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Autore: addict_with_a_pen    10/07/2017    1 recensioni
Se dovessi descrivermi con una parola, direi bocciolo, un fiore chiuso non ancora pronto per aprirsi e mostrarsi al mondo, poiché tutti chiusi e nascosti si sta così bene che non ho alcuna fretta di sbocciare. I fiori sono così fantastici, meravigliosi e ricchi di significati che non vedo come una singola persona sulla faccia della terra possa non amarli, ma apparentemente questa mia ammirazione non è vista di buon occhio da nessuno, soprattutto quando sei un ventiduenne introverso che ha finalmente realizzato il suo improbabile sogno di una vita. Ebbene sì, sono un fioraio, e la cosa mi riempie di orgoglio e gioia indescrivibili.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brendon Urie, Ryan Ross
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“E mi raccomando, stavolta si ricordi di non lasciarli al Sole tutto il tempo.”
“Giuro che non erano al Sole, li tenevo in penombra.”
Sorrido nervosamente e metto due povere sventurate petunie nel sacchetto di questa signora che, mi spiace dirlo, ma pare proprio avere il pollice marrone. Le ultime due che le ho venduto sono morte e mentirei se dicessi che la notizia non mi ha spezzato il cuore.
“Okay, era solo un promemoria che le facevo” altro sorriso “Sono sei dollari” e attendo che paghi, anche se ad essere onesti al momento mi sembra di essere il loro carnefice.
Nonostante la tristezza per i miei poveri sfortunati fiorellini, ammetto che oggi sono tremendamente felice, come lo ero ieri, l’altro ieri, mercoledì e tutti i giorni che hanno seguito l’appuntamento con B. Sorrido ancora come un ebete al pensiero delle sue labbra sulle mie e mi imbarazzo all’inverosimile invece pensando a quella moltitudine di segni rossi che mi ha lasciato sul collo.
Esattamente una settimana fa io, Ryan Ross, ho ricevuto il mio primo bacio e anche se è soltanto un bacio a stampo, non posso che sentire le solite farfalle svolazzarmi nello stomaco.
“sono stato benissimo ieri, spero che lo stesso valga per te… mi piaci un sacco fiorellino, non vedo l’ora di vederti ancora :*”
Era stato il suo messaggio, di cui oramai ho imparato ogni singola parola a memoria, che il giorno dopo mi aveva mandato.
“anch’io sono stato bene :) mi piaci molto pure tu… scusa ancora se non siamo usciti a cena come volevi…”
Era invece stata la mia stupida e vergognosa risposta, poiché i sensi di colpa e l’imbarazzo per la mia scenata da bambino mi perseguiteranno per molto tempo.
“smettila ryro! Ho detto che non è stato un problema, ok? Prossimo appuntamento sarà a sorpresa <3 Aspettami!!”
“ryro???”
Era stata la mia seconda imbarazzante risposta per la quale ancora adesso mi maledico e che mai ha ricevuto un messaggio in risposta a sua volta. Sono davvero uno sfigato…
Sono perciò sette giorni che aspetto questo appuntamento a sorpresa e sono sette giorni che mi sento leggero e perso nel mio piccolo mondo fatto di Brendon, baci, “fiorellino” e sorrisi.
Forse c’è la possibilità che mi stia addirittura innamorando…
Diciamo che sono sette giorni che sembro perennemente in uno stato di ebbrezza e che sorrido senza ragione nel bel mezzo di una giornata lavorativa, ma non mi sono mai sentito così bene in vita mia, così vivo e felice come lo sono ora.
“E se li trapiantassi? Secondo me hanno il vaso un po’ piccolo…”
Questa donna non se ne intende proprio di fiori…
“Oh no, le assicuro che il vaso è della misur-”
“Ciao fiorellino!”
Succede tutto in fretta, troppo in fretta, un secondo prima stavo parlando di petunie e vasi, e uno dopo invece è entrato il mio girasole nel negozio, è saltato dalla mia parte di bancone, mi ha stampato un bacino sull’angolo della bocca ed è sparito nel retro del negozio.
Inutile dire che sono diventato rossissimo, contando poi il fatto che ho ancora davanti la cliente, il mio imbarazzo è a livelli indescrivibili.
