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Autore: fandani03    10/07/2017    1 recensioni
[Starzinger]
[Starzinger]Kitty aveva capito, da sempre. Lo lasciava stare nei suoi pensieri, o gli si rivolgeva con molta delicatezza.
Il Professor Doggert, invece, lo incalzava di continuo con delle frasi ormai ricorrenti:
- “Coogh, accidenti, prova a fare un sorriso ogni tanto! Cosa direbbe Aurora se ti vedesse così??” – e la risposta era sempre la stessa, caustica.
- “La Principessa Aurora non è qui e non può vedermi…e io sorriderò quando avrò un motivo per farlo!” –
Un breve storia per provare a immaginare cosa è successo...dopo.
Per chi, come me (ma siamo in pochi temo) ha amato questa storia, devo dire che, nonostante i messaggi positivi e i grandi valori, la grande tristezza nel finale di quasi tutti i protagonisti mi è sempre rimasta indigesta...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2 – Decisione repentina

Era quasi buio, sulla Terra. Coog stava rientrando dopo aver passato la giornata nel cantiere per la costruzione della nuova base spaziale.
Camminando lungo il corridoio scorse la Dottoressa Kitty seduta di fronte al grande monitor, con la testa bassa, ferma senza svolgere alcuna attività. Cosa molto inusuale per lei.
- “Dottoressa Kitty…” -
- “Ehi Coog, sei tornato…” -  si riscosse.
- “Sì, sono tornato… tutto bene, Dottoressa? La vedo pensierosa..” -
- “Oh sì, tutto bene, ho solo tante cose a cui pensare e di cui occuparmi…” -
Coog socchiuse gli occhi, gli occhi dolci di un ragazzo intelligente ed empatico che sapeva di non dover fare, in quel momento, ulteriori domande.
- “D’accordo…..io vado a rilassarmi un po’ sul tetto della base, come sempre. Se ha bisogno di qualcosa sa dove trovarmi..” - sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi, uno di quelli che il Professor Doggert tentava invano di estorcergli.
Mezzora più tardi Coog si trovava sul tetto assaporando gli ultimi raggi di sole al tramonto. Lui era un cyborg, non percepiva né il caldo né il freddo, ma aveva sempre percepito nettamente il calore sulla pelle del viso, la sola parte di lui rimasta umana. Ed in particolar modo negli ultimi tempi, aveva imparato ad apprezzare questa sua peculiarità, quel poco che gli rimaneva. Quel poco che gli faceva ricordare che, seppure in una parte così piccola, qualcosa a lei in fondo lo accomunava.
E anche quella sera arrivò, come ogni sera e come ogni volta che l’agognava, improvvisa la stessa immagine: il suo viso, raggiante, luminoso, i suoi bellissimi capelli biondi mossi dal vento.
Solo quell’immagine riusciva a dargli un po’ di piacere, una traccia di sollievo alla nostalgia che ogni giorno lo attanagliava.
La voce di Kitty interruppe il suo momento perfetto.
- “Coog…” -
- “Dottoressa…vuole sedersi un po’ a farmi compagnia?” -
Kitty si sedette vicino, tirò a sé le ginocchia ed emise un profondo respiro.
- “Coog, sono molto in pensiero per Aurora…” - parole chiare e dirette, senza esitazione, che arrivarono dritte a destinazione.
Coog si alzò di scatto sui gomiti, aveva preso tutta la sua attenzione. Corrugò la fronte e si predispose ad ascoltarla.
- “Quando l’ho sentita stamani mi è parsa turbata. L’ho osservata, le ho chiesto spiegazioni e lei mi ha risposta che aveva solamente fatto degli incubi...ma che stava bene. Nel pomeriggio non ci sentiamo spesso, ma oggi ero in pensiero e ho provato a contattarla..” -
- “..ed è riuscita a parlaci?” -
- “Ho provato diverse volte, ma non c’è stato niente da fare, non riesco ad instaurare il collegamento…” -
- “mmmm…” -
- “Mi rendo conto che forse mi sto preoccupando eccessivamente…però.. Tu cosa ne pensi, Coog?” -
- “C’è un motivo in particolare ad aver scatenato questa sua ansia? Qualcosa che ha detto?” -
- “No, solo delle sensazioni…non so come spiegartelo… sembrava… sembrava avesse visto un fantasma!” -
Coog sbarrò gli occhi, l’ansia era ormai padrona anche del suo corpo.
- “Mi ha voluto tranquillizzare, come ti ho detto, dicendo che aveva avuto degli incubi…però…” -
- “Però non ne è convinta…” –
- “No..” -
- “Forse si è messa a riposare proprio perché la scorsa notte non ha dormito bene?” -
- “Forse, ma fino ad oggi non era mai successo che non rispondesse per ore…” -
Coog si alzò e cominciò a camminare avanti e indietro. In quell’attimo irruppe il Professor Doggert:
- “Dottoressa Kitty, volevo farle vedere i risultati degli esperimenti di oggi, che cosa… Coog…” - si interruppe seguendo con lo sguardo il ragazzo andare avanti e indietro come un forsennato.
- “Coog, ma ti vuoi fermare un momento…” -
- “Dottoressa, torniamo dentro e proviamo a richiamare…se non risponde….” - i suoi occhi si illuminarono decisi - “..se non risponde io vado!” -
- “Coog! Che stai dicendo? Non essere impulsivo come tuo solito, aspettiamo almeno fino a domani, dopodiché…” -
- “Ma si può sapere di cosa diavolo state parlando?” - intervenne Doggert, incuriosito e infastidito.
- “Coog, il Grande Pianeta è troppo lontano, ti ci vorranno giorni…” -
- “Cosa?? Il Grande Pianeta??” -
- “Dottoressa Kitty, lo so, ma sento che devo andare. Sono stato al suo fianco per tanto tempo, il mio istinto mi dice che devo andare. Che ha bisogno di me..” - si voltò osservando ancora una volta il sole che ormai stava scomparendo dietro l’orizzonte.
- “Coog, sii ragionevole, attendiamo domani..” - il cyborg si voltò nuovamente e osservò lo sguardo preoccupato e materno della Dottoressa Kitty. Il suo cuore era puro e sincero, aveva paura per Aurora ma era in pensiero anche per lui. Non voleva darle pensiero, voleva che stesse tranquilla, che dormisse serena.
- “D’accordo, forse avete ragione voi, aspettiamo domani…” -
- “Oh bene Coog, finalmente qualche parola sensata…” -

