Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: WolfieIzzy    10/07/2017    0 recensioni
Aprile 1795. Eleanor Kenway è su una carrozza diretta a Parigi, dopo aver affrontato un viaggio partito quasi un mese prima da casa, in America. Vuole scoprire di più sulla sua famiglia. Vuole scoprire da dove viene. Vuole diventare un'Assassina come suo padre, Connor. In Francia la aspetta il suo destino, e il Maestro Arno Victor Dorian, che la addestrerà per farla diventare un'Assassina perfetta e con il quale combatterà per il futuro della Nazione. Ambientata dopo gli eventi di Assassin's Creed Unity.
NB: Questa storia cerca di essere il più possibile fedele sia ai fatti storici reali, che a quelli fittizi appartenenti alla storia di Assassin's Creed. Qualsiasi modifica apportata al "canone" storico reale e/o appartenente al mondo di AC è voluta ed è utile ai fini della storia. Buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arno Dorian, Napoleone Bonaparte, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
*Eleanor's POV*

5 Ottobre 1795.
13 Vendemmiaio.

'Eleanor... Eleanor, svegliati!' Heléne mi scosse risvegliandomi da un sonno profondo.

'Heléne, sono le cinque di mattina. Cosa diavolo sta succedendo?' mugugnai con la testa ancora appoggiata al cuscino e gli occhi chiusi.

'La marcia, Eleanor. È iniziata. Arno mi ha mandata a chiamarti, è arrivato un messaggio...' 

A quelle parole scattai in piedi e mi precipitai giù dalle scale in camicia da notte, camminando il più veloce possibile all'entrata del Cafè dove Arno stava confabulando con qualcuno. Era ancora buio fuori.

'Signore, non siamo sicuri del numero di realisti coinvolti, ma sappiamo per certo siano molti di più di quelli che credevamo.' 

'Cosa significa? La marcia doveva essere oggi pomeriggio, non ora. Napoleone dov'è?'

'Ha saputo solo un'ora fa, signore. È stato chiamato in servizio alle Tuileries, vicino alla Chiesa di San Rocco. I realisti si stanno dirigendo lì.' disse quello che riconobbi come un membro della Guardia Nazionale. 

'Arno, cosa diavolo sta succedendo?' gli chiesi.

Lui si girò verso di me con un'espressione preoccupata, poi congedò il soldato.

'Dite a Napoleone che tra massimo mezz'ora saremo lì.' Il soldato annuì e corse via.

'Eleanor, purtroppo ci hanno preso in anticipo. Dobbiamo prepararci e andare da Napoleone ora, in piazza. La marcia è diventata violenta per le strade, i realisti sono armati e stanno abbattendo le Guardie che trovano sul loro cammino. Dicono siano tantissimi...' 

'Merda. Merda, merda, merda!' esclamai, correndo di nuovo in camera mia per vestirmi.

'Eleanor, per l'amor del cielo, stai attenta.' mi disse Helène assicurandomi la cintura al ventre, sopra il quale fece passare una mano.

'Andrà tutto bene Helène. Ne sono sicura.' dissi prendendo la sua mano fra le mie, e in cambio ricevetti un sorriso speranzoso.

Quando fui pronta e armata, scesi le scale e trovai Arno che mi aspettava nel suo studio.

Stava fissando fuori dalla finestra con una mano sotto al mento.
Appena mi vide, sospirò.

'Vieni qui.' mi disse.

Feci qualche passo nella sua direzione, e gli presi una mano.

'E così è arrivato il momento.' mormorai.

Arno annuì.
'A quanto pare si. Eleanor... sai quanto abbiamo lavorato in questi giorni per rimetterti in forma. Sono sicuro che riusciremo a uscire da questa situazione in un modo o nell'altro, fatto sta che è arrivato il momento... Io... so che ce la possiamo fare, insieme.'

Io feci un mezzo sorriso.
'Abbiamo degli ordini speciali, non è così?' 

