Nei giorni successivi, Victoria
cercò di concentrarsi sul
lavoro e sulla fondazione, come faceva sempre quando era preoccupata
per
qualcosa. Ripensava alle parole di Ryan, ed anche alla situazione con
Josh. Il
suo fidanzato non era ancora rientrato dal suo viaggio di lavoro, ma
sarebbe
arrivato di lì a pochi giorni e la ragazza sapeva che
avrebbero dovuto
affrontare di nuovo l’argomento nozze, e che con tutta
probabilità avrebbero
finito per discutere, come era già capitato via skype
durante la sua assenza.
Sia Andrew che la zia Charlotte si erano accorti che la giovane era
piuttosto
tesa e nervosa, ma evitarono di insistere troppo e di sottoporla ad un
terzo
grado per evitare che si chiudesse a riccio.
Quel fine settimana, Josh
atterrò al LAX. Era un sabato
mattina, intorno a mezzogiorno, e dopo una toccata e fuga a casa ed una
doccia
veloce, il ragazzo raggiunse Victoria a villa Avery.
“Mi dici che
succede?” le domandò, con un tono
accondiscendente che diede subito ai nervi alla fidanzata.
“Lo sai che succede.
Succede che tua madre non si limita ad
aiutarmi ad organizzare il matrimonio…lei decide, impone, si
comporta come se
fosse lei la sposa…e tu non le dici
niente…” rispose asciutta.
“Vicky….ti ho
già spiegato che lei vuole solo rendersi utile
e darci una mano….non è comodo avere qualcuno che
si occupi di tutto?” ribattè
lui.
“No, io lo trovo
frustrante…e soprattutto mi irrita che tu
continui a giustificarla e a tenertene fuori come se la cosa non ti
riguardasse. E’ il nostro matrimonio, riguarda anche te
Josh…” sbottò lei.
Il ragazzo sbuffò e si
passò una mano sul viso.
“Non ci
provare…non comportarti come se fossi paranoica o
nevrotica…” osservò seria lei,
fissandolo.
“Io credo che tu stia
esagerando…capisco che i preparativi
di un matrimonio mettano a dura prova e che sia normale un
po’ di nervosismo,
ma tu….tu stai dando i numeri! Ti impunti per delle
sciocchezze…e non capisco
che ti prende! Non capisco se davvero sei seccata per mia madre o se
cerchi
solo scuse per litigare! E’ da quando ci siamo fidanzati che
stento a
riconoscerti….sei sempre nervosa, sempre tesa…con
un niente scatti…” aggiunse
serio.
“Bè è
anche colpa tua…” lo incalzò lei
“Ti avevo detto che
volevo un matrimonio semplice ed intimo. Sai come la penso su queste
cose….ma
tu no, hai insistito, hai lasciato che tua madre si mettesse in
mezzo….così non
va Josh….” Ammise, allargando stancamente le
braccia.
“Quindi? Cosa ti aspetti
che faccia? Che litighi con mia
madre? O vuoi mandare tutto a monte?” rispose lui.
“Non lo
so….” Disse candidamente lei
“Forse….forse abbiamo
accelerato troppo…stiamo andando troppo in
fretta…” aggiunse.
Lui rise nervosamente.
“Troppo in fretta? Stiamo
insieme da tre anni…senti, fai
come ti pare…vuoi rallentare? Rallentiamo…basta
che tu ti chiarisca le idee,
perché credo che nemmeno tu sappia cosa vuoi…ed
io sono stanco di farti da
parafulmine…” concluse secco, prima di alzarsi ed
andarsene.
Victoria non era sorpresa da questa
sua reazione, era
esattamente quello che si aspettava da Josh. La intristiva solo avere
ulteriore
conferma di non poter davvero contare su di lui. Sicuramente era stata
una lite
sciocca, i motivi erano futili, ma non le era mai di supporto, non si
sforzava
mai di capirla, di comprenderla appieno, né di andarle
incontro. Ogni volta che
erano in disaccordo su qualcosa, importante o futile che fosse, lui
reagiva
così, e lei non si sentiva capita né appoggiata.
Se queste erano le premesse,
si domandava come sarebbe stato una volta sposati. Non che fosse
cattivo,
assolutamente, ma non era empatico con lei, non si sforzava di vedere
le
sfumature, per lui era tutto bianco o nero ed era troppo
‘ingessato’ e
categorico su certe cose.
