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Autore: eleCorti    13/07/2017    2 recensioni
Ultima chiamata per il volo diretto a Londra... ecco la tanto attesa chiamata. Mark guardò per l’ultima volta l’entrata dell’aeroporto, ma di lei nessuna traccia. Sbuffò e prese il suo trolley, pronto a dirigersi verso il gate.
“Mark! Aspetta!” una scarica di adrenalina lo pervase. Si voltò: Strawberry stava correndo verso di lui. Le sorrise di rimando. Aveva sperato fino all’ultimo che la sua ragazza arrivasse in tempo e finalmente era giunta lì.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sola
 
 
Non appena era giunta a casa, si era rintanata subito nella sua stanza. Non aveva nemmeno salutato i suoi genitori, i quali preoccupati bussavano alla sua porta per cercare di farla parlare.
“è andata male. Lo so! Quel bastardo le avrà fatto qualcosa!” ruggì il signor Motomiya, sbattendo il pugno contro il palmo della mano.
“Su caro, calmati...” la moglie intrecciò le mani in quelle del marito.
“Lasciamola tranquilla. Quando vorrà parlarne, verrà da noi” gli sorrise. Il marito sospirò rassegnato, poi seguì la moglie al piano di sotto.
Strawberry, nel frattempo, si era seduta sul letto con le gambe piegate, dove aveva affondato la testa sulle ginocchia, affogando in un pianto disperato. Ripensare a quella scena, le faceva male. E assai. Non avrebbe mai creduto Mark capace di una cosa del genere. Credeva che lui la amasse, e invece si era sbagliata. Sì, si era sbagliata. Era stata una stupida, una sciocca. E ora ne pagava le conseguenze. Voleva stare da sola, non voleva vedere nessuno. Il giorno dopo, difatti, e per le successive settimane non andò a lavoro. Anzi non comunicò nemmeno alle sue amiche che era tornata, e che Mark l’aveva tradita. Voleva rimanere sola. E annegare nella sua disperazione.

 
****
 
 
Erano passate circa due settimane da quando Berry – la nuova ragazza bionda, con dei codini bassi – aveva iniziato a lavorare al caffè Mew. Era una ragazza solare, un po’ sbadata che a tratti ricordava Strawberry, motivo per cui non fu per lei difficile legare con le sue compagne.
E come l'ex mew mew, anche lei aveva un rapporto molto burrascoso con Ryan. Ogni giorno, infatti, i due si punzecchiavano a vicenda. Anzi secondo Kyle e le altre, tra loro sarebbe nato qualcosa. Non avevano torto: più passavano i giorni e le settimane, più la giovane Berry s'innamorava del suo capo.
Ryan, invece, pensava ancora a Strawberry, anche se sapeva che mai avrebbe avuto speranza con lei. Però quella buffa ragazza di nome Berry lo incuriosiva sempre più. Gli ricordava troppo lei.
Successe dopo circa un mese che la giovane aveva iniziato a lavorare al caffè Mew: si era presa di coraggio e aveva deciso di confessare i suoi sentimenti al giovane Shirogane.
“Ryan...” lo aveva chiamato poco prima di andarsene. Erano fuori dal locale. Il sole stava tramontando e il cielo si era tinto di un rosso fuoco.
“Ecco...” intrecciò le dita, arrossendo. Non sapeva da dove iniziare.
“Tu mi piaci!” lo disse tutto d’un fiato e chiudendo gli occhi. Non si era accorta che il giovane di fronte a lei aveva sgranato gli occhi. Era sbalordito, ma poi sorrise.
“Anche tu mi piaci...” abbassò le palpebre, cercando un modo per misurare le parole che stava per pronunciare.
“Però... vedi Berry, c’è un’altra ragazza. Ed io non so se potrò dimenticarla...” voleva essere onesto con lei.
“Ti aiuterò io a dimenticarla!” rispose la giovane, assumendo uno sguardo carico di determinazione.
Non rispose. Si fermò a riflettere un attimo. Era una richiesta un po’ bizzarra, però chissà... forse avrebbe funzionato.
“Sicura?” volle esserne certo.
“Fidati di me, Ryan” si avvicinò a lui, intrecciando le dita con quelle del ragazzo.
Non rispose. Si limitò a osservarla mentre accorciava sempre più la distanza che li separava. Un bacio. Gli aveva posato un bacio. Dolce, timido e impacciato. Il giovane Ryan dapprima sgranò gli occhi, poi li chiuse, intensificando il bacio. Strawberry era in Inghilterra, Strawberry non sarebbe mai stata sua, si disse mentalmente, mentre attirava a sé Berry, approfondendo quel bacio.