'Napoleone. È stato nominato comandante della Piazza. Noi dovremo agire secondo i suoi piani, come ha detto Maillard. Gli altri Assassini saranno lì, anche Etienne e Camille.' 

Stavo iniziando ad agitarmi.
'Andiamo?' gli chiesi.

'Aspetta, ho qualcosa per te.' disse, e aprì una scatola di legno sul tavolo.

Si girò di nuovo verso di me e mi pose qualcosa fra le mani.
Non potevo crederci.

'... La lama Fantasma? Arno, non dovevi...' dissi emozionata, ammirandone la foggia.

'Dovevo. Te la meriti... e poi così saremo finalmente alla pari, no?' mi fece un occhiolino, io scossi la testa divertita e gli stampai un bacio sulle labbra.

'Grazie. Davvero.' dissi con un sorriso, e la assicurai al braccio sinistro. Era già carica e letale.

Venti minuti dopo eravamo quasi arrivati alle Tuileries, dove Napoleone ci aspettava in un tendone.

'Arno, finalmente!' esclamò appena ci vide, tirando un lungo sospiro di sollievo. 
'Eleanor, è un piacere e un sollievo vedere anche te.'

Prese entrambi da parte, scostandosi dal gruppo dei suoi colleghi che stavano probabilmente studiando un piano efficace per fermare la marcia.

'Spero siate al corrente di quello che sta accadendo a qualche centinaio di metri da qui.' disse a denti stretti, fissandoci.

'Sappiamo poco niente, Napoleone. Abbiamo ricevuto la notizia dal messaggero che ci hai inviato e basta.' dissi io, a bassa voce.

Napoleone si strofinò gli occhi e tirò un lungo sospiro.

'... Ottimo. Non so a chi appellarmi per pregare che tutto questo vada a buon fine... Comunque lì fuori ci sono quasi un migliaio di realisti che stanno marciando verso il Palazzo delle Tuileries, proprio qui davanti, armati. Barras mi ha nominato comandante di Piazza stamattina alle tre, mentre ero seduto sulla mia scrivania a meditare il suicidio. Vi rendete conto? Ho per le mani l'occasione della mia vita, praticamente. E mi è saltata fuori dal nulla. Adesso... Ho qualche dubbio che riusciremo a sopraffarli, dato che abbiamo a disposizione nemmeno duecento guardie.' 

'Cosa? Solamente duecento? Porca puttana, Napoleone, come credi che riusciremo a farcela?' sbottò Arno, esasperato.

'Silenzio, per l'amor del cielo! Quelli che vedi al tavolo sono fra i migliori strateghi militari di tutta la Francia. Con il loro aiuto, e con quello della vostra Confraternita, forse abbiamo una speranza. Pero' dovete starmi a sentire, dannazione!' rispose Napoleone strattonando una manica della divisa di Arno.

'Sentiamo cos'hai in mente, caro il mio novello Temistocle.' lo stuzzicò Arno.

Io ridacchiai e gli diedi una sberla sul braccio.
'Ti sembra questo il momento di fare battute?'

Napoleone, nonostante fosse un anno più giovane di Arno, in quel momento appariva molto più maturo di lui. Non che la cosa mi sorprendesse, ma in quel momento vedendolo così concentrato, la mia fiducia in lui aumentò esponenzialmente. E questo contribuì a rincuorarmi.

'Vi presento il generale Alexandre Dumas.' disse Napoleone improvvisamente, invitandoci a fare la conoscenza di un uomo abbastanza alto, dalla pelle scura, con delle basette e dei baffi che lo rendevano immediatamente riconoscibile nella sua opulenta divisa.

'Ah, Napoleone, lascia stare i convenevoli. Io e Arno ci conosciamo già.' rispose Alexandre, e strinse la mano ad Arno.