“Tesoro….ho
visto Josh andarsene…sembrava così
serio…anzi,
arrabbiato….avete litigato per caso?” le
domandò suo padre, raggiungendola in
veranda.
“Si…tanto per
cambiare…..” tagliò corto lei.
Andrew la osservò e
sospirò.
“Vedrai che farete
pace….organizzare un matrimonio è uno
stress. Si litiga con niente…e ci si dicono cose che non si
pensano…” osservò
con fare incoraggiante.
“Sicuro?” lo
incalzò lei per nulla convinta “Io invece credo
che sotto pressione si finisca per dire esattamente quello che si
pensa….”
Aggiunse, portando il vassoio con la limonata in cucina.
Suo padre la seguì.
“Senti
tesoro….sai che a me importa solo che tu sia
felice….puoi dirmi tutto. Si può sapere cosa
succede? E’ solo lo stress del
matrimonio o c’è altro?” le
domandò.
“Non lo
so…” ammise la ragazza allargando le braccia
“Forse
è quello….forse c’è
altro…non lo so! So solo che ogni volta che Josh ed io non
siamo d’accordo su qualcosa, finiamo per litigare e lui
prende e se ne va ed io
mi sento in colpa e finisco per fare quello che vuole lui, per
adeguarmi e sono
stanca di farlo. Vorrei che cercasse di capirmi, almeno una volta. Gli
avevo
detto che voglio un matrimonio intimo, semplice, ma lui
no…ha fatto orecchie da
mercante, ha lasciato che sua madre si impicciasse ed ora si stranisce
perché
me la sono presa….sembra che a lui non importi niente di me
e nemmeno del
matrimonio, come se non lo riguardasse…è
più coinvolto quando parla di titoli
ed investimenti, dannazione…” sbottò.
Andrew sospirò e le si
avvicinò.
“Tesoro….capisco
come ti senti, ma…sai che noi maschietti
non siamo molto amanti di queste cose…pensi che io sia stato
presente e
coinvolto nel mio matrimonio? Ho lasciato carta bianca a tua
madre…mi fidavo di
lei e del suo gusto e non avrei comunque avuto tempo per seguire i
preparativi..” le fece notare.
“Ecco appunto…ti
sei fidato, hai lasciato che organizzasse
come piaceva a lei…io invece devo accontentare mia
suocera…quella snob…”
rimarcò arricciando il naso.
Andrew stava per ribattere, quando
furono interrotti dalla
governante, che avvisava il padrone di casa che l’autista era
pronto.
“Scusa…ho un
appuntamento di lavoro…devo scappare, ma ne
riparleremo, intesi?” le disse. Le diede un bacio sulla
fronte e se ne andò,
lasciando la ragazza in preda ai suoi pensieri.
Com’era prevedibile, per
tutto il fine settimana Josh non si
fece sentire e nemmeno Victoria, nonostante fosse stata tentata di
chiamarlo un
paio di volte. Per fortuna c’era Skyler a distrarla. Non fu
semplice
convincerla ad uscire, ma la sua amica era piuttosto ostinata e
riuscì a
portarla fuori per locali per farla distrarre.
Il lunedi seguente, Victoria
tornò al lavoro e riuscì anche
a fare un salto alla sede della fondazione per alcune firme. Stava
appunto
uscendo e tornando alla macchina, quando una moto accostò a
pochi passi da lei.
Guardò distrattamente in direzione del motociclista, mentre
controllava i
messaggi sul cellulare, ma si sentiva osservata. Si voltò e
sembrava proprio
che quel tizio, chiunque fosse, stesse guardando lei.
Il centauro, ancora celato dal casco,
inclinò la testa, poi
si sfilò il casco. Era Ryan.
“Ti sei già
dimenticata di me? La prossima volta mi metterò
un cartello…” osservò ironicamente.
“Io…tu…..come
potevo sapere che eri tu…” borbottò
lei,
avvicinandosi.
“Pensavo che non fossi
nemmeno qui…credevo fossi ripartito
dopo la serata al locale coi tuoi amici…”
continuò.
