Fanfic su attori > Ryan Reynolds
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Autore: bebe    09/07/2017    1 recensioni
Una ragazza ricca, figlia unica di un famoso produttore, fidanzata con il rampollo di un'altra agiata famiglia californiana, ovviamente approvato dal padre, incontra un attore più grande di lei, con un intenso passato sentimentale e se ne innamora. ricambiata. Ma riuscirà il loro sentimento a resistere alle malelingue, ai pettegolezzi, ed all'ostilità del padre di lei?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nei giorni successivi, Victoria cercò di concentrarsi sul lavoro e sulla fondazione, come faceva sempre quando era preoccupata per qualcosa. Ripensava alle parole di Ryan, ed anche alla situazione con Josh. Il suo fidanzato non era ancora rientrato dal suo viaggio di lavoro, ma sarebbe arrivato di lì a pochi giorni e la ragazza sapeva che avrebbero dovuto affrontare di nuovo l’argomento nozze, e che con tutta probabilità avrebbero finito per discutere, come era già capitato via skype durante la sua assenza. Sia Andrew che la zia Charlotte si erano accorti che la giovane era piuttosto tesa e nervosa, ma evitarono di insistere troppo e di sottoporla ad un terzo grado per evitare che si chiudesse a riccio.

Quel fine settimana, Josh atterrò al LAX. Era un sabato mattina, intorno a mezzogiorno, e dopo una toccata e fuga a casa ed una doccia veloce, il ragazzo raggiunse Victoria a villa Avery.

“Mi dici che succede?” le domandò, con un tono accondiscendente che diede subito ai nervi alla fidanzata.

“Lo sai che succede. Succede che tua madre non si limita ad aiutarmi ad organizzare il matrimonio…lei decide, impone, si comporta come se fosse lei la sposa…e tu non le dici niente…” rispose asciutta.

“Vicky….ti ho già spiegato che lei vuole solo rendersi utile e darci una mano….non è comodo avere qualcuno che si occupi di tutto?” ribattè lui.

“No, io lo trovo frustrante…e soprattutto mi irrita che tu continui a giustificarla e a tenertene fuori come se la cosa non ti riguardasse. E’ il nostro matrimonio, riguarda anche te Josh…” sbottò lei.

Il ragazzo sbuffò e si passò una mano sul viso.

“Non ci provare…non comportarti come se fossi paranoica o nevrotica…” osservò seria lei, fissandolo.

“Io credo che tu stia esagerando…capisco che i preparativi di un matrimonio mettano a dura prova e che sia normale un po’ di nervosismo, ma tu….tu stai dando i numeri! Ti impunti per delle sciocchezze…e non capisco che ti prende! Non capisco se davvero sei seccata per mia madre o se cerchi solo scuse per litigare! E’ da quando ci siamo fidanzati che stento a riconoscerti….sei sempre nervosa, sempre tesa…con un niente scatti…” aggiunse serio.

“Bè è anche colpa tua…” lo incalzò lei “Ti avevo detto che volevo un matrimonio semplice ed intimo. Sai come la penso su queste cose….ma tu no, hai insistito, hai lasciato che tua madre si mettesse in mezzo….così non va Josh….” Ammise, allargando stancamente le braccia.

“Quindi? Cosa ti aspetti che faccia? Che litighi con mia madre? O vuoi mandare tutto a monte?” rispose lui.

“Non lo so….” Disse candidamente lei “Forse….forse abbiamo accelerato troppo…stiamo andando troppo in fretta…” aggiunse.

Lui rise nervosamente.

“Troppo in fretta? Stiamo insieme da tre anni…senti, fai come ti pare…vuoi rallentare? Rallentiamo…basta che tu ti chiarisca le idee, perché credo che nemmeno tu sappia cosa vuoi…ed io sono stanco di farti da parafulmine…” concluse secco, prima di alzarsi ed andarsene.

