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Autore: _Polx_    09/07/2017    3 recensioni
La vicenda prende ispirazione dall'ottava opera, non più narrativa bensì teatrale, che ha offerto al pubblico nuovi personaggi molto promettenti, ma al contempo uno sviluppo di trama, a mio parere, mediocre. Forse raccontare quanto venne dopo renderà tutto più chiaro.
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“Cos'ha a che vedere questo con Delphi? Lei è ad Azkaban, isolata dal mondo. Non può certo essere a capo di simili azioni criminali”.
“Ho la forte sensazione che in tutto questo Delphi sia sempre stata una semplice pedina. Un mezzo, inconsapevole d'essere tale, che infine è sfuggito dal controllo di chi cercava di governarlo”.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Cercò di svegliarlo con le buone, ma non ci riuscì. Alla fine, pur consapevole che un simile azzardo avrebbe potuto fruttargli un richiamo, lasciò che dalla punta della sua bacchetta prorompesse un leggero scoppio.
Albus sobbalzò terrorizzato: “se non la finisci con questi scherzi, Malfoy, uno di questi giorni ti farò svegliare senza orecchie".
“Minaccia di grande effetto da parte di uno che non riesce a studiare per più di venti minuti in biblioteca senza addormentarsi” replicò Scorpius “ma non è questo il punto”.
“Dillo al mio timpano”.
“Dopo il match devo parlarti. Assolutamente. Con estrema... davvero estrema urgenza”.
“Non abbastanza, se puoi aspettare per un'intera partita di Quidditch”.
“Non capisci, Rose sarà sugli spalti... a guardare me! Non posso tirarmi indietro proprio oggi”.
“Rose sarà sugli spalti per sostenere Lilia Lollington e tiferà per Corvonero. Non sarà certo lì per te”.
“Ah” esclamò Scorpius, disgustato dal suo cinismo “tu non capisci” ribadì “ad ogni modo, fatti trovare in sala grande puntuale. In sala grande e puntuale, Albus! Altrove attireremmo troppa attenzione”.
“Di che diavolo si tratta, si può sapere?”.
“Potrei aver scoperto qualcosa d'interessante su Delphi”.
Albus balzò in piedi e puntò minacciosamente un dito contro di lui: “non osare, Scorpius. Non osare rigettarci in un simile grattacapo. Per poco non siamo stati espulsi”.
“Colpa tua: ti fidi delle persone sbagliate”.
“Come ti permetti? Tu...” ma ormai Scorpius se n'era andato, corso a perdifiato lungo il corridoio e da lì verso le scale, prima che queste cambiassero capricciosamente e lo sviassero dalla sua meta: il campo di Quidditch era infatti già gremito e il capitano dei Serpeverde stava probabilmente imprecando tra sé, chiedendosi dove fosse finito il loro miglior cercatore che, ad ogni modo, arrivò in tempo. L'agitazione per quanto aveva da riferire ad Albus, però, rischiava d'impedirgli di giocare una partita decorosa: fortunatamente, a contrastarla vi era la consapevolezza che Rose fosse tra il pubblico, a guardarlo e ad ammirare il suo talento.
Scese in campo motivato e distratto al tempo stesso e si rimproverò severamente quando il boccino gli sfuggì di mano per un soffio, a soli dieci minuti dall'inizio della partita, ma non lo perdeva d'occhio un istante ed era certo che se la sarebbero cavata in breve tempo.
Nella fretta, vedendo un lampo d'oro alla sua sinistra, si lanciò temerariamente, sporgendosi con troppo zelo dalla propria scopa e, sebbene infine catturò l'esile preda, nessuno ebbe il tempo di notarlo, perché un battitore dei Corvonero lo investì fallosamente, disarcionandolo. Nella foga della caduta la mano di Scorpius si aprì e il boccino scivolò via come una piuma ribelle. Riuscì ad attutire l'atterraggio con un efficace incantesimo molliare, ma la sua caviglia si torse dolorosamente e non sarebbe certo stata necessaria la diagnosi di Madam Pomfrey per intuire che fosse slogata.
Nonostante questo, lui esultò e avrebbe saltato di gioia e soddisfazione se non fosse stato per il dolore lancinante. Presto però il trionfo tramutò in delusione e il suo ampio sorriso si trasformò in una smorfia di rabbia, perché l'arbitro dell'incontro non aveva prove del fatto che il cercatore dei Serpeverde avesse effettivamente afferrato il boccino, dunque la partita sarebbe continuata, ovviamente una volta che il giovane Malfoy fosse stato accompagnato in infermeria.
