Mi piace accendere solo la luce della specchiera e fare la doccia in penombra. Mi piace lasciar scivolare le mutande per le gambe e farle cadere a terra. Mi piace chiudere gli occhi sotto l’acqua fresca e sentire che penetra attraverso le sopracciglia, e dai capelli gocciola sulla schiena. Mi piace quando apro le portine della doccia e sento un brivido di freddo, perché ho lasciato la finestra aperta. Mi piace quando mi attorciglio l’asciugamano al corpo e mi asciugo le goccioline prima sulle spalle poi sul viso. Mi piace attraversare il corridoio al buio e sussurrare buonanotte verso l’altra stanza. Mi piace accendere la lampada da tavolo che però ho sistemato sul comodino e dirigere la luce troppo forte verso il muro. Mi piace come questa luce diretta sbatte sulle pieghe delle lenzuola che non ho risistemato, mi piacciono le piccole ombre. Mi piace indossare le mutande morbide di cotone, perché quelle di pizzo mi piacciono ma prudono. Mi piace indossare la maglia larga e leggera. Mi piace quando sono sdraiata sul letto e la mia stanza è per metà in ombra e vedo le ombre degli oggetti proiettate sul muro. Mi piace perché sto così sul letto a fissare il vuoto, malinconica, a pensare. Penso alle persone che voglio bene, mi chiedo cosa fanno e perché non mi scrivono al cellulare magari. Penso alle persone che a volte mi trattano male e mi riprometto che la prossima volta non lascerò che lo facciano. Penso alla montagna di lavoro che ho da fare, penso che dovrei dormire. Penso a quello che mi piacerebbe fare durante l’estate.
Qualche volta penso a cosa resta di quello che faccio, di quello che provo. Qualche volta mi chiedo che senso abbia tutto questo vagare.
Non so darmi una risposta. Non mi piace quando mi prende questo male di vivere.
Mi piace quando, allora, giro il cuscino dal lato più fresco e faccio un respiro profondo finché non riesco ad addormentarmi. Buonanotte.