Sarebbe stata davvero la persona più ingenua mai vista al mondo, la dottoressa Kitty, se avesse dato credito a quell’improvviso suo essere accomodante.
Era notte fonda quando la porta dell’hangar dello Star Crow si aprì. Le loro voci lo bloccarono sull’orlo della passerella.
- “Ti prego solo di fare molta attenzione, Coog…” - la voce del Professor Doggert gli fece fare un sobbalzo su stesso, rischiò persino di cadere!
Forse in cuor suo sapeva di doverselo aspettare. Scrollò le braccia verso il basso e chinò la testa, giusto un attimo, ma la rialzò immediatamente, strinse i pugni deciso in ciò che stava per dire…ma fu preceduto.
- “Coog, hai la nostra benedizione, parti in fretta ma ricorda che le insidie sono sempre dietro l’angolo. La Principessa Aurora è sola sul Grande Pianeta, qualunque cosa le sia capitata, seppure fosse solamente un guasto alle apparecchiature elettroniche della Torre dell’Energia Galattica, non possiamo ignorala. Ora va’, Aurora ha bisogno di te…” -
Gli occhi del Professor Doggert, ben celati dalla folta barba, si riempirono di lacrime. Adorava quel ragazzo come fosse suo figlio, lo faceva inalberare come un figlio, preoccupare come un figlio, emozionare come un figlio. E in quel momento percepiva il tremore nelle mani di Coog, come quella volta in cui dalla Terra partì nuovamente alla ricerca della Regina del Cosmo, nonostante Aurora l’avesse allontanato, senza esitare un solo momento.
- “Grazie per la vostra fiducia, non volevo mentirvi, è solo che….” -
- “Lo so, non temere, abbiamo compreso. Sono preoccupata Coog, e so che lo sei anche tu. Ti ringrazio perché stai facendo questo per noi…” -
- “Dottoressa Kitty, se succedesse qualcosa alla Principessa e io me ne fossi rimasto qui in disparte, non potrei più vivere. Devo andare, io…io… non posso aspettare ancora….” -
- “Sì, Coog, dacci notizie al più presto. Ora vai…” -
Calzò il casco, un balzo e… STAR CROW, decollo!!

