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Autore: RinoaHeart    13/07/2017    3 recensioni
Mousse, pensando a quanto sia sfigato, dà vita, non si sa in che modo, a uno sconvolgente cambiamento che porterà non pochi problemi a Nerima. Cosa succederà fra Ranma e Akane? E Shampoo, come vivrà la cosa? E Mousse, come la prenderebbe se il suo desiderio segreto venisse realizzato?
[Akane/Ranma - Mousse/Shampoo]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Mousse, Ranma Saotome, Shan-pu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La serata e la cena passarono in tranquillità a casa Tendo, seppure con qualche interrogativo nascosto nell’animo di tutti.
A tutta la famiglia infatti,  pareva strano che Ranma fosse così composto a tavola e così gentile nei modi, ma soprattutto che non litigasse con Akane per ogni scemenza.  E neanche che non si parlassero con quel silenzio ingombrante che piombava poi su tutta la tavolata.
Piuttosto, sembrava che si conoscessero appena, fra un “Mi passeresti per favore la soia Ranma?” e un “Vuoi dell’acqua Akane T..Akane?”.
Da quando Ranma faceva il cameriere?
Comunque, dato che non c’era molto da dire, si fecero tutti gli affari loro. Tutti tranne Nabiki, che tutt’altro che disinteressata, aspettava solo il momento giusto per carpire le informazioni di cui aveva bisogno per eventuali risvolti a suo favore.
La mattina Akane andò a svegliare come di consueto “Ranma”. Aveva dormito malissimo pensando alla brutta situazione in cui si erano cacciati loro malgrado. Ma alla vista di Mousse che apriva la porta di scatto con le occhiaie viola capì che non era stata l’unica. “Dormito maluccio eh?” sussurrò per non farsi sentire dagli altri.
Mousse, che sembrava essere molto più reattivo di Ranma quando si svegliava la mattina fece un mezzo sorriso. “A parte la felicità di dormire in un futon dopo secoli, posso dire che dormire con quel termosifone di pelo accanto non è piacevole. E poi accidenti ma Saotome non ha un po’ di dignità? QUESTO è il suo pigiama?” disse indicando la canotta scollacciata e i boxer gialli con i soli.
Akane dovette mettersi una mano a soffocare la risata genuina che la vista di Ranma lamentarsi dei suoi stessi vestiti le aveva provocato. “Oddio non ce la farò mai se continui a farmi ridere così!!”
Mousse sorrise un attimo prima di scuotere la testa e si avvicinò un po’ di più per non farsi sentire. Akane arrossì un po’ suo malgrado. “E non hai ancora sentito di QUANTO mi dia fastidio questo codino maledetto!” La ragazza non si trattenne e scoppiò in una sonora risata. “Vieni andiamo a fare colazione!!”
“Non posso scendere così! Akane Tendo voi siete due scostumati, ma io no!” la faccia di Ranma-Mousse era tutta rossa di vergogna da pudore, tratto praticamente inesistente in Ranma Saotome.
Akane arrossì di rimando fino alla punta dei capelli. “Ma che dici?? Io.. mi ci sono solo abituata! Su su vestiti” disse rispingendolo dentro per paura di attirare l’attenzione di qualcuno e indicandogli l’armadio con i vestiti.
“Starò zitto e non dirò proprio nulla sui vestiti di Ranma, giuro, no no.”  Dato che Ranma solitamente era di un sarcasmo meno sottile la ragazza quasi non capì. Poi si ravvide al sorrisetto sardonico di quel volto che quasi le fece riconoscere il suo precedente proprietario. “Ah ma allora non sei poi così timido eh Mousse?”  e gli fece la linguaccia mentre scappava via.
Sopravvissero alla colazione tranne che per un momento di assoluto imbarazzo quando Ranma disse che non aveva fame. A Kasumi. Nabiki lo guardò in tralice mentre Akane provò a dargli un leggerò cazzotto sulla coscia sperando di non farsi vedere.