“I-Il vaso è… è giusto, cioè! La misura, è giusta.”
“Mi fiderò…” mi da i sei dollari e mi sorride “Grazie e… buona serata!”
Sempre più rosso.
“An-Anche a lei…” E, finalmente, posso andare a girare quel benedetto cartellino da “aperto” a “chiuso” all’istante.
Ora siamo solo io e Brendon.
“Ti ho messo in imbarazzo…?” Dice lui con tono da scherzo, per poi sentirlo poggiare le mani sui miei fianchi e farmi sobbalzare.
“Oh mio Dio! M-Ma non eri dietro al bancone?”
Scoppia a ridere vedendo la mia espressione di puro terrore una volta che mi sono girato e sentendo il mio tono di voce.
“Awww sei di nuovo tutto rosso!” mi da un bacio sulla tempia “Mi sei mancato…”
“Umh… an-anche tu…”
I miei cinque minuti per carburare ancora non sono passati, così che per ora sono solo il solito Ryan timido e imbarazzato per ogni cosa.
“Pronto per il secondo appuntamento?” Mi chiede riprendendomi per i fianchi e sorridendomi con quel sorriso che mi sono reso conto di amare più di ogni altra cosa al mondo.
Annuisco velocemente in risposta.
“Bene… Andiamo dietro allora?” Dice indicando con la testa il retro negozio e io non posso che tirare un sospiro di sollievo.
“Umh… n-non vuoi andare, che so, in giro o-o…”
“Non voglio che il nostro secondo appuntamento venga passato nell’agitazione, quindi per oggi stiamo ancora qui, va bene tesoro?”
Cosa ho fatto per meritarmi un ragazzo del genere? Uno così premuroso e rispettoso delle mie paranoie inutili?
“Grazie B…”
“Ma figurati!” altro bacino, stavolta sulla punta del naso “Ho portato computer e un po’ di film da vedere, ora andiamo a scegliere quello che ti piace di più. Poi ho portato un quintale di pop-corn, pasticcini e tanta tanta voglia di baciarti ancora…”
Sentita l’ultima “cosa che ha portato”, non posso evitare di ridacchiare nervosamente e incollare lo sguardo a terra per l’imbarazzo.
“Andiamo allora…” Mormoro io, cominciando a sentire i primi effetti della mia lenta carburazione e sparendo al di là del bancone senza voltarmi verso lui.
Questo è il mio piccolo posto felice oramai, l’unico luogo in cui posso stare senza vergognarmi di me stesso e senza sentirmi giudicato da tutti, l’unico posto in cui forse pure io posso essere felice insieme al mio girasole…
“Cazzo… negativo, non ho un po’ di film…” lo guardo confuso, strappato improvvisamente dai miei pensieri “Ho solo un po’, bel po’ anzi, di musical…” si gratta la testa in segno di disagio “Spero ti piacciano comunque!”
“Va benissimo lo stesso, non preoccuparti.” Dico accomodandomi in mezzo alle violette e cominciando a massacrarmi le mani per l’agitazione di ciò che stasera vorrà fare B; “tanta voglia di baciarti”… Non dico che non ce l’abbia pure io, certo, ma chissà quanti baci avrà dato lui in vita sua! Io non so nulla su come si baci per bene qualcuno… Okay, ammetto di aver fatto la ricerca ignorante e inopportuna da quindicenne su internet “come dare il primo bacio?”, ma oltre ad arrossire e immaginarmi B che mi bacia e io che rovino tutto, non sono riuscito a capire come funzioni. Bisogna posare le labbra su quelle della persona che si vuole baciare, aprire la bocca e…? Io la lingua onestamente non la voglio usare ancora, non voglio nemmeno pensarci, ma B pare uno parecchio appiccicoso e sbaciucchioso, quindi ho “paura” di sapere cosa significhi per lui baciare.
“Okay fiorellino, adesso comincia…” dice accomodandosi accanto a me e dandomi un altro bacetto sulla tempia “Pop-corn?”
