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Autore: Rohhh    10/07/2017    1 recensioni
La ventunenne Ashley, dopo essere stata cacciata via da casa da sua madre ed essersi ritrovata completamente sola in una città a lei sconosciuta, ha riscoperto la serenità che cercava nel suo nuovo gruppo di amici, conosciuto grazie al fortunato incontro con Terence, un ragazzo gentile e premuroso e sua sorella minore Michelle, che le ha offerto una stanza nell'appartamento che condivide con altre tre ragazze. Con un lavoro che le permette di mantenersi gli studi che ha sempre desiderato e la vicinanza delle amiche, tutto sembra procedere liscio per Ashley, ma il ricordo del suo triste passato arriva spesso a tormentarla e l'unico che misteriosamente riesce a darle sollievo da quei pensieri è Matt, un ragazzo odiato dai suoi nuovi amici per motivi non ben chiari e considerato da loro come un vero e proprio nemico da cui stare alla larga. Ashley, nonostante sia conscia della fama del ragazzo nel suo gruppo, in un momento di disperazione e debolezza, finisce per cedere e commettere con lui un errore che la perseguiterà e che presto finirà per pagare caro.
Ma, forse, non tutto ciò che sembra perduto per sempre lo è davvero...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Ciao ragazze!
Vi chiedo scusa in anticipo perché forse questo capitolo vi sembrerà carente di parti romantiche e più concentrato su altri personaggi ma sono altrettanto importanti per lo sviluppo futuro della storia e non posso trascurare questi passaggi. Spero capirete e vi prometto che prossimamente ce ne saranno di più.
Detto questo, vi lascio alla lettura, come al solito spero di poter aggiornare in tempi decenti e grazie sempre alle nuove lettrici e a quelle affezionate a cui mando un abbraccio!
Alla prossima!

Cap. 18 Sul filo del rasoio

 

La punta sottile della matita scivolava sopra la carta leggermente ruvida del libro come una carezza, e al suo passaggio lasciava una pallida linea grigia sotto centinaia di parole ben ordinate in altrettante righe.

La mano affusolata che la guidava si sforzava più che poteva perché quella linea fosse ben dritta e ordinata, stava attenta che non sbavasse o finisse sopra le lettere, rovinando l'estetica di un sottolineatura impeccabile.

Era necessario che tutto fosse perfetto, nessun dettaglio lasciato al caso, nessuna distrazione.

Ashley doveva riconoscerlo, forse stava prendendo con un po' troppa maniacalità la questione dello studio ma per lei quell'occasione era troppo importante, rappresentava il riscatto di una vita intera,la chance che le avrebbe dimostrato che non tutte le sofferenze erano state vane e di sprecarla non se ne parlava.

Niente doveva sfuggire al suo controllo.

Peccato non si potesse dire la stessa cosa della sua vita privata, che invece aveva ormai preso una lenta ma costante deriva, così irrefrenabile che Ashley, alla fine, dopo tante lotte, semplicemente ci aveva rinunciato e aveva deciso di lasciarsi trascinare dalla corrente.

Aveva smesso di fare caso alle bugie raccontate alle ragazze per coprire il vero motivo delle sue assenze, a volte le raccontava con talmente tanta naturalezza da convincersi lei stessa che fossero reali e che, al contrario, ciò che viveva al loro posto fosse solo un sogno, un bellissimo sogno destinato a finire.

Aveva smesso di chiedersi perchè stesse diventando la normalità rientrare a casa con il sapore di Matt sulle labbra e il suo odore sparso sul collo o tra i capelli, e anche di rimuginare sulla natura di quella strana felicità che l'accompagnava sempre dopo le loro uscite clandestine e che le regalava un buco al centro del petto man mano che svaniva.

Vuota, ecco come si sentiva dopo e non andava affatto bene.

Quel pomeriggio, però, non era ancora arrivata a quel livello, il ricordo della sera precedente a casa di Alexander continuava a scorrere nitido nella sua mente, così come il buio dietro quell'albero che li aveva protetti, il calore del corpo di Matt contro il suo, i respiri spezzati, il suo petto così confortante, le loro mani che si esploravano a vicenda, e lei, persa in una girandola di emozioni potenti a tal punto da causare il black out di ogni pensiero negativo.

Ma, più di ogni altra cosa, quello che era rimasto impresso indelebilmente nella sua memoria era stato il viaggio di ritorno.

Se chiudeva gli occhi riusciva a sentire di nuovo il vento fresco di Settembre sulle sue gambe nude, la strada che passava veloce, i lampioni che scorrevano ai bordi del marciapiede come saette, quella sensazione di libertà e adrenalina e, allo stesso tempo, la sicurezza e la protezione che le dava stare aggrappata a Matt.

Per un attimo si era perfino convinta di essere tornata indietro nel tempo, quando era ancora una ragazzina di quindici anni, spensierata e allegra, e le bastava scorazzare per la città sullo scooter, in compagnia del ragazzo di cui era innamorata, per sentirsi già grande, illudersi di non avere regole e freni e di poter raggiungere qualunque sogno, anche il più impensabile, come nella migliore delle favole.

Adesso adulta ci era diventata davvero, forse anche un po' troppo in fretta, e non era così esaltante come l'aveva immaginato.

Aveva dato da un pezzo il benvenuto alle responsabilità, alle bollette da pagare, ai sacrifici e la spensieratezza era ormai un ricordo lontanissimo; eppure quella sera...quella sera insieme a lui le era sembrato di rivivere realmente le stupende sensazioni del passato, anche se nella favole non ci credeva più e con lei non c'era il principe azzurro o la sua cotta adolescenziale ma quello che poteva essere definito il suo compagno di sventure.

Sorrise appena a quella buffa definizione, si distrasse e la punta della matita finì per spezzarsi con un rumore sordo.

Ashley piegò le labbra in una smorfia di fastidio, sbuffò e si legò i capelli indisciplinati dietro la nuca, arrendendosi all'evidenza di avere decisamente bisogno di una pausa.

Un soffio di vento entrò dalla finestra e le sferzò la pelle delle braccia, lasciate scoperte dalla t-shirt a maniche corte, la rossa si strinse nelle spalle di riflesso e socchiuse gli occhi, poi lo sguardo le cadde sul calendario da scrivania che teneva in un angolo.

Non c'era da meravigliarsi se il clima stava repentinamente cambiando, era già il 30 Settembre e un altro mese stava volando via senza nemmeno lasciarle il tempo di accorgersene.

Ashley cambiò la pagina e passò al mese di Ottobre, sul quale una data era stata cerchiata in rosso perchè non se ne dimenticasse: martedì 16.

Quel giorno si sarebbe laureato Terence e lei non aveva ancora idea di cosa mettere o come sistemare i suoi capelli senza speranza, ma soprattutto...non gli aveva ancora dato nessuna risposta su quella piccola e insignificante questione che avevano in sospeso.

