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Autore: AlnyFMillen    14/07/2017    3 recensioni
[Robin Hood AU]
Era passato il tempo della rabbia, era passato anche quello della tristezza. A breve, null'altro che vuoto.
“Prometti che non mi dimenticherai” enunciò lei improvvisamente decisa.
Forse avrebbe dovuto farle promettere la stessa cosa, forse avrebbe dovuto risponderle con parole diverse di quelle che invece usò, così da non aver più rimpianti.
“Non ce n'è pericolo”
Gli piaceva quindi stare all'ombra di quella magnolia, si, ma gli piaceva davvero molto di più stare lì in compagnia di Judith.
“Come potrei mai dimenticare la coniglietta che mi ha salvato?”
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A mille ce n'è ~ nel mio cuore di fiabe da narrar'
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Titolo: Steal from the rich, give to the poor
Personaggi: Nick Wilde, Judy Hopps, un po' tutti
Genere: avventura, romantico
Rating: G
Avvertimenti: crossover
Note: Ragazzi, mi sto proprio appassionando a questa storia. Oggi ho messo le dita sulla tastiera, le cuffie nelle orecchie e via! Il capitolo si è scritto in un batti baleno. La fic si sta sviluppando ben bene nella mia testolina e non vedo l'ora di metterla su carta ^^
Questa volta, c'è solo una parolina strana all'interno del testo.
|| Sharkespeariana: unione di Shark + Shakespeariana
E niente, non voglio annoiarvi con chiacchere inutili. Judy ancora non si vede, Finnick picchia forte e Nick... Beh, Nick è Nick. Cosa più importante, un nuovo personaggio porta con sè notizie interessanti. Grazie a tutti coloro che leggono, recensiscono e inseriscono negli elenchi.
Ci si rilegge!  



Steal from the rich, give to the poor
 

Capitolo 2





"Nick Wilde e Little Finn van per la foresta"
Sul ramo di un albero piuttosto imponente, fischiettando una filastrocca nella soave tranquillità del pomeriggio, stava l'eroe popolare più famoso del tempo.
Con movimenti lenti e calcolati, ondeggiava nel vuoto il palmo ben aperto della mano, rilassato.
"Ed ognun ride e scherza l'un con l'altro come vuol"
"Te lo do io lo scherzo"
"Son felici del successo delle loro gesta"
"Proprio, guarda. Non vedi come sprizzo felicità da tutti i pori?"
Nick sbuffò dal naso, scoraggiato.
Alle volte, avere un compagno d'avventure come il suo, non era proprio quella che poteva dirsi un'esperienza piacevole. Tutto sommato, però, non aveva il permesso di lamentarsi: anche lui era una bella gatta da pelare. Basti pensare a quanto poco bastasse per farlo passare da un'emozione, all'altra; da un eccesso, all'opposto.
Sorrise, più ampliamente di quanto non avesse fatto in quei giorni, perfettamente consapevole della propria debolezza eppure così fiero di essa. Sentiva di riuscire a toccare il cielo con un dito, nulla avrebbe soffocato la sua euforia, figurarsi l'umore volubile di un piccoletto.
Impossibile scalfire la sua bolla di totale felicità.
"Eddai, in fondo non è stato poi così male" cantilenò.
"Ma no" rispose Finnick "Come ti vien in mente? E' stata una vera e propria  gita di piacere"
In tutta risposta, alzò gli occhi al cielo, ridente e memore degli ultimi avvenimenti.
 
