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Autore: stardust94    08/07/2017    2 recensioni
Quando il crociato di sangue, arriva a Londra. La vita degli Shadowhunters e, stregoni della famiglia Rosestal, viene stravolta.
La famiglia dovrà affrontare un lungo viaggio verso Oriente, in Giappone.
Un terribile presagio di morte, un nemico invincibile che vuole assoggettare Nascosti e Cacciatori.
Un mistero vecchio di 800 anni, attende i Rosestal.
Riusciranno a risolverlo con l'aiuto, di vecchi e nuovi amici? ma sopratutto...
Riusciranno a rispondere al'eterna domanda: spetta davvero al Conclave, comandare Nascosti e Shadowhunters?
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: James Herondale, Jonathan, Matthew Fairchild, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'The story of Rosestal'
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Capitolo dodici ( intermezzo 1)
Old, nostalgic memories

 

Stava camminando verso la stanza della madre.

Sentiva il pianto disperato di un neonato mentre avanzando raggiungeva la stanza. Lei non c'era ma Roland sentiva comunque il pianto provenire da una piccola culla.

Il giovane mezzo stregone, aveva gli occhi del padre mentre i capelli, erano una massa liscia e nera più lunga di quella di Aster e, lo rendeva molto differente dal fratello.

Roland si avvicinò alla culla si mise sulle punte, appoggiando le mani al legno sporgendosi per guardare la neonata.

La bimba era piccola ed era stata avvolta con una coperta rosa, aveva radi capelli che probabilmente, sarebbero divenuti color miele una volta cresciuta.

Lo guardava aprendo la bocca, lasciandosi dietro qualche piccolo vagito, c'era curiosità nei suoi occhi blu che si specchiavano in quelli del giovane.

Il bimbo la guardava stranito.

Da poco Lucinda Rosestal, sua madre adottiva e compagna di suo padre, aveva annunciato la grande festa in onore della piccola Celina.

Aster, Amelia e perfino Evelyn, erano entusiasti mentre lui...Non sapeva esattamente cosa aspettarsi.
 
Già era dura essere un mezzo stregone poi si aggiungeva che non riusciva a controllarsi, provocando spesso piccoli incendi.
E ora doveva pure avere un altra sorella?

Sospirò visto che in fondo, la bimba non ne aveva alcuna colpa. 
Ma lui si sentiva già abbastanza strano e l'aggiunta di una piccola cacciatrice pura, lo faceva un po ingelosire.

Amelia e Evelyn, non facevano che pensare a come vestirla quando sarebbe diventata un po più grande mentre Aster sembrava felicissimo.

Il bambino strinse il legno con le dita quando la manina della piccola Celina, gli sfiorò dolcemente la guancia. Quel tocco delicato fece nascere un sorriso sul volto di Roland che, prendendola dalla culla la strinse forte.

 
***

Roland si stava allenando, ormai aveva quattordici anni. stava imparando a padroneggiare i suoi poteri sotto l'esperta guida del padre.

Stephen era veramente un uomo affascinante, aveva la bellezza di un angelo, un fisico ben costituito e allenato, capelli biondi come il grano, leggermente ricciolini e occhi blu zaffiro.

Teneva in mano una lama celeste e la muoveva agilmente e con disinvoltura

Roland era in verticale sopra un legno e tutto intorno a lui, divampavano le fiamme.

Il ragazzino strizzò gli occhi ansimando, le fiamme gli bruciavano la schiena nuda mentre le mani, tremavano mettendo in difficoltà la sua presa sul legno.

- Concentrati! la magia esattamente come l'arte della spada, non sono che una perfetta concentrazione e, padronanza di noi stessi - diceva Stephen

Le dure parole del padre e la sua freddezza, mettevano un po di ansia nel ragazzino che persa la presa, rovinò sulla schiena direttamente nei tizzoni ardenti.

Le urla di dolore si propagarono nella palestra, mentre il ragazzo si dimenava per il dolore con la schiena segnata dalle ustioni.

Stephen aveva sospirato e lo aveva rimesso in piedi

-Tu sei uno stregone del fuoco! dovresti controllarlo non lamentarti per qualche graffio! - gridò l'uomo al figlio. 

E quella, fu l'ennesima notte che Roland passò dormendo con il dolore delle ustioni e l'amaro delle lacrime.


La mattina seguente non voleva alzarsi, il corpo era ancora scosso dai brividi del dolore degli allenamenti e la voglia di vedere mister cacciatore perfetto, alias Aster, proprio non gli veniva.

fu Amelia a tirarlo fuori dal letto o meglio, il suo urlo che lo fece alzare a tempo di uno sputo di lama
nonostante il dolore alla schiena, il ragazzino corse nella camera delle sorelle, finendo col trovare Amelia su una sedia e con gli occhi spaventati.

