Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Sleepyheadven_ita    12/07/2017    3 recensioni
“Ho bisogno che tu faccia finta di essere il mio ragazzo per qualche settimana” gli aveva rivelato chiaramente, con un sorriso imbarazzato.
Lui l’aveva guardata a sua volta senza voler esternare niente nella sua espressione, incerto su se fosse seria o meno. Hanji era strana, per cui ci poteva anche stare che la sua idea di fare scherzi potesse essere questa.
“Che genere di favore sarebbe?” le aveva chiesto alzando un sopracciglio.
“Uno grosso” aveva risposto lei incerta, scrollando le spalle. “Te la faccio breve, i miei stanno divorziando, mia mamma si risposa il mese prossimo e io ho bisogno di presentarmi lì con un ragazzo, altrimenti mia madre non mi lascerà andare via. È davvero convinta che morirò da sola.”
Storia in cui Hanji e Levi fingono di essere in una relazione stabile per qualche settimana
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanji Zoe, Levi Ackerman, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Quinto
(versione originale del testo)

Levi si era messo le mani in tasca mentre camminava verso l’ascensore. Non era sicuro di dove volesse andare senza la compagnia della sua brunetta amica, non che ci fossero poi molte opzioni per lui. Avrebbe potuto andare a mangiare qualcosa dato che non aveva ancora buttato giù niente, ma non aveva molta fame.
Aveva distrattamente premuto il tasto di chiamata dell’ascensore, aveva tirato fuori il telefono dalla tasca davanti dei pantaloni, mettendo su un’aria annoiata mentre scrollava attraverso qualche messaggio a cui non aveva badato.
Alcuni erano di Erwin, che chiedeva come procedesse, c’era la foto che gli aveva mandato Hanji prima, uno era della sua compagnia telefonica che lo avvertiva che gli avrebbero scalato il costo del suo piano tariffario nei prossimi giorni.
Quando l’ascensore era arrivato ci era entrato a passi lenti, con gli occhi ancora sullo schermo del telefono, distogliendoli solo brevemente per premere il bottone che lo avrebbe fatto arrivare alla lobby dell’hotel.
[Hanji] Uccidimi adesso.
Levi aveva sospirato, era come se quella donna avesse poteri psichici e sapesse esattamente cosa stesse facendo. Aveva digitato velocemente qualche parola, per poi uscire fuori dove l’aria era fresca.
[Levi] Lo farò, ma dammi una ragione per farlo prima.
[Hanji] Non smette di parlare di MATRIMONI.
[Hanji] Non me potrebbe fregare di meno, Levi. Non me ne frega niente di che tipo di fottutissime POSATE DEVONO STARE SUL DANNATO TAVOLO.
[Levi] Wow, starsene lì seduti per ore ad ascoltare qualcuno straparlare di cose di cui non ti frega un cazzo… dev’essere difficile.
[Hanji] Stai cercando di dirmi qualcosa?
[Levi] Sì.
Levi aveva appena scosso la testa, nascondendo senza problemi la sua espressione divertita pensando al fatto che anche Hanji faceva così.
Si era domandato se girare a destra e farsi strada verso il ristorante dove erano stati il giorno prima o se continuare dritto, per andare in esplorazione, quindi aveva deciso di camminare un po’, senza una meta precisa, quando un altro messaggio di Hanji era apparso sullo schermo. Levi l’aveva guardato senza particolare entusiasmo.
[Hanji] Ho bisogno di bere adesso.
[Hanji] Tipo tre volte tanto quello che ho bevuto ieri sera.
[Levi] Porco cane, no.
Non ce l’avrebbe fatta a reggere un’altra notte con Hanji ubriaca, era già abbastanza impegnativa da sobria. Aveva alzato un sopracciglio mentre rifletteva, pensando a cosa avrebbero potuto fare quella sera per distrarla da sua madre. Aveva guardato il cielo, era azzurro e senza una nuvola visibile, proprio la giornata adatta per attività all’aperto.
[Hanji] Tanto perché tu lo sappia, mi dispiace per ieri sera.
[Levi] Va tutto bene quattrocchi.
Aveva esitato nello scrivere un altro messaggio, non voleva che pensasse che chiederle di uscire fosse una sorta di atto romantico.
[Levi] Magari potremmo fare qualcosa di diverso invece di ubriacarci come le merde.*
[Hanji] Per me va bene. Vuoi fare un giretto turistico dopo che ho finito? :)
[Levi] Certo.
Non era sicuro di cosa fosse quel sentimento che provava in quel momento. Eccitazione? Nervosismo? Era improbabile, aveva scartato queste ipotesi velocemente. Non si ricordava nemmeno l’ultima volta che aveva provato quei due stati d’animo, e in ogni caso era ridicolo.
Aveva sospirato, riprendendo a camminare. Sarebbe stata una serata interessante.

