'Liv, Elliott... da adulta diventerò una detective della SVU proprio come voi due. Ve lo prometto!'

New York, 2016

'Ne sei sicura? Sicura al mille per mille Amanda?' chiese con voce acuta il Tenete Olivia Benson alla sua Detective ribelle, Amanda Rollins.
'Sì capo, sono sicura. Yates non vuole parlare con altri se non con me. Lo sanno tutti' aggiunse calcando sull'ultima frase.
Forse Olivia stava per indirizzarle una delle sue occhiatacce severe, ma si distrasse quando sentì una risata trillante, seguita a ruota da una più profonda.
La Tenente si girò, dando le spalle a Rollins e guardò entrare dalla porta d'ingresso i suoi due detective opiù giovani, Dominick Carisi Jr. e Serena Dodds.

Quest'ultima, accortasi dello sguardo di Olivia, le indirizzò un dolce sorriso e disse, con voce un po' più alta del normale.
'Liv, lo abbiamo preso, quel figlio di puttana pedofilo! Si rintanava dalla madre... se vuoi chiamare il Procuratore, il colpevole è in sala interrogatori' e fece l'occhietto a Carisi, che intanto sorrideva sornione a Amanda, che però non lo filava.
Con due dita per tempia, Olivia si diresse verso la sala indicata dal detective Dodds, passandole vicina per poi prendere per la collottola Carisi e allontanarsi verso l'orco stupratore.
Serena Dodds si diresse verso la sua scrivania e trovò un vaso pieno di gigli bianchi troneggiare tra PC e tablet.
'Oddio!' esclamò la giovane emozionata e si fiondò alla ricerca di un biglietto, che trovò dopo qualche attimo.
Un biglietto color carta da zucchero, indirizzato proprio a lei.
Sentì il cuore battere all'impazzata, mentre dentro di sè pensava "Fa che siano da parte sua, ti prego mio Dio" e con mani tremanti aprì la busta e lesse il contenuto.

E.

"E puntato? E che diamine significa?" pensò stordita e si mise a sedere, intrigata, confusa e delusa che non fossero da parte di quell'uomo che lei amava con tutta se stessa ma, lo sapeva bene, non ricambiava.
Mentre Rollins parlava al telefono col carcere di Green Haven per organizzare l'incontro con il serial killer Greg Yates, Serena sentì dei passi dietro di sè e all'improvviso non vide più, mentre il suo olfatto divenne più recettivo e captò odore di liquirizia e tabacco, lasciando poco spazio all'immaginazione del suo simpatico bulletto.
'Fin, lo sai che non sopporto l'odore di fumo' ridacchiò senza ritegno mentre il detective Odafin Tutuola le tolse le mani dagli occhi azzurri e rise, porgendole poi un donaut col cioccolato bianco.
'Ma mi tenti con questi doni!' riprese Serena accettando la ciambella.
'Doni! Serena mia, chi ti ha preso questi gigli ti ha donato qualcosa... il suo cuore oserei dire. Non certo io con un misero spuntino!' Fin prese ad ammirare i gigli.
'Non capisco Fin! Ho ricevuto questi fiori da appena cinque minuti e sono già ion crisi perchè non so da chi arrivano! C'è solo un enigmatico biglietto con una E puntata piuttosto articolata, come vedi' gli disse passandogli il pezzo di carta.
Fin prese il biglietto e impallidì impercettibilmente sotto la sua pelle scura, ma se Serena se ne accorse, non lo diede a vedere. Ripose l'oggetto misterioso sul tavolo della sua collega come se fosse diventato incandescente e, con un buffetto sulla guancia, si congedò da Dodds e si diresse a confabulare con Amanda.

Nel frattempo, usciti dalla sala interrogatori dopo aver inchiodato il pedofilo, Benson e Carisi parlarono con il vice procuratore Rafael Barba sul da farsi, anche se l'attenzione del giovane detective aspirante avvocato era presa da ben altro.
'Liv, quello è spacciato, ma prima di gridar vittoria, dobbiamo sentire le vittime al Gran Jury, lo sai!' esclamò Barba alla Tenente che annuì col capo, aggiungendo poi con un gesto della mano di seguirla nel suo studio, passando davanti alle scrivanie degli altri membri della SVU.
Mentre Carisi stava per sedersi sullsua sedia, prese tutto il coraggio che aveva in corpo e chiese, a voce altissima.
'Serena, i gigli te li ha mandati il fidanzato?'
'CARISI!' urlò Olivia e Barba si accorse che la detective Dodds non solo era diventata purpurea in viso ma che, a giudicare da come teneva il vaso stretto tra le mani, volesse scagliarlo contro il suo collega.