Victoria non era sorpresa da questa sua reazione, era esattamente quello che si aspettava da Josh. La intristiva solo avere ulteriore conferma di non poter davvero contare su di lui. Sicuramente era stata una lite sciocca, i motivi erano futili, ma non le era mai di supporto, non si sforzava mai di capirla, di comprenderla appieno, né di andarle incontro. Ogni volta che erano in disaccordo su qualcosa, importante o futile che fosse, lui reagiva così, e lei non si sentiva capita né appoggiata. Se queste erano le premesse, si domandava come sarebbe stato una volta sposati. Non che fosse cattivo, assolutamente, ma non era empatico con lei, non si sforzava di vedere le sfumature, per lui era tutto bianco o nero ed era troppo ‘ingessato’ e categorico su certe cose.

“Tesoro….ho visto Josh andarsene…sembrava così serio…anzi, arrabbiato….avete litigato per caso?” le domandò suo padre, raggiungendola in veranda.

“Si…tanto per cambiare…..” tagliò corto lei.

Andrew la osservò e sospirò.

“Vedrai che farete pace….organizzare un matrimonio è uno stress. Si litiga con niente…e ci si dicono cose che non si pensano…” osservò con fare incoraggiante.

“Sicuro?” lo incalzò lei per nulla convinta “Io invece credo che sotto pressione si finisca per dire esattamente quello che si pensa….” Aggiunse, portando il vassoio con la limonata in cucina.

Suo padre la seguì.

“Senti tesoro….sai che a me importa solo che tu sia felice….puoi dirmi tutto. Si può sapere cosa succede? E’ solo lo stress del matrimonio o c’è altro?” le domandò.

“Non lo so…” ammise la ragazza allargando le braccia “Forse è quello….forse c’è altro…non lo so! So solo che ogni volta che Josh ed io non siamo d’accordo su qualcosa, finiamo per litigare e lui prende e se ne va ed io mi sento in colpa e finisco per fare quello che vuole lui, per adeguarmi e sono stanca di farlo. Vorrei che cercasse di capirmi, almeno una volta. Gli avevo detto che voglio un matrimonio intimo, semplice, ma lui no…ha fatto orecchie da mercante, ha lasciato che sua madre si impicciasse ed ora si stranisce perché me la sono presa….sembra che a lui non importi niente di me e nemmeno del matrimonio, come se non lo riguardasse…è più coinvolto quando parla di titoli ed investimenti, dannazione…” sbottò.

Andrew sospirò e le si avvicinò.

“Tesoro….capisco come ti senti, ma…sai che noi maschietti non siamo molto amanti di queste cose…pensi che io sia stato presente e coinvolto nel mio matrimonio? Ho lasciato carta bianca a tua madre…mi fidavo di lei e del suo gusto e non avrei comunque avuto tempo per seguire i preparativi..” le fece notare.

“Ecco appunto…ti sei fidato, hai lasciato che organizzasse come piaceva a lei…io invece devo accontentare mia suocera…quella snob…” rimarcò arricciando il naso.

Andrew stava per ribattere, quando furono interrotti dalla governante, che avvisava il padrone di casa che l’autista era pronto.

“Scusa…ho un appuntamento di lavoro…devo scappare, ma ne riparleremo, intesi?” le disse. Le diede un bacio sulla fronte e se ne andò, lasciando la ragazza in preda ai suoi pensieri.

Com’era prevedibile, per tutto il fine settimana Josh non si fece sentire e nemmeno Victoria, nonostante fosse stata tentata di chiamarlo un paio di volte. Per fortuna c’era Skyler a distrarla. Non fu semplice convincerla ad uscire, ma la sua amica era piuttosto ostinata e riuscì a portarla fuori per locali per farla distrarre.

Il lunedi seguente, Victoria tornò al lavoro e riuscì anche a fare un salto alla sede della fondazione per alcune firme. Stava appunto uscendo e tornando alla macchina, quando una moto accostò a pochi passi da lei. Guardò distrattamente in direzione del motociclista, mentre controllava i messaggi sul cellulare, ma si sentiva osservata. Si voltò e sembrava proprio che quel tizio, chiunque fosse, stesse guardando lei.

Il centauro, ancora celato dal casco, inclinò la testa, poi si sfilò il casco. Era Ryan.

“Ti sei già dimenticata di me? La prossima volta mi metterò un cartello…” osservò ironicamente.