Evelyn era seduta in un angolo e teneva in mano un topino, accarezzandolo e sbuffando al piagnisteo e le lamentele della sorella.

- è solo un topino, ha più paura lui di te - ribadì Eve
- è disgustoso e porta malattie! - replicò Ame

Roland si massaggiò le tempie, mentre guardava le due bambine che continuavano a battibeccare.
Amelia aveva proposto di congelare il topo, cosa che aveva fatto arrabbiare Evelyn, decisa a tenere l'animale.
In tutto questo, Aster era sbucato dietro a Roland.
 
Il biondo era fresco di allenamento, lo si notava dai tagli ancora sanguinanti su braccia e gambe e, dal sudore che impelava la sua fronte.

- Invece di discutere di un piccolo roditore, dovreste fare colazione - 

Disse Aster, passandosi poi la mano tra i capelli, quando Evelyn corse da lui con il roditore in questione

- Ma non fa del male a nessuno, ti prego fratellone! -

Gli occhi supplichevoli della sorella, lo fecero sospirare. Il Rosestal biondo, le carezzò la testa scuotendo la sua.

Fu Roland che avvicinandosi e, accarezzando il topolino, decise di intervenire in favore di Evelyn

- E se lo tenessi io? i topi sono famigli niente male - sbuffò il moro, sollevando sulla mano il topo che gli salì fino alla spalla.

- Ma Mister Squitt è mio amico! - si lamentò la bimba mettendo il broncio. Accarezzava il topino restando sulle punte dei piedi.

Aster sospirando le aveva accarezzato piano la testa con molta calma e dolcezza.

- Lo so, ma dovresti ricordare che mamma, non gradisce gli animaletti - le spiegò

Evelyn sospirò annuendo poi diede un bacino al topino che per risposta, strusciò il naso contro quello della dodicenne che ridacchiando, si rivolse a Roland

- Ti prenderai cura di lui? - domandò

Il ragazzo annuì scompigliandole i capelli, in un gesto dolce. 
Con il dito accarezzò il topo e sorrise.
***
 

Erano passati alcuni anni da quel periodo, ora Celina aveva quasi due anni.
 
Roland ne dimostrava una ventina, nonostante come stregoni ne lui ne Amelia e nemmeno Evelyn, sarebbero cresciuti.

Era appena entrato in palestra, dalla morte di Lucinda avvenuta in circostanze misteriose, il padre era scomparso dalla villa.
Semplicemente, qualche giorno dopo il funerale della donna, Stephen Rosestal era scomparso.

Lasciando così Aster a capo della famiglia senza dire dove andasse ne tanto meno, preoccuparsi della piccola Celina o delle figlie più grandi.

A Roland non andava giù, ma non poteva fare nulla per impedirlo, non avrebbe mai potuto, perchè lui era un mezzo cacciatore.
Se ne fregava dei commenti degli altri, eppure quando camminava per la strada, aveva spesso la sensazione di essere fuori posto. Sensazione che era aumentata, quando Aster era diventato ufficialmente il capo famiglia.

Lui aveva tutto quello che mancava a Roland
Aster non era solo talentuoso e intelligente come pochi, lui era bello come il sole.

Con i capelli biondi perennemente scompigliati, tentava di aggiustarli con la mano, mentre sorrideva affabile nel suo completo elegante.
Ammirava le persone che ammiravano lui, ma senza mai scomporsi, con lo sguardo di zaffiro puntato verso la folla.

Roland sospirò infastidito e tentò di accendersi una sigaretta, ma lo sguardo glaciale del fratello, lo fece desistere

- Io esco a prendere aria - disse lo stregone

Senza aspettare oltre uscì dal edificio dirigendosi per le strade di Idris. 

Arrivato in una zona poco frequentata, si appoggiò ad una delle torri anti demone, e si accese finalmente una beneamata sigaretta, fumandola in santa pace.

Quando improvvisamente, la piccola Celina apparve da dietro una colonna, fece sbucare solo la testa, guardando il giovane
- Fate...llone... - Sussurrò la piccola.

Intenerito lo stregone, fece passare una fiammella dalla mano, dietro il collo riprendendola con la mano, sorrise quando la bimba, avvicinandosi lo guardò estasiata.

 
Da quel giorno, l'unica preoccupazione di Roland, fu rendere felice la sua sorellina.
Grazie a lei, anche lui pote trovare la felicità in un mondo di spine, una luce tra le ombre.
  
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