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Autore: hymnftwe    11/07/2017    0 recensioni
Ti ho fatta andare via? Bene, so cosa dirai
Dici "Oh, cantane una che conosci"
Ma ti prometto questo
Ti proteggerò sempre
Questo è quello che farò
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente mi svegliai frastornata, ma fortunatamente le lezioni erano state sospese per dei controlli. Avvertivo ancora la musica nelle orecchie, mista alle parole di Nick. Perchè aveva detto quelle cose? Era ubriaco, vero, ma non erano parole casuali. Rimasi sotto le coperte qualche minuto prima di alzarmi controvoglia e fiondarmi nella doccia. Una buona dose di acqua fresca mi avrebbe di sicuro liberato le orecchie e la mente. Presi una gomma da masticare e la borsa prima di dirigermi verso la caffetteria. Alice era rimasta a dormire, Wade probabilmente era ancora in viaggio verso casa per il compleanno della nonna; mi chiese di accompagnarlo, ma preferii lasciarlo andare da solo. Wade non passava molto tempo con la sua famiglia, i suoi genitori si erano separati quando era ancora un bambino ed era figlio unico. Il concetto di famiglia si costruì pian piano nella sua vita grazie alla presenza dei suoi nonni che lo accudirono come un figlio, per questo aveva bisogno di quei momenti  con o senza il mio aiuto.
Presi qualcosa da mangiare prima di avviarmi verso i giardinetti dove risposi ad un messaggio di mia madre.
Mi stesi sull'erba e feci partire la musica.
"Did I drive you away? I know what you'll say, you say Oh, sing one we know" Sparks dei Coldplay si faceva spazio tra i miei pensieri. Quella era decisamente la mia canzone. Li avevo visti in concerto prima di arrivare al campus, qualche mese prima; in una sola parola, emozione.
"Ciao" una voce disturbò il mio momento troppo presto. Aprii gli occhi e alzai un braccio per evitare che i raggi del sole penetrassero nel mio sguardo, poi riconobbi la figura di Lucas che, in pochi secondi, si avvicinò per sedersi. "Lucas" dissi, facendo spazio alla sua voce e al suo corpo. Mi sorrise. Era davvero un bel ragazzo, molto particolare, fuori dal comune. "Sola?" mi guardò con i suoi occhi sorridenti osservando la ciambella che avevo sulle gambe. Annuii ricambiando il sorriso. "Perdi tempo?" lo guardai. Tirò fuori un libro che definirei Bibbia per le sue dimensioni. Rise di fronte alla mia espressione contrariata. "Un giorno potrò curarti grazie a questo" sfogliò il libro con fare sognante; voleva diventare un medico, uno bravo, e probabilmente lo voleva fin da piccolo.
Un'altra voce, poco dopo, si unì alle nostre lasciandomi spiazzata. "Alex, dovrei parlarti" era Nick, con la sua semplicità e schiettezza. Lo guardai confusa e sopresa; si comportava come se fossimo amici di vecchia data, come se nessuna distanza ci fosse tra di noi. Posò lo sguardo su Lucas alzando un sopracciglio; notai un chiaro invito a lasciarci soli. Quello che provavo era confuso quanto me. Odiavo la sua capacità di scombussolarmi, ammiravo il suo comportamento così deciso, la sua prontezza, la sua abilità nel non sfociare nell'arroganza. Guardai Lucas con fare dispiaciuto prima di salutarlo e guardarlo allontanarsi.
Nick prese il posto di Lucas accanto a me trasformando quella giornata in pochi secondi, poi guardò dritto e in silenzio per pochi istanti. "Riguardo a ieri.." lo anticipai. Girò lo sguardo verso di me in pochi secondi dopo le mie parole. Vidi quasi un sorriso spuntare sul suo volto, per sparire poco dopo. "Mi farai diventare pazzo" furono le cose che riuscì a dire. Condividevo a pieno la sua affermazione, ma sperai che non fosse proprio il mio sguardo a tradirmi. Poi continuò. "Stamattina mi è tornato in mente tutto quello che ho detto" rise. Come poteva ridere di fronte alle sue stesse parole? Mi contagiò come sempre e la tensione si affievolì in fretta. "Mi dispiace" concluse.
Non era uno di molte parole, o meglio, trattandosi di argomenti del genere non lo era; i suoi occhi però parlavano per lui, in ogni istante e di fronte a qualsiasi cosa.
"Non ti tradisco se è quello che vuoi sapere" lo guardai prima di sorridere. Speravo non se la prendesse per come stavo affrontando l'episodio del giorno precedente, ma una parte di me era sicura che non l'avrebbe fatto.  Mostrò un sorriso di fronte alle mie parole e ne fui sorpresa, era nervoso.
Poco dopo mise le mani dentro le tasche dei pantaloni e tirò fuori un foglio. Sembrava una lista, un elenco che rigirò più volte tra le mani prima di guardarmi ancora una volta. "E' per te" disse, prima di alzarsi e abbandonare il suo pezzo di prato. "Che cos'è?" lo guardai, spostando lo sguardo sul foglio senza aprirlo.
"Una risposta" mi sorrise, lasciandomi sola in quella calda mattina di Marzo.

-il mio nome è Nicholas Jane, per tutti Nick
-ho 21 anni, il 16 Settembre 22
-sono nato a Dallas, Texas
-ho vissuto a Seattle per 3 anni e a Boston per qualche mese
-da grande voglio diventare uno psicologo
-ho due cani, Ken e Bob
-il mio colore preferito è il bianco
-ho fatto le superiori a Filmore
-ho un fratello, Phil
-mio padre è un avvocato
-mia madre ha un negozio di fiori a Boston
-suono la chitarra classica
-ho 53 magliette
-amo il caffè e le caramelle gommose
-la mia pizza preferita è quella con il salame
-la mia bevanda preferita è la birra
-odio l'acqua con le bollicine e le zanzare
-ho paura dei topi
-il mio sogno è andare in Africa
-ho visitato 8 Paesi
-ho 3 tatuaggi
-scrivo con la destra
-mia nonna conosceva George Michael
-mi piacciono le torte
-amo i locali ma odio bere troppo
-il mio idolo è Patrick Jane (non siamo parenti)
-la mia serie TV preferita è The Mentalist
-parlo bene l'inglese
-fingo di parlare spagnolo
-mi piaci


Rilessi quel foglio 10 volte prima di tornare in camera e addormentarmi con le lacrime sul cuscino.
   
 
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