'Piccola e insignificante' per modo di dire.

Si portò le mani sul viso, stropicciandoselo, ed emise un mugolio di sofferenza: come le era saltato in mente di lasciargli l'illusione di poter avere una possibilità con lei per poi scivolare con estrema facilità tra le braccia del suo peggiore nemico?

Quanto era caduta in basso e quanto si disprezzava!

Se solo lui avesse saputo la verità probabilmente Matt avrebbe fatto meglio a non farsi più vedere in giro e lei sarebbe passata per una squallida traditrice e avrebbe perso tutto.

Il respiro le si fece pesante e cercò disperatamente di controllarlo.

'Respira, Ashley, respira. Se stai attenta nessuno lo verrà mai a sapere e tutto andrà bene. Perchè mai dovrebbero scoprirti?' prese a ripetersi tra sè e sè, per calmarsi e dopo qualche sforzo ci riuscì.

Un tonfo alla porta fece durare poco la serenità ritrovata ed Ashley si portò una mano sul petto, per contenere il cuore che le aveva fatto un balzo incontrollato.

Se continuava così sarebbe stato un miracolo se ci fosse arrivata viva al 16 Ottobre!

«Ashley, basta studiare! Ti stai trasformando nella versione rossa di Melissa! - esordì Michelle a gran voce, spalancando la porta con alle spalle una Beth sorridente – adesso chiudi questi orrendi libri e vieni di là con noi! E se non ne sei convinta ti dò dei motivi più che validi per farlo! - continuò, con le mani sui fianchi, il cipiglio autoritario e la sua tipica aria che non ammetteva rifiuti – innanzitutto, devi darci man forte per fare capire a Beth che non può conciarsi così e pretendere di essere presa sul serio!» cominciò la sua opera di convincimento, lanciando un'occhiata a metà tra l'orripilato e il divertito alla povera biondina, mentre afferrava una delle lunghe codine con cui aveva legato i capelli ondulati e la agitava per aria proprio sotto il suo naso, facendola sbuffare rumorosamente.

«Queste stronze mi hanno già presa in giro in una ventina di modi diversi – si lamentò Beth, i suoi begli occhi celesti si piegarono in giù, donandole un'aria afflitta – e comunque le tengo, mi piacciono e non vedo cosa ci sia di male!» ribattè decisa, continuando nella strenue difesa della sua acconciatura.

Michelle scoppiò a ridere, sotto gli occhi esterefatti ma divertiti di Ashley, che nel frattempo si era alzata e avvicinata alle due coinquiline, poi tornò alla carica «Beh, detto da una che a 20 anni si ostina ancora a fare quelle cose, come si chiamano...i costlay..complay..»

«Cosplay, si dice cosplay! - precisò Beth alla velocità della luce, risentita quasi le avessero offeso un componente della famiglia – e non è una cosa da ragazzini come pensi tu, è una forma d'arte come tutte le altre!» ribattè orgogliosa, sollevando la testa e incrociando le braccia al petto.

«Sì, sì, va bene, hai ragione tu|!» fece finta di arrendersi Michelle, dandole delle pacche leggere sulla spalla mentre con l'altra mano mimava un gesto eloquente per indicare ad Ashley quanto la loro amica avesse ormai detto addio a qualche rotella.

La situazione era troppo comica e la rossa e non riuscì a nascondere delle risate sincere nell'assistere ai loro amabili battibecchi.

Erano quelli i momenti in cui il suo passato si metteva da parte e finalmente era in grado di sentirsi una ragazza normale come tutte le altre, che riusciva a ridere con le amiche e a pensare solo a qualche stupida frivolezza una volta ogni tanto.

Non voleva rinunciare a tutto quello, non voleva perderlo per una sua leggerezza o per una distrazione.

Fu in quell'attimo che realizzò quanto stesse camminando sulla linea di un rasoio, pronta a farla a fettine alla minima disattenzione, e non poteva permetterlo. Quei sorrisi, quelle risate e le chiacchiere tra amiche potevano trasformarsi in un baleno nel suo peggiore incubo e quella prospettiva le provocò un brivido freddo lungo la schiena.

Ugualmente, però, non voleva perdere Matt e, se solo poco più di un mese prima non avrebbe esitato a ritenere impossibile una sua 'amicizia' con lui o qualunque altra relazione che avesse potuto avvicinarla a lui, anche per via della situazione che regnava nel suo gruppo, adesso si era tutto capovolto e quel ragazzo era diventato una presenza altrettanto importante nella sua vita.

Il rapporto tra loro era completamente diverso da quello che la legava ai suoi nuovi amici, Matt era il suo alter ego emotivo, la capiva come se si trovasse dentro di lei e fosse capace di provare le sue stesse sensazioni ed Ashley aveva un bisogno disperato del suo contatto fisico, delle sue parole e persino di quelle irritanti provocazioni che spesso e volentieri le facevano saltare i nervi.

Il trucco sarebbe stato conciliare tutto senza farlo venire allo scoperto, facile no?

«Io le trovo carine, ti stanno bene!» intervenne, rivolgendosi a Beth e sorridendole, la bionda si illuminò in viso e subito dopo sfoggò un'espressione vittoriosa nei confronti di Michelle.

«Che cosa? Ashley, mi tradisci in questo modo? Così mi deludi, da te davvero non me lo sarei mai aspettata!» esclamò Michelle con gli occhi spalancati, esagerando un'espressione sconvolta e portandosi teatralmente una mano sul petto.

Il suo tono era ovviamente scherzoso ma quelle parole rimbombarono nella testa di Ashley e non potevano risuonarono più spaventose e terribilmente adatte alla situazione che stava vivendo e che teneva nascosta.

Diventò una statua di ghiaccio, deglutì a fatica e la bocca le si seccò: sembrava quasi un brutto presagio e sperò vivamente di non aver appena vissuto una specie di premonizione di qualcosa che, prima o poi, sarebbe inevitabilmente accaduto.

Cercò di scacciare via quella spiacevole sensazione dal suo cuore e Michelle approfittò di quel suo attimo di confusione per tirarla da un braccio a forza e portarla via con loro.

«Sù vieni, oggi siamo in vena di pettegolezzi, stiamo parlando di ragazzi e la discussione sta per diventare molto 'hot'!» precisò la castana, ridacchiando maliziosa e facendole un occhiolino poco rassicurante.

«Hot? Ehm, in che senso?» provò a chiedere, balbettando, ma tutto ciò che ottenne come risposta fu una serie di risatine sommesse e capì che non sarebbe stato molto facile uscire incolume da quel pomeriggio.

 

 

«Oh Ashley, ti unisci anche tu?» esclamò Colleen, sollevando la testa all'ingresso della rossa nella camera di Michelle.

Il fatto che fosse intenta a stendere lo smalto sulle sue curatissime unghie non le impedì comunque di lanciarle un'occhiata indagatrice e sospettosa, accompagnata da un ghigno tipico di chi credeva di saperla lunga.

