardo intorno e mi rendo conto di come io sia in imbarazzo. Paolo si è alzato per salutare gli sposi, mentre io me ne sto seduta al tavolino che dovremmo condividere con altre due coppie, suppongo amiche del mio finto fidanzato. Nessuno è ancora venuto a sedersi, dunque me ne sto annoiata a fissare le persone. La sposa è una donna bella e prosperosa e sembra esser stata una delle vecchie fiamme di Paolo, da quello che mi ha detto una ragazza dai capelli rosa che sedeva accanto a me in chiesa. Mi ha raccontato che tra loro è tutto finito da secoli ormai e quindi non mi dovrei preoccuparmi, ma nella mia testa scoppiavo a ridere. Se sapesse che fingo di essere gelosa per avere trecento euro al giorno, non credo che mi racconterebbe più nulla. Lo sposo è un caro amico di Paolo, a sua detta si chiama Elias ed ha vissuto con lui a Londra per più di tre anni. È un uomo alto, forse sulla trentina e sorride come una scimmia davanti alla sua bella. Cavolo, se solo trovassi un uomo che potesse guardarmi a quel modo. Poi, i miei occhi tornano su Paolo e, disgraziatamente, se ne accorge. Così, si congeda e viene a sedersi accanto a me. Inaspettatamente, mi prende la mano e teniamo le nostre mani unite sopra al tavolo, per fare un po’ di scena.
Così, mi torna perfettamente in mente il discorso che ha fatto dopo il bel ceffone che ha ricevuto in faccia, appena usciti dal bar.
 
“Senti, devo dimostrare qualcosa a qualcuno. Ed ora è difficile spiegarlo, perché dovrei metterti a conoscenza di qualcosa che è uno dei miei problemi più grandi ed è il motivo per cui torno ancora a Roma. Te lo dirò. Ma per ora ti basta sapere che devo dimostrare di essere una persona seria, di poter prendermi cura di qualcuno e di poter amare qualcuna. Solo che nessuna mi è mai piaciuta tanto e tu sei proprio una bella ragazza, quindi sarebbe abbastanza credibile. Non dovresti fare chissà cosa, dovrai imparare qualche battuta e recitare, il che non mi sembra ti riesca male. Te ne prego. Ti chiedo scusa per il bacio, ma non ne sono pentito. So che sei l’unica che può aiutarmi. Con il tempo saprò fidarmi di te e confidarti il mio problema, ma fino ad allora mi serve il tuo aiuto. Per favore.”
 
Stringo la sua mano e gli lascio un misero bacio sulla guancia: “Come sta andando?”
Spero che nessuno ci stia guardando.
“Per il momento bene. Dovremo solamente recitare tanto quando saremo circondati da più persone, quindi adesso.” Mi schiocca un bacio sulle labbra, mentre mi maledico per la stupidaggine che ho fatto nell’accettare. Eppure, lo charme di Paolo mi incuriosisce ed il mio stupido cuore può soltanto aiutare più che può.
“Cara Vanessa!” Accanto a me, si siede la ragazza dalla chioma rosa di cui ho accennato sopra. Una ragazza magra, sorridente ed assolutamente elegante che sembra conoscere Paolo da ormai una vita. Le rivolgo un misero sorriso.
“Paolino! Allora, finalmente una ragazzetta eh? Non mi hai detto niente di te. E non mi sono neanche presentata.. che cafona. Io sono Vanessa.”
“Alice, piacere.” Dico io e le stringo la mano. A suo seguito, c’è un alto giovane il cui nome mi pare sia Antonio che deve essere il fidanzato di Vanessa.
“Piacere.” Dico distrattamente. Quando tutti e quattro siamo seduti intorno al tavolo, cerco di evitare le domande troppo personali, come ad esempio “Che lavoro fai?”
Il silenzio nato in quel momento viene rotto dalla domanda di Vanessa, che si dichiara molto interessata alla mia vita. Sorrido gentilmente, anche se dentro di me vorrei morire: “Lavoro per i genitori di Paolo. È così che ci siamo conosciuti.”
Lui mi guarda con un sorriso bello e dolce, anche se so che l’unico motivo per cui mi guarda così è perché tutti ci stanno guardando e perché sto rispondendo bene.
“Ah, sì? E di che ti occupi?” Chiede, sfacciata.
“Beh, un po’ degli affari di casa.” Lascio tutto sul vago, mentre lentamente la conversazione si sposta su un altro argomento. L’infanzia. Tema non toccabile, soprattutto quando stai fingendo di essere la fidanzata di un ragazzo di cui sai poco e niente.
“Cavolo, ne combinavamo io e te, eh, Paolì!” Esclama Vanessa, mentre lei, Paolo e Antonio si mettono a ridere. Annuisco un po’ annoiata quando mi fanno qualche domanda, ma quando si avvicina lo sposo per presentarmi voglio sotterrarmi.
“Da ormai un anno chiedo al mio amico di presentarmi la sua dama, ma niente, ho potuto farlo solo a questo matrimonio! Allora, a quando il vostro?”
Il cocktail portatomi dal cameriere mi esplode in bocca e comincio a tossire, inquieta: “Come?”
“Ma non stressarli, Damià! Non tutti trovano nel matrimonio la risposta giusta!” Mi incoraggia Vanessa.
“Sono giovane.” Spiego.
“Beh, anche la mia Isa ha appena vent’anni, ma si sa, l’amour!” Così, brindiamo e, dopo poco, si cominciano a servire i primi piatti.
Paolo cerca di portare l’attenzione su di noi. Non smette di accarezzarmi i capelli e si tenermi stretta a sé, anche se io non sembro collaborare riccamente a questo suo piano. L’altra coppia seduta al nostro tavolo è amica della sposa e cominciamo a conoscerci. Mi mostro molto interessata, visto che la ragazza davanti a me fa la donna delle pulizie per diverse famiglie. Ad un certo punto, la musica si alza e gli sposi iniziano il loro primo ballo in mezzo al grande salone. Tutte le coppie si alzano, ma io non voglio troppo dare nell’occhio.
“Allora, andiamo a ballare?” Domanda Paolo ed io chiedo, in ansia: “Cos’era quella cosa sul matrimonio?”
Prima sembra confuso, poi scoppia a ridere: “Ma figurati! Damiano è fatto così, non dà tempo al tempo. Lascialo perdere. Dai, andiamo in pista.”
E così, finiamo al centro della sala, a ballare un lento fastidiosissimo, se si conta il fatto che sto ballando con un completo sconosciuto fingendomi la sua ragazza e che ho un paio di tacchi rifilatimi dalla signora Lucia che fionderei dalla finestra all’istante.
Paolo mi cinge la vita con le sue braccia e cominciamo a ballare sulle note di Lost, di Michael Bublé. Cavolo, questa è la mia canzone preferita e la sto ballando con un totale sconosciuto.
 