“Come non hai fame? Stai male Ranma?” Kasumi si premurò subito di sentirgli la fronte facendolo arrossire.
Akane scosse la testa disperata ma si fermò subito quando si accorse dello sguardo indagatore di Nabiki su di lei.
“D-devi aver preso freddo ieri sera, scemo, te l’avevo detto che dovevi asciugarti dopo il volo che avevi fatto ieri nel fiume quando siamo usciti ieri!” disse sperando che Mousse capisse e le reggesse il gioco. In realtà con la scusa  di prendere un caffè caldo alla macchinetta Akane aveva continuato a raccontare a Mousse le varie routine di casa Tendo.
“E-hm.. sì deve essere così.. scusa Akane hai ragione..” disse girandosi verso di lei e facendole un bel sorrisone.
A quel punto Kasumi era già andata a prendere il termometro.  Akane si sturò la sua zuppa di miso  bruciandosi la gola per soffocare insulti diretti a Mousse e, piantando in asso tutte e due le sorelle, prese “Ranma” per un braccio e  lo trascinò, di nuovo tanto ormai era un sport, via da lì. “Non c’è tempo Kasumi siamo già in ritardo per la scuola!!”
“E se Ranma avesse la febbre??”
La voce della sorella era ormai lontana, ma lo sguardo di Nabiki se lo sentiva sempre addosso.
Finito di correre si lasciò cadere  su una panchina in un parchetto vicino scuola.
“Akane posso sapere che è successo??” il punto interrogativo sulla faccia di Mousse era impagabile.
“Non ci siamo proprio, ecco che c’è!!” gli mise un dito davanti al viso e cominciò a scuoterlo esagitata “NON puoi essere gentile con me!!” scandì cercando di essere seria ma quello sguardo sconsolato era troppo divertente per farla rimanere seria. Mousse si passò una mano fra i capelli e scosse la testa.
“Senti Akane” iniziò, cercando di trovare una posizione confortevole e guardandola “non ci conosciamo molto bene, e mi hai sempre veramente visto al peggio delle mie possibilità, però solitamente sono una persona pacata. Lo giuro.” si mise una mano sul cuore con espressione compunta “Mi riesce difficile arrabbiarmi o fare lo spaccone, soprattutto con una ragazza.”
In effetti non poteva quasi riconoscere il tipo che l’aveva rapita con il tipo stoico che si era riportata a casa ieri sera.
“Ah sì?E quando hai provato a trasformarmi in una papera allora? Non hai fatto lo spaccone?”  chiese in maniera finta innocente sbattendo gli occhioni. Perché le riusciva così normale fare quelle cose con Mousse e invece con Ranma era sempre un’idiota impacciata?
Mousse intanto arrossì di vergogna coprendosi la faccia. “Ti.. ti chiedo scusa per quell’episodio Akane, sinceramente non ne vado molto fiero!” disse inchinandosi svariate volte davanti a lei. “Ogni tanto divento veramente idiota. Soprattutto se è coinvolta…” “Shampoo!” finì Akane, mentre rideva di gusto e lo fermò con una mano gentile sulla spalla. “E’ passato tanto tempo ormai, e poi è vero, non sei assolutamente uno spaccone anzi sei molto tranquillo… se sei lontano da Ranma. O da Shampoo, appunto.” Il ragazzo fece un’espressione tristissima. “Già..” il ragazzo pensò al suo copro con dentro Ranma che probabilmente si stava godendo la gentilezza e la dolcezza di Shampoo che lui non avrebbe mai visto. Akane Tendo era gentile e anche la sua famiglia, ma già le mancava la “sua” ragazza violenta. Akane era uno zuccherino in confronto.  “Dai Mousse non abbatterti!” si guardò l'orologio. “Oddio faremo tardi davvero e io non voglio sentire il preside scemo!”
“Pure il preside?”
“E’ il padre di Kuno..”