Annuisco come un decerebrato e mi sposto un po’ più in là per fargli posto, non tenendo in conto il fatto che lui adori starmi appiccicato e che quindi non perde nemmeno un secondo a passarmi un braccio in vita per stringermi a sé.
“Dove pensi di andare…?” Mi bisbiglia all’orecchio, facendomi venire i brividi e il batticuore.
“S-Scusa, volevo farti un po’ di posto… credevo c-che…”
“Sssht rilassati…” E non posso che provare a dargli retta.
La prima mezz’ora di musical la passiamo perciò così, io a farmi coccolare dal suo abbraccio, dai baci sulla testa e dalle carezzine nei capelli, e lui a cantare piano e a bassa voce le canzoni del musical e interrompendosi solo per i bacini.
Un sogno, sto vivendo in un sogno.
“Mmmh B, posso chiederti una cosa?” Mi sveglio dal mio stato di coccola e mi sollevo un po’ dalla sua spalla, per poi guardarlo per qualche breve istante negli occhi.
“Tutto quello che vuoi!” Dice bloccando il DVD e voltandosi verso me.
“Nell’ultimo messaggio che mi hai mandato…” arrossisco “M-Mi hai chiamato in un modo strano e-e, non so, cioè, volevo sapere perché o-o cosa volesse dire o… scusa, domanda stupida.”
Mi porto le mani sul volto e scuoto piano la testa, vergognandomi di me stesso e della domanda priva di senso che gli ho appena posto.
“Hey hey! Togli le mani, voglio vedere il tuo bel faccino!” mi prende i polsi tra le mani e mi scopre il viso “Intendi Ryro?”
Oww è così bello sentirlo uscire dalle sue labbra! Adoro ogni singolo stupido soprannome da lui datomi, ma questo è qualcosa che mi fa particolarmente tenerezza.
“S-Sì…” Rispondo col sorriso.
“Beh, il tuo nome è Ryan Ross, giusto?” annuisco piano “Togli an a Ryan, le due s a Ross e… ecco a te la complessa storia della nascita del soprannome!”
Sorrido come un idiota, annuendo un’altra volta e desiderando essere chiamato così per sempre.
“Aww ma che carino!” mi prende il viso tra le mani e incolla il suo sguardo al mio “Ti piace?”
“Da impazzire…”
“Meglio di fiorellino?”
“No, quello è il mio preferito…”
“Sei un amore…” E mi stampa un bacio in fronte, per poi tornare a fissarmi e sorridermi dolcemente.
Devo cambiare subito argomento prima che il mio cuore esploda o le mie guance vadano a fuoco.
“Umh… m-ma come fai a sapere che il cognome è Ross?”
Domanda idiota anche questa, certo, ma io non ricordo davvero di avergli mai detto quale fosse il mio cognome.
“Oh, me lo hai detto tu!” sposta una mano su una mia guancia e prende ad accarezzarla “L’altra volta ti sei presentato dicendomi ‘mi chiamo Ryan Ross, ho ventidue anni e non ho mai baciato nessuno’… non ti ricordi?”
Decisamente la domanda più sbagliata che potessi fargli. Pensavo se ne fosse scordato ormai, che figuraccia!
“T-Ti avevo detto di dim-dimenticare… Ti prego, dimentica!”
“Ma se mi fossi dimenticato, allora non avrei potuto inventare il tuo soprannome…” perché deve sempre avere la risposta pronta per ogni cosa che dico? “Ho ragione o no?”
“B basta, t-ti prego! Mi fai morire dalla vergogna!” Rido istericamente e mi porto nuovamente le mani sul viso.
“Hey! Niente mani fiorellino, ricordati!” me le sposta di nuovo “Resisti ancora un attimo alla vergogna, perché devo dirti un’ultima cosa…”
“C-Cosa?” Chiedo in un sussurro, col cuore che batte all’impazzata e che a momenti mi esce dal petto.
“Devo fare una correzione alla tua presentazione…” si avvicina pericolosamente al mio viso “Mi chiamo Ryan Ross, ho ventidue anni e ho baciato Brendon Urie…
Poggia entrambe le mani sul mio viso ma, quando le sue labbra sono a pochi centimetri dalle mie, mi sposto bruscamente.