Ashley era quasi certa che la vecchia volpe della sua coinquilina più anziana avesse fiutato qualcosa di strano in lei e nelle sue recenti assenze da casa e che si fosse convinta di una sua frequentazione amorosa con qualche ragazzo.

Finchè rimaneva una sua congettura, però, poteva ritenersi salva, almeno per il momento.

«Già, anche se non ho avuto molta scelta, a dire il vero» le fece notare, indicando con un cenno del capo la presa ferrea di Michelle sul suo braccio.

Con un rapido sguardo d'insieme alla camera, Ashley scrutò poi le ragazze, comodamente sistemate sul grande letto a due piazze di Michelle, e non potè non fare caso alla faccia impanicata di Melissa, che giaceva seduta con le ginocchia rannicchiate al petto e pareva piuttosto a disagio e in difficoltà, quasi volesse scomparire; solo alla vista della rossa trovò un po' di conforto e riuscì ad abbozzare un sorriso non troppo convinto.

La situazione non prometteva proprio niente di buono.

«Beh, sei arrivata giusto in tempo, stavamo parlando di argomenti scottanti!» la informò Colleen, battendo la mano sul materasso per invitarla a prendere posto con loro.

«Uh, davvero? - chiese lei con un sorriso tirato, mentre si accomodava sul letto con esitazione e simulava un entusiasmo fintissimo – e quali sarebbero?»

«Relazioni con l'altro sesso» sussurrò lei languidamente, avvicinandosi all'orecchio di Ashley che sudò freddo con gli occhi scuri di Colleen che la fissavano a pochi centimetri dai suoi.. Probabilmente aveva intenzione di smascherarla - o almeno così le sembrava - anche se forse si stava solo facendo suggestionare.

Dall'altro lato del letto, Melissa diventò più pallida di quanto già non fosse ed Ashley provò un certo conforto nel sapere che in quella stanza non era la sola a sentirsi con una pistola puntata alla tempia.

«Per esempio, Michelle ci ha appena raccontato di aver avuto una storiella occasionale quest'estate con un ragazzo conosciuto in vacanza» aggiunse Beth con tono apatico, stava a gambe incrociate e ripiegata su sè stessa, i suoi occhi erano fissi su un quaderno sul quale continuava pacificamente ad abbozzare alcuni dei suoi schizzi artistici. Per fortuna la biondina era innocua, e non aveva l'aria di chi è pronta a sfoderare le armi pur di riuscire a cavare fuori qualche confessione imbarazzante o compromettente, a differenza delle due terribili cugine.

«Già, non è stato niente di serio, ci conoscevamo solo di vista e... beh è scattata l'attrazione fisica e siamo stati insieme qualche volta, niente di più. Sapete come la penso sulle storie serie, per adesso non mi interessano e comunque non ho ancora incontrato qualcuno con cui valesse la pena di iniziare una relazione... e lui non lo era di certo» chiarì la castana, giocherellando con delle sue lunghe ciocche di capelli.

Ashley la fissò di soppiatto: anche lei e Matt non avevano una relazione sentimentale, nonostante si fossero arresi all'evidenza di essere attratti l'uno dall'altra, e non aspiravano certo ad averla, ma lei non si sarebbe mai sognata di parlare di lui con così tanta superficialità e freddezza, mentre Michelle lo aveva fatto, paragonando la sua avventura estiva a niente di più che un pezzo di carne con cui passare qualche ora di svago.

Il rapporto con Matt andava oltre la fisicità, era un'intesa forte e profonda e per la prima volta Ashley si chiese se qualcosa di diverso si stesse insinuando in maniera subdola nel suo cuore, qualcosa che avrebbe potuto evolvere e magari trasformarsi fino a metterla in un mare di guai.

'No, é impossibile' pensò subito, prendendo un lungo respiro e scacciando via l'immagine di Matt al suo fianco, che in quel momento le sembrò più bella di quanto avrebbe dovuto.

«Ma almeno era bravo a letto?» domandò Colleen senza alcuna vergogna, la sua voce squillante risvegliò Ashley dai pensieri e fece arrossire Melissa, che continuava a farsi sempre più piccola nel suo angolo di letto.

«Direi proprio di sì, sono state delle ore piacevoli» commentò Michelle, con la solita eleganza che non perdeva nemmeno quando si parlava di sesso.

Il cuore lo aveva sigillato molti anni prima, quando una delusione troppo grande glielo aveva frantumato, e ancora si vergognava di quel passo falso, non riusciva a darsene pace nonostante fosse passato già parecchio tempo.

Quel rifiuto la tormentava nei suoi incubi, la rendeva fragile e riaccendeva la rabbia che aveva provato e di cui, purtroppo, faticava a liberarsi.

Lui aveva distrutto i suoi sogni e adesso i ragazzi per lei erano solo strumenti di piacere quando ne avesse avuto voglia.

E lo odiava per questo.

«E invece tu, Ashley? - la diretta interessata tremò internamente quando la voce di Colleen chiamò il suo nome, immaginando che la fine fosse vicina – da quando non hai un incontro ravvicinato con un ragazzo?» domandò, sporgendosi verso di lei e facendola sentire ancora più sotto pressione.

Evidentemente aveva scelto quella giornata per verificare se i suoi sospetti avessero un fondamento.

«Ehm, da circa sette mesi, più o meno. La mia ultima relazione risale a quel periodo.» rispose Ashley, usando una strategica mezza verità.

Col suo ultimo ragazzo si erano mollati qualche mese prima che lei venisse buttata fuori di casa da sua madre e dopo non aveva avuto certo la voglia nè il tempo di gettarsi a capofitto in una storia d'amore.

«Ma dai, tesoro, sul serio? Così tanto? - esclamò Colleen, con tanto di occhi sgranati, nemmeno Ashley avesse confessato di aver commesso un reato - E adesso? Sicura che non ci sia nessuno? Magari qualche tuo nuovo collega universitario!» insistette, dandole qualche leggera gomitata sul braccio, mentre Michelle puntò con discrezione i suoi occhi attenti sulla malcapitata, per non perdersi neanche il più piccolo cambiamento nella sua espressione.

«Ma no, vi dico!» rispose Ashley, scuotendo energicamente la testa e concentrandosi per non balbettare e farsi scoprire miseramente. Non le erano sfuggite le occhiate di Michelle che, quasi sicuramente, stava cercando di capire se il suo adorato fratellone avesse dovuto cominciare a competere con qualche rivale in amore.

Colleen emise uno sbuffo e inarcò in maniera esagerata un sopracciglio, facendole intuire che le sue risposte brevi non la avevano soddisfatta più di tanto.

Si ravvivò la chioma rosso fuoco e tentò un ultimo attacco. «Ma proprio niente? Nemmeno qualche bacio infuocato? »

Nei secondi che seguirono la domanda di Colleen, Ashley cercò di spremere le meningi e ricordare tutto quello che aveva sentito una volta in una trasmissione in tv, sui segnali del corpo che rivelavano se una persona mentiva o meno.