“il cretino  con l’ananas in testa?”
“Una palma, ma vabbè..” precisò.
“Akane quando uno è miope come lo sono io si concentra solo sui dettagli più importanti..” si giustificò lui incrociando le braccia e annuendo svariate volte.
La ragazza quasi si strozzò dalle risate mentre correva verso la scuola. Quando vide l’edificio in lontananza guardò l’orologio nuovamente e cominciò a rallentare. Erano in tempo, ma notava il passo sempre più teso del suo “fidanzato”
“Ehy, Mousse mamma mia che faccia scura.. non ti piace la scuola eh?” indagò cercando di alleggerire un po’ la situazione ma lui scosse la testa.
“No in realtà è solo che mi annoia. Ho già finito il liceo io.” L’espressione scocciata non nascondeva un certo rossore sulle guance mentre si portava la cartella dietro le spalle, anche se in maniera meno spaccona di Ranma.
“Scusa ma non hai la mia età?” Akane lo guardava incuriosita.
“Sì  se ne hai anche tu quasi 17. Ho finito il liceo un po’ prima…” Mousse cercò di svagare ma lei ormai era partita.
“E come mai??” la ragazza si disse che non erano affari suoi ma era troppo curiosa.
“Beh… ecco trovavo tutto molto facile…”
Akane si fermò un attimo.
“Sei un genio o che altro?” disse tutta concitata.
“Ma non la farei così’ grossa… diciamo che non sono poi così stupido.” Mousse sorrise timidamente, suo malgrado felice. Era la prima volta in.. sempre, che qualcuno si dimostrava interessato a lui. Non è che fosse proprio timido, è solo che nessuno gli chiedeva mai niente di sé, come se non fosse altro che cinese, papero, quattrocchi e perdutamente innamorato di Shampoo, le cose che più saltavano a un primo acchito.
“Ma accidenti Mousse non minimizzare così!” Akane gli diede una pacca sulla spalla amichevole “Mi dispiace solo che ora ti annoierai a morte, oltre a essere già scocciato per tutta la situazione assurda.”
Mousse si rivolse ad Akane con sguardo da cane bastonato. “Ditemi solo che avete già fatto gli integrali.”
Akane scosse la testa vigorosamente  e Mousse sbuffò pesantemente prima di entrare a spalle basse nel cortile.
“Mi raccomando. Non essere gentile. Ranma a malapena mi considera quando siamo a scuola, anche se ogni tanto pranziamo insieme” Sussurrò Akane mentre varcavano la soglia della scuola e indicò a Mousse l’armadietto di Ranma poco distante dal suo.
“Ma allora è un idiota veramente !” le disse sempre a bassa voce mentre si guardava intorno.
Akane arrossì. “E’ solo che lui...è così.”
“E’ un cretino, e basta. Lo sai vero che lui è innamorato di te, no?”
Akane sbiancò “Non dire certe stupidaggini qui alla portata di tutti!!Anche i muri hanno le orecchie al Furinkan!E poi non è vero!” spinse via Mousse e lo fece  girare “E ora guarda stanno arrivando Daisuke e Hiroshi, ricordati ciò che ti ho detto.. ma più di così non posso aiutarti! Non so che che fa Ranma quando sta con loro!”
“Va bene va bene non arrabbiarti!” notò che Mousse lo aveva detto con una sfumatura più infastidita e il cuore le mancò un battito.
“E buongiorno anche a voi piccionicini!” trillò allegrò Daisuke
“Anche oggi il buongiorno si vede dal mattino eh?” continuò Hiroshi sorridendo.
“Portatevelo via, ci vediamo in classe!” detto ciò Akane girò sui i tacchi e guardò al cielo. “Vi prego dei, aiutateci.”