“B-B mi hai già baciato l’altra volta! Non ti ricordi!?” Sto urlando, lo so, ma sono in una situazione di ansia totale e non posso evitarlo.
“Oh ma era solo un bacino a stampo, non conta! Io dicevo un bacio vero…” Ecco, che vi avevo detto?
Sapevo che non si sarebbe accontentato di un semplice bacio a stampo, così come sapevo che io sarei andato in tilt nel vederlo avvicinarsi a me e provare a darmi un “bacio vero”, come dice lui.
“Intendi… c-con la lingua?”
Ma perché oggi devo fare solo domande sconvenienti e imbarazzanti?
“Beh, perché no?” mi accarezza le labbra con il pollice “Mmmh scommetto che sei delizioso, lo sai?”
“B-B ti prego…”
“Ma no, sono serio, secondo me hai un sapore buonissimo… Posso assaggiarti?” Si avvicina ancora, ma non posso permetterglielo.
“Brendon no!”
Mi alzo in piedi e lo fisso dall’alto, col fiatone e il panico che si è impossessato di tutto il mio corpo.
“Okay, scusa fiorellino, scusami…” si alza in piedi a sua volta “Non ti bacerò, te lo prometto, va bene?”
Mi sorride, stavolta più tristemente di prima, e mi prende piano una mano nella sua, accarezzandola e stringendola appena.
Lo prendo come un invito.
“Scusami…” mugugno buttandomi tra le sue braccia e stringendolo forte a me, sentendo bene il suo profumo per la prima volta “Giuro che prima o poi mi farò baciare, okay? Solo non ora, n-non sono ancora pronto…”
Già, sono solo un bocciolo in fin dei conti.
“Tranquillo, non è un problema. Abbiamo tutto il tempo del mondo…” bacio sulla testa “Non ti libererai di me solo perché non ho potuto baciarti, oh no!”
Ridacchio, cominciando a sciogliere l’abbraccio e guardandolo negli occhi.
“Ne sono felice…” mormoro, per poi sedermi nuovamente a terra, prendere una manciata di pop-corn e fargli segno con la mano di sedersi accanto a me “Vieni?”
“Subito!”
Mette di nuovo in play il film, mi abbraccia come prima a sé e tutto torna perciò nella situazione di pace di poco fa.
“Ti piacciono molto i musical quindi?” Chiedo con tono da drogato, essendo nuovamente appoggiato a lui a ricevere carezzine e baci.
“Cazzo se mi piacciono…” Sorrido.
“Dici tante parolacce tu, lo sai B? Mediamente in ogni discorso ne metti sempre almeno una!” E ridacchio, sperando di averla detta giusta almeno per una volta e di non essermi messo ancora in un’altra situazione imbarazzante.
“Ah sì? Oramai non ci faccio nemmeno più caso” scoppia a ridere “Perché? Tu non le usi?”
Come non detto… un’altra prova del fatto che sono uno sfigato a tutti gli effetti, è il fatto che mai in tutti questi anni ho detto una singola parolaccia al di fuori di “cretino”, “stupido” o “porca miseria”, che non credo nemmeno valgano come tali.
“Umh… no.”
“Sul serio? Ma nel senso che non le usi spesso o proprio mai mai?”
“Non ne ho mai detta una…”
“Aww ma Ryro!” mi vengono i brividi “Nemmeno una volta? Cioè, non hai mai mandato a fanculo qualcuno?”
Scuoto la testa in segno di negazione.
“E mai dato del coglione a nessuno?”
“N-No…”
“E un bel porca puttana invece?”
“No B, nulla…”
“Ma com’è possibile! Tu non sei umano fiorellino, sei troppo puro per questo mondo…” mi fa una carezzina sotto il mento “…ma purtroppo per sopravvivere, devi imparare a dire almeno quelle fondamentali!”
“N-Non ce n’è bisogno, non mi serve dirle, cioè, perché ma-”
“Dimmi che sono uno stronzo.”
Mi blocco. Perché mai dovrei dire una cosa del genere a lui? Una cosa così cattiva e maleducata che non penso minimamente? Magari potrei dire sei un tesoro, o sei carino, o ancora se il mio girasole, ma mai potrei dargli dello stronzo!