“Lei è un venduto! Quando mio padre giocava a Quidditch, eravamo noi Serpeverde a rappresentare tutto ciò che di più scorretto vi fosse in questa scuola. Ora subiamo i nostri stessi falli: quale vergogna!” questo urlava Scorpius e ostentava il tono più sornione e altisonante che riuscisse a imporre alla propria voce “e da quando una caviglia dolorante impedisce a uno sportivo degno di chiamarsi tale di continuare la competizione?”.
“Da sempre, signor Malfoy” sbuffò la professoressa Hooch, trascinandolo con sé di malavoglia “mi mancano i tempi in cui i membri della sua famiglia si lagnavano terribilmente per una sola unghia rotta”.
“Va bene, professoressa, va bene, ma dica a Madame Pomfrey di fare alla svelta”.
“Non tornerà a gareggiare quest'oggi, signor Malfoy” assicurò la Hoock “la sua squadra troverà un sostituto”.
“Oh, sì, non ne dubito. La mia preoccupazione è per altre incombenze”.
“Be', avrà modo di esporle personalmente a chi di dovere” e accompagnatolo in infermeria, lo lasciò per tornare dove la sua presenza era più richiesta.
Scorpius dovette attardarsi solo un paio d'ore tra le cure di Madam Pomfrey, poi fu libero di andarsene, perfettamente ristabilito.
“Fortuna che temevi un ritardo da parte mia” lo accolse subito Albus “hai fatto un ben volo, solo nella direzione sbagliata”.
Scorpius finse una grassa risata affettata: “cosa farei senza la tua proverbiale simpatia?”.
“Allora, di cosa non dovresti parlarmi?” troncò l'altro con sospiro d'arresa.
Scorpius si accomodò accanto a lui e gli si avvicinò con fare ben più sospetto di quanto non fosse necessario: “sono trascorsi tre anni dal nostro... incidente”.
“Intendi la catastrofe temporale che per poco non ha distrutto tutto ciò che amiamo e conosciamo?”.
Scorpius rifletté su quelle parole e infine scrollò le spalle: “un incidente. Ebbene, molti movimenti loschi stavano scuotendo le fondamenta del mondo magico prima che scoprissimo la verità su Delphi”.
“Sono stati tutti sgominai nel momento in cui il Ministero della Magia ha preso in mano la situazione”.
“O questo è ciò che ci hanno detto” avendo atteso con cura il momento propizio per scoprire le proprie carte, Scorpius badò di farlo col giusto stile e poggiò un fascicolo accanto ad Albus con la stessa cura che avrebbe dedicato a una maledizione proibita fattasi tangibile.
“Di che si tratta?”.
“Testimonianze: negli ultimi tre anni nulla è cambiato, semmai la situazione è peggiorata e il Ministero tace per evitare di diffondere il panico. Non posso certo dargli torto, ma in ogni caso non credo sia un atteggiamento corretto”.
“Cos'ha a che vedere questo con Delphi? Lei è ad Azkaban, isolata dal mondo. Non può certo essere a capo di queste azioni criminali”.
“Ho la forte sensazione che in tutto questo Delphi sia sempre stata una semplice pedina. Un mezzo, inconsapevole di esserlo, che infine è sfuggito dal controllo di chi cercava di governarlo”.
Gli occhi di Albus si assottigliarono e il tono della sua voce divenne terribilmente sospettoso: “come hai ottenuto queste informazioni?”.
“Mio padre è andato al Ministero della Magia. Ha risposto a una convocazione e io l'ho accompagnato, ma non ha voluto condividere le motivazioni del richiamo. Non nego di essere preoccupato, soprattutto perché vedo quanto lo è lui”.
“Non hai risposto alla domanda”.
“Be'” cercò di procrastinare, ma infine si convinse a parlare “dato che non sono stato ammesso al dialogo tra mio padre e il Ministro nel salone dei ricevimenti, ne ho approfittato”.
“Per insinuarti nell'ufficio di mia zia?” ringhiò Albus estremamente contrariato.
“Come se fosse la prima volta” sminuì l'altro “probabilmente riteneva che ben pochi avessero interesse in questa documentazione, perché non era protetta né sigillata. O forse, le era appena arrivata e non aveva avuto tempo per occuparsene” sospirò tra sé “quanto vorrei fare un giro ad Azkaban”.
Albus scosse la testa, contrariato e al contempo atterrito: “sei peggio di me. E questo lascia intendere quanto distruttive siano le tue idee”.
Furono interrotti dalla voce della preside McGranitt che risuonò per tutta la scuola amplificata da un incantesimo sonorus: “si prega gli studenti di recarsi celermente in sala grande: il corpo docenti ha una novità da riferirvi”.
“Che fortuna” commentò Scorpius ironicamente “non dobbiamo neppure alzarci”.
  
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