'Mi fa piacere rivederti, Alexandre.' rispose Arno, dandogli una pacca sulla spalla.

'Oh bene, è un'ottima notizia. Allora lascia che ti introduca la bella Eleanor Kenway, Alexandre.' disse Napoleone, poggiandomi una mano sulla schiena.

Io feci un mezzo inchino e strinsi la mano all'uomo, che rimase alquanto sorpreso nel vedere una ragazza armata.

'Uhm, lieto di conoscervi, Mademoiselle.'

'Il piacere è mio, Monsieur Dumas. La vostra fama di comandante in Vandea vi precede.' risposi cordiale.

'Ah, questa notizia fa sempre piacere. Ma le parole servono a poco nella situazione in cui ci troviamo, vero Napoleone?' 

'Purtroppo sì, generale Dumas. Per questo vorrei che illustrassi ai nostri compagni le manovre a cui avevamo pensato.' 

'Certamente. Arno, Eleanor... come sapete i realisti si stanno avvicinando. Abbiamo fatto circondare il quartiere: alcuni membri del Corpo di Guardia Nazionale stanno cercando di fermarli sulla strada, ma abbiamo pensato di circondarli prima davanti alla Chiesa e annientarli successivamente. Abbiamo bisogno di metterli con le spalle al muro, altrimenti la nostra inferiorità numerica non ci permetterà di sopraffarli.'

'Permettetemi di intervenire, generale. La zona non è stata messa in sicurezza. Alla Chiesa di San Rocco c'è un Orfanotrofio, e per le strade saranno presenti dei civili. Dovrebbero essere portati al sicuro, almeno la maggior parte di loro.' dissi io, pensando ai bambini dell'Orfanotrofio di Julie. 

'Hai ragione, Eleanor.' Arno mi diede man forte.

'Ma certo. Questo pero' significa che tu e Arno dovrete dividervi. Ho bisogno di lui al mio fianco.' disse Napoleone, prendendo una lettera dalle mani di una Guardia.

'Che cosa intendi, Napoleone?' chiese Arno, avanzando di un passo verso di lui.

'Intendo...' fece una pausa, scorrendo velocemente le righe. Poi sorrise soddisfatto. 

'Intendo che ho bisogno di un braccio destro dato che sono arrivati altri cento uomini e i dieci cannoni che avevo richiesto! A quanto pare Barras si è accorto che non sono in grado di compiere miracoli e vuole che abbia successo sul serio. Finalmente!' esclamò entusiasta, ricevendo un boato di incoraggiamento da tutti i presenti.

'Questa notizia è un sollievo. Ma dimmi cosa devo fare, Napoleone.' intervenne Arno, ritornato serio.

'Stare al mio fianco in battaglia. Ai cannoni. Che ne dici?' 

'Non ho mai partecipato ad attività di questo tipo, ma va bene. Eleanor, che ne pensi?'

'Per me va benissimo, Arno. Ci vedremo fra poco. Gli altri Assassini...?' chiesi sperando di ottenere man forte nella mia missione.

'Sono già in campo. Potrai chiamare chi vuoi per mettere il più possibile la zona in sicurezza, mia cara.' Mi disse Alexandre.

'Eleanor...' mi chiamò Arno. 

'Mh?'

Mi prese una mano, stringendola nella sua.
'Fra un'ora, esattamente qui.' 

Io annuii, sicura di me.

'Fai il tuo dovere al fianco di Napoleone.' gli stampai un bacio sulle labbra.

'E tu fai il tuo lì fuori, lionne.'

Uscii fuori dal tendone, e mi resi conto che la situazione stava diventando seria. Le Guardie stavano correndo dappertutto.

'Hei, hei! Che succede?' chiesi a una di loro.

'Sono entrati nel quartiere, Mademoiselle. Dobbiamo fermare la loro avanzata il prima possibile!' mi disse e corse via insieme ai suoi compagni, moschetto alla mano.

