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Autore: impossibile92    09/07/2017    0 recensioni
Vi siete mai chiesti perchè il Popolo che vive sotto il colle ama esprimersi in rima? Perchè le fate sono più terribili ,se le si incontra al crepuscolo? A loro piace ridere e scherzare ,ma anche dilettarsi in macabri giochi. Un cantastorie una volta disse che la magia non è presente in ciò che si vede ,piuttosto in quello che proprio non si vede ; bene. Affronteremo un viaggio in rima nel regno del buffo e del grottesco ,ma anche al buio ,nel mondo sotterraneo ,dove dimorano i segreti dagli artigli affilati e le ali luccicanti. Vi sentite pronti?
Allora cominciamo
Genere: Comico, Fantasy, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Existea, secoli orsono,
nel Castel di Piandipane,
il designato erede al trono
il quale aveva sempre fame.

Come un sottil fiammifero
era tutto pelle ed ossa,
l'incarnato pallido e mortifero
come pronto per la fossa.

Piccoletto,emaciato,
le costole sporgenti ;
ogni occhio era cerchiato
da nere occhiaie assai evidenti.

Se camminava , io vi dico,
si piegava su se stesso,
e strisciava come un lombrico
o uno spaghetto lesso.

Allora venne proclamato
di chiamare alla raccolta
chef ,maestri del palato
che fan della cucina una scienza colta.

Ognun di loro dinanzi ai fornelli
ed a grossi paioli dovevan creare
piatti speciali, leccornie, tortelli
affinchè il monarca si potesse ingozzare.

Come un maiale messo all'ingrasso
sarebbe stato lo scarno monarca
innaffiando tutto col buon ippocrasso
su una tavola di cibo mai parca.

Con ansia attendeva quei chili adiposi
depositarglisi su pancia e sedere
grazie ai piatti di lardo succosi
che altro peso gli avrebber fatto avere.

All'appello dal palazzo bandito
risposero tutti i miglior cuochi del regno,
che controfirmarono con un candito
per mostrar ognuno di esserne degno.

Si presentò Jean Baptiste Patarnasse,
il re indiscusso delle glasse
noto a parigi per la segreta ricetta
su come livellare una glassa perfetta.
Nel suo maniero ogni ciambellone
finiva imperlato di bianco e marrone,
la pasta di zucchero si depositava
su ogni tartina che egli sfornava.
Il primo premio aveva vinto
per aver su una torta dipinto
il volto di Maria Antonietta
con una glassa tutta violetta.

Ed ecco,giunse poi il prode Ramoni
mago dello gnocco e dei cannelloni
egli era quel demonio d' Italia
che con gli spaghetti la gente ammalia,
e incanta le tagliatelle come serpenti
che si gettano in acqua tutte ubbidienti.
La sua pasta trafilata era talmente rinomata
che a peso d'oro veniva pagata!
A Napoli viveva, assieme al fratello
che chiamavano il genio del mattarello,
e faceva una pizza, non dico una balla
che un morso ti mandava dritto in Valhalla!
Per non citare le lor tre sorelle,
chirurghe primarie di sfogliatelle.

Il terzo a rispondere alla chiamata
fu Herr Von Frattaglien di zua Cermania adorata,
di controfiletten crande intenditorre
si dice che rosso è zuo amato colore...
di zangue, yah! Di tagliata succosa !
è una poesia la sua chianina sanguinosa.
Al re regalò di salsicce una corona
dicendogli :"la manci crrruuuuda! Zul pane è più puoooona!!"
Di polli e fagiani è un killer seriale,
dal colpo di accetta assai magistrale,
e con gli intestini impicca le quaglie
friggendo nello strutto le loro frattaglie.


Poi un tizio compunto si aggiunse alla lista,
Sir Gustav de Minsky, delle salse l'alchimista.
La chimica dei sughi ha appreso da Paracelso
e fa intingoli ai funghi e alle more di gelso,
brodetti per carni ,triti di erbe profumate
che condiscono tutto con note estasiate.
Il suo laboratorio è pieno di alambicchi
ed egli vi seziona i mandarini a spicchi
oppure analizza al microscopio pepe e sale,
ponendo in forni alchemici il timo od il caviale.
Laureato in sapori con 110 e lode
con la tesi sulla salsa rosa per le uova sode,
desidera il sovrano di gusto compiacere
con un patè agli agrumi ed alle olive nere.


Francois Grouviere ,dei formaggi l'alfiere
fece il suo ingresso alla corte sfarzosa
brandendo una ricotta candida e cremosa,
e guadò il fiume del reale fossato
a bordo di un caciocavallo ben stagionato.
Al suo seguito l'eccelso El Pimiento
ambasciatore di ogni verde accompagnamento,
le cui insalate son quadri impressionisti
di legumi farinosi e vegetali misti ,
e per finire la sfilata terminò con Pino
dalle mille narici,si dice,per il vino,
la sua appendice nasale capta come una sonda
gli aromi fruttati di ogni alcolica onda ,
le sfumature di bianco,rosso o rosato
che fan del beveraggio un gesto assai quotato.