“Io…tu…..come potevo sapere che eri tu…” borbottò lei, avvicinandosi.

“Pensavo che non fossi nemmeno qui…credevo fossi ripartito dopo la serata al locale coi tuoi amici…” continuò.

“Si, in effetti si…ma stamattina avevo un incontro di lavoro…e visto che ho finito prima, ho pensato di fare un salto qui e vedere se ti trovavo. Non ti eri autoinvitata a fare un giro in moto?” le domandò.

“Come hai fatto a trovarmi?” rispose divertita ed anche sorpresa.

“Una faticaccia…ma diciamo che ho unto gli ingranaggi giusti…” rispose sibillino “Allora? Che fai? Vieni o no? L’offerta scade fra 5 secondi….5, 4,3….”  Iniziò col conto alla rovescia.

“Ok ok….ci vengo! Lasciami solo sistemare questi faldoni in auto…” rispose.

Tempo di caricare l’auto, che tornò da lui ed afferrò il casco che le porgeva.

“Per fortuna alla fine ho deciso di mettere i pantaloni stamattina…” rise la ragazza, salendo in sella.

“Ci sei? Mi raccomando, tieniti ben stretta…ma cerca di non farmi il solletico…” disse lui.

Accese poi la moto, ed anche se Victoria non se ne intendeva molto, le sembrava una motocicletta coi fiocchi. Non era certa di che tipo fosse, e ci volle un po’ per abituarsi al rombo del motore, nonostante fosse in parte attutito dal casco che copriva le orecchie.  Non era un’amante delle due ruote, ma il senso di libertà che stava provando era davvero impagabile e Ryan sembrava davvero un ottimo centauro, sicuro ed attento, nonostante non andasse certo piano.  Inoltre, non era affatto male restare così appiccicata a lui. Riusciva a sentire il suo torace atletico, anche sotto gli strati di vestiti.  Anche se era nata e cresciuta a LA, non conosceva il percorso che lui stava facendo, ma il panorama era stupendo ed alla fine si fermarono proprio sulle colline di Hollywood.

Ryan spense il motore, lasciò che Victoria scendesse e poi fece altrettanto e tirò giù il cavalletto della moto con un rapido movimento del piede.

“Se ti gira un po’ la testa e ti sembra di perdere l’equilibrio, è normale…” osservò, aiutandola a levarsi il casco.

“Wow…è stata una figata…” esclamò lei candidamente, strappandogli un sorriso.

“Che moto è? Io non me ne intendo ma è la fine del mondo…” aggiunse eccitata.

“E’ una Ducati…ed è una delle mie preferite…” rispose lui osservandola, mentre guardava la sua moto come se fosse il Sacro Graal.

“Scommetto che ne hai un garage pieno eh? “ gli domandò.

“Più o meno….” Ammise “…questa ma le tiene qui un mio amico, per farmi un favore…così quando capito a LA posso usarla…ma a casa a NY ne ho altre. Sono un po’ maniaco delle moto. Il bello è che in auto vado piano, guido come un nonno…in moto invece non mi contengo…ma prometto che ti riporterò indietro sana e salva…” rise, sistemando i caschi.

“Mi ci voleva davvero…avevi ragione, andarsene in giro in moto libera la mente…è una sensazione bellissima…” riprese a dire lei, mentre si avvicinavano ad una panchina.

Non c’era nessuno, solo loro ed un panorama mozzafiato, che rimetteva in pace col mondo.

“Allora…dicevi che sei volato qui per lavoro. Un provino? O è top secret?” domandò lei dopo qualche istante di silenzio.

“Non è un progetto poi così segreto…in realtà è solo un cameo che devo fare in film, una commedia. Gli sceneggiatori sono miei carissimi amici….me l’hanno proposto ed ho accettato, solo perché si tratta di un loro film…” le spiegò.

“E’ una toccata e fuga…domani nel pomeriggio riparto. Ma mi andava un giro in moto e ho pensato che potesse andare anche a te…” continuò, per poi osservarla.

“Non hai l’aria di una quasi sposina….non dovresti essere eccitata e camminare su una nuvola?” rimarcò.