 
****
 
 
Dopo avere trascorso settimane a casa senza vedere le sue amiche, ma solo andando a scuola, la giovane Strawberry – sotto consiglio di sua madre – aveva deciso che era giunto finalmente il momento di tornare al caffè Mew.
Si era leggermente ripresa dalla batosta subita e quale miglior modo di tornare a sorridere se non riabbracciare le sue amiche?
“D’accordo Strawberry, oggi parola d’ordine: sorriso!” esclamò davanti allo specchio, guardando la sua immagine riflessa. Indossava la divisa scolastica, portava i suoi soliti codini e si era tolta il campanellino che le aveva regalato Mark. Segno che aveva intenzione di andare avanti.
“Vado, a stasera!” dopo essersi infilata le scarpe, uscì da casa, salutando i suoi frettolosamente.
Quando arrivò di fronte al portone rosso del caffè Mew, esitò un attimo. Prese un bel respiro e spalancò la porta.
“Buongiorno, posso esserle d’aiuto?” una ragazza bionda e con dei codini, la accolse con un sorriso scintillante.
Strawberry sgranò gli occhi, sbigottita. Ma chi era quella ragazza? Non poté fare a meno di chiedersi.
“Strawberry!” prima che potesse domandarle il suo nome, una Paddy allegra le saltò sulle spalle. Le altre, una dopo l’altra, la abbracciarono in cerchio.
“Sei tornata! Sei tornata!” la stritolò Paddy, euforica per la gioia.
“Sì...” cercò di sembrare il più allegra possibile. Non voleva sganciare la bomba appena arrivata.
“Bene...” Ryan – scontroso come sempre – le tirò addosso la sua uniforme.
“Visto che sei tornata, fila a cambiarti. Sei in ritardo”  era apatico come sempre, anche se all’interno era scombussolato. Rivederla gli aveva fatto quell’effetto.
Berry, intanto, fissava la scena sbigottita. Strawberry parve accorgersene e si avvicinò.
“Scusa, non mi sono presentata. Sono Strawberry, piacere” le tese la mano destra, sorridendole mestamente.
“Sì, ho sentito parlare di te. Sono Berry” ricambiò la stretta, sorridendole. Quella ragazza le piacque. Sentì che sarebbero diventate buone amiche.

 
*****
 
 
Quel pomeriggio di lavoro era finito. Le sue amiche, mentre erano nello spogliatoio, le domandarono di Mark. Strawberry subito s'incupì. Se non sapeva quando dare loro la brutta notizia, quello era il momento adatto.
“Ci siamo lasciati...” disse con un tono secco e guardando le piastrelle del pavimento. Le ragazze sussultarono.
“Perché?” fu Pam a parlare. Unica fra tutte a mantenere la calma.
Strawberry inspirò, cercando di trattenere le lacrime che, prepotentemente, spingevano per venire fuori.
“Io... l’ho visto con un’altra” il tono della sua voce era spezzato. Chiuse gli occhi, mentre una lacrima toccava il pavimento.
Nessuna disse niente. Corsero incontro alla loro amica, abbracciandola e trasmettendole tutto l’affetto che provavano per lei.
“Quel pezzente!” esclamò Paddy, sbattendo il pugno.
“Beh, era inevitabile data la distanza” Mina tentò di fare la fredda. Ma anche lei dentro rodeva.
“Stai bene?” Pam e Lory le domandarono all’unisono. Strawberry annuì debolmente.
“Vedrai, ne troverai uno migliore”Pam le posò una mano sulla spalla. Strawberry annuì debolmente. Non aveva alzato mai la testa.
Poco dopo, la giovane Motomiya era sul retro del locale che buttava l’immondizia. Parlare con le sue amiche le aveva fatto bene. Ora, difatti, si sentiva meglio.
“Ancora qui?” saltò in aria, sentendo la sua voce. L’aveva colta di sorpresa.
“Mi hai spaventato, Ryan!” ringhiò, guardandolo in cagnesco.
“Come sta il pesce lesso?” cambiò discorso, incrociando le braccia. Era appoggiato alla bianca parete.
“Non è un... pesce lesso” strinse i pugni. Ripensare a lui faceva male.
“E poi... sta bene” le si era formato un groppo in gola. Le lacrime premevano per uscire.
“Tutto bene?” Ryan si avvicinò al suo orecchio. Un’ondata di calore la fece risvegliare dai suoi pensieri.
“Sì!” rispose con tono deciso, tuttavia arrossendo. Scappò via, senza farsi vedere in viso da Ryan.
La osservò correre via. Era chiaro che avesse qualcosa che non andasse. Ma cosa? Non poté fare a meno di chiedersi. Lui ovviamente non sapeva di Mark.
“Ryan!” Berry, in fondo al vicolo, lo chiamò sventolando la mano.
“Eccomi!” urlò di rimando lui. Scacciò quei pensieri su Strawberry. Gli aveva causato non poche sofferenze, non poteva correre più dietro a lei.
Raggiunse la sua ragazza che – sorridente – afferrò la sua mano, pronta per il loro appuntamento. Ryan, però, non poteva fare a meno di pensare a Strawberry. Domani avrebbe chiesto cosa aveva la giovane dai capelli rossi. Doveva saperlo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: bene, stavolta sono riuscita ad aggiornare in tempi abbastanza brevi. Ormai siamo a metà della storia e non dovrebbe mancare molto alla fine... spero che il capitolo vi sia piaciuto. A presto.  
   
 
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