“Si, in effetti
si…ma stamattina avevo un incontro di
lavoro…e visto che ho finito prima, ho pensato di fare un
salto qui e vedere se
ti trovavo. Non ti eri autoinvitata a fare un giro in moto?”
le domandò.
“Come hai fatto a
trovarmi?” rispose divertita ed anche
sorpresa.
“Una
faticaccia…ma diciamo che ho unto gli ingranaggi
giusti…” rispose sibillino “Allora? Che
fai? Vieni o no? L’offerta scade fra 5
secondi….5, 4,3….”
Iniziò col conto alla
rovescia.
“Ok ok….ci
vengo! Lasciami solo sistemare questi faldoni in
auto…” rispose.
Tempo di caricare l’auto,
che tornò da lui ed afferrò il
casco che le porgeva.
“Per fortuna alla fine ho
deciso di mettere i pantaloni
stamattina…” rise la ragazza, salendo in sella.
“Ci sei? Mi raccomando,
tieniti ben stretta…ma cerca di non
farmi il solletico…” disse lui.
Accese poi la moto, ed anche se
Victoria non se ne intendeva
molto, le sembrava una motocicletta coi fiocchi. Non era certa di che
tipo
fosse, e ci volle un po’ per abituarsi al rombo del motore,
nonostante fosse in
parte attutito dal casco che copriva le orecchie.
Non era un’amante delle due ruote, ma il
senso di libertà che stava provando era davvero impagabile e
Ryan sembrava
davvero un ottimo centauro, sicuro ed attento, nonostante non andasse
certo
piano. Inoltre, non
era affatto male
restare così appiccicata a lui. Riusciva a sentire il suo
torace atletico,
anche sotto gli strati di vestiti.
Anche
se era nata e cresciuta a LA, non conosceva il percorso che lui stava
facendo,
ma il panorama era stupendo ed alla fine si fermarono proprio sulle
colline di
Hollywood.
Ryan spense il motore,
lasciò che Victoria scendesse e poi
fece altrettanto e tirò giù il cavalletto della
moto con un rapido movimento
del piede.
“Se ti gira un
po’ la testa e ti sembra di perdere
l’equilibrio, è normale…”
osservò, aiutandola a levarsi il casco.
“Wow…è
stata una figata…” esclamò lei
candidamente,
strappandogli un sorriso.
“Che moto è? Io
non me ne intendo ma è la fine del
mondo…”
aggiunse eccitata.
“E’ una
Ducati…ed è una delle mie
preferite…” rispose lui
osservandola, mentre guardava la sua moto come se fosse il Sacro Graal.
“Scommetto che ne hai un
garage pieno eh? “ gli domandò.
“Più o
meno….” Ammise “…questa ma le
tiene qui un mio amico,
per farmi un favore…così quando capito a LA posso
usarla…ma a casa a NY ne ho
altre. Sono un po’ maniaco delle moto. Il bello è
che in auto vado piano, guido
come un nonno…in moto invece non mi contengo…ma
prometto che ti riporterò
indietro sana e salva…” rise, sistemando i caschi.
“Mi ci voleva
davvero…avevi ragione, andarsene in giro in moto
libera la mente…è una sensazione
bellissima…” riprese a dire lei, mentre si
avvicinavano ad una panchina.
Non c’era nessuno, solo
loro ed un panorama mozzafiato, che
rimetteva in pace col mondo.
“Allora…dicevi
che sei volato qui per lavoro. Un provino? O
è top secret?” domandò lei dopo qualche
istante di silenzio.
“Non è un
progetto poi così segreto…in realtà
è solo un
cameo che devo fare in film, una commedia. Gli sceneggiatori sono miei
carissimi amici….me l’hanno proposto ed ho
accettato, solo perché si tratta di
un loro film…” le spiegò.
“E’ una toccata e
fuga…domani nel pomeriggio riparto. Ma mi
andava un giro in moto e ho pensato che potesse andare anche a
te…” continuò,
per poi osservarla.
“Non hai l’aria
di una quasi sposina….non dovresti essere eccitata
e camminare su una nuvola?” rimarcò.
“Non
infierire…” borbottò appena lei.
“Va così male
col broccolo?” domandò, facendola ridere.