I can't believe it's over
I watched the whole thing fall
And I never saw the writing that was on the wall
If I only knew
The days were slipping past
That the good things never last
That you were crying
 
Paolo mi stringe a sé e riesco quasi a sentire il suo cuore battere. Sembra un momento romantico e sereno, tanto che non ricordo tutti i debiti che ho, non ricordo i problemi in famiglia, mio padre, mamma ed i miei fratelli. Non penso alla gratitudine per i signori Trovati. Per Paolo e per la somma di denaro che mi dà per quasi nulla. Mi sento così bene tra le sue braccia. Riesco quasi a sentire il mio cuore parlare, dicendomi…
No. Non pensare a queste cose, Alice. Lo fa solo per i suoi affari e tu solo per i soldi. Scuoto la testa e mi lascio andare sulle note di questa meravigliosa canzone. Intravedo gli sposi stringersi ed amarsi, mentre la mia vita si baserà sempre e solo sui soldi, sui problemi, sulla tristezza.
Come se sentisse ciò che sto pensando, Paolo mi stringe ancora di più a sé.
 
'Cause you are not alone
And I am there with you
And we'll get lost together
Til the light comes pouring through
 
“Tu sei speciale, Ali.” Mi sussurra alle orecchie. Lo fa davvero. Mi cerca di consolare. No, nessuno può farlo, neanche lui. Soprattutto non lui. Annuisco distratta, quando mi sciolgo dal suo abbraccio e torno a sedermi.
Stupida, ma cosa ti prende?
Rimane un po’ scosso nella pista, poi esce con qualche amico fuori dalla sala. Io mi lascio andare sulla mia poltroncina. Controllo il telefono e leggo un messaggio di mamma: Ti ha cercata Cesare. Per favore, ricercalo, sembrava importante. Come sta andando la festa?
 
Ovviamente, ho mentito a mia madre e a tutti. Ho detto che andavo ad una semplice festa di una mia amica che lei ed i miei fratelli non conoscono. Mi sento così in colpa. Davvero. Non ho mai mentito alla mia famiglia, sanno tutto di me ed io di loro.
Ti ha accennato qualcosa? Comunque tutto bene qui
 
Sono contenta, divertiti amore. Mi ha detto che è tornato a Roma e vorrebbe rivederti. Tu che ne dici?
 