"Dannazione a te, Wilde! Ti prenderò, tu e quel tuo amichetto"
No, rifelttè Nick, provare a riportare indietro i pantaloni di Mr. Simpatia non era stata certo una saggia scelta. Certo, al riparo dalle punte acuminate delle frecce che quella banda di Lupi tentava di impiantare in più e più parti del suo bellissimo corpo, sembrava un'idea abbastanza sensata ma ora... Beh, non pareva tutto questo gran colpo di genio.
Avrebbe dovuto saperlo, una volta fatta la bravata bisognava fuggire il più lontano possibile dalla vittima, non gettarsi fra le sue braccia in modo tale che potesse diventare carnefice. Così facendo, era ovvio, sarebbero finiti a darsela a gambe, correndo così veloce da dare l'impressione che la loro coda andasse a fuoco.
Proprio come previsto, le piante delle zampe bruciavano, quasi stesse camminando sui carboni ardenti, e la tentazione di tirar fuori la lingua per poter respirare meglio si faceva ogni attimo più insistente.
"Tranquillo Finn, non si accorgeranno di nulla. Sono o non sono il più grande ladro di tutti i tempi?" lo apostrofò una piccola palla di pelo con le orecchie, nonchè suo partner.
"Il grande ladro, dice lui. Tranquillo, dice lui. Meraviglioso, splendido direi" continuò imperterrito "Il più grande idiota, ecco cosa sei! Altrochè!"
Va bene, a dirla tutta, Finnick aveva sin da subito dichiarato quanto fosse folle anche solo pensare una cosa del genere, figurarsi attuarla davvero, ma lui non gli aveva prestato ascolto. Ovviamente, sarebbe stato da aggiungere. Quando mai dava retta a qualcuno, lui?
Eppure era così: uno spirito libero, un temerario avventuriero alla ricerca di emozioni. Si era reso conto di aver esagerato, fremeva per la voglia di riparare al suo errore il prima possibile... Soprattutto, una certa coniglietta, anche da lontano, era riuscita a farlo sentire così in colpa, ma così in colpa, che non aveva potuto resistere più di dieci minuti prima di iniziare a contorcersi su se stesso alla ricerca di salvezza. Il rimorso lo stava divorando.
Strano a dirsi, per un delinquente di professione, ma vero.
Stava decisamente perdendo la testa.
"Grizzoli, Wolfard, accelerate il passo: non ce li lasceremo sfuggire questa volta!" incitò ancora lo Sceriffo.
La volpe si arrischiò a lanciare uno sguardo dietro di sè, dove l'intero corpo della giustizia cittadina si stava operando per acciuffarli. Alla vista del Capitan Bogo, così graziosamente arrabbiato, non potè risparmiarsi una piccola, innocente battutina.
"Signore, signore: non sia così imbufalito" tubò subito prima di sparire nel folto più folto della foresta.
"Idiota, non credi di aver dimenticato qualcosa?" ringhiò Finnick, qualche metro più indietro del complice.
Il malvivente numero uno di Zoottingham emise un verso di rammarico mentre, con una certa destrezza, afferrava l'amico per la collottola.
"Pardon"
"Deficiente, mettimi giù!"
Lui lo ignorò, rafforzando la presa sul collo per evitare di lasciar cadere l'animaletto. Avrebbe dovuto forse pensare ad un altro modo per portare a spasso il fennec? Magari prenderlo in braccio a mò di sposa? Farlo salire sulle proprie spalle come un cucciolo? Non aveva tempo, in quel momento, per preoccuparsi dell'animo sensibile del compagno. Tener stretta la pelle poteva facilmente dirsi in cima alla lista delle cose da fare.
Esperto, prese a percorrere, lungo fiumiciattolo dove avevano trascorso la mattinata, un sentiero tortuoso, poco riconoscibile a causa della fitta vegetazione.
Certo, era stato un incosciente a non pianificare nulla e buttarsi a capo fitto nell'azione, ma non così sprovveduto da lasciare le sorti della sua vita alla fortuna. Aveva pur sempre un piano di riserva su cui far conto.
Raggiunse velocemente la foce del corso d'acqua, poi il tronco traballante che fungeva da ponte. Mentre si gettava alla cieca nell'acqua melmosa del piccolo lago sottostante, sotto sentite proteste di Finnick, prese un respiro profondo.
Non appena furono sotto, premette una zampa sul muso del compagno, facendo cenno di star in silenzio con l'altra. Veloce, afferrò il cappello, prima che qualcuno lo vedesse. La piuma galleggiò qualche istante prima di seguire il copricapo cui era collegata.
"Dove sono andati?"
 
