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Autore: DreamerGiada_emip    14/07/2017    1 recensioni
Seguitemi, lettori dal cuore colmo di fantasia.
Avventuratevi e perdetevi all'interno di queste righe.
Vi racconterò una storia antica, nata da una leggenda e tramandata di generazione in generazione.
Accadde in un'epoca ormai lontana e dimenticata, così distante rispetto a quella in cui viviamo noi oggi.
Gli uomini hanno dimenticato ciò che accadde in tempi così addietro. Siamo cresciuti nell'illusione e viviamo nell'ignoranza.
Questa storia comincia tra i boschi, al sicuro da occhi indiscreti.
Di ciò che avvenne rimane solo una piccola e misera traccia. In quanti di voi conoscono la canzone "Figlio della Luna" di Mecano?
Vi è solo un piccolo errore, probabilmente la storia venne modificata di bocca in bocca.
Non era un bambino, ma una bellissima bambina dagli occhi d'argento.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Riuscimmo a procurarci un pasto ancor più sostanzioso scovando una famiglia di conigli nella loro tana. Li lasciarono a me, mentre loro divoravano il cervo. Ovviamente dovetti cuocerli, non ero mai riuscita a mangiare la carne cruda. Per questo accesi un fuoco abbastanza sviluppato per riuscire a cuocere la mia selvaggina, più che sufficiente per me. I lupi mangiavo nel buio, nessuno di loro amava avvicinarsi alle fiamme, nonostante da tanti anni io lo accendessi nelle loro vicinanze.

Dopo aver mangiato, sazi e pronti per il nostro rituale di ogni notte, corremmo come un'unica bestia verso il Picco Roccioso: una lingua di terra che sovrastava tutta la foresta, da lassù noi veneravamo la luna.

Una volta arrivati tutti i miei compagni si sedettero e passarono in rassegna al cielo, osservando tutte le stelle, cogliendone le figure che formavano, adorandone lo splendore, ma ulularono solo a lei, alla nostra luna. Io rimasi a osservare ammaliata quel piccolo spicchio, ascoltando attentamente gli ululati come fossero una sinfonia in nome della falce argentata che vegliava su di noi. Ero seduta in mezzo a loro e ci restai per parecchi minuti fino a quando non decisi che era giunta l'ora anche per me di dare il mio personale dono alla nostra protettrice.

Mi sollevai lentamente, portati le mani al petto e chiusi gli occhi. Aspettando pazientemente che gli ululati si affievolissero fino a restare nel silenzio. Finalmente, intonai una dolce canzone, le cui parole di dispersero nella notte, tra le stelle splendenti.

Dea della notte, Luna misteriosa,
Signora del buio, Dea meravigliosa

Il bacio d'argento del tuo raggio lunare
Accoglie il Sole al suo lento calare.
Signora di arcana oscurità
Di magica Arte e fecondità
Solchi le nuvole nel cielo brunito
E la nuda Terra di luce hai riempito.

Tu, nostra Dea, Dea Lunare
A forma di falce la forma ci appare
Ombra tu formi e vai a dissipare
Passato e presente vai a rivelare
Muovendo i mari, tu, splendida Dea
Governi il ritmo della marea.

Dea della Luna, e di ogni saggezza,
Accolgo il tuo dono nella sua interezza
Che giorno per giorno accresce il potere
Di donna o uomo che vuole sapere

Per questo motivo io canto la Runa
Io prego la Dea, io prego la Luna
Per questo motivo io canto la Runa
Io prego la Dea, io prego la Luna
Per questo motivo io canto la Runa
Io prego la Dea, io prego la Luna

Non appena ebbi concluso, mi abbassai nuovamente nulle ginocchia fino a toccare terra. Storm strofinò piano il suo muso contro la mia spalla, io sollevai il braccio e lo accarezzai. Restammo ancora per qualche minuto ad osservare lo spicchio luminoso che si rifletteva negli occhi neri dei lupi. Poi come tutte le notti rientrammo nel folto della foresta, per rimetterci in sesto con un sonno ristoratore.