Io ero come paralizzata, cercavo in giro qualcuno da poter reclutare per mettere la zona in sicurezza ma non vidi nessuno. Poi, in mezzo alle persone che scappavano spaventate e alle guardie scorsi Camille ed Etienne.

'Oddio, ragazzi, grazie al cielo!' dissi e li abbracciai entrambi.

'Qui sta succedendo un casino, devo andare insieme ad Arno a schierarmi in prima linea. Ragazze, state attente!' Ci disse Etienne e corse via anche lui.

'Sei tu che devi stare attento,  per l'amor del cielo. Guardatevi le spalle l'un l'altro!' gli urlai, ma era già sparito dietro l'angolo.

'Camille, ho bisogno che tu venga insieme a me a mettere in salvo i civili in mezzo alle strade. Nessuno pensa a questa gente qui, non possiamo lasciare che la violenza coinvolga anche gli innocenti.'

'Ma certo, Eleanor! Ti stavo cercando proprio per questo adesso. Io e te la pensiamo sempre allo stesso modo nelle missioni!' mi sorrise, e ci scambiammo uno sguardo d'intesa. Camille era sempre stata una compagna d'armi ideale durante le nostre missioni, eravamo sempre sulla stessa lunghezza d'onda quando lavoravamo insieme.

Io e lei percorremmo il quartiere dall'esterno in cerca di qualcuno che ci potesse aiutare, fino a quando all'improvviso trovammo un gruppo di repubblicani armati alla buona a confabulare.

'Hei! Hei voi!' li chiamai a gran voce.

'Cosa state facendo qui?' chiese Camille.

Uno di loro guardò prima gli altri e poi si fece avanti.

'Noi vorremmo dare una mano, mademoiselle, ma non siamo autorizzati.'

Io e Camille ci scambiammo un'occhiata d'intesa.
'Vi autorizzo io.' dissi.

'Voi? E chi sareste?' chiese divertito uno di loro, causando una serie di sorrisetti agli altri.

'Potete chiamarmi Amèlie. Lavoro al fianco di Napoleone Bonaparte, che è appena stato nominato Comandante di Piazza per fermare l'insurrezione realista. Al momento non ho tempo da perdere e ho bisogno di mettere in sicurezza la zona secondo i comandi del Generale Alexandre Dumas. Quindi se volete aiutarmi, siete i benvenuti. Altrimenti se avete intenzione di essere d'intralcio alla nostra missione, vi consiglio di spostarvi o sarò costretta a farlo io.' dissi, appoggiando la mano destra all'elsa della spada rivelandone lo scintillante manico argenteo.

Il gruppo di uomini davanti a me rimase in silenzio e con lo sguardo confuso. Poi il portavoce si decise a rispondere.

'Va bene, vi aiuteremo. Cercheremo di mettere in salvo più civili possibili in zona. Però non vicino all'area dello scontro, a quella ci pensate voi dato che siete armate meglio di noi.'

'Affare fatto.' disse Camille. 'Muoviamoci!'

Quindi io e lei tornammo indietro e dopo essere salite su un edificio abbastanza alto controllammo la situazione di fronte alla Chiesa.

'Porca puttana.' sibilai, vedendo il corpo di Guardia schierato ordinatamente davanti alla facciata della Chiesa.
Dietro ad essa un'orda di almeno cinque o sei centinaia di realisti si stava avvicinando.

Io e Camille scendemmo dalla parte dietro la Chiesa, evitando lo scontro meglio che potevamo anche se ormai era tardi.

Urla, lame che cozzavano, tonfi spaventosi, polvere e fumo nell'aria non facevano che rendere la nostra missione ancora più difficile.

Dal fondo del viale due realisti ci presero di mira, attaccandoci con le spade sguainate.

Noi riuscimmo a difenderci e a farli fuori, ma ne stavano arrivando altri.

