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Autore: Abigail_Cherry    09/07/2017    0 recensioni
"Il tuo nome non ti definisce come persona. Ognuno è quello che è, indipendentemente dal proprio nome. Ed io dico che tu sei intelligente, sgargiante ed adorabile. Questo è ciò che sei."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 30:
Il Piano
 
«Andiamo, Linda, fammi questo favore» dico.
«Non so... Colin si arrabbierà. Faccio parte del giornalino dal primo anno, non vorrei essere cacciata via...» risponde la ragazza a sguardo basso.
«Lidia,» comincia Thomas «rischieresti davvero molto poco. Non saprà mai che sei stata tu.»
La ragazza bionda ci pensa su un attimo, mordicchiandosi la punta del pollice. «D'accordo. Lo farò. Ma dovrete essere pronti a prendervi tutta la responsabilità in caso succedesse qualcosa.»
«Promesso!» esclamo e l'abbraccio forte. «Grazie.»
Il viso di Lidia diventa completamente rosso ma ricambia timidamente l'abbraccio.
«Va bene» dico, allontanandomi. «Ti faremo avere i testi al più presto. Ciao!»
E detto questo esco dalla classe con Thomas affianco ed un sorriso stampato in viso.
«Non sarai un po' troppo esaltata?» mi chiede Thomas.
«Forse» rispondo. «Devo correre a casa a finire i due articoli. Ci vediamo, Thomas, grazie per l'aiuto!» Gli do una pacca sulla spalla e mi affretto verso l'uscita della scuola.
Il piano è abbastanza semplice, avevamo solo bisogno di una complice infiltrata per farlo funzionare, ed adesso so che andrà tutto per il meglio.
Arrivata a casa, mi metto a lavorare sul computer. Il primo articolo mi scivola praticamente tra le dita, in fondo, era pianificato per essere un articolo basato su stereotipi.
Per il secondo articolo, invece, impiego quasi tutta la notte, indecisa su come e cosa scrivere.
Alla fine, verso le quattro di mattina, trasferisco entrambi i file su chiavetta USB e vado a dormire.
Arriva la mattina.
Giorno del piano.
Giorno della scadenza dell'articolo.
Mi alzo dal letto molto facilmente, nonostante le poche ore di sonno, per l'adrenalina che mi percorre tutto il corpo.
In cucina incontro i miei fratelli che stanno già facendo colazione.
«Buongiorno» mi dice Daniel. «Tutto pronto?»
Sfilo dalla tasca dei pantaloni la chiavetta USB e la faccio dondolare tra due dita. «Certamente.»
«Sarà un successone» dice.
«Ma di che state parlando?» chiede James.
«Ah! Jamie, a proposito!» Mi siedo accanto a lui, ignorando la sua domanda «Ho bisogno che tu faccia una cosa per me.»
«Ancora? Mi chiedi sempre favori, tu! "Lava i piatti", "fai la lavatrice", "porta fuori il cane" e bla bla bla.»
«Ma noi non ce l'abbiamo neanche il cane!»
«Fa lo stesso» sbotta lui.
«Ti prego! È importante per me!» dico, unendo le mani in segno di preghiera.
James lancia uno sguardo interrogativo a Daniel, come a dire: "come faccio a togliermela di mezzo?" e Daniel ricambia lo sguardo con un cenno veloce della testa verso di me, intendendo probabilmente "dài, accontentala".
James sbuffa. «E in cosa consisterebbe questo favore?»
«Niente di che, davvero. Domani ci sarà la stampa del nuovo giornalino mensile della scuola, ho solo bisogno che tu ne dia una copia a Andrew da parte mia.»
«Ad Andrew?» James rimane un attimo scosso. «Sei amica di Andrew, adesso?» Poi, appena finita la frase, spalanca la bocca e gli occhi. «Non dirmi che...»
«Cosa?»
«Hai avuto una storia con Andrew?!»
Io arrossisco mentre Daniel se la ride sotto i baffi, continuando però a bere il suo caffè.
«Ma cosa dici!» faccio.
«E allora perché sei interessata a lui? Vi siete a mala pena parlati! Ti piace? Mi sa che sei un po' troppo piccola per lui, sai?»
Oh, se sapessi, caro fratellino...
«Ma no! Non è niente del genere! È che ci siamo parlati quella mattina in cui siamo rimasti soli in casa, giusto per rompere il ghiaccio, ed è venuto fuori il discorso che questo mese scriverò un articolo sul giornalino scolastico. Lui è sembrato interessato e mi ha chiesto se potessi portargli una copia una volta stampato.»
James mi guarda con occhi sospettosi. «Tutto qui?»
«Certo che sì. Sei tu che pensi sempre male.»
James mi guarda ancora per un paio di secondi, poi si porta alla bocca la sua tazza e finisce di bere il latte. «Sarà. D'accordo, farò questo sforzo e gli porterò l'articolo.»
«Grazie mille!»
James fa un cenno con la testa, si alza dalla sedia e va al piano di sopra.
Daniel mi fissa.
«Che c'è?» gli chiedo.
Daniel sorride e si alza in piedi. «Ti ho lasciata sola due anni e torno che sai mentire meglio di un agente sotto copertura.» Mi arruffa i capelli e si mette a lavare le tazze.
«E non sai che altro ho combinato» dico a bassa voce, ma Daniel sente comunque.
«Non ci tengo a saperlo, grazie. Vai su, sveglia mamma e papà e preparati che tra venti minuti passa il pulmino della scuola.»
 
****************
 
Tutto dovrebbe essere andato per il meglio, aspetto solo una chiamata o un messaggio da Colin che me lo confermino.
Il cellulare suona ma è un numero sconosciuto che mi scrive.
"Oggi è il grande giorno, eh?" dice.
Rimango stranita, così decido di rispondere.
"Chi sei?"
Dopo pochi secondi arriva la risposta "Mi rattrista che tu non mi abbia riconosciuto, principessa. Dopo quel bacio così appassionato che ci siamo dati... sapeva di fragola, ricordi?"
In questo periodo ci sono state tante persone che ho baciato, ma solo una sapeva di fragola, e solo una mi chiamava "principessa".
"Cameron?!" scrivo così velocemente che quasi sbaglio a digitare.
"Sei così stupita?"
"Certo che sì! Pensavo di non sentirti mai più! Come hai avuto il mio numero?"
"Non è stato difficile, ho tanti informatori e, diciamo, clienti nella tua scuola."
"Sei ancora in fuga?"
"Come sempre, principessa."
Sorrido. "E così ti sei ricordato del giorno della pubblicazione del mio articolo. Attento, le persone potrebbero pensare che adesso ti sia affezionato a me."
"Come si fa ad affezionarsi ad una piagnucolosa bimba piena di problemi? No, no, non hai capito. A me manca il tuo culo."
Rido. "Che scemo."
"Farò in modo di avere una copia del tuo articolo. Devo andare adesso."
"Ti rifarai mai vivo?"
Lascio passare un quarto d'ora, poi mezz'ora, un'ora, ma Cameron non risponde.
Sento il cellulare suonare.
Colin.
"Grandioso articolo! Sapevo che ce l'avresti fatta. Mando a Linda il file e per domani sarà stampato e distribuito in tutta la scuola."
Un angolo della mia bocca ha un guizzo.
"Perfetto" rispondo.
E adesso non mi resta che aspettare.
   
 
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