Quando trovammo un punto adatto, ci sdraiammo lì insieme. Io rimasi seduta ancora un po' a contemplare l'argenteo satellite. Era così bello, sembrava vegliare su questa foresta come un occhio protettore. Sentii un ringhio sommesso alle mie spalle, poi la Madre si sedette accanto a me. Ci guardammo negli occhi, intuii quasi immediatamente che doveva parlarmi, non potevo semplicemente intuire cioè che voleva dirmi, dovevo ascoltare parola per parola e capire.

Mi concentrai chiudendo gli occhi e appoggiai una mano sul suo manto candido all'altezza della spalla. Svuotai la mia mente per permetterle di accedere senza problemi. Quando avevamo un contatto fisico era anche più semplice.

Cosa pensi quando osservi la luna?

- Spesso mi chiedo se davvero lei vegli su di noi. - risposi a bassa voce, ma non mentalmente, mi era più facile rispondere a voce alta e non tramite un pensiero.

È così, lei ci osserva e protegge.

- So che non volete parlare di questo, cosa volete dirmi Madre? - la sentii emettere un suono gutturale di divertimento.

Sei perspicace, giovane Kira. Il mio tempo qui sta per scadere. Tra non molto io morirò per tornare alla terra.

Mi voltai verso di lei di scatto. Non potevo crederci, lei stava per lasciarci. Ripensai a quanto mi aveva insegnato quella bellissima lupa bianca, quando avevo imparato da lei. Mi aveva insegnato come sopravvivere, a rispettare la foresta e gli animali, a cacciare, a riconoscere le piante velenose, ad ascoltare ciò che mi circonda, la forza e la resistenza, a conoscere me stessa. Era stata la figura più vicina a una madre che io avevo mai avuto. E presto non avrei più potuto chiederle consiglio.

- No... no, Madre, non ci posso credere, voi non state davvero per andarvene. - mi tremava la voce, non potevo accettarlo. Sentivo gli occhi che mi pizzicavano.

Tra tre giorni, quando vi sarà la notte di tenebra, io salirò in cima alla montagna da sola e attenderò la morte che mi verrà a prendere. Questo è il cerchio della vita, niente di più niente di meno.

Non riuscii più a trattenermi e scoppiai in un pianto silenzioso, tremavo per l'angoscia. Tre giorni, tre miseri giorni e poi avrei dovuto dirle addio per sempre. Avevo lo sguardo fisso su di lei, la quale però non guardava me, aveva il muso rivolto al cielo. Mi avvicinai a lei e la abbracciai, sentivo il battito del suo cuore, lento e regolare, era come una ninna nanna per me. Anche da piccola mi appoggiavo al suo petto e quel ritmo mi rilassava.

Ora ascoltami attentamente, piccola mia. Appoggiò il muso sulla mia spalla per confortarmi. Tu hai un enorme potere dentro di te, dovrai imparare a controllarlo, sono certa che ne sarai capace e saprai utilizzarlo nel modo giusto. Ricordati sempre chi sei e segui il tuo istinto, rischia per non vivere nel rimorso di non aver fatto qualcosa. Rimani te stessa e vivi la tua vita al meglio. Io veglierò su di te insieme alla nostra Luna. Un giorno tutto ti sarà chiaro.

- Come farò senza di te? -

Ti ricorderai di me.

Detto questo separò le nostre menti, io non sapevo cosa rispondere. Avevo capito poco del suo discorso, avevo bisogno di riflettere e capire. Ma non quella sera, ero stanca e la notizia della sua imminente morte mi aveva sconvolto. Avevo bisogno di dormirci sopra, magari il giorno seguente quando mi fossi ripresa le avrei potuto chiedere spiegazioni.

La Madre si stese per terra ed io mi addormentai in un sonno agitato accanto a lei appoggiandomi al suo pelo morbido.

   
 
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