'Vai all'Orfanotrofio, Eleanor! Mi occupo io di loro. Ci vediamo dopo!' mi disse Camille.

'Sei sicura?' le chiesi, appoggiandole una mano sulla spalla.

Lei annuì. 'Vai! Controlla se ci sono tutti i bambini.'

Io feci un mezzo sorriso, dubbiosa, alla vista dei tre uomini che si stavano avvicinando, di lasciarla lì da sola.

Ma in quell'inferno ogni secondo che sprecavo poteva significare delle vite perse. E questo non potevo permetterlo, così corsi, con la vista annebbiata dalla polvere, verso l'Orfanotrofio.

'Julie! Julie!' urlai, bussando alla porta. Era socchiusa, così tentai di aprirla ma dall'interno qualcuno fu più veloce.

'Eleanor! Pour l'amour du Christ, grazie al cielo sei qui!' mi abbracciò con le lacrime agli occhi.

'Che c'è? Che succede, state tutti bene? I bambini ci sono tutti?' le chiesi prendendola per le spalle.

'Andrè, Eleanor... non riesco a trovarlo.' mormorò, facendomi andare il cuore in gola.

In quel momento capii di dover veramente fare qualcosa.
'Resta qui a controllare i bambini! Te lo riporterò, Julie. Lo giuro sulla mia testa.' Le dissi, stringendole le spalle. Ricevetti un cenno di assenso e uno sguardo pieno di fiducia.

Corsi all'esterno dell'orfanotrofio alla velocità della luce, scoprendo purtroppo una confusione aumentata esponenzialmente. Non riuscivo a vedere ad oltre tre metri da me per la polvere, nelle mie orecchie risuonava assordante il cozzare delle lame, le urla, non riuscivo più a distinguere nulla. 

'Andrè! Andrè, dove sei?' urlavo correndo da tutte le parti, cercando tra i banchi rivoltati in mezzo alla strada, e si, anche in mezzo ai cadaveri attorno al quartiere.

A un certo punto mi sentii mancare il fiato e dovetti fermarmi per appoggiarmi a un muro, in preda a una crisi di pianto che stavo cercando in tutti i modi di evitare.

'Merda. Merda, merda!' urlai, tirando un pugno alla parete del palazzo, in preda alla disperazione e con gli occhi lucidi.

'Eleanor... sei tu?' una flebile voce mi chiamò dal vicolo in cui mi ero infilata.

Io mi asciugai immediatamente le lacrime e alzai lo sguardo, notando qualcuno sporgersi da un tombino. Nonappena mi avvicinai il coperchio si mosse e saltò fuori Andrè, che mi saltò addosso. Io sospirai e lo strinsi in un abbraccio.

'Mi hai fatto dannare per tutto il quatiere, piccolo. Cosa ci facevi qui?'

'Beh, ecco, io stavo giocando e ho sentito degli spari all'improvviso, così mi sono nascosto e...' Stava tremando e aveva paura. 

'Non importa adesso, Andrè. Ora ascoltami, stringiti forte a me e nascondi il viso sulla mia spalla ok?' lo presi in braccio.

Lui annuì. 'Va bene, Eleanor.'

Cercai di tornare verso l'orfanotrofio per i vicoli meno pericolosi, ma per raggiungere l'entrata dovevo per forza passare per la piazza. E questo significava attraversare il campo di battaglia.

Scossi la testa stringendo Andrè forte al petto, assicurandomi che il suo sguardo non fosse puntato verso l'inferno davanti ai miei occhi e preparandomi a correre il più veloce possibile per evitare qualsiasi scontro.

Così partii e corsi il più veloce possibile verso l'orfanotrofio. Eravamo quasi arrivati all'entrata quando un colpo di cannone assordante alle mie spalle rimbombò nell'aria, colpendo un gruppo di realisti alla mia destra.