Ranma si stiracchiò. Aveva fatto un incubo stranissimo, aveva sognato di essere nel corpo di quel papero ciecato ed era stato tutto molto assurdo. Lo ricordava anche stranamente bene. Si ricordava anche di aver cenato con la vecchia e Shampoo e aver mangiato una quantità spropositata di buonissimi ravioli al vapore, da sentirne quasi la nausea. Sbatté gli occhi, che anche quel giorno gli sembravano un po’ appannati.
ASPETTA UN ATTIMO.
“DANNAZIONE NON ERA UN ACCIDENTI DI SOGNO!” imprecò a voce alta tirandosi i capelli lunghi. Era davvero nel corpo di quel demente quattrocchi. Si alzò di scatto e tornò a vedersi allo specchio, ma non riuscì subito ad andarci perchè senza occhiali non vedeva VERAMENTE a un palmo di naso.
“Devo ammettere che il mio rispetto per il cinese è aumentato. Come cavolo si fa a essere un guerriero e non vedere assolutamente NIENTE senza occhiali??” ammise parlando fra sè e sè mentre si spostava la fastidiosa frangetta para. Si guardò un attimo allo specchio. “Devo fare qualcosa per tutti questi capelli però.” riprese il dannato elastico che gli aveva dato quella svampita di Shampoo e si fece una lunga treccia. Stava per terminare quando shampoo irruppe nella stanza. “Ayaaaaaa Ranma buongiornoooooo!” esordì felicissima. Fortunatamente non lo abbracciò, Ranma aveva capito che la ragazza si conteneva grazie al fatto che fosse nel corpo di Mousse e ringraziò per un solo momento quell’assurda situazione . Se non altro, avrebbe avuto un break dalla follia. “C’è la colazione che ci aspetta!” aggiunse più calma, con uno strano sguardo in volto.
“Shampoo, come diavolo fai a essere così energica già di prima mattina?” erano solo le sette e mezza e lui era già insofferente verso il mondo. Pensò a Mousse, che probabilmente si stava godendo la colazione di Kasumi e si chiese cosa lo aspettasse giù. Adorava la cucina cinese, ma non sapere cosa lo attendeva per colazione lo inquietava.  Come se fosse quello l’ultimo dei suoi problemi, poi...Sentì la ragazza gli afferrargli una mano un po’ titubante “Ma ailen, io sono sveglia già da un’ora! La vita al Nekohanten inizia prestissimo, solo che oggi nonna ha detto che potevi risposare più di quanto di solito fa Mousse!” e detto ciò iniziò a trascinarlo giù in cucina.
Obaba lo accolse a un tavolo del ristorante bello imbandito “Futuro mari…” lo squadrò per un attimo. “Però, non sapevo che quel paperotto in realtà si tenesse in forma.” e sghignazzò un po’ mentre notava sua nipote diventare viola come i capelli. “‘Che intendi?” indagò incuriosito guardandosi.
“Mousse è sempre molto..” si grattò il mento pensando a come definirlo “pudico, ecco, e di solito non si mostra in boxer e canottiera come fai tu, maschio o femmina che tu sia ahahhaha!” esclamò divertita e intanto gli mise sotto il naso un piatto dal profumo invitante. “E sotto quelle tuniche non sembra mai così allenato, sono stupita! Allora non è del tutto inetto, la madre sarà contenta di saperlo.” aggiunse fra sé e sé. Ranma si guardò le braccia scoperte dalla canottiera un po’ schifato e le lunghe gambe coperte solo da dei boxer azzurrini a rombi un po’ più clemente. “Mah...diciamo che potrebbe stare messo peggio questo corpo...però è quasi impossibile usarlo, senza questi dannati occhiali” disse indicando le lenti spesse che gli nascondevano quasi mezza faccia e avventandosi su quella specie di crepes che emanava l’odorino delizioso.
Shampoo nel mentre era ammutolita. Fin da quando era entrata nella stanza di Mou..cioè ora Ranma, il suo entusiasmo si era smorzato dallo spettacolo che le si era parato davanti: il corpo di Mousse, di profilo davanti lo specchio, praticamente con solo indosso dei pantaloncini e una canottiera bianca molto larga, intento a legarsi i capelli. La flessione delle braccia faceva risaltare i bicipiti che non aveva mai visto così ben piazzati, e gli obliqui ben scolpiti.