“Non infierire…” borbottò appena lei.

“Va così male col broccolo?” domandò, facendola ridere.

“Abbastanza…è tornato sabato da un viaggio di lavoro e…abbiamo discusso ovviamente…la colpa è sempre mia…sono paranoica, troppo suscettibile, bla bla bla…se n’è andato e non lo sento da allora…” gli spiegò.

“Sei una donna,…è ovvio che tu sia paranoica e suscettibile. Cosa pensava?” rimarcò.

“Smettila…” rispose lei, rifilandogli una gomitata.

Poi sospirò “Forse ha ragione lui…magari sto davvero sbagliando ad impuntarmi così. Forse dovrei chiamarlo….” Riprese a dire.

“Ma anche no…” intervenne lui.

“Immagino che stiate discutendo per il matrimonio, no? Per i motivi di cui mi avevi parlato…perché dovresti scusarti? Gli hai detto cosa vuoi…lo so, io c’ero e ho sentito tutto…se lui finge di non saperlo, è un problema suo. Siete fidanzati, state organizzando le nozze, lui ignora le tue esigenze e sei tu a cedere? A me sembra una cazzata, ma se proprio ci tieni….” Rimarcò, stringendo le spalle.

“E’ che io non sono così….” Riprese a dire lei.

“Così come? “

“Polemica…e ostinata su cose così frivole…”  precisò.

“Frivole? E’ il tuo matrimonio…non mi sembra una cosa frivola….dovreste essere d’accordo, ma non lo siete e lui non mi paresi sforzi di capirti, giusto? Non so…a me sembra assurdo. Insomma, se è già tutto così complicato, se solo i preparativi creano tutte queste tensioni e litigi, forse è un segno….” Osservò.

“Sei sicura che sia solo la sua insistenza per un matrimonio in grande a darti fastidio e che non ci sia altro sotto?” le chiese, guardandola negli occhi.
“Wow…sai che Josh ha detto la stessa cosa? Secondo lui cerco una scusa….” Rispose.

“Oddio…sto ragionando come il broccolo. Questo è un duro colpo…devo iniziare a drogarmi per superare il trauma…” aggiunse, facendola ridere.

Era bello stare con lui. Non si poteva dire che si conoscessero bene, anzi, ma le riusciva facile parlare ed aprirsi con lui e si sentiva capita, ascoltata, mai giudicata.

“Seriamente, stavolta forse ha ragione il broccolo…sei convinta di sposarlo, lo ami così pazzamente da fare questa follia oppure vai avanti per non deludere lui, i suoi o tuo padre?” le domandò e senza saperlo colse nel segno.

“Bella domanda….” Disse, prendendo tempo “Come si fa a capire quando una persona è quella giusta?” gli chiese.

“Lo chiedi a me? Sai che ho un divorzio alle spalle, vero?” le fece notare.

“Lo so….ma tu e la tua attuale moglie sembrate l’incarnazione dell’amore da favola….” Osservò.

“Bè, le apparenze ingannano….” Commentò sibillino, senza però aggiungere altro.

“Non so se ci sia un modo per saperlo. E’ una cosa irrazionale. A volte ci sono mille ragioni per tenersi alla larga da qualcuno, ma non ci si riesce…a volte sai che non dovresti nemmeno pensare ad una persona, ma lo fai, è più forte di te…ti chiedi cosa stia facendo e muori dalla voglia di vederla…e ti accontenteresti anche di starci un solo minuto….”continuò a dire e da come la guardava, Victoria si domandò se stesse parlando davvero in astratto o se ci fosse qualche riferimento a lei, a loro due, per quanto fosse assurdo, data la superficialissima conoscenza. Nemmeno si conoscevano, lui era sposato, più grande, ma figuriamoci se era possibile!

“….è difficile razionalizzare e spiegarlo a parole. Lo sai e basta. Tu ti ci vedi ad invecchiare col broccolo? Ad avere dei figli con lui? A passarci ogni notte fino alle fine dei tuoi giorni ed ogni festività o ricorrenza? Ogni vacanza?” la incalzò.

“Ok, ok…sei stato chiaro, ho capito…” rise lei.