Ebbene l'esercito di sfamatori era pronto
ognun con i suoi strumenti ed una penna per il conto,
e nelle splendide cucine della magione
li attendeva di pentole frementi una legione,
di fornelli scoppiettanti un esercito rovente
e una fanteria di mestoli assai contundente.
Il re saltellava contento sul posto
con che si iniziava? Pernici Arrosto?
Torte salate con cuore di spinaci,
zuppa di fagioli, ostriche veraci?
Incontrollabile, la bava gli colava sul bavaglio
solo ad immaginare l'aroma dell'aglio,
così per impedirgli di annegar nella saliva
già la mandria di cuochi i primi piatti riempiva.

Ma Gustav de Minsky, allungando l'occhio,
constatò che porco abbrustolito sul finocchio
di Herr Von Frattaglien era troppo imbevuto
di una salsa grassa, e gli diede del cornuto!
"Imbeccile,biffolco,barbaro e iniorante,
voi di carne no capite proprio niente!
Siete solo un maccelaio di seconda mano,
e vi invito a infilarvi qvello cibo nell'ano!"
Per tutta risposta, il cuoco tedesco
con le mani intrise di sangue ancora fresco
trasse un sorso dalla sua birra di malto
per poi sferrargli un pugno che lo fece volar alto.
"AH! Sughisten di miei stifali bucati!"
commentò ridendo ad occhi spalancati
"Zei magro perzino per farci uno spietino,
ciuro che ti strappo i tenti! e li offro ad Odino!"

Ma Ramoni ,lì accanto,che aveva visto la scena,
gli rovescò in testa un sacco di maizena,
al che per vendicarlo, El pimiento
forte lo colpì con una melanzana sul mento,e
già stava pronto impugnando una carota,
che Von Frattaglien lanciò alla cieca una trota,
la quale piombò dritta sul capolavoro ,
di Patarnasse ,il glassatore d'oro,
e sfracellata che gli ebbe la sua tortina
quello scagliò infuriato un piatto e una tazzina!
Al che Grouviere, suo connazionale
gli diede man forte con una raffica letale
di puzzolentissimi gorgonzola ammuffiti
che centraron l'altro gruppo di cuochi inferociti.
E Pino, che era stufo di tutte quelle liti accese
stappò al volo un boccion di Sangiovese
impugnandolo come fosse un idrante
innaffiò tutti i presenti di un rosso brillante.

Fu allora che de Minsky riemerse da terra,
e del tutto esaltato sbraitò:"qvesta è guerraaaa!"
Si armò di un forchettone ed un vassio d'argento
che usò come scudo per il combattimento,
i cucchiai divennero catapulte a la gittata lontana,
gli stuzzicadenti aghi per la cerbottana,
le uova sode e le polpette ottime granate
e trincee di pentole vennero impilate.
I coperchi erano taglienti dischi ruotanti,
e i ferri per la griglia cotte di maglia sbatacchianti,
vennero raccolti persino i cucchiaini
per cavarci gli occhi agli avversari più vicini.
L'olio bollente sfrigolava nei paioli
e gli scolapasta erano elmi da mastri armaioli,
avanti i soldati semplici e poi la cavalleria
in groppa a destrieri di alta pasticceria.

Al suon di battaglia della sveglia per il forno,
ecco El Pimento, l'artista del contorno,
che mena fendenti con grosse zucchine
e infila su per il naso roventi patatine!
Ramoni si fa strada nella dura battaglia
lanciando tagliatelle fieno e paglia,
spargendo farina per confodere i nemici
per poi scaricar su loro una pioggia di pici.
Patarnasse impugna una frusta,
e di frullare il cervello all'italiano pregusta
ma giunge Von Frattaglien che di coltelli
è ben armato fin sopra ai capelli
e sguaina il macete per la carne bovina
e del francese glassatore rimane una fettina!
De Minsky con le cipolle acceca i presenti,
e li fa piangere tra cento lamenti,
Pino di dar bottigliate non smette
anche se ogni tanto un sorso si permette,
e Grouviere cerca di abbaterlo come un birillo,
tirandogli forme di cacio finchè egli è brillo,
ma il sommelier estrae il suo asso nella manica,
di vin Brulè una immensa tanica,
che sparge ovunque e prende fuoco,
finchè in cucina non rimane un solo cuoco.

E il re,con la sua fame da matti,
si aggirò dopo per la stanza guardando in tutti i piatti
sperando in una briciola sopravvissuta
che possa far sentire la sua pancia meno vuota,
ma niente, nemmeno una lenticchia, una scodella di penne !!!
E fu così che il sovrano ,infine,  svenne.

 
   
 
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