“Abbastanza…è
tornato sabato da un viaggio di lavoro
e…abbiamo discusso ovviamente…la colpa
è sempre mia…sono paranoica, troppo
suscettibile, bla bla bla…se n’è andato
e non lo sento da allora…” gli spiegò.
“Sei una
donna,…è ovvio che tu sia paranoica e
suscettibile.
Cosa pensava?” rimarcò.
“Smettila…”
rispose lei, rifilandogli una gomitata.
Poi sospirò
“Forse ha ragione lui…magari sto davvero
sbagliando ad impuntarmi così. Forse dovrei
chiamarlo….” Riprese a dire.
“Ma anche
no…” intervenne lui.
“Immagino che stiate
discutendo per il matrimonio, no? Per i
motivi di cui mi avevi parlato…perché dovresti
scusarti? Gli hai detto cosa
vuoi…lo so, io c’ero e ho sentito
tutto…se lui finge di non saperlo, è un
problema suo. Siete fidanzati, state organizzando le nozze, lui ignora
le tue
esigenze e sei tu a cedere? A me sembra una cazzata, ma se proprio ci
tieni….”
Rimarcò, stringendo le spalle.
“E’ che io non
sono così….” Riprese a dire lei.
“Così come?
“
“Polemica…e
ostinata su cose così frivole…” precisò.
“Frivole? E’ il
tuo matrimonio…non mi sembra una cosa
frivola….dovreste essere d’accordo, ma non lo
siete e lui non mi paresi sforzi
di capirti, giusto? Non so…a me sembra assurdo. Insomma, se
è già tutto così
complicato, se solo i preparativi creano tutte queste tensioni e
litigi, forse
è un segno….” Osservò.
“Sei sicura che sia solo la
sua insistenza per un matrimonio
in grande a darti fastidio e che non ci sia altro sotto?” le
chiese,
guardandola negli occhi.
“Wow…sai che Josh ha detto la stessa cosa? Secondo
lui cerco una scusa….”
Rispose.
“Oddio…sto
ragionando come il broccolo. Questo è un duro
colpo…devo iniziare a drogarmi per superare il
trauma…” aggiunse, facendola
ridere.
Era bello stare con lui. Non si
poteva dire che si
conoscessero bene, anzi, ma le riusciva facile parlare ed aprirsi con
lui e si
sentiva capita, ascoltata, mai giudicata.
“Seriamente, stavolta forse
ha ragione il broccolo…sei
convinta di sposarlo, lo ami così pazzamente da fare questa
follia oppure vai
avanti per non deludere lui, i suoi o tuo padre?” le
domandò e senza saperlo
colse nel segno.
“Bella
domanda….” Disse, prendendo tempo “Come
si fa a capire
quando una persona è quella giusta?” gli chiese.
“Lo chiedi a me? Sai che ho
un divorzio alle spalle, vero?”
le fece notare.
“Lo so….ma tu e
la tua attuale moglie sembrate
l’incarnazione dell’amore da
favola….” Osservò.
“Bè, le
apparenze ingannano….” Commentò
sibillino, senza
però aggiungere altro.
“Non so se ci sia un modo
per saperlo. E’ una cosa
irrazionale. A volte ci sono mille ragioni per tenersi alla larga da
qualcuno,
ma non ci si riesce…a volte sai che non dovresti nemmeno
pensare ad una persona,
ma lo fai, è più forte di te…ti chiedi
cosa stia facendo e muori dalla voglia
di vederla…e ti accontenteresti anche di starci un solo
minuto….”continuò a
dire e da come la guardava, Victoria si domandò se stesse
parlando davvero in
astratto o se ci fosse qualche riferimento a lei, a loro due, per
quanto fosse
assurdo, data la superficialissima conoscenza. Nemmeno si conoscevano,
lui era
sposato, più grande, ma figuriamoci se era possibile!
“….è
difficile razionalizzare e spiegarlo a parole. Lo sai e
basta. Tu ti ci vedi ad invecchiare col broccolo? Ad avere dei figli
con lui? A
passarci ogni notte fino alle fine dei tuoi giorni ed ogni
festività o
ricorrenza? Ogni vacanza?” la incalzò.
“Ok, ok…sei
stato chiaro, ho capito…” rise lei.
Poi sospirò.
“Io…credo di
no…” ammise infine.