Dov'è che non si doveva guardare? Ah, forse bastava non deviare lo sguardo lateralmente per evitare gli occhi dell'interlocutore, ma al contrario fissarlo apertamente e senza paure.

E le mani? Poteva gesticolare o era meglio tenerle basse e rilassate, magari non intrecciate nervosamente?

E soprattutto nessuna risatina isterica o imbarazzata.

Aveva mentito altre volte nell'ultimo periodo ma quella domanda era stata così diretta, così ben centrata sul punto, da spiazzarla totalmente.

Ovvio che aveva baciato ed era stato tanto inaspettato quanto meraviglioso ed eccitante, ma non poteva dirlo, soprattutto perché l'identità del fortunato proprietario di quelle labbra avrebbe potuto scatenare il panico tra i presenti.

«No, no, niente di niente» sorrise Ashley con garbo e tranquillità, guardando Colleen in viso; la ragazza la scrutò un attimo poi parve convincersi e così anche Michelle, che finalmente portò via lo sguardo da lei.

Ashley tirò internamente un sospiro di sollievo, era riuscita a scamparla.

Per quella volta.

«E invece, c'è qualcuno qui che mi incuriosisce parecchio...- riprese Michelle, dichiarando concluso il terzo grado alla rossa e cambiando l'oggetto del suo interesse – non è vero, Melissa?»

La moretta, accanto a lei, rischiò di schiantarsi a terra dal letto e cambiò una serie di colori in pochi secondi, passando dal bianco fantasma allo scarlatto, poi prese a balbettare furiosamente, preda di una delle solite crisi di panico che la tormentavano quando si sentiva sotto l'attenzione di tutti, situazione che non sopportava e che la metteva enormemente a disagio.

Soprattutto perché quell'argomento la terrorizzava e non soltanto per via di Luke.

«Ti sei fidanzata?» chiese senza malizia Beth, visto che dopo la frase di Michelle aveva creduto di essersi persa qualcosa.

«Ma...no..no...» riuscì a pronunciare lei, rassegnata ormai al fatto di dover sembrare un peperone e senza trovare un solo dannato modo per sfuggire a quella trappola.

«Sei sempre così timida! Non ci parli spesso di te, praticamente non sappiamo niente! - continuò imperterrita Michelle, mentre Ashley osservava preoccupata la sua amica, comprendendo perfettamente come dovesse sentirsi – allora, quand'è stata l'ultima volta che hai fatto qualcosa di sconcio con un ragazzo?» chiese la castana quasi in un sussurro, sfoggiando un ghigno sadico che accrebbe il rossore sulle guance di Melissa.

«Io...io...non...» farfugliò la mora, stringendosi nelle ginocchia nel vano tentativo di proteggersi.

In quel momento avrebbe volentieri preferito che fosse precipitato un meteorite o un ufo nel cortile o qualunque altra cosa avesse potuto distogliere l'attenzione da lei.

Per fortuna, una specie di angelo custode ce l'aveva.

«Melissa, che smemorate! É tardissimo e noi avevamo quell'ìmpegno oggi pomeriggio, te lo ricordi vero?» esclamò improvvisamente Ashley, scattando in piedi e lanciando all'amica un'occhiata complice ma discreta, sperando che la ragazza capisse che le aveva appena gettato il salvagente della salvezza.

Melissa rimase dapprima intontita, poi fissò gli occhi di Ashley e finalmente intravide la mano simbolica che la rossa le aveva appena teso per farla uscire da quelle sabbie mobili.

«Oh, giusto, me ne stavo quasi per dimenticare!» si affrettò ad improvvisare, battendosi una mano sulla fronte e assecondando Ashley nel suo piano per evadere.

«Eh? Che significa? Dove dovete andare così di fretta?» domandò Colleen, assottigliando gli occhi, sospettosa come sempre.

«Io e Melissa avevamo deciso di fare un giro per negozi per cercare un vestito adatto alla laurea di Terence! Manca ormai poco e non abbiamo la più pallida idea di cosa mettere!» spiegò Ashley candidamente.

Ecco un'altra bugia ma almeno stavolta l'aveva raccontata per uno scopo nobile.

«Non è giusto! A saperlo sarei venuta anche io!» piagnucolò Beth, mettendo da parte i disegni.

I codini e il broncio che mise sù la fecero somigliare sul serio a una bambina, forse Michelle non aveva poi così torto.

«Mi dispiace, l'abbiamo deciso al volo stamattina, siamo sempre così impegnate con l'università e le altre cose che abbiamo pensato di approfittare di queste ore libere! Ti prometto che la prossima volta andremo tutte insieme!» disse Ashley, dirigendosi verso la porta o, forse, sarebbe stato più consono dire verso la libertà.

Aiutare Melissa aveva giovato anche a lei, visto che quelle chiacchiere parevano abbastanza pericolose e chissà per quanto sarebbero andate avanti.

Nel frattempo Melissa le si era avvicinata alla velocità della luce e finalmente sorrideva, consapevole di essere debitrice a quella ragazza per la seconda volta in un mese.

 

 

Ashley tirò delicatamente un lembo della gonna di un grazioso vestito verde, che pendeva insieme a innumerevoli altri capi di abbigliamento; la stoffa, setosa al tatto, si allargò e poi ricadde pesante come piombo fino a ricomporsi perfettamente.

«Costa troppo, tanto per cambiare» commentò piano, dopo averne sbirciato l'etichetta e aver definitivamente archiviato la possibilità di aggiudicarselo.

Quanto era difficile trovare qualcosa di decente con un budget limitato?

La prima cosa che le era saltata in mente per togliere Melissa dall'imbarazzo era stata la ricerca del vestito per la laurea, ma in realtà non si trattava di una vera e propria scusa.

Ashley aveva davvero bisogno di procurarsene uno, visto che il suo scarno guardaroba non le dava molta scelta in proposito, e così aveva colto l'occasione al balzo e ne aveva approfittato per dare un'occhiata.

«Chissà se stanno ancora parlando! Ashley, ti devo la vita, sul serio! Se solo tu non fossi intervenuta credo che...beh, probabilmente a quest'ora sarei già svenuta!O forse morta, chi lo sa!» ripetè, ancora visibilmente scossa, Melissa, per la centesima volta da quando avevano lasciato la loro casa e si erano dirette verso il centro.

«Te l'ho già detto, non c'è bisogno che mi ringrazi! Ti ho visto a disagio e non potevo lasciarti in quelle condizioni! E poi avevo bisogno anche io di cambiare aria, lì dentro stava diventando troppo soffocante» ammise a occhi bassi, guadagnandosi un'occhiata curiosa da parte dell'amica.