Poi sospirò.

“Io…credo di no…” ammise infine.

“Grazie al cielo…” esclamò lui quasi sollevato “Allora mollalo…io l’ho capito al primo sguardo che non c’era chimica….scommetto che è una palla anche a letto e che conosce solo la posizione del missionario…”

“Eh piantala! Sei davvero pessimo! Adesso capisco perché hai lottato così tanto per fare Deadpool….tu sei lui…” lo prese in giro.

“Eddai….tanto lo so che ci ho preso! Ha una faccia da noioso quello…” rincarò la dose lui.

“Non mi sembra proprio il tipo che ti fa bruciare di desiderio…” la prese a sua volta in giro.

“Non ti dirò niente! Puoi provocare finchè vuoi…sono cose private…” rispose lei.

“Tzè…tanto ho già capito!” osservò lui, che voleva avere l’ultima parola.

“Oh bè, scommetto che tu sei mooooolto meglio, vero?” riprese a dire lei, guardandolo quasi con aria di sfida, tanto che lo colse impreparato. La guardò e sembrava davvero spiazzato, come se non si aspettasse quella risposta a tono da lei.

“No…..non dire che ti ho messo in imbarazzo…” lo prese in giro la ragazza.

“In imbarazzo io? Ma figuriamoci…” rispose Ryan “Non c’è paragone…insomma, il broccolo è il broccolo e io…sono un uomo adulto, con molta più esperienza…è crudele fare paragoni, ragazzina…” rimarcò.

“Forse è meglio se rientriamo…” riprese poi a dire lui, controllando l’orologio.

Si rimisero in moto e tornarono alla fondazione nel giro di mezz’oretta.

E proprio nel parcheggio, Victoria notò subito qualcuno che faceva avanti e indietro, incollato al cellulare. Era Josh, e sicuramente stava cercando di chiamare lei.

“Cazzo…” le scappò detto, sfilandosi il casco.

Solo allora anche Ryan si accorse di Josh, che nel frattempo, riconosciuta la fidanzata, si stava avvicinando.

“Vicky…ti ho chiamata una marea di volte..mi stavo preoccupando….la tua macchina era qui, ma tu non c’eri…..temevo ti fosse capitato qualcosa..” disse concitato, prima di accorgersi di Ryan.

“Tu…tu sei…Ryan Reynolds…” osservò  “Cosa ci fate insieme? A te nemmeno piacciono le moto…” aggiunse perplesso.

La domanda era più che legittima, ma Victoria non riusciva ad improvvisare una risposta convincente e plausibile. Per fortuna fu Ryan a levarla dall’impiccio.

“E’ per la fondazione…” intervenne “….i figli di alcune delle ospiti del centro antiviolenza sono fan di Deapool, così Victoria mi ha fatto contattare tramite amici comuni per chiedermi di andarli a trovare vestito da Deadpool…mi ha portato a fare una specie di sopralluogo in uno dei centri….giusto per regolarmi….” Aggiunse, sfoderando un sorriso da paraculo dei suoi.

“Oh….” Esclamò Josh, mangiando la foglia “…..bella idea….” Aggiunse, ora più sollevato.

“Allora…ci risentiamo, ok? Intanto, questo è il mio numero diretto….così mi fai sapere quando possiamo organizzare la sorpresa…” riprese a dire Ryan, approfittando brillantemente della situazione per dare alla ragazza il suo numero, e proprio sotto gli occhi di Josh.

“Grazie…” rispose lei.

“E’ stato un piacere Ryan…Vicky, ti aspetto in auto…intanto richiamo un cliente che sta aspettando una mia risposta…” disse Josh, allontanandosi.

“E’ proprio un broccolo…” commentò divertito Ryan, scuotendo il capo,  mentre Victoria scendeva dalla moto e gli rendeva il casco.

“Grazie per l’aiuto…non sapevo che dirgli…” disse.

“Mi devi un favore…” rimarcò, strizzandole l’occhio “Ora devo andare…..ci si vede in giro…..” aggiunse.

Si infilò il casco e sgommò via velocemente sulla sua moto.

 

 

 

 

 

 

  
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