Io mi lanciai a terra di fianco proteggendo Andrè meglio che potevo per evitare che qualsiasi cosa ci colpisse. Sentivo un fischio fortissimo nelle orecchie e la mia vista si annebbiò per qualche secondo, rendendomi vulnerabile. 

Scossi la testa, preoccupandomi subito del bambino.

'Andrè, come stai? Tutto bene?'

Lui annuì lievemente stringendosi più forte a me.
Mi rialzai e riuscii ad arrivare alla porta dell'orfanotrofio, dove una Julie in lacrime me lo prese dalle braccia continuando a ringraziarmi e abbracciarmi.

'Proteggilo, Julie. Proteggili tutti. Io proteggerò voi.' dissi, e corsi via.

'Grazie Eleanor, davvero.' disse lei salutandomi.

Io le sorrisi e corsi via alla ricerca di Camille, che avevo lasciato da sola in balìa dei realisti non molto tempo prima.

'Camille? Camille?' continuavo a gridare correndo ovunque. Le mie gambe erano davvero distrutte per quanto avevo corso cercandola per tutta la piazza.

Non riuscivo a trovarla sul campo, nè fra i vicoli vicini. Così fui costretta a pensare al peggio e cominciai a guardare a terra...

'No... No, no no, no!' urlai, quando la vidi in un angolo completamente coperta di sangue.

Mi lanciai a terra e la presi fra le mie braccia, spostandole i capelli dal viso.

'Camille.. Camille rispondimi, ti prego... Camille!' sibilai. Non riuscivo a credere a quello che avevo davanti ai miei occhi.
Io tremavo e cercavo di rianimarla in qualsiasi modo, ma ormai la ferita sul suo fianco era troppo profonda per essere bendata. Aveva perso troppo sangue.

I miei occhi si riempirono di lacrime, non riuscivo a dire nulla.
Le spostai i capelli dal viso, bianco per la perdita di tantissimo sangue.

'Non lasciarmi anche tu, ti prego, ti prego...' mormorai cullandola fra le mie braccia, come se potessi riportarla in vita.

Non riuscivo a credere a quell'orrore. Non riuscivo a sopportare tutta questa disperazione, tutto quest'odio, tutte queste morti. 

Mi sentivo completamente inutile in quella situazione, così rimasi al fianco di Camille fino a che non sentii qualcuno chiamarmi.

'Eleanor... Eleanor!'

Sentii qualcuno afferrarmi per le spalle e alzarmi in piedi.
Era Arno, che continuava a parlarmi, prendendomi il viso tra le mani.
Era come se le mie orecchie fossero tappate, non capivo nulla... riuscivo solo a vedere il suo viso graffiato e il suo sguardo preoccupato che incontrava il mio.

'Mi stai ascoltando, Eleanor?' riuscii a sentire, mentre venivo scossa.

Io scossi debolmente la testa.
'Camille, lei è morta... Arno non ho potuto fare nulla, ho dovuto salvare Andrè e lasciarla da sola, mi dispiace, mi dispiace...' mormorai, e lui mi abbracciò fortissimo.

'Lo so, Eleanor, lo so. Ora devi vendicare la sua morte, e non solo la sua... ho bisogno che tu sia reattiva.' 

Io non capivo.
'Cosa?'

'Eleanor, è arrivata una soffiata a Napoleone. Poulain...'

Quel nome bastò perché il mio corpo e la mia mente si ridestassero.

'Dove? Dov'è?' chiesi immediatamente.

'Al Tempio. Sa che tu sei qui. Ha i suoi uomini con sè, Eleanor, io non voglio che tu...'

'Vieni con me.' dissi, prendendogli le mani.

Il suo sguardo si illuminò.
'Cosa... sei sicura?' 

'Ho bisogno di te al mio fianco. Voglio mettere fine a questa storia insieme a te, Arno.'

Lui sorrise annuendo, e mi stampò un bacio sulle labbra stringendomi il viso fra le mani.

'Andiamo.'
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: WolfieIzzy