-

Hanji l’aveva raggiunto quando cominciava a imbrunire, gli aveva detto che potevano incontrarsi in un posto non troppo lontano dalla torre Eiffel. Gli era andata incontro dopo essere uscita dalla piccola auto di sua madre, con un sorriso forzato sulle labbra.
“Ci sta guardando!” aveva bisbigliato attraverso i denti, sempre con quel sorriso finto, facendo un cenno con la testa verso la macchina, che non si era mossa da dove sua madre aveva parcheggiato.
Levi l’aveva accolta con un abbraccio, prendendole le mani e stringendogliele mentre si sporgeva verso l’alto. Hanji gliele aveva strette rapidamente di rimando, per dargli l’ok. Gli aveva appoggiato le mani sulla nuca mentre le loro labbra si incontravano, e Levi le aveva cinto il fianco con una delle sue.
Era durato un po’ più a lungo dell’altro che si erano scambiati, Hanji ci aveva fatto caso mentre si discostava con gentilezza. Levi aveva buttato uno sguardo all’auto di sua madre che in quel momento era ripartita, prima di rimetterlo sull’altra.
Hanji gli aveva rivolto un sorriso quasi a scusarsi, prendendo a camminare e facendogli segno di seguirla, ed era stato in quel momento che si era reso conto che ancora si tenevano per mano, nonostante il fatto che sua madre se ne fosse andata. Si era sciolto dalla presa, osservando l’espressione della sua amica che non sembrava essere cambiata a quel suo gesto.
“Cammina, brontolo” gli aveva suggerito con il solito entusiasmo che aveva sempre nel suo tono di voce.
“Oi, non mi mettere fretta” le aveva detto brontolando, ma comunque seguendola nonostante le proteste. “Com’è andata con tua madre oggi?” le aveva chiesto diretto, guardandola alzando appena la testa e scorgendo una breve espressione esasperata.
“Ero tipo la sua Barbie oggi, hai presente? Nel senso che non avevo diritto ad avere nessuna opinione su quello che mi faceva indossare” gli aveva detto polemica, accigliandosi mentre lo faceva. “Ho quasi ventinove anni, Levi” aveva aggiunto con una risata che tuttavia non aveva niente di divertito in essa.
Non era certo su come potesse tirare su il morale a quella donna esausta mentalmente. “Ci devi passare solo un’altra settimana e mezzo ancora” aveva provato a dirle per tranquillizzarla, fallendo.
Tuttavia Hanji gli aveva sorriso comunque. “È come… nei mesi in cui non la vedo mi manca. E poi, quando sono qui, mi ricordo com’è davvero averla accanto. Mi tratta come un accidenti di zerbino” aveva ammesso esasperata.
“Ma lasciamo perdere. Siamo qui per divertirci, giusto?” gli aveva detto dandogli una spintarella col gomito, sforzandosi di mettere un sorriso sulle labbra.
Levi aveva commentato con un lieve borbottio mentre le faceva segno di guardare davanti a lei. Hanji aveva seguito la direzione del suo sguardo e si era illuminata come un albero di natale quando i suoi brillanti occhi castani si erano posati nella direzione giusta.
“Giuro, non mi stuferò mai di questa vista” aveva commentato quindi, entusiasta.
Levi si era goduto la visione della torre illuminata, prima di girarsi lentamente verso la donna che gli stava accanto. Il suo sguardo, di solito sempre così freddo, si era ammorbidito notando quello sorpreso di lei. Aveva lasciato i suoi occhi chiari soffermarsi su di lei per qualche secondo, distogliendoli in tempo per non destare la sua curiosità per un gesto simile.
Ma che diavolo gli prendeva? Si era chiesto nella sua testa, deridendosi.
All’improvviso Hanji aveva tirato fuori il suo telefono, un grosso sorriso le si era allargato sui lineamenti quando si era girata verso di lui.
“È il momento della foto, Levi!” aveva annunciato, puntandosi il cellulare in faccia e attirandolo contro di lei, cingendolo con un braccio intorno alle spalle.
Levi aveva messo su un’espressione cupa guardando l’obiettivo, mentre lei invece aveva fatto un grosso sorriso e il segno della pace con le dita mentre scattava.