“Grazie al
cielo…” esclamò lui quasi sollevato
“Allora
mollalo…io l’ho capito al primo sguardo che non
c’era chimica….scommetto che è
una palla anche a letto e che conosce solo la posizione del
missionario…”
“Eh piantala! Sei davvero
pessimo! Adesso capisco perché hai
lottato così tanto per fare Deadpool….tu sei
lui…” lo prese in giro.
“Eddai….tanto lo
so che ci ho preso! Ha una faccia da noioso
quello…” rincarò la dose lui.
“Non mi sembra proprio il
tipo che ti fa bruciare di desiderio…”
la prese a sua volta in giro.
“Non ti dirò
niente! Puoi provocare finchè vuoi…sono cose
private…” rispose lei.
“Tzè…tanto
ho già capito!” osservò lui, che voleva
avere
l’ultima parola.
“Oh bè,
scommetto che tu sei mooooolto meglio, vero?”
riprese a dire lei, guardandolo quasi con aria di sfida, tanto che lo
colse
impreparato. La guardò e sembrava davvero spiazzato, come se
non si aspettasse
quella risposta a tono da lei.
“No…..non dire
che ti ho messo in imbarazzo…” lo prese in
giro la ragazza.
“In imbarazzo io? Ma
figuriamoci…” rispose Ryan “Non
c’è
paragone…insomma, il broccolo è il broccolo e
io…sono un uomo adulto, con molta
più esperienza…è crudele fare
paragoni, ragazzina…” rimarcò.
“Forse è meglio
se rientriamo…” riprese poi a dire lui,
controllando l’orologio.
Si rimisero in moto e tornarono alla
fondazione nel giro di
mezz’oretta.
E proprio nel parcheggio, Victoria
notò subito qualcuno che
faceva avanti e indietro, incollato al cellulare. Era Josh, e
sicuramente stava
cercando di chiamare lei.
“Cazzo…”
le scappò detto, sfilandosi il casco.
Solo allora anche Ryan si accorse di
Josh, che nel
frattempo, riconosciuta la fidanzata, si stava avvicinando.
“Vicky…ti ho
chiamata una marea di volte..mi stavo
preoccupando….la tua macchina era qui, ma tu non
c’eri…..temevo ti fosse
capitato qualcosa..” disse concitato, prima di accorgersi di
Ryan.
“Tu…tu
sei…Ryan Reynolds…” osservò “Cosa ci fate
insieme? A te nemmeno piacciono
le moto…” aggiunse perplesso.
La domanda era più che
legittima, ma Victoria non riusciva
ad improvvisare una risposta convincente e plausibile. Per fortuna fu
Ryan a
levarla dall’impiccio.
“E’ per la
fondazione…” intervenne “….i
figli di alcune
delle ospiti del centro antiviolenza sono fan di Deapool,
così Victoria mi ha
fatto contattare tramite amici comuni per chiedermi di andarli a
trovare
vestito da Deadpool…mi ha portato a fare una specie di
sopralluogo in uno dei
centri….giusto per regolarmi….”
Aggiunse, sfoderando un sorriso da paraculo dei
suoi.
“Oh….”
Esclamò Josh, mangiando la foglia
“…..bella idea….”
Aggiunse, ora più sollevato.
“Allora…ci
risentiamo, ok? Intanto, questo è il mio numero
diretto….così mi fai sapere quando possiamo
organizzare la sorpresa…” riprese a
dire Ryan, approfittando brillantemente della situazione per dare alla
ragazza
il suo numero, e proprio sotto gli occhi di Josh.
“Grazie…”
rispose lei.
“E’ stato un
piacere Ryan…Vicky, ti aspetto in auto…intanto
richiamo un cliente che sta aspettando una mia
risposta…” disse Josh,
allontanandosi.
“E’ proprio un
broccolo…” commentò divertito Ryan,
scuotendo
il capo, mentre
Victoria scendeva dalla
moto e gli rendeva il casco.
“Grazie per
l’aiuto…non sapevo che
dirgli…” disse.
“Mi devi un
favore…” rimarcò, strizzandole
l’occhio “Ora
devo andare…..ci si vede in giro…..”
aggiunse.
Si infilò il casco e
sgommò via velocemente sulla sua moto.