MA COSA DIAVOLO STO GUARDANDO!! PERCHÉ’ QUESTO IDIOTA NON E’ VESTITO!?
Stava per piantargli un calcio proprio nel bel mezzo del fianco ben tornito ma poi si ricordò che era Ranma.
Era Ranma. DANNAZIONE.
Si era sforzata di tornare se stessa, ma continuava a non riuscire a staccargli gli occhi di dosso. Ranma si era tolto gli occhiali e continuava a osservarli da vicino, rigirandoseli fra le dita. “Sai vecchia, quella specie di frittata era proprio buona, cos’è?” Cologne sorrise soddisfatta. "Ti ho preparato la mia speciale ji dan bing futuro marito.”
“NONNA, per CORTESIA, possiamo evitare di chiamarlo futuro marito mentre è nel corpo di Mousse?Eh?”  Ranma e la vecchia si girarono alquanto sbigottiti. “Non sopporto sentire Mousse essere appellato così, neanche per scherzo.” aggiunse stizzita mentre incrociava le braccia. Obaba, visibilmente divertita da tutta quell’assurda situazione, del resto ne aveva viste così tante, annuì convinta. “Hai ragione nipote. Rimaniamo con Ranma, anche se ovviamente in pubblico dovrò chiamarti Mousse.”
“Mi pare ovvio, anche se proprio non mi va giù.” sbottò il ragazzo. “Piuttosto” rirprese “ma non si può fare proprio niente per questi?” dondolò gli occhiali enormi fra l’indice e il pollice e Shampoo dovette soffocare un moto d’ira per solo la dodicesima volta in mezz’ora. Vedere Mousse con quella faccia da schiaffi e l’espressione perennemente annoiata, come se gli stesse facendo una grazia a degnarle della sua presenza, la mandavano in bestia.
Ma era Ranma, non Mousse, e lui era sempre così. No? Non era come si comportava sempre? A lei andava bene, di solito. Era sicuramente tutta colpa di quello stupido corpo di Mousse, di quegli stupidi muscoli e di quelle stupide espressioni che non gli aveva mai visto fare. “Ranma, Mousse è così miope praticamente da quando è nato. Me lo ricordo alto un soldo di cacio che cercava di acchiappare Shampoo e rincorreva le mucche ahahhaha” spiegò Obaba divertita.
“Ma non è possibile accidenti… tira fuori qualcosa, una magia, una zampa di drago, un infuso di zombie...non posso andare in giro sempre con attaccati questi cosi in faccia!”
“Mousse non ha mai voluto provare le lenti a contatto.” sbottò Shampoo mettendo le bacchette sulla sua ciotola di colpo. “Dice che sono inutili, che è troppo miope... ma secondo me ha solo paura a metterle.” concluse alzandosi.
“E’ vero, anche la mamma gliel’ha sempre detto. E io non ho rimedi in merito.” la vecchia guardò Ranma che sbuffava con il volto appoggiato al mento. “Beh, ragazzo, non sparecchi?” il giovane guardò la tavola semivuota a parte i suoi avanzi. “Ah, sì sì..” e iniziò a muoversi. “Qua ognuno si fa le cose per sé mio caro, siamo amazzoni non serve!” Ranma sospirò brevemente: lui era veramente un po’ viziato, del resto a casa faceva tutto Kasumi e si rendeva conto solo ora di quanto fosse fortunato. “Allora, spero che tu sappia usare la tua agilità anche per servire ai tavoli!Su ragazzo vatti a lavare, vestire e vieni giù che dobbiamo aprire!” ” la vecchia gli lanciò un grembiule e lui si sentì più sconsolato che mai. Del resto, non aveva mai lavorato!

   
 
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