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Autore: Drew Bieber    09/07/2017    0 recensioni
Nel famoso anfiteatro dell'Antica Roma ogni giorno si svolgono crudeli lotte contro animali selvaggi, terribili esecuzioni e combattimenti tra gladiatori che lasciano senza fiato. Tra questi vi è una persona in particolare cui nome è gridato ed acclamato dalle folle a gran voce: Thalissa. Venduta come schiava quando era solo una bambina orfana ha saputo farsi strada nel mondo spietato in cui vive dove è la legge del più forte a vigere sulle altre. Coraggio e Paura, Ricchezza e Poverta, Vita e Morte, Amore e Odio, Umano e Divino. Questa è la storia della gladiatrice.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
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4. GIUNONE

CEDUTA COME SCHIAVA AD UN'ALTRA FAMIGLIA PER SALDARE UN DEBITO
Tutto qui.
Nient’altro che merce di scambio.
Un oggetto.
Un soprammobile.
Qualcosa di inanimato.
Nel corso della sua vita Thalissa aveva dimenticato che in realtà era quella la sua vera condizione.
Aveva potuto sognare di cambiare, di diventare qualcuno.
Ma infondo restava solo un qualcosa.
Una cosa…
Tutto qui.
 
Era per questo che Fabiano era sparito tutto il giorno.
Non riusciva a guardare suo padre se non con sguardo carico d’odio.
-Diglielo. Diglielo che cosa le hai fatto. Per saldare un debito. DIGLIELO!-
Lui che ci teneva così tanto a quella persona con cui ha condiviso la vita.
A quella ragazza che ora non avrebbe più rivisto tutti i giorni.
Con cui non sarebbe più andato in giro a cavallo.
Con cui non avrebbe più parlato.
Quella ragazza che non avrebbe più potuto sfidare ogni tanto in un duello con le spade per poi essere miserabilmente sconfitto.
E si gli sarebbero mancati anche quegli aspetti.
Perché ormai non poteva far altro che accettare quel cambiamento così drastico.
Non poteva fare niente per evitarlo.
Egoista lo aveva chiamato.
Sembrava davvero furioso Fabiano.
L’aveva salutata.
Abbracciata.
Rassicurata.
Abbracciata.
Guardata negli occhi e stratta a se.
Non voleva lasciarla andare.
Poi uscì dalla porta e non si fece più rivedere.
Perché il realtà per lui Thalissa era un essere vivente a cui voler bene.
 
Tre mesi.
Tre mesi che non lo vide più.
 
Nella nuova casa tutto era bello e confortevole. La sua camera era più spaziosa. C’era un giardino molto grande. Aveva nuovi vestiti che però non usava spesso. Poteva andare in giro dove voleva. Quasi ogni giorno si recava nella casa dei gladiatori e si allenava. Tutti erano gentili con lei. Anche il suo nuovo padrone lo era.
Augusto.
Quello era il suo nome.
Quasi subito Thalissa aveva anche scoperto che a quell’uomo erano collegate molte persone che lei conosceva.
Fabrizio certo.
Quell’uomo di cui non riusciva a ricordare il nome. Poi quel nome lo aveva ricordato. Emilio. Ecco costui si era rivelato essere cugino di Augusto. Fortunatamente però non vivevano nella stessa casa e lei non avrebbe dovuto sopportarlo.
Aveva anche scoperto che nella sua nuova dimora abitavano anche due persone in particolare.
Entrambi figli del suo attuale padrone.
Valerio.
E Domizio.
Il ragazzino era molto, molto meravigliato quando la vide. Non poteva di certo credere ai suoi occhi. Tutto gli sembrava surreale. Per i primi tempi non faceva che gironzolarle intorno e assillarla. Quasi era insopportabile per tutta quell’insistenza.
Suo fratello era chiaramente a conoscenza delle manovre di suo padre. Era stato lui stesso ad ammetterlo. Sembrava quasi felice di quella situazione. Le parlava ogni volta che si incontravano. Le chiedeva come stava. Ogni tanto Thalissa lo accompagnava nelle sue uscite. Oppure era il ragazzo a proporsi di accompagnarla in giro per la città. Non che lui potesse avesse particolare interesse verso Thalissa.
Oh no.
Lui aveva già un’altra.
Si chiamava Claudia.
Era molto giovane. Non troppo alta. Lineamenti delicati. Capelli lunghi e ramati. Occhi verdi. Vestiva sempre in modo molto femminile ed elegante. I suoi modi erano cordiali e impeccabili.
Domizio andava a trovarla praticamente tutte le sere ed ogni volta tornava a tarda ora. Quando la maggior parte delle persone in casa dormivano. Thalissa però era sempre sveglia e lo vedeva entrare nel cortile, scendere da cavallo e salire le scale.
Quella di Domizio non era che gentilezza nei confronti di lei, almeno così credeva la ragazza.
Quei due sembravano davvero innamorati.
Le ricordavano Fabiano e Flora.
Aveva saputo che si erano fidanzati ufficialmente. Era ora dopotutto. Solo le dispiaceva non essere col suo migliore amico per condividere con lui la gioia. Chissà a chi avrà chiesto consiglio. Chissà come le avrà parlato. Chissà se gli mancava.
 