«Lo so, io...vado subito in panico e poi...» provò a continuare, con lo sguardo corrucciato e confuso. Ashley notò che l'amica sembrava in conflitto con sè stessa, da un bel pezzo ormai continuava a riprendere quell'argomento, come se ci fosse ancora qualcosa che volesse dirle ma che faticava ad uscire.

«Ti capisco, anche a me dà spesso fastidio quando devo rispondere a domande troppo personali» la rassicurò, cercando di farle capire che non doveva sentirsi strana per quello, che era anzi piuttosto normale.

Melissa boccheggiò, poi prese un lungo respiro e si sforzò di parlare.

«Il fatto è che...io non sapevo davvero cosa rispondere...anche volendo non avrei potuto perché...ecco...la verità è che...io sono vergine! É patetico, vero?» confessò, portandosi subito dopo le mani sul viso per tentare di nasconderlo.

Ashley si bloccò, rimase interdetta per qualche secondo, si chiese addirittura se avesse sentito bene ma poi realizzò che era tutto vero, Melissa si stava aprendo su un argomento estremamente delicato e ciò significava che di lei si fidava ormai ciecamente e questo non potè che farle molto piacere.

«Io non ci trovo niente di così terrificante, che male c'è? » le ribattè, sorridendo e cercando di metterla a suo agio, poi adocchiò una panchina su cui sedersi per continuare quella conversazione che aveva bisogno di calma e tranquillità per essere affrontata.

Melissa si rasserenò all'istante guardando il viso pacato di Ashley ed ebbe la conferma che quella ragazza non l'avrebbe derisa o presa per anormale, a differenza della maggior parte della gente, e ciò le diede la spinta per proseguire.

«Beh, sono praticamente la sola tra voi! Colleen e Michelle vantano un sacco di esperienze a quanto pare, Beth ha un ragazzo stabile e tu ne hai avuti in passato! Sono l'unica sfigata, la mia prima e ultima esperienza si limita a qualche bacio con un mio vicino di casa quando avevo 17 anni e poi...il nulla!» disse imbarazzata, dopo essersi seduta e aver puntato lo sguardo rigorosamente in basso, a studiare ogni minimo sassolino tra i suoi piedi.

«E allora? Le esperienze della vita non arrivano per tutti allo stesso momento, non è una gara a chi le raggiunge prima e non c'è nemmeno una data di scadenza! Credo che non bisogna sentirsi nè in anticipo, nè in ritardo, quello che è davvero importante è farlo quando ci si sente pronti e sereni con sè stessi. Solo allora sapremo che era il nostro momento, quello giusto per noi e per nessun altro.» le spiegò dolcemente, cingendole le spalle con un braccio per rassicurarla.

Melissa sollevò la testa, fissò il viso materno di Ashley e si sentì finalmente capita e non giudicata. La sua amica era così saggia e matura che in confronto lei appariva quasi come una ragazzina ma le sue parole riuscirono in qualche modo a calmarla e a fugare un po' i suoi timori.

«Tu hai capito quando era il momento giusto? Insomma...non voglio che rispondi se non ti va e non voglio sapere i dettagli ma...è stato facile accorgertene o...te ne sei mai pentita?» chiese timidamente, sperando di non infastidire Ashley o di non sembrare troppo invadente.

La rossa aggrottò lievemente lo sguardo, fece uno sforzo di memoria nemmeno così complicato e portò lo sguardo alle fronde degli alberi che si muovevano ipnotiche sopra le loro teste.

«Avevo 16 anni e stavo col mio ragazzo dell'epoca da un anno. Quando è successo è stato tutto molto naturale e...bello. Eravamo solo dei ragazzini allora e...crescendo siamo molto cambiati e maturati, com'era giusto che fosse...Ci siamo resi presto conto di non essere più gli stessi, di avere obiettivi, sogni e idee diverse e... la nostra storia non ha retto ma...tuttora se ci penso so per certo che sì, quello è stato il momento giusto per me» le rispose, infondendole con quelle poche frasi un ottimismo che credeva di avere perso per strada da troppo tempo.

«Dici che c'è speranza anche per me? Anche se ho ormai 21 anni?» domandò incerta, spostandosi la lunga frangia dagli occhi verdognoli, desiderosi di conforto come quelli di un cucciolo abbandonato.

«Ma certo, ce ne sarebbe anche se ne avessi 30!» si affrettò a tranquillizzarla Ashley, ma subito notò che il viso dell'amica si era nuovamente rabbuiato.

«Il fatto è che... il problema non sono solo quattro chiacchiere tra amiche» esitò appena, con la voce tremolante.

«Parli di Luke?» azzardò Ashley, facendosi di colpo pensierosa nel nominare quel ragazzo così tanto vicino a Matt.

La bruna non ebbe bisogno di rispondere esplicitamente, si limitò ad annuire con un movimento accennato del capo che fece ondeggiare i suoi corti capelli liscissimi.

«Sono sicura che lui saprà capirti e aspettarti. In fondo sta ancora con te, non è scappato a gambe levate e, scusami se sono diretta, se gli interessasse solo quello che hai in mezzo alle gambe, non credo starebbe tanto a perdere tempo. Quindi stà tranquilla, vedrai che andrà tutto bene» le disse, cercando di essere più delicata e onesta possibile con la sua amica così fragile.

«L'altro giorno sono stata a casa sua e... lui ha provato a baciarmi e io...mi sono scansata, capisci? - le raccontò, stringendosi nelle spalle – avrei così tanto voluto farlo, lo desideravo con tutta me stessa, è praticamente il mio sogno ma...questa situazione e la paura di passare per stronza con le altre mi ha bloccata e non sono riuscita a lasciarmi andare! Io sono fatta così, piena di tanti dubbi, ho paura di fare la cosa sbagliata e di non poter tornare indietro. É come se tutta questa grande confusione mi impedisse di fare le scelte giuste, quelle che mi renderebbero davvero felice e così facendo...ferisco anche lui. Al posto mio, tu sapresti come fare? Sapresti capire quando è il momento giusto per fare ciò che vuole il tuo cuore?» le chiese, spiazzandola.

A differenza di Melissa, che ci andava cauta e faceva prevalere la ragione, lei aveva decisamente accelerato la situazione con Matt e la cosa peggiore era che non aveva la minima intenzione di metterci un freno, anche se quella sarebbe stata la cosa più saggia da fare.

Almeno Melissa era innamorata e, anche se si fosse lasciata andare, avrebbe avuto una giustificazione nobile e romantica...magari Michelle sarebbe riuscita a comprenderla.

Ma lei?

Per cosa stava facendo tutto quello? Per quale presunto sentimento stava mettendo a repentaglio la sua nuova vita?

«Mi dispiace, credo di non sapere cosa risponderti» ammise debolmente, assumendo un'espressione scoraggiata così opposta alla positività che aveva cercato di donare a Melissa poco prima.

Stavolta non era riuscita a lanciarle un messaggio di speranza, si era arresa ai dubbi che la attanagliavano e che non sapeva quando e come si sarebbero finalmente sciolti.