“Ma no B, non mi va…”
“Dimmi che sono uno stronzo! Dai Ryro, dimmelo!”
“Brendon, mi stai seriamente pregando di dirti che sei stronzo?”
Appena ho finito di pronunciare la frase capisco a che gioco sta giocando e mi copro immediatamente la bocca con entrambe le mani, rendendomi conto di ciò che ho appena detto.
“Ah! Ce l’ho fatta! Ora non sei più puro!” Esulta lui stampandomi un bacio sulla guancia e sorridendo trionfante.
“Ti odio…”
“Naaah, mi adori…” altro bacio “E io pure ti adoro” e ha assoluta ragione.
Adoro alla follia questo ragazzo, forse perché è troppo diverso da me e mi sta finalmente insegnando a vivere, o forse solo perché è la persona più dolce che esista al mondo e mi sta viziando e facendo sentire speciale con tutti i soprannomi adorabili che mi ha affibbiato.
“Pasticcini la prossima volta, okay piccolo?”
Mi mordo il labbro per non far vedere che sto sorridendo come un idiota per la millesima volta per colpa del soprannome e annuisco piano.
“Hey, non cercare di nascondere il tuo bel sorriso… Voglio vederlo.” E allora lo accontento, dando il via libera al mio sorriso da ubriaco e, finalmente, stampandogli a mia volta un bacio sulla guancia come volevo fare da tempo.
“Ho un regalino da darti…”
“Oh, stasera prendi tu l’iniziativa, mi piace la cosa. Che cos’è”
“Arrivo subito…”
È da un po’ di tempo che mi chiedo se sia il caso di farlo o meno e oggi, al nostro secondo appuntamento che nemmeno pensavo sarebbe mai avvenuto, decido che è arrivato il momento di darglielo e vedere la sua reazione.
Prendo uno dei tanti girasoli che ho in negozio, lo nascondo dietro la schiena e mi avvicino a lui, intento a tirare su computer, pop-corn e mettere a posto i fiori in mezzo ai quali ci eravamo accoccolati prima.
“Questo è per te…” gli porgo il girasole “È-È il fiore che mi ricorda te, dalla prima volta che ti ho visto tu hai portato questa luce nel mio negozio e-e nella mia vita che può solo essere paragonata a quella che emana il Sole e sì, è stupido, ma mi ricordi un girasole, così allegro, luminoso e b-bello e-e mi piacerebbe molto se tu lo accettassi e mi concedessi un terzo appuntamento il prima possibile.”
Sono colpito, sorpreso e orgoglioso di me stesso per essere riuscito a parlare senza balbettare molto e soprattutto per avergli chiesto un altro appuntamento.
In che cosa mi sta trasformando questo ragazzo?
“Io ti ricordo un girasole?” Mi chiede con un sorriso dolcissimo sulle labbra, venendomi incontro e prendendo il suo fiore in mano.
“Umh… s-sì. All’inizio ti chiamavo ragazzo girasole, quindi s-”
“Dammi una sola buona ragione per la quale io ora non dovrei baciarti o non accettare di venire a un terzo appuntamento con te, dammela.”
“N-Non ne ho…” Sussurro guardandomi i piedi e sentendo il suo sguardo fisso su di me.
“Posso…?”
Porta una mano a lato del mio collo e mi si avvicina sempre più, ma a questo punto sono costretto a fermarlo almeno un pochino.
“Senza lingua però…”
“Senza lingua…” Dice per poi posare le sue labbra sulle mie e tenerle premute contro per cinque secondi, senza lingua, certo, ma questo bacio mi sembra già più che serio…
“Grazie per il fiore piccolo, terzo appuntamento aggiudicato, sei mio…” E se ne esce dal negozio, lasciandomi in uno stato d’estasi e gioia che non so descrivere.
Mi ha baciato! Questa volta però sul serio, o quasi, e questa volta posso dire ufficialmente di aver ricevuto il mio primo bacio e posso finalmente cambiare la mia presentazione come ha detto lui in “mi chiamo Ryan Ross, ho ventidue anni e ho baciato Brendon Urie”
Scoppio a ridere dalla gioia.
 
  
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