“Guarda come siamo carini” aveva commentato ridendo, mostrandogli la foto.
Levi era rimasto in silenzio mentre dava un’occhiata allo schermo. Hanji si era ripresa il telefono, con l’intento di postare la foto su tutti i suoi account social presumeva. Si era ficcato le mani in tasca mentre ricominciavano a camminare, una lieve brezza li aveva sfiorati, scompigliando appena le sue ciocche nere.
“Sembri una deficiente” aveva borbottato, cogliendo l’immagine della brezza che le aveva fatto andare i capelli davanti al viso, coprendole gli occhiali. Aveva resistito giusto un poco prima di allungare una mano e toglierglieli da davanti, per scoprire lo sguardo meravigliato di Hanji.
“Grazie.”
Gli aveva sorriso, i suoi occhi sorpresi erano già tornati normali.
“Zitta” le aveva intimato, girandosi a guardare dall’altro lato, incredulo di non essere riuscito a trattenersi da quell’impulso di aggiustarle i capelli.
“Beh, che ne dici di un’avventura, eh?” aveva chiesto Hanji. Lo aveva afferrato per la manica del suo cappotto, trascinandolo entusiasta verso quell’attrazione. Levi non aveva protestato, incredibilmente.
Dopo essersi arrampicati per dozzine e dozzine di scalini, si erano trovati affacciati alla ringhiera della struttura, godendosi un raro momento di silenzio tra loro due mentre ammiravano lo spettacolo della città illuminata. Dietro di loro altre persone andavano e venivano, il rumore di innumerevoli conversazioni si mischiava insieme.
“Lo sai, oggi mi ha detto che non sono la sua damigella d’onore” aveva detto Hanji, con un tono pensieroso. “Mi sa che non posso nemmeno lamentarmi troppo, lo sappiamo entrambe che non sono proprio il tipo” aveva detto scrollando le spalle. “Inoltre, vuol dire che avrò meno cose da fare.”
“Ci perde lei, non tu” aveva ribattuto Levi senza esitare. “Non vale la pena di starci di merda per un’idiota senza cervello. Sei più intelligente di così.”
Hanji aveva sentito uno scoppio di risa salirle nel petto a un certo punto, a poco a poco le erano uscite dalle labbra. La gente l’aveva guardata un po’ di traverso, ma lei non li aveva minimamente considerati.
“Hai chiamato mia madre un’idiota senza cervello?” gli aveva chiesto tra le risa.
L’espressione vacua di Levi non era mutata di un millimetro.
“E mi dovrei scusare per questo?” aveva chiesto, le sue labbra si erano incurvate in un lieve sorrisetto sarcastico.
Hanji aveva fatto segno di no con la testa, sempre divertita. “Anzi, grazie. Dio mio, non voglio nemmeno immaginarmi come sarebbe stato questo viaggio senza di te.”
“Avresti chiamato in continuazione Erwin e me, avrei avuto appena il tempo di cacare” aveva risposto velocemente. “Oppure ti saresti fatta prendere dall’incazzatura e distrutto qualche tavolo e qualche sedia per calmarti.”
Hanji aveva mugolato prima di annuire per dichiararsi d’accordo.
“Entrambi gli scenari sono assolutamente plausibili” aveva ammesso ridendo ancora un po’.
A quelle parole, erano di nuovo caduti in un pacifico silenzio.



*Il testo originale sarebbe stato "Maybe we can do something else besides your dumb ass getting plastered", ovvero "Magari potremmo fare qualcos'altro invece di far ubriacare il tuo culo scemo", che per noi non ha molto senso. Inoltre c'era da rendere a pieno il significato della parola "plastered", che loro usano per definire uno stato di ubriachezza estremo. La traduzione da me utilizzata quindi è un po' libera ma spero che renda il senso, e inoltre, ora che ci penso, anche un po' troppo dialettale forse. Lo dite anche in altre parti d'Italia "ubriacarsi come le merde" o è una cosa del nord Toscana e basta? In ogni caso mi pareva ci stesse benissimo in bocca di Levi un'espressione simile!


   
 
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