Lei, che era sempre stata bravissima a capire quale fosse il momento giusto per ogni cosa, adesso vacillava come una barca in mezzo al mare in tempesta, senza nessun punto di riferimento.

Nessuno a parte lo stesso ragazzo che le causava quella confusione terribile e che quindi non faceva testo.

Chissà se perdersi tra le sue braccia o indugiare sulle sue labbra erano stati dei momenti giusti?

Probabilmente no, probabilmente era tutto sbagliato ma solo il tempo le avrebbe dato la sentenza.

«Va tutto bene?» la richiamò Melissa, la sua voce flebile le accarezzò il timpano e la riportò sulla terra.

«Sì, mi ero solo persa un po'- mormorò Ashley, accennando un sorriso precario – forse sarà meglio che rientriamo, che ne dici?» le propose, dopo quei secondi di totale smarrimento.

«Ok, e grazie ancora Ashley. É stato molto importante parlare con te, ne avevo davvero bisogno» sorrise Melissa, alzandosi e sistemando bene la sua borsa sulla spalla.

Ashley la fissò e il suo viso si distese.

Melissa era stata capace di aprirsi mentre lei...non aveva avuto il coraggio di confessare le sue paure ostinata ad annegarci dentro, fino alla fine.

 

 

«Hai perfino tenuto in braccio tuo nipote? Povero bambino, così piccolo e già segnato dalla presenza di uno zio completamente fuori di testa!» ridacchiò Luke, rischiando di cadere dal marciapiede per il troppo gesticolare.

Ovviamente Matt non aveva gradito la sua battuta e lo aveva ripagato con un sonoro scappellotto sulla nuca che aveva quasi fatto volare gli occhiali dal naso dell'amico.

«Non sei divertente» commentò piatto, sorridendo nel guardare il modo goffo con cui il moro aveva evitato la caduta rovinosa a cui lui aveva contribuito.

«Beh, quello che è certo è che questa Ashley ti fa davvero bene! Dovrò farle una statua d' oro, prima o poi, sei molto più sopportabile, adesso!» commentò Luke dopo essersi riportato accanto al biondo, beccandosi la seconda occhiata assassina della serata.

«Peccato che invece tu, anche con una ragazza accanto, rimani la solita testa di cazzo!» gli sibilò immediatamente, pur di non dargli la soddisfazione di avere avuto ragione.

La vicinanza di Ashley era stata fondamentale quel pomeriggio, gli aveva dato la forza che credeva di non avere e senza chiedere niente in cambio.

Per non parlare del fatto che ormai era diventata quasi una certezza finire avvinghiato a lei nel tentativo reciproco di alleviarsi le rispettive sofferenze, dandosi piacere come meglio potevano.

Con le parole, con i gesti e con il corpo, se necessario.

Aveva mentito quando Ashley gli aveva chiesto se fosse normale che le cose tra loro avessero preso quella strana piega e lui se ne era lavato le mani, limitandosi a un banale ' non lo so'.

Lo aveva fatto perchè dire di no sarebbe stato qualcosa di così forzato che il suo corpo si era rifiutato di mettersi in moto per fargli pronunciare quel semplice monosillabo, mentre la risposta inversa lo avrebbe esposto in maniera troppo diretta, rivelando sentimenti che ancora non aveva imparato a decifrare bene.

«Smettila, Melissa tira fuori la parte migliore di me, adesso sono molto più riflessivo, molto più maturo, guardo le cose in maniera diversa e...lei è così carina, è intelligente, è capace di dare un valore a ogni gesto, è così dolce, lei è...» Luke interruppe finalmente la lunga lista di virtù della sua bella e si bloccò all'improvviso, Matt tirò un sospiro di sollievo al silenzio che finalmente regnava ma si accorse che l'amico era rimasto immobile.

«'Lei è', che cosa?» domandò, convinto che l'unico modo per sbloccarlo fosse fargli finire la frase.

«Lei è qui» disse Luke, mentre un sorriso smagliante si apriva sulla sua faccia inebetita.

Matt aggrottò le sopracciglia e lo guardò perplesso.

«Che diavolo stai dicendo?» domandò, rassegnato e per nulla sorpreso dall'ennesima stramberia dell'amico. Magari intendeva dire che la sentiva così vicina da immaginarla lì con lui.

«C'è Melissa, guarda! É proprio laggiù e...indovina un po', non è sola! - esclamò Luke, indicando due ragazze che camminavano poco lontane da loro, nella parte opposta della strada e che non si erano accorte della loro presenza – chissà chi è la ragazza dai capelli rossi che è con lei!» continuò ironico, torturando il fianco di Matt con delle gomitate ben assestate.

Matt si voltò, insospettito dalle sue parole e seguì la direzione indicata dal suo dito. Strabuzzò gli occhi quando vide Melissa ed Ashley insieme.

«Luke, razza di idiota, vuoi abbassare quel dito o si accorgeranno di noi» sibilò Matt a denti stretti, vicino all'orecchio di quel pazzo del suo amico, cercando disperatamente di nascondere il suo braccio, ancora spudoratamente rivolto alle due ragazze, ferme a guardare una vetrina.

«Ma io voglio che ci vedano! Avanti raggiungiamole, sarà divertente!» non si arrese Luke, sghignazzando e tirando l'amico per la manica della felpa.

«Sei diventato pazzo? Non credo che Ashley farebbe i salti di gioia nel vedermi mentre è con la sua amica e sinceramente non ne ho voglia nemmeno io! - provò a ribellarsi, facendo resistenza e alternando una seria di insulti verso il riccio – vuoi mollarmi, Luke? »

Purtroppo era troppo tardi, lo schiamazzo aveva attirato l'attenzione delle ragazze verso di loro e Matt fece giusto in tempo ad alzare lo sguardo per incontrare i begli occhi di Ashley, che lo fissavano sempre più spalancati in un'espressione atterrita e incredula per poi assottigliarsi e diventare corrucciati e confusi.

«Vaffanculo Luke, giuro che stavolta me la paghi!» lo minacciò il biondo, trascinato malamente verso l'inferno dal suo amico con qualche rotella fuori posto.

Il viso di Ashley era sempre più vicino, la vide irrigidirsi e impallidire, serrare le mani sulla cinghia della sua borsa a tracolla quasi a volerla stritolare e indietreggiare di un passo.

Se fosse riuscito a uscire vivo da questa ridicola pagliacciata altrettanto non si sarebbe potuto dire di Luke, che intanto aveva cominciato a sventolare la mano verso le ragazze.

«Ciao Mel, che bello incontrarti!» esclamò raggiante quando furono vicini alle due.

La moretta arrossì e tremò, poi si guardò intorno ma si tranquillizzò nel ricordare che le sue coinquiline erano tutte a casa e non avevano in programma di uscire.