Cesare in questo momento proprio no. Cesare è stato il mio fidanzato storico. Ci siamo messi insieme per la prima volta quando avevo appena tredici anni e ricordo che la nostra era una meravigliosa storia. Siamo stati insieme per quattro anni, fino a quando la mia famiglia non ha cominciato a sfasciarsi terribilmente. Da quel momento, con la testa me ne stavo da tutt’altra parte. E così, lo lasciai. Ma lui continua da un anno a questa parte a farsi sentire, a chiedere di me, a voler uscire. Non riesce a credere che la nostra storia sia terminata così, ma non siamo più quelli di prima. Ero una bambina. Ora, da donna matura, so di non potermi permettere una storia seria e tantomeno con qualcuno che non mi piace più e che vedo solo come un grande e fantastico amico.
“Ehi, tutto bene?”
Vanessa si siede accanto a me ed io sorrido appena: “Sì, solo un po’ stanca.”
“Oddio, ma sei incinta?”
Scoppio a ridere per la prima volta in tutta la serata e poi aggiungo: “No, ma che dici!”
“Ah, bene.. intendo, Paolo ha già altro a cui pensare no?” Mi fa l’occhiolino, ma io non capisco cosa mi vuole dire. Così, cambio discorso e chiedo invece come lei ed Antonio si siano conosciuti.
“Lunga storia. Alle superiori lo detestavo, era un deficiente che si faceva tutte. Ma tre estati fa l’ho incontrato al mare ed è completamente cambiato. Poi, ora ci amiamo.” Si volta verso Antonio, che si scatena in pista, ed i due innamorati si scambiano uno sguardo celere.
“E tu, con Paolino? Caspita, si vede proprio che vi piacete tantissimo! Da quanto?”
“Un anno.” Dico, come mi ha preparato a parlare Paolo. Mi ha dato un biglietto con scritte le cose principali e ha detto che quando non so cosa rispondere devo un po’ vagheggiare.
“Beh, sembra che state insieme da una vita!” Commenta lei, entusiasta.
“Sì, stiamo davvero bene insieme.”
“Immagino che i suoi abbiano dato di matto quando l’hanno scoperto. E poi la distanza..”
“Beh, in realtà ci vediamo spesso.” Spiego, un po’ maluccio. Vanessa sembra super interessata: “Ah, sì?”
“Sì, lui viene spesso ed anche io a volte viaggio.” Sul vago. Bravissima Ali, svaga.
Paolo mi spunta alle spalle e me le accarezza con le sue mani suadenti. Io alzo lo sguardo e gli lascio un piccolo sorriso. Il mio finto fidanzato poi chiede: “Allora, Vane, vuoi rubarmi la ragazza?”
Lei ride sguaiatamente, mentre io mi do ad una leggera risata nervosa. La giovane dai capelli rosa chiarisce: “Non sono per le donne, anche se penso che siano di gran lunga migliori degli uomini, ma non del mio. A proposito, ho perso Toni, l’hai visto?”
Entrambi scrolliamo le spalle. Lei va a cercarlo ed io e lui rimaniamo così, in silenzio, per il resto della serata.
 
**
 
Sono ormai le tre di notte, io e Paolo ce ne andiamo. Prima, guardo lui e lo sposo abbracciarsi in una stretta fraterna ed agli occhi quasi mi vengono le lacrime per la commozione. Intanto, Isa, la sposa, che sembra trovarmi simpatica, mi viene a salutare: “E’ stato un piacere conoscerti. Spero ci rivedremo.”
Le sorrido dolcemente e passo allo sposo, che mi sussurra: “Prenditi cura delle sue ferite.”
Non comprendo le sue parole, ma, spudoratamente, gli dico che lo farò. Paolo mi prende per la mano e mi trascina fuori dalla sala. In macchina, mi tolgo le scarpe, che mi hanno lacerato i piedi.
“Sei disperata, eh?” Entrambi ci mettiamo a ridere e lui riparte, mentre la notte ormai calata sui nostri capi porta tutti, adulti e bambini a dormire. Guardo fuori dal finestrino e riconosco il Gran Carro. Osservo con attenzione il cielo, fino a quando sento le sue parole: “Tutti hanno pena per me, là dentro.”
Annuisco nel buio, anche se non capisco. È per caso ubriaco?
“Sì, hanno pena. Sono un povero disgraziato a cui è impossibile vedere la cosa più bella che ho.”
Sono confusa, ma il sonno mi porta a confondere le cose. Poi accende la radio e la conversazione finisce. Ma lo osservo, nella luce della luna. Ha un profilo misterioso, uno sguardo penetrante. I suoi capelli sono leggermente sistemati, ma si vede comunque il cespuglio che mi ha colpito la prima volta che ci siamo visti, una settimana fa circa. Non capisco quello che dice, quello che pensa. Ma la poltroncina della macchina sembra il luogo più adatto per addormentarsi, ora più che mai.

​Ciao, everybody! Voglio idee, secondo voi qual è questo graaaaande segreto che Paolo ha dentro? Fatemi sapere! Un bacio a chiunque segua ed abbia recensito la mia storia. Love ya xx
  
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