Fa che ci caschino, fa che ci caschino

"Non so, credevo avessero preso questa strada"
"E' impossibile che siano scomparsi così"
"Maledizione!" la voce dello Sceriffo svettò sulle altre, attutita dall'acqua.
L'istinto di ridacchiare era forte, ma Nick si trattenne. Se la copertura fosse saltata a causa sua, non sarebbe toccato al boia ucciderlo, ma ci avrebbe volentieri pensato il suo più caro amico, ora medesima situazione.
"Dobbiamo andare Capitano, la regina Bellwether ci attende per il resoconto della giornata"
Seguì un altro scambio di battute, poi il silenzio.
Con circospezione, riemerse. Schiuse lentamente un occhio, quasi impaurito, poi l’altro, ancora più tentennante. Alla vista dello spiazzo deserto, tirò un sospiro di sollievo.
Un attimo, e il rumore di passi, più pesante che mai, tornò a farsi sentire.
Neanche il tempo di tornare a nascondersi, neanche il tempo perchè Finnick potesse mormorare qualche pesante imprecazione, che il mammifero cui apparteneva la camminata apparve di fronte ai loro occhi, imponente.
Silenzio.
Immobilità.
Furia incontrollata.
Prima che chiunque potesse far qualcosa, il fennec balzò fuori dall'acqua, fradicio. A passo di marcia, percorse il ponticello improvvisato, recuperò il primo oggetto contundente che gli capitasse a tiro e lo sradicò dal terreno con forza.
Avanzò minacciosamente verso l'animale appena arrivato, il quale mormorò un ben poco coraggioso "Nel nome del Signore, non farmi del male!", per poi virare, come ricordatosi di qualcosa, verso il complice e scagliare a velocità sovranimale l'oggetto contro quello.
"Ribaldo dei miei stivali, volpe pusillanime, pendaglio da forca!" gridava Little Finn, avviandosi verso il proprio accampamento, grondante di rabbia.
Il nostro protagonista, nel frattempo, riuscito a sottrarsi dalla morte certa cui sarebbe andato incontro se colpito dal ramo lanciatogli contro, stava uscendo dall'acqua.
"Irritabile" borbottò divertito.
"Ehm ehm"
Qualcuno si schiarì la voce, ricordandogli del mammifero posto bordo bosco.
Le labbra di Nick si stirarono in un sorriso, mentre avanzava verso l'altro e, in uno slancio d'affetto sospetto, gli posava la zampa destra sulla spalla.
"Credevo che i messaggeri di Dio dovessero aiutare gli animali a mantenere una buona condotta in vita" enunciò strizzando la coda sul saio del monaco "Non collaborare per farli spedire direttamente all'altro mondo, Fra Ben"
Incurante del sarcasmo, il padre sorrise, gonfiando le guance paffute.
"Ho una notizia per te" enunciò entusiasta.
 
"Beh, comunque si è risolto tutto per il verso giusto, no?" domandò retorico, un sorriso sghembo stampato sul volto.
L'altro masticò una risposta.
"Te l'abbono solo per oggi, Romeo"
L'altro mostrò un'espressione interrogativa, quasi impercettibile sotto il sorriso stampato in volto.
"Come, non è appena tornata la tua bella?" sogghignò il fennec.
Se possibile, anche gli occhi di Nicholas parvero farsi raggianti.
Cercando di mostrarsi indifferente alla notizia, voltò il capo verso un punto indefinito, in mezzo agli alberi. Con scarsi risultati, tentò di sopprimere la palese gioia che trapelava dalla voce.
"Si, finalmente è tornata"
 
Non ti ho dimenticata, Carotina.
 
"A proposito Little Finn, da quando in qua ti interessi di letteratura Sharkespeariana?"
   
 
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