«Luke, che coincidenza» mormorò impacciata, sorridendo da perfetta innamorata e portando gli occhi rapidamente dal suolo agli occhi allegri del ragazzo.

La coppietta rimase come isolata in una bolla rosa a scambiarsi occhiate dolci e sorrisini per una manciata di secondi, giusto il tempo necessario perchè Ashley, col cuore a mille per la situazione e anche per la comparsa fuori programma del biondo che l'aveva destabilizzata, facesse un impercettibile cenno col capo a Matt, accompagnato da un'occhiata eloquente, per avvertirlo di non compiere nessun passo falso o idiozia se non voleva essere oggetto futuro della sua ira.

Matt, a sua volta, sospirò lievemente e indicò con un cenno discreto Luke per poi roteare gli occhi al cielo per farle capire quanto fosse altrettanto infastidito dalla cosa e che la colpa di quel casino fosse solo dell'idiota accanto a lui.

Finalmente Melissa si ricordò di non essere sola, portò istintivamente lo sguardo alla sinistra di Luke e il suo imbarazzo crebbe ancora di più quando si accorse di un paio di occhi di ghiaccio che si erano posati su di lei e la fissavano pungenti.

Non aveva mai avuto modo di osservare Matt da così vicino e, adesso che lo stava facendo, obiettivamente non poteva negare quella sua bellezza un po' selvatica, il suo sguardo dal vivo era spiazzante e difficile da reggere ma allo stesso tempo ipnotico, al punto che Melissa distolse l'attenzione da Luke e ne rimase rapita.

Doveva riconoscere che metteva una certa soggezione, così austero, con le braccia incrociate sul petto, la postura dritta e quell'espressione spazientita e scazzata, che non smentiva di certo la fama di cattivo ragazzo che tutti nel suo gruppo gli attribuivano.

Eppure Luke era il suo migliore amico, come poteva un ragazzo dolce e socievole come lui avere punti in comune con quel soggetto?

Continuò a fissarlo finchè notò che le sue iridi azzurre si erano spostate sulla sua amica e nel farlo avevano assunto un guizzo nuovo, parevano essersi colorati di una sfumatura diversa adesso, una scintilla divertita e compiaciuta che li rendeva molto più tollerabili...più umani.

Melissa si voltò di colpo verso Ashley, come se d'improvviso avesse avuto un'illuminazione, e la trovò immobile e seria, con le braccia rigide lungo i fianchi e gli occhi fissi su Matt, quasi tra i due fosse in corso una sfida a chi distogliesse per primo lo sguardo.

Rimase fortemente stupita nel notare come Ashley riuscisse a sostenere lo stesso sguardo che prima l'aveva intimorita e messa quasi ko, e il tutto con una confidenza estrema, come se fosse già abituata ad averci a che fare e per lei fosse diventata una cosa naturale.

Erano entrambi impassibili, non lasciavano trapelare nessuna emozione, eppure una strana tensione tra loro riempiva l'aria, una alchimia che Melissa ebbe quasi l'impressione di poter toccare con mano tanto era intensa, al punto da non riuscire a capire se si trattava di odio mortale o di carica erotica destinata a sfociare da un momento all'altro in un bacio appassionato.

Di certo Matt non era indifferente ad Ashley e viceversa, l'unica cosa da stabilire era il tipo di sentimento che si fosse insinuato tra loro.

Melissa sperò solo non fosse qualcosa che avrebbe potuto mettere la sua amica nei pasticci.

«Oh scusa, che cafone, non mi sono ancora presentato! – disse infine Luke, spezzando quell'inquietante momento di silenzio e rivolgendosi spudoratamente ad Ashley – io sono Luke e tu...» fece il moro, con un ghigno ironico sul viso al quale Ashley avrebbe voluto rispondere con uno schiaffo ben assestato, interpretando la stessa voglia che aveva Matt in quell'istante.

Chiaramente Luke già conosceva Ashley ma stava recitando la sua bella parte davanti a Melissa, ignara del loro incontro precedente.

«Oh, lei è Ashley!» si intromise Melissa con fare nervoso, sentendosi in dovere di togliere l'amica da quella situazione assurda.

Luke allungò una mano verso la rossa, che lo fissò scura in viso ma poi mise sù un sorriso malefico e gliela afferrò, stritolandogliela con forza, perché fosse ben chiaro il messaggio che nemmeno lei aveva gradito quell'incontro a quattro improvvisato.

Non c'era stato bisogno di parlare con Matt, infatti, per capire di chi fosse stata quella simpatica iniziativa.

Luke imprecò mentalmente e trattenne un gemito di dolore mentre un solo pensiero si fece strada nella sua testa: diamine, quei due stronzi erano perfetti l'uno per l'altra e nemmeno se ne accorgevano!

I muscoli facciali del riccio si erano messi d'impegno per evitargli una smorfia di sofferenza ma il suo sforzo non sfuggì all'occhio attento di Matt, che dovette portare una mano sulla bocca per nascondere un ghigno di soddisfazione.

Mentre Melissa scambiava qualche parola col suo amato, gli occhi di Matt incrociarono di nuovo quelli di Ashley, le sue sopracciglia si inarcarono un poco per comunicarle quanto avesse approvato la sua stretta fatale di prima a Luke; lei addolcì lo sguardo, si morse il labbro per evitare di aprirsi in un sorriso che l'avrebbe sputtanata inesorabilmente, poi emise un sospiro e si arrese a quegli occhi che conosceva ormai bene.

Era bastato quell'attimo semi comico perchè i due ritrovassero la loro complicità, pur senza poter dire una parola, pur senza toccarsi o sfiorarsi, anche se adesso, dopo quei mezzi sorrisi trattenuti e quelle occhiate di intesa, la voglia di aversi stava tornando prepotente.

Ashley si sentì fremere come un leone in gabbia nell'averlo davanti senza potersi sbilanciare e Matt si rese conto che non avrebbe resistito ancora per molto dinanzi a quel viso, senza combinare una cazzata che li avrebbe messi nei casini.

Così fece l'unica cosa che poteva salvarli, si voltò di scatto e diede le spalle alle ragazze, spezzando il contatto visivo con Ashley, prima che l'attrazione tra loro si facesse così intensa da non potere essere più ignorata.

Lei osservò quella schiena, che aveva più volte abbracciato, e i capelli chiari e morbidi, che arrivavano a coprire parte del colletto della sua felpa e che spesso si erano insinuati tra le sue dita, le uniche parti di lui che adesso poteva vedere, e lo ringraziò mentalmente per quel gesto che, agli occhi di Melissa, era sicuramente apparso sgarbato ma che, in realtà, nascondeva tutt'altro intento.

Finalmente si rilassò e tutto lo scombussolamento di prima abbandonò il suo corpo: lui l'aveva salvata da sè stessa, ancora una volta.

«Allora, quand'è che andiamo?»