Quel giorno Damiano aveva chiesto a Thalissa di accompagnarlo al mercato. Ovviamente non erano lì per far compere o cose del genere ma semplicemente per far passare il tempo. Ultimamente era un po’ un impresa. Lì c’era molta gente, molti mercanti che urlavano di tutto e di più ai quattro venti per attirare clienti. Alcuni ci provavano anche dicendo di vendere amuleti magici o pozioni miracolose, altri invece erano convinti di poter leggere il futuro.
-Tu ci credi?- Domizio si girò verso di lei in attesa di una risposta.
-Se dicono di poterti leggere il futuro o sono dei bravi oratori sicuri di se oppure dicono il vero- un piccolo sorriso comparve sul viso del ragazzo –comunque sarei tentata dal verificare questa particolare dote di persona- detto ciò Domizio divenne come curioso e fermò il cavallo poco lontano dal quel fantomatico oracolo e smontò invitando anche la ragazza a farlo –cosa stai facendo?- iniziò ad avvicinarsi alla donna anziana –hai detto che vuoi provare a conoscere il tuo futuro, bene, proviamo!-lei non credeva di certo di essere presa alla lettera ma quella poteva essere un’opportunità da non perdere, in effetti lei aveva alcune domande a cui non sapeva dar risposta. Che quella donna potesse davvero mettere fine ai suoi dubbi? Tentar non le avrebbe di certo potuto nuocere.
Il tempo di raggiungere i due e già si erano messi d’accordo, quindi non poteva di certo tirarsi indietro ora.
Quel tavolino rotondo era leggermente più grande che da lontano. Non vi era niente lì sopra se non una specie di telo rosso mezzo sporco. La donna di fronte a lei aveva le mani poggiata sopra. Erano rugose e chiazzate con lunghe unghie. Già da quel particolare si poteva intuire che avesse un bel po’ di anni. Anche dai suoi capelli si poteva intuire. Erano bianchi e grigi. Il suo viso però. Il suo viso. Era così giovane. E talmente bello. Sembrava non appartenere al resto del corpo. La donna le prese le mani tra le sue e le rigirò più volte percorrendo con le dita le linee dei palmi. Le strinse paio di volte e poi si rimise a studiarle. Quelle mani erano anche terribilmente rovinate. Avevano dovuto sopportare anni e anni di allenamenti e combattimenti ed era quasi vergognoso mostrarle. 
-Guarda qui quante piaghe e cicatrici. Dimmi, dove sei nata, Thalissa?- sia lei che Domizio si guardarono contemporaneamente in faccia. Dallo sguardo di lui era evidente che non avesse di certo rivelato alcun nome alla donna quindi lo aveva indovinato –Io in realtà non lo so, non so niente delle mie origini, quindi neanche dei miei genitori- Domizio, nonostante fosse all’oscuro del passato della ragazza non rimase poi così sorpreso. Era normale che i bambini che restavano orfani venivano portati in luoghi diversi da dove erano nati e venduti come schiavi e che poi dimenticassero alcuni avvenimenti  della loro infanzia una volta cresciuti. –Qual è l’ultimo ricordo che hai da piccola prima che venissi presa dal mercante di schiavi?