La Star Crow si sollevò in aria. Coog osservò con sguardo concentrato e contratto la dottoressa Kitty e il professor Doggert, era il suo saluto per loro.
I suoi pensieri erano unicamente su Aurora. Cosa può essere successo? Fa' che io arrivi in tempo….
Sapeva che con la velocità super superfotonica e l’accelerazione atomica allo stesso tempo il tragitto sarebbe stato ridotto in modo considerevole. Un paio di giorni, forse meno.
Ma perché quella sensazione allo stomaco? Perché quel tremito che lo stava pervadendo da capo a piedi? Lui era un cyborg, non avrebbe dovuto provare  emozioni, nessuna, mai. E certamente non in modo così…intenso.
Ma il desiderio di vedere Aurora, misto alla paura per la sua sorte, lo tenevano in uno stato di grande eccitazione.
Ma poi si affacciava un altro pensiero: quale pericolo poteva mai arrivare sul Grande Pianeta, specie dopo che l’energia galattica era stata riattivata la quale, grazie alla principessa Aurora, splendeva con vigore su tutta la galassia? Non riteneva possibile ci fossero mostri. Che si fosse risvegliato il mostro di luce? Quello per cui si era sacrificata Belamì? Che qualcosa a tutti loro sconosciuta fosse in agguato e stesse tentando di eliminare Aurora proprio per indebolire l’energia galattica?
- “Ho detto molte volte alla dottoressa Kitty che sarei dovuto rimanere con lei sul Grande pianeta. Non ha mai voluto ascoltarmi!” - borbottò Coog nel suo abitacolo.
Non è necessario Coog, non c’è alcun pericolo, la tua vita è sulla Terra e sarai molto più utile qui…
- “Certo, molto più utile sulla Terra, finchè non le succederà qualcosa e io non potrò proteggerla, sarà completamente sola…
eppure io avrei voluto restare, sì, sarei rimasto con lei, per sempre… e credo che mai, nemmeno per un attimo, la cosa mi avrebbe pesato, sarei stato felice di stare al suo fianco, per tutta la vita……” - Coog si riscosse dai suoi pensieri, non doveva pensare a questo ora, non aveva alcun senso, doveva solo concentrarsi e far presto.
La velocità superfotonica era una tortura, un vero massacro. Lo stava indebolendo. Ma doveva farcela.
Arriverò provato, ma arriverò, e se è in pericolo la salverò, e se sarà stato un falso allarme… meglio così, sarà stato un modo per rivederla. Si diceva Coog sorridendo tra sè.
Eppure non lo era, non era un falso allarme, purtroppo ne era convinto.
La dottoressa Kitty era una donna tutt’altro che apprensiva, molto razionale. Non lo avrebbe allarmanto se le sue sensazioni non fossero state accompagnate da qualcosa di veramente insolito.

"Spero solo che tu stia bene, Principessa….STAR CROW, velocità superfotonica….. accelerazione atomicaaaaaa!!” -
 
  
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