La voce fredda e distaccata di Matt giunse alle orecchie di tutti, risuonò priva di qualunque emozione e lo fece sembrare un perfetto pezzo di ghiaccio senza cuore, proprio come si era prefissato.

Melissa abbassò lo sguardo, di nuovo impacciata e a disagio, Luke capì l'antifona e gettò un'occhiata scocciata all'amico.

Aveva notato gli sguardi di fuoco che si erano scambiati lui ed Ashley e comprese alla perfezione la sua tattica.

«Beh, vi lascio alla vostra passeggiata, allora, e scusate l'interruzione – disse Luke, soffermandosi su Ashley soprattutto per l'ultima parte della sua frase, quella sulle scuse, alla quale lei rispose con un sorriso che sanciva il perdono – buona serata, ci sentiamo Mel, ok?» si rivolse poi alla sua 'quasi ragazza'.

Era finita, Ashley tornò a respirare, si allontanò da Matt senza averlo potuto salutare e si incamminò con Melissa verso casa.

Non appena le ragazze si confusero tra la gente, Matt acciuffò Luke per il colletto della maglia e lo fissò con due occhi roventi.

«Ma si può sapere come ti è saltata in mente una stronzata simile?» gli sbraitò, non sortendo nessun effetto nell'amico, che sornione si limitò a una scrollatina di spalle e ad assumere un'aria innocente.

«E dai Matt, smettila di comportarti come una ragazza in piena crisi premestruale! É stato divertente, a tratti direi che sembravamo due coppie felici in uscita pomeridiana. Dovremmo pensarci sul serio a farlo, qualche volta!» propose Luke ingenuamente, Matt mollò la presa dalla sua t-shirt perchè la follia di quella frase gli annientò ogni controllo del suo corpo.

«Tu...tu...hai sicuramente qualche problema serio! A tratti? Coppie felici? Scusa, ma abbiamo assistito entrambi alla stessa pietosa scena in cui tu facevi l'imbecille romantico con la tua ragazza e io ed Ashley eravamo impegnati a ignorarci per non mandare all'aria tutto?» lo provocò, ficcandosi le mani nelle tasche con violenza e aumentando il passo per sfogare i nervi.

«Se non volete suscitare sospetti dovreste smetterla di fare l'amore con gli occhi!» gli ribattè, facendo una corsetta per raggiungere l'amico.

«Che cazzo stai dicendo? La parola 'amore' ed Ashley non possono stare insieme in una stessa frase riferita a me, sono stato chiaro?» dichiarò secco, puntando lo sguardo fisso sulla strada.

«Come vuoi, ma era piuttosto evidente dagli sguardi che vi siete scambiati che non vedevate l'ora di saltarvi addosso a vicenda e darci dentro come se non ci fosse un domani!» si ostinò a continuare, peggiorando l'umore di Matt, soprattutto perchè lo odiava quando diceva la nuda e cruda verità.

«Invece tu e Melissa mi avete fatto venire il latte alle ginocchia con quelle smancerie da studenti liceali alle prime armi, ho creduto di stare per vomitare ad un certo punto! Dovreste scopare, cazzo!» gli rispose per le rime, colpendo il punto debole del moro.

«Va bene, ho capito, mi arrendo! Che ne dici se deponiamo le armi e ci andiamo a fare una bella birra senza toccare l'argomento 'donne'?» gli propose, alzando le mani in segno di resa.

Matt lo guardò e finalmente smise di sentirsi messo alla gogna.

«Direi che ci sto» rispose rilassandosi e togliendosi i capelli dalla fronte accaldata.

Per quella sera poteva mettere da parte i dubbi e le domande, non solo quelle di Luke, ma anche e soprattutto le sue.

 

 

Ashley si infilò sotto le lenzuola.

Quella giornata allucinante era finalmente giunta al termine e si sentiva spossata e distrutta.

Era stanca e non vedeva l'ora di farsi una dormita rigenerante, eppure il sonno non voleva essere clemente con lei.

Per il resto del tragitto verso casa, Melissa era stata piuttosto silenziosa, dopo aver farfugliato qualche scusa sul piccolo inconveniente tragi-comico con Luke.

L'amica credeva di averla messa in difficoltà per essere stata costretta a condividere lo spazio vitale con Matt ma quello che non sapeva era che la vera difficoltà, ad un certo punto, era stata quella di non aver potuto annullare quello spazio e gettarsi tra le braccia di lui, sentire il suo respiro sul collo e i capelli di lui farle solletico sul viso mentre la baciava.

Non aveva certo previsto di vedere Matt quel pomeriggio e, quando era successo, ogni singola cellula del suo organismo aveva vibrato di desiderio e questa cosa l' aveva spaventata.

E poi, per un attimo, persino doversi nascondere davanti agli altri le era apparso meraviglioso perchè, durante i pochi secondi in cui avevano solo potuto scambiare qualche sguardo segreto, si era resa conto che dietro ogni loro gesto apparentemente innocuo, si celava un intero mondo di emozioni e sensazioni che esclusivamente loro due potevano conoscere e comprendere.

Era il loro segreto, qualcosa che li accomunava e che li univa contro il mondo intero.

Suonava bello e intrigante ma anche tanto pericoloso.

Ashley sospirò per l'ennesima volta, maledicendo quei pensieri che la turbavano e le impedivano di abbandonarsi al mondo dei sogni, poi scese dal letto e si riempì un bicchiere di acqua sul comodino, nella speranza che rinfrescasse le sue paranoie.

Si accorse allora di un messaggio che lampeggiava sul cellulare e il cuore le fece un tuffo quando lesse il mittente.

«Sei stata magnifica quando hai cercato di disintegrare la mano di quel coglione. Avevo una gran voglia di baciarti, ma non volevo provocare un infarto alla tua amichetta, mi sembra facilmente impressionabile» recitava il messaggio, farcito della solita irriverenza tipica di Matt.

Ashley non potè non sorridere ma ancora di più non potè evitare un brivido di piacere nel leggere che le sensazioni peccaminose provate quel pomeriggio erano state ricambiate.

Velocemente digitò qualcosa, con le mani ancora tremanti.

«Non dovresti parlare così di Melissa. E comunque ti ringrazio per avermi dato le spalle. A presto, Matt» scrisse e inviò.

Quando tornò a sdraiarsi il sonno la raggiunse alla velocità della luce, dolce come una carezza.

Matt ricevette il messaggio, sorrise e scosse la testa.

Ashley, piena del suo solito orgoglio, aveva usato il riferimento alle spalle, apparentemente senza significato, per comunicargli che quella voglia di un bacio era stata reciproca e che solo il suo gesto drastico glielo aveva evitato.

Nessuno dei due era ancora in grado di capire se i loro momenti insieme fossero giusti, ma quello che non potevano ignorare era che fossero perfetti nella loro inevitabilità

E soprattutto, per quanto tempo due calamite possono evitare di unirsi quando si trovano a distanza sempre più ravvicinata?

 

  
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