- ancora una volta quella donna aveva fatto centro in qualcosa di cui non sapeva assolutissimamente niente. Dopotutto Thalissa poteva anche passare per una ragazza di buona famiglia o comunque non come una schiava, eppure quelle parole erano cariche di convinzione –L’unico ricordo che io abbia mai avuto è il mare, ogni volta che torno indietro con la mente è quello ciò che vedo- la donna le strinse forte le mani e chiuse gli occhi. Rimase così per un po’ poi come se avesse ricevuto una scarica di alzò di scatto e si avvicinò all’orecchio della ragazza –Qualcuno ti reclama e ti piange fin dal giorno della tua nascita. Non credere di non aver mai avuto nessuno perché ciò che cerchi c’è sempre stato ma è lontano migliaia di leghe eppure vicino pochi passi. Per riavere ciò che è perduto bisogna perdere di nuovo e arrivare a fondo in modo da poter salire in superficie vittoriosi. – la donna si rimise seduta sorridente e con gli occhi socchiusi soddisfatta del proprio lavoro.
Ma ti rendi conto di quanto hai speso per quelle quattro sciocchezze che ci ha detto la veggente? – Thalissa sembrava più seccata lei che Domizio riguardo alla somma che il ragazzo ha dovuto sborsare per la predizione fatta. Infatti lui era abbastanza soddisfatto. –Io non le definirei sciocchezze, non vedendo la tua faccia mentre quella donna parlava- intanto erano quasi fuori il mercato e fortunatamente stava diventando più facile condurre il cavallo. –Ha avuto solo fortuna- Thalissa sembrava sempre più imbronciata –Quindi a te piace il mare?- quella domanda la prese un po’ alla sprovvista e il silenzio che ne derivò era sicuramente un modo per approvare –Se vuoi ti ci porto- la proposta era anche più strana della domanda, perché mai avrebbe dovuto farlo? –Perché mai dovresti farlo?- la ragazza si rivolse verso di lui con fare molto interrogativo e confuso –Beh, per renderti felice- fermò il cavallo e si mise e guardalo quasi a bocca aperta.
Renderla felice?
Lui?
Perché mai?
Che interessa aveva?
Lei che non significava nulla per quel ragazzo… che non doveva significare nulla!
Resosi conto di quella reazione Domizio fermò il cavallo a sua volta voltandosi verso Thalissa e avvicinando i due destrieri il più possibile.
Quei due erano così vicini.
La ragazza riusciva a vedere i suoi occhi verdi riflessi nelle iridi scure di lui.
Probabilmente anche gli occhi del ragazzo si riflettevano in quelli di lei.
Fu quasi spaventata da quella situazione.
Erano troppo vicini. C’era troppo silenzio. Troppe persone che li guardavano…
-Smettila di dire sciocchezze- si allontanò –tu hai altre persone che devi rendere felici!- lo disse quasi con rabbia, con disprezzo, con odio, o con gelosia?
-Io rendo felice chi mi pare- anche Domizio si allontano, con un certo sdegno. Sembrava offeso –So a cosa ti stai probabilmente riferendo, o meglio, a chi. Ma tu non sai niente, perciò non saltare a conclusioni affrettate-
-Comunque si- il ragazzo si girò verso di lei –mi piacerebbe vedere il mare…- adesso Thalissa aveva uno sguardo innocente, come quello di una bambina e a vederla Domizio parve intenerirsi –allora ci andremo- ripresero quindi a galoppare e a chiacchierare come se niente fosse. Infondo andavano più d’accordo di quanto pensassero, nonostante qualche volta capitasse che uno dei due toccasse un argomento un po’ delicato. Ma almeno così stavano iniziando a conoscersi. Solo che… solo che effettivamente più andavano avanti e più Thalissa notava una particolare luce negli occhi del ragazzo. Aveva forse motivo di preoccuparsi?
 
 
 
  
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